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Autore: kumiko095    11/03/2012    3 recensioni
Non hai la forza di alzarti, di raccogliere i cocci del tuo paese, di dare una degna tomba a quei cadaveri.
Allora speri che lui ti aiuti.
Ma è tardi ormai.
È già scivolato via dal tuo abbraccio protettivo e tu non te ne sei neanche accorto.
Ancora.
-ASPETTAMI!- gridi.
-ASPETTA, TI PREGO!-
Ma il tuo urlo risuona vano nelle orecchie di chi se ne è già andato per la sua strada.
[Lovino. Feliciano. E la morte.]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora.
 
Raccogli i cocci del tuo paese – ciò che è rimasto di te – e vai avanti.
 
Ancora.
 
Le gambe non ti reggono ma continua a camminare, per te, per tutti.
 
Sei tu quello che fa muovere Lo Stivale, anche se nessuno lo riconosce.
 
Ancora una volta.
 
Arranchi faticosamente, fino a quando non ti accasci al suolo e punti lo sguardo al cielo.
 
Sta succedendo ancora.
 
Quando capiranno che ti stanno uccidendo?
 
Quando guariranno le tue ferite?
 
E ti disperi, ancora e ancora.
 
Morti da tutte le parti: per terra, sui balconi, sui giornali.
 
Sembra essere diventata una routine ormai, la morte.
 
Sembra che la gente si diverta a morire, ad infliggerti nuove ferite.
 
Guardi verso il sole, in cerca d’aiuto, ma il sole ti acceca per un attimo e devi abbassare la testa.
 
Quante altre volte hai dovuto fare lo stesso gesto?
 
Davanti a chi ti ha squartato, diviso, frazionato hai solo abbassato la testa.
 
Davanti ai politici corrotti del tuo paese, che invece di farti andare avanti ti hanno trascinato nel fango, hai solo abbassato la testa.
 
Davanti alla mafia che prendeva sempre più potere, hai solo abbassato la testa.
 
Quando cerchi di rialzarla, come in questo momento, è pesante.
 
Pesante dai sensi di colpa.

Ancora.
 
Lo sguardo vaga lontano e scorgi una figura familiare che corre verso di te.
 
Il ciuffo si agita al vento, mentre lacrime tiepide gli bagnano le guance.
 
Viene a farsi consolare sempre da te quando sta male.
 
E poi scarica le colpe di tutti i suoi problemi su di te.
 
Lo sta facendo ancora.
 
Quando ti arriva vicino ha il fiatone e le gambe nude piene di ferite.
 
Ti si butta letteralmente sopra e ti abbraccia stretto, affondando il viso nella tua spalla e piangendo.
 
Non è la prima volta che accade una cosa del genere.
 
Da quando vi siete riunificati, viene sempre più spesso a lamentarsi da te.

Mai che condivida le cose belle!
 
Quelle se le tiene tutte per lui.
 
Gli cingi amorevolmente la vita, in una abbraccio che di fraterno ha poco.
 
Il tempo ti ha cambiato.
 
Ora sei un uomo.
 
Non piangi, non ridi, sei accigliato anche quando potresti  sorridere, ti lamenti anche quando potresti complimentarti.
 
Ma i tuoi sentimenti per lui quelli, oh ne sei certo, non cambieranno mai.
 
Anche lui non è più lo stesso.
 
Più astuto, meno infantile, più bello, meno altruista.
 
 Lui pensa solo a sé stesso, anche se non dovrebbe.
 
Dopotutto siete la stessa cosa no?
 
Come può pensare lui e non a te?
 
Non siete forse un cuore diviso in due corpi?
 
Non era lui a dirlo questo?
 
Stringi la presa sul suo esile corpo nella paura che possa fuggire via dalle tue braccia.
 
I suoi, si stanno armando per farvi dividere, per farvi tornare di nuovo un Nord e un Sud.
 
Come una volta.
 
Ancora una volta.
 
Non vuoi che se ne vada, è il tuo unico appiglio.
 
Non hai la forza di alzarti, di raccogliere i cocci del tuo paese, di dare una degna tomba a quei cadaveri.
 
Allora speri che lui ti aiuti.
 
Ma è tardi ormai.
 
È già scivolato via dal tuo abbraccio protettivo e tu non te ne sei neanche accorto.

Ancora.
 
-ASPETTAMI!- gridi.
 
-ASPETTA, TI PREGO!-
 
Ma il tuo urlo risuona vano nelle orecchie di chi se ne è già andato per la sua strada.
 
Non ti sente chi è venuto a scaricarti le sue pene addosso e poi è corso via, ora sano e felice.
 
Sono forse le sue colpe – o quelle di entrambi – ad impedirti di muovere quelle esili gambe?
 
-Ti prego…torna indietro…-
 
Affondi le dita nella terra macchiata di sangue, mentre le lacrime iniziano a scorrere come un fiume in piena sulle tue guance.
 
-Aspetta! Non andartene…-
 
Il tuo parlare è vano, se ne è già andato.
 
-Aiutami…maledizione!-
 
Getti il capo all’indietro mentre senti formarsi sulla pelle nuove cicatrici.
 
La morte ti fa male, ma non puoi morire.
 
Puoi solo ferirti della morte altrui.
 
Troppe stragi, troppe catastrofi, troppi lapsus, troppe morti inutili.
 
Desideri che la morte non porti via altre persone perchè se continua così non farai in tempo a rigenerarti.
 
E morirai anche tu.
 
-ASPETTAMI!-
 
Lo sai che non servirà a niente chiedere il suoi aiuto, eppure ci provi lo stesso.
 
E dire che un tempo ti ha amato come tu lo ami…
ancora.
 
Stai perdendo lentamente la speranza, ma non vuoi convincertene e urli ancora, facendoti eco da solo.
 
-PORTAMI CON TE!-
 
Un singhiozzo, un altro, il cuore inizia a farti male.
 
-Come faccio a sopportare tutto questo dolore?... Perchè lo lasci tutto a me?-
 
Lo sai. Sai che non ti sta ascoltando,  che è già corso da qualche altra parte sorridendo come è suo solito fare.
 
Perchè tu non riesci a sorridere?
 
Quel dolore è insopportabile.
 
Ti toglie il respiro, ti trafigge il petto, ti inchioda a terra, ti trapassa come degli spilli.
 
Ormai non hai più voce per urlare o anche solo sussurrare.
 
Lui è lì davanti a te, irraggiungibile.
 
Allunghi una mano, supplichi, piangi, ma non c’è niente da fare.
 
Vorresti odiarlo per tutto il male che ti fa, eppure i tuoi sentimenti sono presenti ancora.
 
Come è ancora presente la morte.
 
Aleggia sopra di te come un avvoltoio nero e ti soffoca tra le sue ali.
 
Ormai non ti muovi più, speri solo di nonmorire.
 
Non per la morte in se stessa, quella non ti fa paura, anzi attendi che essa ti dia sollievo.
 
Eppure non vuoi morire.
 
Per Lui.
 
Perchè lo ami ancora.
 
E per questo sopporti la morte, sia la sua che la tua.
 
Per questo il tuo cuore sopporta.
 
Anche se…
 
Il tuo cuore si è spezzato.
 
Ancora.







********************


Veh, Rieccomi qua a scocciarvi!
beh questa shot....più la guardo e più mi chiedo -Ma che roba è?- e non trovo una risposta sensata.
Non che quando l'abbia scritta fossi depressa o altro, semplicemente c'era l'ispirazione ed è venuta fuori questo.
Lovino, le morti del nostro paese e Feliciano.
Ora, non è che volessi insinuare che il Nord dia tutta la colpaal Sud, ma alcune persone lo fanno, e non ne capisco il motivo.
Dopotutto abitiamo tutti nello stesso Paese, quello che i nostri avi hanno fatto tanto per riunificare, e non comprendo la necessità di dividerlo di nuovo.
-Perchè?- mi chiedo, perchè la colpa del ritardo dell'industriallizzazione sia data tutta al Sud, perchè la mafia sia associata solo al Sud, perchè non si possano condividere questi problemi insieme.
Inoltre vi è la morte che incombe costantemente. Un sacco di morti inutili direi, overdosi, alcolici, omicidi, suicidi,guerre,stragi,anoressie, bulimie,tumori,aids, malattie, e morti innocenti.
Già, perchè c'è anche chi muore per colpa di altri e non ha nessuna colpa.
Eppure io desidero un'Italia -e tutto il resto del Mondo-  dove si muore solo per vecchiaia, godendosi la vita.
É egoistico sognare qualcosa del genere?!
Cos'altro?....Ah si, è palesemente itacest, si era capito no?
Beh, penso di aver detto tutto, grazie a chi apprezzerà, recensirà o anche solo leggera.
Spero di non avervi annoiato.
Grazie.
Kissuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
Kumiko095

 



 

  
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