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Autore: Merope Molly Lestrange    11/03/2012    3 recensioni
Il protagonista del racconto è Riccardo Rivale, un normalissimo ragazzo liceale.
La storia narrerà le semplici vicende scolastiche che avvengono ogni giorno e i piccoli e grandi guai, amori ed amicizie che avvengono nel corso del liceo.
Non sono brava a scrivere introduzioni... spero solo che la storia sia più decente di questa misera presentazione.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In quel momento l'unica cosa che dovevo fare era concentrarmi sul foglio bianco dinanzi a me e scrivere qualcosa di coerente. La professoressa aveva dato il permesso d'iniziare da una manciata di minuti ed io incurante guardavo assorto il cielo oltre la finestra. Nonostante sapessi che la cupola del mondo fosse limitata mi piaceva pensare ad essa come infinita. Perchè in fondo il mondo era tondo e se avessi camminato per tutto il pianeta la volta celeste sarebbe stata sempre su di me. Forse quel vasto orizzonte azzurro è l'unica cosa che non ti abbandona mai. Una solitaria nuvola si muoveva senza fretta come fumo. La sua forma era quella di un paio si occhiali da sole anni '70. Era la foggia più strana che io avessi mai visto e rimasi lì a fissarla a lungo o forse per pochi attimi, so solo che smisi di guardarla quando la professoressa mi chiamò.

" Rivale ! Pensa al compito e non star a guardare le nuvole"

Distolsi lo sguardo di scatto e borbottando una scusa abbassai il capo e fissai il foglio bianco come quella nuvola, bianco come forse sarebbe rimasto. Assegnare un saggio sull'anatomia quasi a sorpresa ed aspettarsi degli ottimi risultati dagli alunni è la convinzione più utopica che un insegnate possa avere e la nostra insegnante lo sapeva bene. Quale alunno sano di mente sarebbe riuscito a memorizzzare l'intera composizione del complesso umano durante un fine settimana? Beh il mio compagno di banco l'avrebbe fatto se non avesse avuto la febbre. Stefano Benni era il classico secchione eccellente in tutto tranne che in educazione fisica, ma nessuno sapeva che in passato era stato campione nazionale di swing. Sfortunate circostanze l'avevano costretto a rinunciare alla sua passione ed ora passava le giornate chiuso in casa ad organizzare presunti complotti sul web.

Il soggetto migliore della mia classe probabilmente era il muro, per quanto pieno di scritte fosse.

All'inizio eravamo ventisette ragazzi, numero decimato con gli anni fino a raggiungere i diciotto. La massa di stereotipi che formava la mia classe non aveva nulla d'interessante.

Caterine De lacou la francesina snob, Emilia De Luca la falsa bionda e Sara Blasfemi l'oca priva di qualsiasi personalità erano i trio femminile per eccellenza. Al loro seguito c'erano altre sei ragazze. Laura Franceschini la versione femminile di Benni, Denise Oliveto la copia sputata di Mercoledì Adams, Jessica Perilli colei che non stava mai zitta, Marta Genetti la trasgressiva punk e Camilla Rivale la mia tutt'altro che adorabile sorella. La parte maschile era composta da dieci ragazzi senza particolartà rilevanti: Marco Giuliani, Dario Rinaldi, Giovanni Salvemini, Michele "Micky" Gerimoni, Iyasu Badul, Andrea Torre, Pierpaolo Demelli, Achille Roncalli, Stefano Benni ed io Riccardo Rivale quello con la testa tra le nuvole.

Invano concentrai i miei pensieri sul compito ma non ricordavo assolutamente nulla di ciò che avevo mediocremente studiato la sera prima e ciò che avevo provato a farmi entrare in testa dalle cinque della mattina stessa. La verifica di scienze si stava dimostrando più complicata del previso. I quesiti avrebbero dovuto essere facili ma a quanto pareva non avevo studiato abbastanza.

 

  1. Che cos'è il tessuto?

  2. Quali sono i 4 tipi fondamentali di tessuto?

  3. Elenca i livelli di riorganizzazione nell'ordine della complessità crescente .......

 

Non avevo la minima idea di cosa chiedesse la domanda e di conseguenza,ovviamente, non sapevo la risposta e dopo un buon quarto d'ora con lo sguardo assente sul foglio abbandonai le speranze ed iniziai a scarabocchiare sul banco. L'inchiostro scivolava sulla superficie limpida del banco fino a creare un intricato ricamo floreale. Dopo aver terminato la mia accettabile opera d'arte tornai ad osservare il cielo oltre la finestra. La nuvola bianca non c'era più ed al suo posto un solitario sole splendeva nel limpido azzurro nascosto appena dai radi alberi del giardino. La campanella suonò e la professoressa passò a ritirare i compiti e quando arrivò il mio turno alla vista del foglio bianco mi scoccò un'occhiata di rimprovero ma non disse nulla. Sapevo benissimo di essermi procurato il secondo 2 nel giro di una settimana ma poco importava.

  
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