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Autore: cath_onthehills    12/03/2012    2 recensioni
Sono ormai anni che Vegeta si è trasferito sulla Terra, durante i quali si è sposato con Bulma e insieme hanno avuto due figli, Trunks e Bra.
Ma il suo passato, la sua vita da principe dei Sayan, è destinata a ritornare, bussando alla sua porta nei panni di Kyrei. Chi era questa ragazza, e quali erano i suoi rapporti con Vegeta?
La risposta a queste domane emergerà dal racconto della stessa Kyrei, il cui punto di vista diventa la voce narrante di questa storia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo.
 
L'edificio si innalzava alto davanti allo sguardo stupefatto di Kyrei: l'intera abitazione aveva un aspetto singolare, ben differente dalle altre case che lo attorniavano.
Non aveva tetto, ma la superficie superiore si articolava in modo da formare una cupola, conferendo all'edificio la forma di una semisfera. Oltre all'abitacolo centrale, un'altra cupola di minor grandezza si sviluppava accanto, collegato alla prima tramite un breve corridoio. Tutt'intorno, un immenso giardino copriva in larga parte la visuale, non permettendo a chi passava accanto di rendersi veramente conto di ciò che accadeva dietro al cancello che circondava il tutto.
Kyrei sospirò, decidendosi finalmente ad aprire il cancelletto e a muovere i primi passi lungo il sentierino che l'avrebbe condotta alla porta principale. Una volta giunta qui davanti, si fermò, indugiando ancora qualche secondo prima di alzare la mano e bussare. Il tocco delle sue nocche sul legno della porta andava a coprire il battito decisamente accelerato del suo cuore.
Era una cosa decisamente estranea per lei: non era abituata a ragionare da quel punto di vista, dal lato dei sentimenti. In realtà, i sentimenti nel suo pianeta d'origine non erano proprio contemplati, nemmeno nel momento del matrimonio o altri eventi simili.
Tutto il contrario di quanto avveniva sulla Terra. Prima di atterrare su quello strano pianeta, si era documentata, aveva ricercato quali fossero gli usi e i costumi, per potersi muovere senza attirare su di sé l'attenzione.
Aveva quindi abbandonato i suoi soliti vestiti, e aveva optato per quella che gli umani chiamavano felpa e per una gonna lunga, destinata a nascondere ciò che avrebbe svelato la sua stranezza e la sua provenienza: la coda che caratterizzava la sua razza, la razza Sayan.
Era l'unico tratto fisico che distinguesse esternamente i Sayan da quelle persone che abitavano uno dei pianeti più interessanti dell'Universo.
Kyrei non era riuscita a trattenere una smorfia divertita quando aveva letto che molti di essi, gli umani, avevano la certezza di essere gli unici essere viventi della Galassia. Di conseguenza, credevano di avere il diritto di governare tutto a loro piacimento, di ritenersi i signori indiscussi dell'intero Universo.
Poveri illusi, aveva pensato, non hanno nemmeno idea di quanto deboli siano in realtà. Deboli e sciocchi, una razza di megalomani montati e inutili!
Non aveva certo una buona opinione di quelle persone. C'era solo una cosa che apprezzava della loro storia: il fatto che questa fosse stata scandita da ogni tipo di guerra. La guerra, il combattimento e il valore in battaglia erano ai livelli più alti della morale sayan, ed era attraverso quei valori che Kyrei era stata cresciuta ed educata.
Tutti gli abitanti del suo pianeta avevano vissuto perseguendo quegli ideali, tutti, fino al momento in cui questo non era stato cancellato dalla faccia dell'Universo.
Il ricordo ancora la faceva fremere di rabbia. Aveva perso la sua casa, la sua famiglia, i suoi amici, e soprattutto, aveva perso lui.
Ricordava quel giorno perfettamente: lei si era allontanata già da qualche settimana con il fratello, l'unico della sua famiglia ad essere sopravvissuto oltre a lei, per un allenamento speciale quando, improvvisamente, un grandissimo boato aveva sconvolto l'atmosfera attorno a loro. Non avevano capito subito di cosa si trattasse, e suo fratello aveva ipotizzato un qualche stravolgimento a livello spazio-temporale che avrebbe causato lo scoppio di una qualche stella. Avevano perciò deciso di tornare sul loro pianeta, restare lì sembrava troppo pericoloso. Ma presto avrebbero scoperto che non c'era più alcun pianeta a cui tornare, tutto era saltato in aria e i pochi detriti rimasti galleggiavano nello spazio attorno a quello che un tempo era il nucleo principale della loro patria. Il resto, era diventato polvere. In un attimo si trovarono soli, senza più nulla al di là delle poche cose che avevano portato con loro sulla navicella. Oltre a quelle, la loro unica ricchezza era la grande quantità di ricordi che l'avrebbero accompagnata ogni giorno della sua vita.
La disperazione non aveva fatto in tempo a raggiungerla che l'orgoglio e la rabbia così comuni alla sua razza avevano preso il sopravvento, e non le avevano permesso di scoppiare in lacrime davanti a quello spettacolo tremendo. Ma di notte, le tantissime notti in cui credeva di non essere sentita, quelle lacrime trattenute erano tornate a trovarla e a tormentarla. Di giorno riusciva a non dare segno di quella debolezza della quale doveva vergognarsi, e proprio per questo non aveva mai confessato al fratello quei suoi sentimenti. Lui non avrebbe mai accettato quel suo comportamento, ma Kyrei doveva ammettere che il suo atteggiamento freddo e distaccato le aveva permesso di mantenersi salda per tutti quegli anni.
Avevano vagato di pianeta in pianeta, a volte razziando villaggi, altre volte riposando ospiti dei re del luogo. Poi, un giorno, venne a conoscenza di alcuni fatti che le confermarono ciò che aveva sperato per tutto quel tempo: lui era ancora vivo.
Forse quello era stato il primo momento in cui poteva dire di aver provato quella che veniva definita come "gioia". E ora che era riuscita a scoprire dove si trovava sentiva quella sensazione farsi nuovamente largo dentro di sé. Ancora pochi secondi e finalmente l'avrebbe incontrato di nuovo.
La porta si aprì, mostrando un volto che non corrispondeva affatto con le aspettative di Kyrei: era una donna, probabilmente una terrestre, che la guardò incuriosita.
   
 
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