C'erano dei momenti in cui Italia si sentiva male; avvertiva una sorta di nausea alla bocca dello stomaco, un lieve mal di pancia, una sottile e incessante emicrania. Percepiva che stava accadendo qualcosa di brutto. Alla sua terra, al suo popolo.
Allora si metteva a vagare per quella casa prigione, quando l'altro rientrava, quello che credeva gli sarebbe stato amico per sempre. Pur di non vederlo, di non parlargli, di non sapere.
La stanza era calda e scura, con le imposte tirate per allontanare la calura, chiusa a chiave. Italia vagava. Stava per aprire le finestre.
"Non farlo, non guardare, piccolo Italia"
Una vocina nel vento lo tirava per la manica, gli copriva gli occhi come si fa con i bambini perché non conoscano l'orrore della vita reale anzitempo.
Socchiuse le persiane.
"Non guardare, resta in questo mondo ovattato."
Spalancò le ante.
"Non guardare"
Aveva guardato. Aveva visto Germania intento a mettere in ordine una fila lunghissima di uomini, a farli cadere come birilli insanguinati.
Un giorno, quando la guerra sarebbe finita, gli avrebbe chiesto perdono.
"Italia, tutto bene?"
Ludwig bussò alla porta della camera, dove Feliciano si era rinchiuso, senza particolari spiegazioni, da almeno un'ora. Dall'interno si sentiva il brusio della televisione.
Tutti in fila, a cadere come tante belle statuine.
L'avrebbero chiamata la banalità del male.
Il ragazzo sobbalzò per la sorpresa non appena sentì il tedesco entrare.
Perché l'unico modo di sopravvivere in un mondo al contrario era diventare folli.
"Sì, certo Germania", si affrettò a rispondere, afferrando il telecomando per spegnere la TV, quasi volesse nascondere quanto stava guardando.
“Vado a preparare della pasta."
Eppure nessuna giustificazione avrebbe mai potuto lavare il sangue.
E, se non fosse stato impossibile, avrebbe giurato di aver visto Feliciano asciugarsi furtivo una lacrima.
Germania, te lo ricordi ancora quel giorno? Oppure lo hai rimosso dalla tua memoria, perché è più semplice dimenticare?
Note
All’inizio doveva essere una ff per ricordare l’eccidio delle Fosse Ardeatine, poi è diventata tutt’altro. All’inizio la prima parte non doveva esserci, poi ho deciso di aggiungerla. All’inizio ero convinta del lavoro, ora non più di tanto; tuttavia, per qualche strana ragione, ho deciso di postare.
Sarà che oggi sono in fase depressiva.
Se a qualcuno interessasse, esiste anche la mia traduzione in inglese della stessa ff.
Qui: http://www.fanfiction.net/s/7594217/1/How_much_can_you_forget