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Autore: SereILU    12/03/2012    2 recensioni
Happy Klaine!Week a tutti!
È inutile che vi presenti l'iniziativa, mi limito ad un mini riassunto: sette giorni, sette scene, sette Klaine.
Raccontate da me sotto forma di Flash o OneShot!
Lunedì: Of sandboxes and hellos. Kid!Klaine.
Martedì: Of streetlights and eyes. Barman!Kurt/Client!Blaine.
Mercoledì: Of syrups and kisses. MissingMoment!Klaine dalla 3x14.
Giovedì: Of roses and anniversaries. Klaine 2° Anniversary.
Venerdì: Of caps and gowns. Klaine!Graduation.
Sabato: Of proposals and opening nights. Klaine!Proposal.
Domenica: Of candies and smiles. Daddy!Klaine.
*
Dalla settima shot:
“Papà?”
Una vocina li costrinse a separarsi e a voltarsi verso la porta della loro stanza.
Kurt sorrise mentre il suo cuore sembrava esplodere di felicità: sulla soglia c’era una bambina di non più di sei anni, con i capelli scuri legati in due codine e un enorme pigiama rosa con tante stelle disegnate.
“Cosa c’è, Rachel?”
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Glee Weeks!'
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Titolo Raccolta: Love, Laughs and Klaine.
Titolo Storia: Of sandboxes and hellos
Personaggi: Kurt Hummel/Blaine Anderson
Klaine Day: Day 1: Klaine as Kids/Babies
Genere: Commedia, Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: What If, Fluff
NdA: Dopo aver appena segnato la mia esistenza con l’iscrizione a tumblr, ho deciso di partecipare alla Klaine!Week, perché davvero, non ho già abbastanza da fare per l’Università e per la Tesi. Sigh. Glee mi ucciderà.
Monday
: Klaine as Kids/Babies

Tuesday: Klaine AU (i.e. teacher, supernatural, etc.)

Wednesday: Missing Moments

Thursday:  Klaine’s Anniversary

Friday:  Graduation and College

Saturday: Proposal and Wedding

Sunday: Domestic/Daddy!Klaine

Detto questo... buona lettura!

 

 

 

 

1. Of sandboxes and hellos

 

 

“Ciao!”

Una vocina al suo orecchio destro lo face voltare di scatto e abbandonare a terra il libro da colorare che teneva in mano. Kurt, appena spaventato, si trovò davanti un paio di enormi occhi di un colore strano, che non c’era tra i suoi pennarelli, e una massa di riccioli scuri.

“Ciao!” rispose con un sorriso.

L’altro bambino sorrise a sua volta e si sedette accanto a lui a gambe incrociate.

“Io sono Blaine” si presentò.

Kurt afferrò di nuovo il libriccino e i pennarelli prima di rispondere. “Io mi chiamo Kurt.”

“Che fai?” volle sapere Blaine, incuriosito da quegli strani oggetti, così fuori posto in un parco giochi.

Kurt, un po’ riluttane, come sempre quando si trattava delle sue cose, gli mostrò cosa teneva in mano. “Coloro” rispose poi, come se la cosa fosse ovvia.

Blaine si accigliò un po’. Anche se aveva solo cinque anni, capiva benissimo che in un parco giochi non si veniva per colorare, quello si faceva a casa, quando fuori pioveva. Perciò guardò in faccia l’altro bambino, come per voler constatare che stesse bene e che non fosse malato. La prima cosa che notò furono i suoi grandi occhi azzurri, sembravano il cielo sopra le loro teste.

“Perché vieni al parco per colorare?” chiese poi.

“Perché alla mia mamma piace venire qui” rispose Kurt voltandosi dall’altra parte e sorridendo a una signora seduta su una panchina poco lontana. Blaine la osservò, e vide che aveva gli stessi occhi del bambino e i capelli un po’ più chiari.

“La tua mamma è molto bella...” commentò senza riuscire a trattenersi.

Kurt sorrise. “Lo so!” rispose con entusiasmo e orgoglio.

Blaine si girò di nuovo verso di lui e spostò lo sguardo sulla grande scatola di sabbia a pochi metri da loro.

“Ti va di venire a giocare con me?” chiese qualche secondo dopo.

“Dove?” rispose Kurt tra l’interessato e lo scettico.

Blaine gli indicò la scatola di sabbia e si alzò in piedi, pronto a correre versi quel rettangolo rosso. Kurt tuttavia, osservava quel gioco come se fosse la cosa più spaventosa che avesse mai visto.

“Cosa c’è?” gli chiese Blaine, che non si aspettava sicuramente quella reazione.

Kurt alzò lo sguardo su di lui, i suoi occhioni azzurri più limpidi che mai. “Ma quella è sabbia!” esclamò.

Blaine sbatté le palpebre, confuso.

“Sì.”

“Non voglio giocare nella sabbia!” continuò Kurt alzando leggermente la voce.

“Perché?” il tono di Blaine era triste ora all’idea di perdere un compagno di giochi.

“Perché la sabbia mi da fastidio!”

“Come?”

Kurt si alzò in piedi in quel momento, pronto a spiegare all’altro bambino il perché del suo rifiuto e il motivo per cui i granelli di sabbia non gli piacevano affatto.

“Sì” continuò convinto, avvicinandosi appena alla grande scatola rossa. “Le vedi tutte quelle palline piccole piccole? Se mi siedo lì in mezzo, mi entrano nei vestiti, e mi fanno male!”

Blaine aveva ascoltato attentamente le sue parole, ed era sicuro di aver capito almeno un po’ il motivo di tutta quella paura, ma non voleva perdere il suo nuovo amico. In più, il suo spirito buono lo costrinse a cercare un modo per evitare che Kurt si perdesse tutto il divertimento che solo secchiello e paletta potevano offrire.

“A me fanno il solletico!” rispose allora con un risolino. “E poi quando torno a casa ed è ora di fare il bagno, ne trovo sempre un sacco e la mia mamma ride con me quando l’acqua diventa tutta scura!”

Kurt arricciò appena il naso a quell’informazione. “Com’è la tua mamma?” chiese poi. “È come la mia?”

Blaine ci pensò su un attimo, lanciando un’altra occhiata alla signora dai capelli chiari. “No” rispose scuotendo la testa. “La mia mamma ha i capelli come i miei, però molto più lunghi!”

Kurt sorrise all’immagine che comparve in quell’istante nella sua testa, anche se la donna che aveva disegnato la sua mente fantasiosa assomigliava più ad una regina d’Africa con un’enorme capigliatura scura piuttosto che alla mamma di Blaine.

“Quindi non hai voglia di venire a giocare con me?” continuò Blaine lanciandogli un’occhiata da cucciolo che avrebbe fatto sciogliere il cuore di chiunque.

Kurt si morse il labbro inferiore, combattuto tra la paura e la voglia di giocare con quel suo nuovo amico dagli occhi così strani e belli. Si dondolò un po’ sul posto, spostando lo sguardo dalla scatola di sabbia al viso di Blaine e viceversa. Alla fine capitolò.

“Va bene” rispose. “Ma devi stare vicino a me!”

Blaine ridacchiò contento e gli si avvicinò. “Va bene se ti prendo per mano ed entriamo insieme?” chiese.

Kurt annuì velocemente e strinse forte la mano che Blaine gli porgeva, gettando di nuovo a terra il suo libro con in pennarelli. Lentamente, i due bambini si avvicinarono al rettangolo rosso, Kurt preso tra la paura e la sicurezza che l’altro bambino gli dava, Blaine felice come non mai di essere riuscito nel suo intento.

Quando la raggiunsero, Kurt deglutì e si voltò verso Blaine alla ricerca di una rassicurazione.

Blaine gli sorrise ed entrò per primo, poggiando la sua scarpa da ginnastica blu sulla sabbia scura e affondando leggermente. Quando anche l’altro piede fu all’interno del rettangolo, Kurt, senza lasciargli la mano, lo seguì.

Poggiando i piedi sulla sabbia, Kurt chiuse gli occhi, come se fosse stato certo che quelle minuscole palline potessero catturarlo e trascinarlo giù. Qualche secondo dopo, quando fu evidente che non sarebbe successo nulla, riaprì gli occhi per trovarsi davanti il sorriso smagliante di Blaine.

“Vedi? Va tutto bene...” gli disse, gentile.

Kurt sorrise appena e si voltò per posare lo sguardo sui piccoli attrezzi vicino a loro: due secchielli verdi, un rastrello e due palette blu. Non gli sembrarono così pericolosi, perciò fece un passo verso il centro della scatola, incurante dei granelli che già minacciavano di entrargli nelle scarpe.

Blaine, senza abbandonare la sua mano, lo seguì lentamente, felice che il suo nuovo amico fosse stato così coraggioso. Raggiunti i loro giochi, Kurt si voltò a guardarlo, un sorriso timido che nasceva sul suo viso.

“Giochiamo?” chiese.

Blaine avrebbe voluto abbracciarlo, ma si limitò ad annuire e a sedersi sulla sabbia. Kurt lo imitò, inginocchiandosi accanto a lui.

“Che cosa costruiamo?” chiese Blaine afferrando un secchiello e una paletta.

Kurt ci pensò qualche istante, poi un’idea fantastica gli attraversò la mente. “Un castello!” rispose entusiasta. “Con tante torri e una principessa da salvare!”

Blaine rise. “Va bene!”

Cominciarono così a pressare la sabbia nei secchielli e a costruire piano piano il loro castello fatato, e poco importava se la sabbia asciutta non rimaneva in posa se non per pochi minuti, o se i granelli di sabbia ormai non solo erano entrati nei loro pantaloni, nelle loro maglie o anche nei capelli. Si divertirono talmente tanto che Kurt dimenticò ogni sua paura.

Quando ormai il sole stava per scendere oltre l’orizzonte, arrivò il momento per entrambi di tornare a casa.

Elizabeth Hummel si avvicinò alla scatola di sabbia con un sorriso.

“Kurt!” chiamò. “È ora di andare!”

Kurt, che si era quasi dimenticato della sua presenza lasciò cadere la paletta e il secchiello e si voltò verso Blaine con uno sguardo triste a incupirgli il viso. “Devo andare...” disse.

Blaine gli sorrise, anche lui un po’ triste. “Tornerai a giocare con me?”

Kurt si alzò in piedi e si spazzolò via la sabbia dai vestiti. “Certo che sì” rispose.

Anche Blaine si alzò e uscì dalla scatola di sabbia, proprio nel momento in cui un bambino un po’ più grande di loro gli si avvicinava correndo.

“Blaine, dobbiamo tornare a casa!” disse il bambino, che aveva gli stessi riccioli neri e gli occhi un po’ più scuri.

“Arrivo Cooper” rispose Blaine, salutando poi Kurt con un cenno della mano e un altro sorriso. “Ciao!”

Kurt lo imitò e lo salutò con la mano, finché non avvertì quella di sua madre tra i capelli.

“Hai conosciuto un nuovo amichetto?” chiese Elizabeth gentile.

Kurt annuì con vigore. “Sì” rispose. “Mi ha aiutato a non avere paura della sabbia!”

Sua madre rise e lo prese in braccio. “Beh, allora la prossima volta potrai ringraziarlo e giocare ancora con lui, non credi?”

“Sì!”

Poco lontano, Blaine aveva afferrato la mano di suo fratello e camminava a passo svelto verso la macchina dei loro genitori.

“Ho conosciuto un bambino, Coop!” non vedeva l’ora di condividere la notizia con lui.

Cooper gli sorrise. “E com’è questo bambino? È un tuo amico ora?”

“Sì” rispose Blaine annuendo convinto. “E l’ho aiutato a non avere più paura della sabbia!”

Avevano raggiunto la macchina, e Cooper gli aveva aperto lo sportello e lo aveva aiutato ad arrampicarsi sul grande SUV scuro. Poi si sedette accanto a lui.

“E avete giocato insieme?” chiese.

“Abbiamo costruito un grande castello!” rispose Blaine battendo le mani contento.

“Beh, magari domani vi rivedrete e starete di nuovo insieme, no?”

Blaine quasi saltò dalla gioia a quel pensiero.

“Credo proprio di sì” rispose chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sul sedile, cominciando a sognare di castelli, principesse dagli occhi azzurri e draghi sputa fuoco.

 

 

Writer’s corner:

E la prima è andata. Speriamo di riuscire a mantenere il ritmo!
Come sempre, recensioni positive/costruttive sono bene accette!

 

SereILU

   
 
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