Titolo
Raccolta: Love, Laughs and Klaine.
Titolo Storia: Of sandboxes and hellos
Personaggi: Kurt Hummel/Blaine Anderson
Klaine Day: Day 1: Klaine as
Kids/Babies
Genere: Commedia, Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: What If,
Fluff
NdA: Dopo aver appena segnato la mia esistenza con l’iscrizione a tumblr, ho deciso di partecipare alla Klaine!Week,
perché davvero, non ho già abbastanza da fare per l’Università e per la Tesi. Sigh. Glee mi ucciderà.
Monday: Klaine as Kids/Babies
Tuesday: Klaine AU (i.e. teacher, supernatural, etc.)
Wednesday:
Missing Moments
Thursday:
Klaine’s Anniversary
Friday: Graduation and College
Saturday:
Proposal and Wedding
Sunday: Domestic/Daddy!Klaine
Detto
questo... buona lettura!
1. Of sandboxes and hellos
“Ciao!”
Una vocina al
suo orecchio destro lo face voltare di scatto e abbandonare a terra il libro da
colorare che teneva in mano. Kurt, appena spaventato, si trovò davanti un paio
di enormi occhi di un colore strano, che non c’era tra i suoi pennarelli, e una
massa di riccioli scuri.
“Ciao!” rispose
con un sorriso.
L’altro bambino
sorrise a sua volta e si sedette accanto a lui a gambe incrociate.
“Io sono Blaine”
si presentò.
Kurt afferrò di
nuovo il libriccino e i pennarelli prima di rispondere. “Io mi chiamo Kurt.”
“Che fai?” volle
sapere Blaine, incuriosito da quegli strani oggetti, così fuori posto in un
parco giochi.
Kurt, un po’
riluttane, come sempre quando si trattava delle sue cose, gli mostrò cosa
teneva in mano. “Coloro” rispose poi, come se la cosa fosse ovvia.
Blaine si
accigliò un po’. Anche se aveva solo cinque anni, capiva benissimo che in un
parco giochi non si veniva per colorare, quello si faceva a casa, quando fuori
pioveva. Perciò guardò in faccia l’altro bambino, come per voler constatare che
stesse bene e che non fosse malato. La prima cosa che notò furono i suoi grandi
occhi azzurri, sembravano il cielo sopra le loro teste.
“Perché vieni al
parco per colorare?” chiese poi.
“Perché alla mia
mamma piace venire qui” rispose Kurt voltandosi dall’altra parte e sorridendo a
una signora seduta su una panchina poco lontana. Blaine la osservò, e vide che
aveva gli stessi occhi del bambino e i capelli un po’ più chiari.
“La tua mamma è
molto bella...” commentò senza riuscire a trattenersi.
Kurt sorrise.
“Lo so!” rispose con entusiasmo e orgoglio.
Blaine si girò
di nuovo verso di lui e spostò lo sguardo sulla grande scatola di sabbia a
pochi metri da loro.
“Ti va di venire
a giocare con me?” chiese qualche secondo dopo.
“Dove?” rispose
Kurt tra l’interessato e lo scettico.
Blaine gli
indicò la scatola di sabbia e si alzò in piedi, pronto a correre versi quel
rettangolo rosso. Kurt tuttavia, osservava quel gioco come se fosse la cosa più
spaventosa che avesse mai visto.
“Cosa c’è?” gli
chiese Blaine, che non si aspettava sicuramente quella reazione.
Kurt alzò lo
sguardo su di lui, i suoi occhioni azzurri più
limpidi che mai. “Ma quella è sabbia!” esclamò.
Blaine sbatté le
palpebre, confuso.
“Sì.”
“Non voglio
giocare nella sabbia!” continuò Kurt alzando leggermente la voce.
“Perché?” il
tono di Blaine era triste ora all’idea di perdere un compagno di giochi.
“Perché la
sabbia mi da fastidio!”
“Come?”
Kurt si alzò in
piedi in quel momento, pronto a spiegare all’altro bambino il perché del suo
rifiuto e il motivo per cui i granelli di sabbia non gli piacevano affatto.
“Sì” continuò
convinto, avvicinandosi appena alla grande scatola rossa. “Le vedi tutte quelle
palline piccole piccole? Se mi siedo lì in mezzo, mi
entrano nei vestiti, e mi fanno male!”
Blaine aveva
ascoltato attentamente le sue parole, ed era sicuro di aver capito almeno un
po’ il motivo di tutta quella paura, ma non voleva perdere il suo nuovo amico.
In più, il suo spirito buono lo costrinse a cercare un modo per evitare che
Kurt si perdesse tutto il divertimento che solo secchiello e paletta potevano
offrire.
“A me fanno il
solletico!” rispose allora con un risolino. “E poi quando torno a casa ed è ora
di fare il bagno, ne trovo sempre un sacco e la mia mamma ride con me quando
l’acqua diventa tutta scura!”
Kurt arricciò
appena il naso a quell’informazione. “Com’è la tua mamma?” chiese poi. “È come
la mia?”
Blaine ci pensò
su un attimo, lanciando un’altra occhiata alla signora dai capelli chiari. “No”
rispose scuotendo la testa. “La mia mamma ha i capelli come i miei, però molto
più lunghi!”
Kurt sorrise
all’immagine che comparve in quell’istante nella sua testa, anche se la donna
che aveva disegnato la sua mente fantasiosa assomigliava più ad una regina
d’Africa con un’enorme capigliatura scura piuttosto che alla mamma di Blaine.
“Quindi non hai
voglia di venire a giocare con me?” continuò Blaine lanciandogli un’occhiata da
cucciolo che avrebbe fatto sciogliere il cuore di chiunque.
Kurt si morse il
labbro inferiore, combattuto tra la paura e la voglia di giocare con quel suo
nuovo amico dagli occhi così strani e belli. Si dondolò un po’ sul posto,
spostando lo sguardo dalla scatola di sabbia al viso di Blaine e viceversa.
Alla fine capitolò.
“Va bene”
rispose. “Ma devi stare vicino a me!”
Blaine ridacchiò
contento e gli si avvicinò. “Va bene se ti prendo per mano ed entriamo
insieme?” chiese.
Kurt annuì
velocemente e strinse forte la mano che Blaine gli porgeva, gettando di nuovo a
terra il suo libro con in pennarelli. Lentamente, i due bambini si avvicinarono
al rettangolo rosso, Kurt preso tra la paura e la sicurezza che l’altro bambino
gli dava, Blaine felice come non mai di essere riuscito nel suo intento.
Quando la
raggiunsero, Kurt deglutì e si voltò verso Blaine alla ricerca di una rassicurazione.
Blaine gli
sorrise ed entrò per primo, poggiando la sua scarpa da ginnastica blu sulla
sabbia scura e affondando leggermente. Quando anche l’altro piede fu
all’interno del rettangolo, Kurt, senza lasciargli la mano, lo seguì.
Poggiando i
piedi sulla sabbia, Kurt chiuse gli occhi, come se fosse stato certo che quelle
minuscole palline potessero catturarlo e trascinarlo giù. Qualche secondo dopo,
quando fu evidente che non sarebbe successo nulla, riaprì gli occhi per
trovarsi davanti il sorriso smagliante di Blaine.
“Vedi? Va tutto
bene...” gli disse, gentile.
Kurt sorrise
appena e si voltò per posare lo sguardo sui piccoli attrezzi vicino a loro: due
secchielli verdi, un rastrello e due palette blu. Non gli sembrarono così
pericolosi, perciò fece un passo verso il centro della scatola, incurante dei
granelli che già minacciavano di entrargli nelle scarpe.
Blaine, senza
abbandonare la sua mano, lo seguì lentamente, felice che il suo nuovo amico
fosse stato così coraggioso. Raggiunti i loro giochi, Kurt si voltò a
guardarlo, un sorriso timido che nasceva sul suo viso.
“Giochiamo?”
chiese.
Blaine avrebbe
voluto abbracciarlo, ma si limitò ad annuire e a sedersi sulla sabbia. Kurt lo
imitò, inginocchiandosi accanto a lui.
“Che cosa
costruiamo?” chiese Blaine afferrando un secchiello e una paletta.
Kurt ci pensò
qualche istante, poi un’idea fantastica gli attraversò la mente. “Un castello!”
rispose entusiasta. “Con tante torri e una principessa da salvare!”
Blaine rise. “Va
bene!”
Cominciarono
così a pressare la sabbia nei secchielli e a costruire piano piano il loro castello fatato, e poco importava se la
sabbia asciutta non rimaneva in posa se non per pochi minuti, o se i granelli
di sabbia ormai non solo erano entrati nei loro pantaloni, nelle loro maglie o
anche nei capelli. Si divertirono talmente tanto che Kurt dimenticò ogni sua
paura.
Quando ormai il
sole stava per scendere oltre l’orizzonte, arrivò il momento per entrambi di
tornare a casa.
Elizabeth Hummel
si avvicinò alla scatola di sabbia con un sorriso.
“Kurt!” chiamò.
“È ora di andare!”
Kurt, che si era
quasi dimenticato della sua presenza lasciò cadere la paletta e il secchiello e
si voltò verso Blaine con uno sguardo triste a incupirgli il viso. “Devo
andare...” disse.
Blaine gli
sorrise, anche lui un po’ triste. “Tornerai a giocare con me?”
Kurt si alzò in
piedi e si spazzolò via la sabbia dai vestiti. “Certo che sì” rispose.
Anche Blaine si
alzò e uscì dalla scatola di sabbia, proprio nel momento in cui un bambino un
po’ più grande di loro gli si avvicinava correndo.
“Blaine,
dobbiamo tornare a casa!” disse il bambino, che aveva gli stessi riccioli neri
e gli occhi un po’ più scuri.
“Arrivo Cooper”
rispose Blaine, salutando poi Kurt con un cenno della mano e un altro sorriso.
“Ciao!”
Kurt lo imitò e
lo salutò con la mano, finché non avvertì quella di sua madre tra i capelli.
“Hai conosciuto
un nuovo amichetto?” chiese Elizabeth gentile.
Kurt annuì con
vigore. “Sì” rispose. “Mi ha aiutato a non avere paura della sabbia!”
Sua madre rise e
lo prese in braccio. “Beh, allora la prossima volta potrai ringraziarlo e
giocare ancora con lui, non credi?”
“Sì!”
Poco lontano,
Blaine aveva afferrato la mano di suo fratello e camminava a passo svelto verso
la macchina dei loro genitori.
“Ho conosciuto
un bambino, Coop!” non vedeva l’ora di condividere la notizia con lui.
Cooper gli
sorrise. “E com’è questo bambino? È un tuo amico ora?”
“Sì” rispose
Blaine annuendo convinto. “E l’ho aiutato a non avere più paura della sabbia!”
Avevano
raggiunto la macchina, e Cooper gli aveva aperto lo sportello e lo aveva
aiutato ad arrampicarsi sul grande SUV scuro. Poi si sedette accanto a lui.
“E avete giocato
insieme?” chiese.
“Abbiamo
costruito un grande castello!” rispose Blaine battendo le mani contento.
“Beh, magari domani
vi rivedrete e starete di nuovo insieme, no?”
Blaine quasi
saltò dalla gioia a quel pensiero.
“Credo proprio
di sì” rispose chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sul sedile,
cominciando a sognare di castelli, principesse dagli occhi azzurri e draghi
sputa fuoco.
Writer’s corner:
E la prima è
andata. Speriamo di riuscire a mantenere il ritmo!
Come sempre, recensioni positive/costruttive sono bene accette!
SereILU