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Autore: Satiel    12/03/2012    2 recensioni
Nel castello di Masiaf,il giorno in cui tutto è cambiato.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Al Mualim , Altaïr Ibn-La Ahad , Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono una delle donne di piacere destinate a veder sfiorire i migliori anni della propria giovinezza nel castello  di Masiaf.
La mia vita scorre di giorno rinchiusa in questo giardino che nulla ha da invidiare a una prigione , e in compagnia dei corpi degli assassini, la notte.

Odio la mia vita,odio quello che faccio, e sopra ogni cosa odio il fatto che non ho il potere di cambiare il corso degli eventi che mi trascinano in avanti,  spingendomi ogni giorno ad aprire gli occhi  e fissare con espressione vacua le pareti della mia misera stanza.

Ogni tanto mi sporgo  sul dirupo su cui è innalzata la dimora, e mi pongo mille domande, come sarebbe stata la mia vita fuori di qui, quali scelte avrei fatto da donna libera, quale uomo il mio cuore avrebbe scelto per trascorrere una vita serena al mio fianco.

Penso che è meglio non pensare.Penso che un giorno troverò il coraggio di ribellarmi e affondare una lama nel cuore dell' uomo che mi ha comprata per poche monete.Sono certa che in qualche modo si compirà il mio volere.Lo credo fermamente perchè nessun desiderio è così fervente come quello che ho alimentato nel petto in tutti questi anni.

Vedere la morte di quel vecchio.
Vedere la morte del mio carceriere.
Vedere Al Mualim annegare nel suo stesso sangue.


Le donne che sono schiave come me mi evitano pensando che il mio strano modo di vedere le cose attirerà prima o poi la collera di qualcuno, e non si soffermano a dialogare  perchè pensano che la mia follia sia contagiosa. Loro mi evitano, io le disprezzo.

La sera le sento fingere rantolando di piacere sottomesse a quei corpi che odorano troppo di uomo e di sangue,dimenando le anche con voluttà per accrescere il loro desiderio, soffiando mielose frasi recitate ad arte per aumentare la loro lussuria.Li chiamano eroi.Li chiamano uomini veri.Sono liete di essere possedute dalle loro  immense virilità.
Bugiarde.
Incatenate a quei giacigli i vostri occhi non riflettono alcuna verità.


- Vi prego ,Maestro, guardate il suo corpo ! Un giunco che si flette al vento non potrebbe essere più sinuoso! -
Il mercante elogiava le mie doti difronte al mio aguzzino,mentre intontita dal liquido amaro che mi avevano costretta a bere non potevo fare a meno di sorridere inebetita.
Non riuscì a capire quello che mi stava succedendo nemmeno quando con una stretta ferrea mi prese il viso tra le mani scrutandomi come si aspettasse di intravedere una crepa in una giara difettosa.
- E' docile ? -
- Ma certo, signore! Si lascia condurre e non si oppone.Un vero sollievo alla fatica, ve lo garantisco! -
Bugiardo.
Sporco, dannato bugiardo.
Si assicurò che un' altra fosse venduta con me,un' abbietta sporca traditrice che fu fatta passare per la mia amatissima e inseparabile sorella.
Oh grande Maestro degli Assassini,mi domando se la tua leggerezza nel giudicare ciò che ti stava difronte fosse insita nel fatto che non sei mai entrato nel ventre di una donna, o nella sfida  chei miei occhi appannati rappresentavano per la tua indole incline a somministrare la sofferenza.

Trascorsi i giorni che mi separavano dal mio primo incontro in uno stato di profondo torpore,vagamente consapevole che rappresentavo il  premio per uno dei suoi uomini,dolorosamente conscia del fatto che lui era il primo.
Mia " sorella " mi incoraggiava.Mia "sorella " mi sosteneva.
La notte in cui persi la mia innocenza mia "sorella" mi propinò uno dei suoi filtri per assicurarsi che non opponessi resistenza.

Non lo dimenticherò mai.
Nessuna donna credo possa dimenticarsi di una cosa del genere.
Tutte dicono che il tempo intacca i ricordi, io penso che la mente cancella le cose che il nostro spirito non riesce a sopportare.

Sedevo tremante sul bordo del letto,ero sconvolta e sudavo freddo per la droga somministratami e per la paura che mi soverchiava.
Il vecchio  mi aveva promesso come trofeo a uno dei suoi campioni,e come tale stavo attendendo il vincitore,il cuore in gola, le mani contratte sulle coperte.
Sobbalzai quando entrò.

Era un uomo alto  dal corpo slanciato e sinuoso,si muoveva senza spostare l' aria,silenzioso e letale.Tremai pensando che mi avrebbe uccisa.
Lui invece  si calò il cappuccio dal volto e fissò i suoi occhi nei miei.
So con certezza che mi lesse dentro. Lo posso dire perchè da quel momento fece di tutto per non spaventarmi e per guadagnarsi la mia fiducia.
Si fece guardare a lungo, senza fretta, e solo quando mi vide iniziare a rilassarmi incominciò a privarsi delle armi e delle vesti,con calma ,sotto il  mio sguardo attento,continuando a mantenere le distanze.

Era bellissimo.
Lo pensai e lo credetti in quel momento e per tutte le volte a venire che profanò il mio corpo.

Mi diede tempo,me ne concesse veramente tanto. Questo lo seppi con certezza, paragonando i racconti che avevo appreso successivamente dalle esperienze delle altre ragazze,sopraffatte come se fosse stato dato per scontato che fossero concepite per provare piacere sin dal primo istante.
Nessuna donna nasce puttana.
Il corpo di una donna è un tempio inviolabile che diventa accessibile rivelando i piaceri in esso custoditi solo a coloro che sono invitati ad entrare.
Gli altri si devono accontentare di ciò che rimane.

Adesso era nudo davanti a me.
Sorrideva lieve per incoraggiarmi,non mi derise mai per il mio dolore.
Mi lasciai spogliare come una bambola,inerme nelle sue mani incredibilemente sensibili, rabbrividendo quando il vento soffiò lieve dalla finestra socchiusa sulla mia pelle nuda.

- Non devi aver paura di me -
La sua voce bassa e sensuale s' insinuò nei miei pensieri letale come un veleno raro.
- Non ti farò del male - sussurrò dolcemente.
Non so perchè ma gli credetti, e quella notte divenni sua.


Lo seppi solo molto tempo dopo che fu lui a reclamarmi unicamente per sè.Da quella volta in poi,ogni volta che era presente nella fortezza, non mi fece mai dormire da sola.

Imparai a sopportarlo.
Imparai ad apprezzarlo.
Imparai ad amarlo.

Ma lui non lo seppe mai.


Come del figlio che decisi volutamente di concepire in segreto rifiutando di assumere una polverina che veniva somministrata a tutte per scongiurare tale pericolo.

Quel giorno, quando ne fui certa,scopriì che in un modo del tutto insano potevo ancora essere felice.Lo potevo essere davvero ,da quel momento sino alla fine.
Sentiì il cuore esplodermi di gioia.

Ma prima o poi la tua fine arriva.A caso,all' improvviso,magari un giorno.

Quel giorno per me fu quando quel vecchio orribile si presentò nel giardino. Seppi subito che c'era qualcosa che non andava dal primo istante della sua visita.
Lui non veniva mai.Lui ci disprezzava.
Adesso so  che lui  in realtà ci desiderava.

Sfilò dalla tunica un oggetto che sembrava una sfera.
L'oggetto prese a brillare nella sua mano e il suo fascio di luce investì una di noi.Mentra accadeva tutto questo la sua faccia ghignava orribile, distorta da un macabro sorriso.
- Salta! - le ordinò.
E lei lo fece,con la semplicità di chi non attendeva altro.
La vedemmo sparire al dilà della recinzione volando incontro alla sua morte,finalmente libera, spiegando le braccia come il più nobile dei rapaci.

Lui rideva.
Se esiste un inferno spero che le fiamme lo consumino  in eterno.

Subimmo tutte lo stesso destino.


Solo da morta ho finalmente  assaporato la vendetta,ben misera cosa se paragonata alla tristezza della mia vita,ma sono contenta per come è andata.

Sono contenta .

Si,anche mio figlio lo è.



Suo padre ci ha vendicati.









  
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