Il primo incontro.

“Papà, voglio presentarti qualcuno.” Disse Gohan, con un affettuoso sorriso sulle labbra, mentre faceva cenno al padre di raggiungerlo.

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Gohan si era fatto sentire molto poco negli ultimi tempi, infatti, poco dopo il matrimonio con la figlia di Mr. Satan, Videl, la coppia era già in dolce attesa.

 Goku aveva preferito non disturbare e quindi si era dedicato agli allenamenti, finalizzati a migliorare le capacità di Goten. Il secondogenito era cresciuto in un clima pacifico e per cui col tempo aveva perso tutto l’interesse per i combattimenti, impiegando il suo tempo come Don Giovanni alla ricerca di appuntamenti con belle ragazze.

Chichi, d’altra parte, non avrebbe mai permesso che il suo piccolo Gohan affrontasse la nuova esperienza senza che lei fosse presente, come lo era stata in ogni momento della sua vita. La donna, infatti, dedicava molto del suo tempo ad aiutare Videl e il figlio in tutto ciò che le era possibile.

Guardava il figlio ormai grande e nella sua mente ripercorreva tutti i momenti in cui era un bambino e aveva bisogno del suo aiuto. Lei gli aveva insegnato a muovere i primi passi, a parlare e così via … ripensando al suo Gohan piccolo, che con gli occhi neri la cercava quando si sentiva smarrito, una piccola gocciola salata solcava le pieghe del suo volto, non più giovane come un tempo. A Chichi sembrava così strano, presto sarebbe diventata nonna, ancora non poteva credere che quel bambino innocente e dal grande cuore sarebbe diventato padre.

Quel giorno Gohan era corso da sua madre che sistemava alcuni vestiti in casa sua. I due abitavano vicini, immersi nella verdeggiante e candida natura.  Le aveva annunciato il lieto avvenimento. La piccola era appena nata e Videl era tornata. Chichi si era precipitata dentro, in camera dei gli sposi, notando con quanto amore Gohan l’avesse arredata.

“Ah, l’ho tirato su davvero bene, il mio piccolo.” Pensò  in quel momento. Gli occhi scuri si erano, intanto, concentrati sul fagotto che Videl, ancora trafelata e stanca, portava fra le braccia.

“Posso prenderla in braccio?” Domandò con gli occhi luccicanti e sul punto di piangere per l’emozione. Si ricordò di quando lei e Goku avevano vissuto la stessa esperienza e di quando aveva preso il loro primogenito fra le braccia, colmi di gioia.

Videl fece cenno di sì e protese le braccia, anch’ella aveva gli occhi sognanti. Era divenuta mamma per la prima volta e, per giunta, era sposata con un uomo fantastico. Non poteva essere più felice di così.

Chichi tenne la piccola in braccio per tanti minuti, il silenzio regnava sovrano, anche se nel cuore di tutti i presenti c’era trambusto. Gohan era contento, adesso era un padre, e sin dall’inizio aveva amato quella bambina con tutto se stesso. Però al contempo era teso, era la prima volta per lui. Però uno sguardo di intesa con la donna della sua vita lo rasserenò e cancellò ogni dubbio. 

“E Goku? Dov’è?” Chiese all’improvviso Videl, guardandosi intorno, alla ricerca del suocero.

“Ah, Goku! E’ il solito! Si sta allenando con Goten, ne sono certa.” Squittì Chichi, alterandosi non poco per il comportamento infantile e spensierato di Goku,  persino in un momento come quello. Gohan schioccò le dita, facendo anche ridere la piccola. Risero contenti. La pace finalmente regnava sovrana.

“Gliela porto io. Mamma dimmi dove si allenano!” Esclamò Gohan, molto contento per l’annuncio speciale che stava per fare al padre. Chichi lo scacciò, tirando a sé la bambina e guardando il figlio di sbieco. “Mamma, che c’è?” Chiese il giovane, meravigliato da tale comportamento.

“E’ piccola e non va da nessuna parte senza il mio permesso.” Chiarì decisa e risoluta nelle sue parole. Gohan balzò all’indietro e sorrise. Non è cambiata di una virgola.

“Signora, non si preoccupi. E’ pur sempre la figlia di Gohan. Ha sicuramente ereditato la sua forza. Lasciagliela portare.” La pregò con tono supplichevole e gentile. Videl si voltò e le due donne si guardarono, specchiandosi l’una negli occhi dell’altra. Chichi la osservò per un po’ e senza dire altro consegnò la bambina nelle mani del padre. “Sta’ attento, non fare sciocchezze.” Lo ammonì con voce severa.

“Certo mamma!” E, detto ciò, sparì di corsa alla vista delle due donne. Chichi lo rivide ancora piccolo, e sentì un calore invaderle l’anima.

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“Oh, ma questa è la ma nipotina?” Chiese Goku, avvicinandosi di corsa, seguito da Goten.

“Sì, papà. Si chiama Pan.” Sorrise il giovane dai capelli corti e scuri. Ci furono alcuni minuti di silenzio, quando all’improvviso la piccola iniziò a piangere. Goku osservò Gohan che, impacciato, tentava di farla smettere, senza grossi risultati.

“Vuoi tenerla tu, papà?” Chiese, ormai disperato, e accompagnato dalle risate divertite di Goten.

Goku, con strema delicatezza, la prese fra le sue possenti braccia. “Pan, che bel nome! Urca che caratterino, eh?” E sorrise mentre cullava la piccola Pan. In breve tempo questa smise di piangere, e, al contrario, iniziò a ridere, sorprendendo tutti.

“Non pensavo fossi così bravo.” Commentò Gohan, molto stupito.

“Infatti non lo sono mai stato.” Rispose di rimando il nonno della situazione. Tutti scoppiarono in una fragorosa risata. Goku guardò la piccola negli occhi e vi si specchiò, questa gli rivolse un affettuoso sorriso.

Si era appena creato uno dei legami più forti e teneri che potessero esserci. Ti voglio bene, Pan. E, se avesse potuto parlare, avrebbe riposto la stessa cosa. Ma non ce n’era il bisogno, Goku la lesse nei suoi occhi.