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Autore: coccinellanna    12/03/2012    10 recensioni
FF ambientata nel fututo... Damon ed Elena si incontrano 10 anni dopo.
"Ho cercato di dimenticarla, ho incontrato gente nuova, ho tentato di innamorarmi di nuovo. Ma non ci sono riuscito. Ho fallito miseramente. Non sono riuscito a togliere i suoi occhi nocciola dal posto privilegiato che occupavano nel mio cuore."
"Poi, con voce seria e ferma, mi ordinò di chiudere gli occhi.
Ubbidii.
Dopo qualche secondo lo sentii stringermi la mano e appoggiare le sue labbra sulle mie. Lo sentii sorridere. Avrei potuto rimanere lì, immobile, stretta a lui, con le dita delle mani intrecciate nelle sue per tutta l’eternità."
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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----------------------------------------------------------------Pov Damon------------------------------------------------------------------------------------

Sono trascorsi dieci anni.
Dieci lunghissimi anni.
Non l’ho più rivista, ho chiuso i battenti del mio cuore e sepolto i miei sentimenti sotto un cumolo di dolore, finta indifferenza, rabbia e tentativi di dimenticare. Non so perché questo istante sia diverso. Non ho idea del perché ho scoperto, a modo mio, il suo indirizzo. Non mi capacito di come mi stia catapultando alla sua porta, senza sapere cosa dire o cosa fare, senza giustificazioni, senza essere certo che lei mi voglia rivedere.

Sono stato un vigliacco fino ad ora? Sono scappato, lontano da lei e da tutto il suo mondo. O forse ho smesso in questo momento di essere coraggioso? Ho smesso di mettere il suo bene al primo posto, non ho saputo resistere alla tentazione? Di una cosa sono certo: quello che sto facendo è terribilmente egoista.

Non importa. Niente ha più importanza. E’ troppo tardi. Sono già di fronte al suo citofono. Davanti ai miei occhi c’è un condominio fatiscente, con troppi piani e troppe poche finestre. Periferia di New York, sirene della polizia spiegate a pochi isolati, marciapiedi luridi e un uomo in uniforme davanti alla scalinata della metropolitana. Come è finita lì? Devo essere nel posto sbagliato…
Busso alla porta. Nessuna risposta. Non so se esserne sollevato o terribilmente dispiaciuto.

Riprovo. La maniglia si abbassa lentamente. Una bambina, che avrà sì e no cinque anni, mi si para davanti, piuttosto infastidita.
-Mamma, c’è uno alla porta!!- la bimba non sembra particolarmente sorpresa della mia visita. Mi squadra da capo a piedi per i seguenti dieci secondi, poi si allontana facendo ondeggiare i suoi lunghi codini biondi.

-Lizzie, tesoro. Dove hai messo lo zaino? Non possiamo fare tardi anche oggi.- sento la sua voce provenire dalla stanza adiacente. Poi la vedo, finalmente. Mi sembra ancora più bella dell’ultima volta in cui l’ho vista. Sta tentando di raccogliersi i capelli in una coda, ma quando mi vede l’elastico le cade dalle mani. I suoi occhi nocciola si fanno ancora più grandi. Aggrotta le sopracciglia e socchiude appena la bocca. Il tempo sembra essersi fermato, sento il suo sguardo penetrante, sento la sua curiosità.
Ma sento anche qualcosa di diverso, forse dolore, forse… forse rimpianto.
          
----------------------------------------------------------------Pov Elena--------------------------------------------------------------------------------------

-Ciao- lo dice sorridendo, come se fosse la cosa più normale del mondo. Come se fossero passate poche ore dall’ultima volta in cui i nostri occhi si erano incontrati.

Distolgo la mia attenzione dall’analisi puntigliosa che sto facendo al mio interlocutore. Gli occhi sono ancora azzurri, più azzurri che mai. Porta i capalli corti, come piacciono a me con qualche ciuffo ribelle sulla fronte. Niente rughe…E’ un vampiro, non invecchia. Ovviamente. Trovo la forza dentro di me per rispondere al suo saluto…

-Ciao, Damon.- vorrei tanto sorridere, ma non ci riesco.

Lizzie ha finalmente trovato il suo zaino. Damon rimane sull’uscio della porta. Potrei non farlo entrare. Sarebbe meglio. Lui è chiaramente sbigottito dalle condizioni del mio appartamento. Sento i vicini imprecare. Stanno divorziando, credo. Una di queste sere sono volati piatti. Forse è meglio invitarlo ad entrare. Forse non farà caso alla moquette grigio topo piena di macchie, alla tapparella rotta e ai resti della colazione sparpagliati sul mobiletto.

-Entra pure. Puoi… puoi aspettare qui un attimo.- la divisa di Lizzie è sporca di marmellata alla fragola. Lei mi segue in bagno lamentandosi. Quando ritorno Damon è ancora lì, dove lo avevo lasciato. Tiene fra le mani una cornice. E’ del matrimonio.

Mi ero immaginata a lungo quel momento, avevo immaginato i suoi gesti, le sue parole, un commento sarcastico… Niente. Non reagisce. Continua a fissare la fotografia. Lizzie si avvicina a lui, indica l’uomo che stringe il braccio della giovane ragazza in abito bianco e dice –Quello è il mio papà!- .

----------------------------------------------------------------Pov Damon------------------------------------------------------------------------------------

-Così ti sei sposata?!- la mia voce tenta di essere normale. Lizzie sta salutando la sua mamma dalla finestra dell’ aula. Lei ricambia, poi mi guarda. Comincia a camminare, con gli occhi bassi. La seguo.

-Sì, Damon… L’ho fatto. Io… credevo di aver fatto la cosa giusta. Pensavo che avremmo potuto avere un futuro insieme…
-Perché parli al passato? Non  è così?-

-Damon… Matt è morto. – una pausa. Lunga e imbarazzante. Lei continua, seppur trattenendo le lacrime. –Ha avuto un incidente d’auto due anni fa. Da allora tutto è diventato terribilmente difficile. Per me e anche per Lizzie. Mi sono trasferita qui ed ho cominciato una… una nuova vita.-

Non so cosa rispondere. Vederla stare male mi uccide. –Mi dispiace.-
-Grazie.-

-Lo amavi?-

-Cosa?- l’espressione di stupore sul suo volto mi fece capire di essermi spinto troppo in là. Perché sono sempre così maledettamente impulsivo? –Forse te ne dovresti andare. Non è stata una buona idea quella di venire qui.- Forse Elena aveva ragione, forse stavo solo complicando le cose.
-Scusa. Starò zitto. Te lo prometto….- Vidi il suo sorriso comparire per un istante.

-Va bene. Potrei anche pernsare di perdonarti.- La sua voce faceva intendere che lo aveva già fatto. Continuiamo a camminare. Evito accuratamente di fare battute sul posto in cui ci troviamo. Non riesco a smettere di chiedermi perché lei sia qui e non a Mystic Falls.

-Allora Damon… Cosa hai fatto negli ultimi anni?- una domanda. Semplice. Niente di troppo articolato. Niente che mi possa far presumere ci sia una risposta giusta e una sbagliata. Una tipica domanda da Elena, a cui io onestamente ha difficoltà a rispondere. Cosa ho fatto?

Sì lo so cosa ho fatto. Ho cercato di dimenticarla, ho incontrato gente nuova, ho tentato di innamorarmi di nuovo. Ma non ci sono riuscito. Ho fallito miseramente. Non sono riuscito a togliere i suoi occhi nocciola dal posto privilegiato che occupavano nel mio cuore.
Ahh… già. Poi ho sofferto. Ho sofferto guardando mio fratello buttare via, sprecare la sua chance. L’ho visto ignorare l’amore della ragazza che io stesso amavo, per rovinarsi, rendersi completamente irriconoscibile. Sì, sono sicuro di essere l’unico a vedere dell’ironia in tutto ciò!

----------------------------------------------------------------Pov Elena--------------------------------------------------------------------------------------
 
-Ho viaggiato…molto- Damon era vago. Non mi sarei aspettata risposta differente. Mi accorgo che sta riflettendo in silenzio. Probabilmente è a causa della domanda che mi ha fatto poco fa.

Inappropriata.
Totalmente inappropriata.

L’unica domanda giusta da fare. Avevo veramente amato Matt? O era stato soltanto un ripiego? Il dubbio, che guarda caso mi ero già posta anche senza l’intervento di Damon, mi stava divorando.
E’ normale chiedersi se si abbia amato, anche solo in passato, per un periodo, il padre della propria figlia?

Lui sì, Matt mi aveva amato. Tanto. Non riuscivo a smettere di sentirmi colpevole per quello che era accaduto. Se lo avessi detto a Damon… No non posso assolutamente dirlo a Damon.

----------------------------------------------------------------Pov Damon------------------------------------------------------------------------------------

-Be a te non lo chiedo. Hai avuto una figlia… Bellissima tra l’altro- non avevo mai visto Elena così pensierosa come negli ultimi minuti.

-Grazie. Lei è … tutto- Il suo volto si illuminava mentre parlava di Lizzie. Per un istante desiderai che fossi io la persona in grado di farla sorridere così. Desiderai che Lizzie fosse figlia mia. Era sciocco.

Si era fatto tardi. Ma non volevo lasciarla andare. –Siamo arrivati- stavo indicando un casermone in pietra rossa, rovinato dallo smog. –Lì c’è il mio appartamento.- Dall’espressione di Elena capii subito di non essere riuscito a dargliela a bere. Ci salutammo e lei si allontanò, con la scusa di non so quale urgente commissione.

Ero abbastanza sicuro che l’avrei rivista.

----------------------------------------------------------------Pov Elena--------------------------------------------------------------------------------------

Lizzie sta colorando un album. I disegni non erano un granché, solo torte, fiori, fiocchi e principesse. Ma lei si divertiva. Ci disegnava dietro un castello e un drago. Poi decideva che la principessa in realtà era una strega che stava cercando una pozione per trasformare il drago in un unicorno.

Fuori piove e io… io penso a lui. Costretto a rimanere in quel cavolo di appartamento solo per potermi rivedere. Era quasi dolce. Non potevo resistere allora tentazione di ammettere tutto, di dirgli ogni cosa. Urlai qualcosa alla mia vicina, che subito scese e si accomodò sul mio divano, con la scusa di dare un’occhiata a Lizzie.

Uscii di corsa senza prendere nemmeno un ombrello. Stavo attraversando gli isolati che mi separavano da Damon a tutta velocità. Erano passati solo due giorni dal nostro incontro e già mi parevano secoli.
Ero davanti alla porta del palazzo. Percorsi velocemente le scale sino a raggiungere l’unico portone senza nome sotto il campanello.

Bussai impaziente, infreddolita e fradicia, un po' per la pioggia un po’ per le lacrime che, contro la mia volontà, mi bagnavano le guance.

----------------------------------------------------------------Pov Damon------------------------------------------------------------------------------------

Ero sicuro che alla porta avrei trovato il solito rompiscatole che aveva sbagliato appartamento o al massimo l’omino delle pizze.

Non lei.
Non Elena, che sembrava aver sfidato la pioggia per me. –Ciao- il mio tono doveva essere vagamente incredulo.

-Ciao… Io devo parlarti. La tua domanda, non riesco a togliermi dalla testa quello che hai detto. Non lo amavo. E mi sentivo in colpa per non farlo. Non volevo soffrisse. Non volevo ammettere che nel momento esatto in cui ho visto la mia immagine allo specchio, con indosso un abito da sposa, avevo pregato che qualcuno mi fermasse.

Non è stato così. Sono andata fino in fondo. E ora guarda come mi sono ridotta.- Elena sembrava distrutta.

Avrei voluto essere al suo fianco quando aveva preso quella decisione. Quando aveva fatto la sua scelta.
-Non sarei dovuto andarmene.-

-Non avrei dovuto scegliere Stefan-

-Lo amavi.-

-Forse… O forse amavo l’amore. Amavo la sicurezza che provavo al suo fianco, la certezza che avrebbe scelto me prima di qualunque altra cosa. Ma Stefan è cambiato. O è tornato ad essere quello che è sempre stato, non lo so. E tu non c’eri.- Lacrime, tante.

Troppe lacrime.
E io non potevo fermarle.
Erano per me, per colpa mia.

-Sono stato un vigliacco.-

-O coraggioso, dipende dai punti di vista.- Sorrisi rendendomi conto di come Elena lasciasse aperta ogni opzione, diplomaticamente. 
-Scusa-

-No, sono io a doverti delle scuse. Le parole che ti ho detto a quel ballo, ti ricordi…-non potevo scordarle per nulla al mondo –Io sono stata crudele. Ho ferito tutti con l’intento di non far del male a nessuno. E sai qual è il mio più grande rimpianto, Damon?-

----------------------------------------------------------------Pov Elena--------------------------------------------------------------------------------------

Glielo stavo per dire, stavo per ammettere i miei sentimenti all’uomo che amavo, quello che avevo sempre amato, in realtà. Dopo dieci anni. Ma non era cambiato niente. Assolutamente niente.

–Il mio più grande rimpianto- mi fermai all’incontro con quegli occhi blu, sempre maledettamente belli- è quello di non averti baciato, quella sera, quando hai dichiarato il tuo amore per me…

Attesi la sua reazione. Vidi i suoi occhi brillare, poi appoggiarsi su di me, come a chiedere cosa avrebbe dovuto fare…

Lo baciai.

Il contatto delle sue labbra con le mie mi fece sussultare. E poi dicono siano i vampiri a sentire le emozioni in marniera amplificata.

E' la mia prima one-shot... Chiedo pietà. So che farà abbastanza schifo, ma non me ne frega. Se volete, recensite. Elena ha sposato Matt dopo che Stefan le ha spezzato il cuore. Damon se ne è andato per lasciare spazio a Stefan... Ho scitto la storia tutto di un fiato, quindi manca coerenza, i tempi verbali sono un po' al presente un po' no (facciamo finta che sia una licenza poetica, ok?)...
Fatemi sentire cosa ne pensate, grazie a tutti quelli che perderanno minuti preziosi della propria esistenza per leggere questa... roba.

 
  
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