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Autore: Free air    12/03/2012    6 recensioni
"-Che ti è successo? Ti sei fatto male? Perché ti nascondevi?-
Disse, e Kurt vide tra le lacrime che scendevano, ora silenziose, che il bimbo lo fissava con un paio di occhi dorati, ed aveva un finto uncino in una mano, e una bandana intorno ad un braccio.
-Io sono un pirata, ma un pirata buono, e quindi devo aiutare chi ne ha bisogno!-
Esclamò, gonfiando il petto orgoglioso.
Kurt smise pian piano di piangere, e si asciugò le lacrime con la manica della sua camicia.
-Ho perso una cosa molto preziosa. Una cosa che mi aveva dato la mia mamma.-"
One-shot per il primo giorno della Klaine-week.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!! Come forse saprete, oggi inizia la Klaine week, con tema “Kurt e Blaine da bambini”. Siccome adoro leggere di loro da piccoli, ho cercato di dare un contributo anch’io (è anche un modo per “festeggiare”, no? =) )  Spero che sia di vostro gradimento, e fatemi sapere che ne pensate, se vi va!

Disclaimer : ovviamente non mi appartengono né Kurt, né Blaine, né Cooper. Purtroppo.

 

“KEEP IT FOREVER”

 

Kurt impiegava sempre moltissimo tempo per prepararsi: i suoi capelli sembravano non volere mai essere al loro posto, e a volte non riusciva ad abbinare il giusto maglione senza passare per una piccola crisi di nervi. Perciò, quando Blaine passava a prenderlo, era abituato, ormai, ad aspettare seduto in un angolo della sua camera, attento a non fare commenti pericolosi e rispondendo a qualsiasi domanda del suo fidanzato con uno sguardo di adorazione (che non doveva sforzarsi di fingere).

Di solito, in questo modo, erano fuori di casa dopo mezz’ora. Quel giorno, però, Kurt continuava a cambiarsi, indeciso se l’aria primaverile fosse abbastanza calda da permettergli un maglione più leggero o meno. Blaine, leggermente annoiato, prese ad aggirarsi per la stanza, fermandosi di fronte allo scaffale per distrarsi esaminando i vari libri di Kurt.

Era appunto preso dalla lettura della trama di un libro che prometteva di svelare “I dieci segreti del mondo della moda che tutti dovrebbero conoscere”,  quando la vide. Per un attimo, rimase bloccato, il libro a mezz’aria, stordito dalla sorpresa, e incredulo. Automaticamente, strinse la sua mano intorno alla pietra colorata, piena di polvere. Sorrise, sentendola molto più piccola in mano di quanto ricordasse.

***

Mentre tutti gli altri bambini continuavano a gridare eccitati, Kurt corse a cercare dentro la casetta dove giocava quando non c’erano molte altre persone al parco, perché altrimenti l’avrebbero di sicuro preso in giro.

Esaminò con cura ogni angolo, spostò la terra con i suoi piedini, incurante di rovinare le sue preziose scarpe nuove, arrivò ad inginocchiarsi per vedere meglio, ma fu tutto inutile. Non poteva crederci, era stato così sciocco! Disperato, si sedette sulla piccola sedia che costituiva gran parte dell’arredamento e, seppure cercasse di impedirlo, iniziò a piangere.

Passò qualche minuto, quando qualcuno bussò alla porticina che Kurt si era ben premurato di chiudere. Spaventato che gli altri bambini lo vedessero in quello stato e, per giunta, nella casetta, non rispose, ma si ritirò nell’angolo più buio. Fece appena in tempo, che da una delle finestre spuntò la cima di una testa dai ricci neri. Poco dopo una voce riempì la casetta –C’è qualcuno? Perché piangi?-

La voce squillante apparteneva ad un viso tondo e simpatico, come Kurt scoprì non appena si avvicinò, titubante, alla finestra. Il bambino che aveva parlato non era abbastanza alto per riuscire a vedere dentro. Sembrava davvero preoccupato, così Kurt, seppure ancora scosso dai singhiozzi e un po’ dubbioso, si avviò ad aprire la porta.

Lo sconosciuto entrò qualche secondo dopo, quasi travolgendolo.

-Che ti è successo? Ti sei fatto male? Perché ti nascondevi?-

Disse, e Kurt vide tra le lacrime che scendevano, ora silenziose, che il bimbo lo fissava con un paio di occhi dorati, ed aveva un finto uncino in una mano, e una bandana intorno ad un braccio.

-Io sono un pirata, ma un pirata buono, e quindi devo aiutare chi ne ha bisogno!-

Esclamò, gonfiando il petto orgoglioso.

Kurt smise pian piano di piangere, e si asciugò le lacrime con la manica della sua camicia.

-Ho perso una cosa molto preziosa. Una cosa che mi aveva dato la mia mamma.-

Il bambino corrugò la fronte –Si arrabbierà, quando glielo dirai? Cos’era?-

Kurt sentì le lacrime salire di nuovo, prepotentemente, ma riuscì a non scoppiare a piangere di nuovo.

-Era una spilla.. una spilla con un uccellino. E no, non si arrabbierà perché lei è… lei è morta.-

-Oh.- Il bimbo, visibilmente a disagio, fissò il pavimento, mentre Kurt tornava a piangere silenziosamente.

-No! Non piangere! Mi dispiace tanto per la tua mamma- disse, e Kurt non poté che pensare che sembrava sincero. Si avvicinò, e gli offrì la sua mano. Kurt la strinse senza esitare.

-I pirati sono bravissimi a trovare i tesori, lo sai? Ritroveremo la tua spilla!-

E insieme si incamminarono fuori dalla casetta, sempre tendendosi per mano, e setacciarono il parco. Vicino alle altalene il bimbo trovò qualcosa, ma era semplicemente la linguetta di una lattina. Nei pressi dello scivolo, gli altri bambini li presero in giro perché si tenevano per mano, quindi corsero via. Stavano per addentrarsi nella buca della sabbia, quando Kurt si trasse indietro

-Non può essere lì! Non gioco mai lì!-

La loro ricerca si concluse un’oretta dopo, quando un ragazzo alto e molto somigliante al bambino si avvicinò a loro. Kurt stava per tirarsi indietro, intimidito, ma il bimbo disse –Non preoccuparti, è solo mio fratello!-

-Andiamo, pirata. Si è fatto tardi!-

-Ohh, Coop, altri cinque minuti!-

-Uff! Va bene, ma solo cinque! Li conto! Uno, due, tre…- disse, mentre si allontanava, e fece loro l’occhiolino.

Il bimbo, però, sembrava davvero triste. Guardando meglio, Kurt si accorse che stava per piangere anche lui.

-Che ti succede?- chiese, esitante.

-Mi dispiace di non aver trovato la tua spilla. Non sono un bravo pirata.-

Kurt era in imbarazzo, non sapendo cosa rispondere a quel bimbo sconosciuto che si stava tanto preoccupando per lui. Alla fine scosse lievemente la testa, non riuscendo ad ammettere che nell’ora trascorsa a giocare con il suo nuovo amico, non aveva più pensato molto alla spilla e a quello che significava, mentre ora tornava a sentirsi davvero dispiaciuto.

Improvvisamente, però, il bimbo si illuminò. Prese a cercare nel piccolo marsupio colorato che indossava, e, sorridendo, ne tirò fuori qualcosa che mise nella mano di Kurt.

-Facciamo così- disse, guardandolo negli occhi, senza smettere di sorridere –Io continuerò a cercare la spilla ogni volta che torno al parco, ma intanto tu tieni questa pietra. E’ il mio tesoro preferito! L’ho colorata io! Non è la tua spilla, però ti può fare compagnia, intanto!-  kurt strinse la pietra e la avvicinò al viso per studiarla meglio: era colorata con un arcobaleno, un po’ sfocato, come se qualcuno ci avesse passato le mani sopra prima che asciugasse, ma sembrava comunque un tesoro, ai suoi occhi.

-Grazie, ma.. tu resterai senza il tuo tesoro preferito?-

Il bimbo annuì, incoraggiante –Non preoccuparti! I pirati devono sempre cercare tesori nuovi, altrimenti sarebbe una noia! E poi, quando avrò trovato la tua spilla, possiamo fare a cambio!- Kurt annuì, e disse –Grazie. Sei molto gentile.-

Il bambino sorrise ancora, e proprio in quel momento, il ragazzo che gli somigliava tornò da loro -…55, 56, 57, 58, 59, 60! Sono passati cinque minuti, Uncino! Andiamo!- E detto ciò, sollevò il bimbo per metterselo in spalla, mentre questo protestava e scalciava. Entrambi salutarono Kurt con la mano mentre si allontanavano, e presto anche suo padre venne a recuperarlo. Una volta a casa, Kurt si preoccupò di mettere la pietra in un posto sicuro. Non poteva rischiare di perderla.

***

-Coop! Coop! Guarda! Guarda!-

Mentre suo fratello gli correva incontro esaltato, ed emettendo gridolini di gioia, Cooper si chiese cosa gli fosse preso in quei giorni. Chiedeva sempre di andare al parco, e non faceva che starsene da solo a squadrare ogni centimetro del prato. Quando tornavano a casa, aveva sempre mani e ginocchia sporchissime, e continuava a ripetere che stava cercando un tesoro.

-L’ho trovata!!! Ho trovato la sua spilla!-

Saltellava, incapace di stare fermo, cercando di mostrare qualcosa al fratello, ma fallendo con tutto quel muoversi.

-Fermo, Blaine, non riesco a vedere! Cos’è? Lo hai raccolto da terra?-

-Si!! E’ una spilla, è del bambino che piangeva l’altro giorno perché gliel’ha data la sua mamma che è morta e lui l’aveva persa e io gli ho regalato la mia pietra ma adesso l’ho ritrovata! L’ho ritrovata ed era vicino al buco della sabbia, e forse ce l’ha messa qualche altro bambino perché lui non gioca mai lì e…-

-Ehi, ehi, respira! Questa spilla è del bambino che tenevi per mano l’altro giorno?-

Cooper la prese in mano, anche se Blaine era riluttante a cederla. Era una spilla dorata, a forma di un uccello con le ali spiegate.

-Blaine, è molto bella. Gliela devi restituire, sarà contento.-

-Si! Si! Gliela darò e sarà contento e non dovrà mai più piangere!-

Blaine prese la spilla, e la mise con cura nel suo marsupio.

Improvvisamente, però, un pensiero sembrò colpirlo, perché divenne serio.

-Ma Coop, come faccio a ritrovarlo? Non so nemmeno il suo nome!-

Cooper non sapeva bene cosa dire. Magari il bambino sarebbe tornato in quel parco, ma era una possibilità esigua, visto che l’inverno era alle porte e dalla settimana seguente avrebbero smesso di venire anche a loro, a causa del freddo già pungente, ma non lo disse a Blaine.

-Magari devi solo conservarla, e un giorno potrai restituirgliela. Sai aspettare?-

-Si! Si! So aspettare! Prometto che non la perderò!-

***

Non aveva più pensato a quella storia. Aveva solo cinque anni quando era successo,  e anche ora il ricordo era sfocato, anche se, potendo confrontare i tratti di Kurt con il viso del bimbo che non riusciva a rivedere perfettamente,  ricordò immediatamente il visino triste e rigato dalle lacrime, in quella casetta di legno.

-Non riuscirò mai a decidere! Che ne dici, questo blu con la cravatta bianca? Oppure meglio senza? Forse meglio senza.-

Kurt lo riportò bruscamente alla realtà. Mise la pietra al suo posto, guardando il suo fidanzato e chiedendosi se fosse possibile amarlo ancora di più.

***

La scatola era ancora al suo posto, proprio come ricordava. Una vecchia scatola da scarpe, su cui aveva scritto con una mano tremolante “Blaine’s treasures”, e che era colma di cianfrusaglie che aveva accumulato nell’intero anno in cui era stato un pirata buono.

Continuava ad imbattersi in ricordi su ricordi, quindi la ricerca fu lunga, ma alla fine trovò la spilla.

La strinse nella sua mano, sorridendo.

Non vedeva l’ora di restituirla a Kurt.

 

 

Nelle mie più ottimistiche previsioni, vi ho provocato almeno un principio di quell’emozione a cui non riesco a dare un nome che mi assale ogni volta che leggo di Kurt e Blaine bambini. Comunque, spero che l’abbiate apprezzata!   =)

Baci

Sara

  
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