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Autore: Roxy Demetra    13/03/2012    0 recensioni
Lei: Una strega che non sa di esserlo. Catapultata in un mondo che talmente fantastico da essere tremendamente reale.
Lui: vampiro secolare che non perde occasione per ottenere quello che vuole. Con qualunque mezzo.
La minaccia, lei: quella di perdersi negli occhi del colore della mezzanotte di lui.
La minaccia, lui: far ribbattere il suo cuore mortalmente immobile, dopo tutto il tempo passato fermo, rischiando di innamorarsi di lei, che deve uccidere.
Un grande pericolo incombe si entrambi, che dovranno unire le forze per riuscire ad abbatterla, rischiando di perdersi entrambi in qualcosa che non avevano previsto: l'AMORE.
Questa FF NON è di mia proprietà. Appartiene di diritto a COLD SYLENCE, ma per problemi non ha potuto pubblicarla.
Grazie per l'attenzione e buona lettura.
§ Roxy Demetra §
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1.
 
– Per quanto tempo ancora hai intenzione di tenermi il broncio ? – chiese Joe, a sua figlia Katherine, con tono ironico. Joe era un uomo affascinante, aveva da poco superato la trentina, era alto, con piccoli occhi verdi e capelli di un biondo cenere mischiati a pochi capelli color argento.
– Per quanto tempo hai intenzione di farmi restare in quel posto? – rispose Katherine con tono acido.
Katherine aveva compiuto da poco diciassette anni e quest’anno avrebbe frequentato il quarto anno al Lincoln High School, era alta appena un metro e sessanta, minuta e con lunghi e mossi  capelli rosso rame che facevano da cornice ad un pallido viso a cuore con delle lentiggini, a grandi occhi verdi,e a delle carnose labbra rosee. Era tardo pomeriggio e il sole batteva pigro sui finestrini dell’auto, Katherine era furiosa, si chiedeva il motivo per il quale suo padre la costringesse ad andare da sua nonna , poiché, da quando aveva compiuto tredici anni, ogni volta che Joe doveva viaggiare per lavoro la lasciava da sola a casa.
– Cerca di capire Kath, non me l’ha sento di lasciarti a casa da sola. –
 Katherine guardò suo padre con aria corrugata. – Beh, lo hai sempre fatto, cosa cambia adesso? Non vorrai mica rovinarmi l’estate?–
Joe iniziava a spazientirsi, – Basta! Smettila di comportarti come una bambina. Passerai l’estate con tua nonna, fine della discussione. –
Katherine rimase stupita dalla reazione di suo padre, Joe di solito era un uomo  molto paziente , premuroso e che  non si arrabbiava mai, ma da un paio di giorni Katherine aveva notato che Joe  era sempre molto agitato,e si chiedeva che cosa non andasse . Moriva dalla voglia di saperlo e di chiedergli cosa gli passasse per la testa, ma data la tensione che si era creata decise di lasciar stare. Katherine si infilò le cuffie, nel suo vecchio Mp3 suonava una canzone dei Coldplay, si abbandono sul sedile dell’auto e mentre i boschi dello stato del Massachusetts scorrevano veloci davanti ai suoi occhi, si addormentò.
 
*   *   *
 
Appena sveglia, Katherine era già arrivata a Salem, piccolo paesino situato nella contea della New England. Era esattamente come se lo ricordava. Erano circa le otto e trenta e le strade di Salem,illuminate da fiacchi lampioni erano semi deserte.
– Ciao, dormigliona! Hai fame? Prima mi  sono fermato all’autogrill e ho preso un paio di sandwich… Ti conviene mangiarlo subito, non so se ricordi, ma  tua  nonna non cucina gran che. –
Katherine si guardò intorno, sul cruscotto dell’auto era appoggiata una busta di carta con la scritta “Autogrill di Beverly”. – Grazie. –
–Non c’è di che!– gli rispose suo padre tenendo gli occhi sulla strada.
Katherine notò che era abbastanza teso, e che sul suo c’erano diverse rughe d’espressione che di solito aveva quando era preoccupato per qualcosa e che secondo la sua amica Poppy lo rendevano “estremamente affascinante”.
A quel pensiero Katherine accennò un sorriso.
In fondo non c’era nulla di cui preoccuparsi, disse a se stessa, suo padre era teso ogni volta che andavano a Salem, lui  non aveva un buon rapporto ne con sua madre e ne con la cittadina di Salem. Katherine sapeva che ogni volta che tornava a Salem, si ricordava di Audrey, la donna che aveva amato di più al mondo e che lo aveva ferito e deluso abbandonando lui e la loro bambina. Joe e Audrey si erano incontrati all’liceo, lei si era trasferita a Salem dal New Hampshire, e viveva a due case di distanza da Joe.
Ogni volta che Katherine chiedeva di sua madre a Joe, lui le raccontava che il loro era stato amore a prima vista, diceva che lei era la ragazza più bella che lui avesse mai visto: bella, affascinante e molto spiritosa, Joe le raccontava che alla fine dell’liceo, durante un viaggio estivo, si erano sposati a Las Vegas, avevano avuto lei e che poi se n’era andata. La cosa che stupiva Katherine, era che quando suo padre parlava di Audrey non lo faceva con odio o rancore, ma con rimpianto, nei suoi occhi, quando parlava di lei, c’era sempre un velo di malinconia e di lacrime.
Mentre Katherine viaggiava nei ricordi, l’auto di suo padre accostò davanti ad una mal ridotta abitazione a due piani, il bordeaux delle pareti era stato logorato dal tempo e nel giardino l’erba cresceva selvaggia, sua nonna li aspettava fuori dalla porta, Katherine ci mise un po’ a riconoscerla, non la vedeva da molto tempo, i suoi capelli,che un tempo erano di un rosso carota, si erano sbiaditi e sul viso erano comparse diverse rughe. Katherine scese dall’auto, prese la valigia e andò a salutarla seguita da suo padre.
– Su via entrate. – disse l’anziana signora. – Oh piccola Kath, sei diventata una bellissima donna. E tu, Joe caro, stai diventando vecchio. – continuò Evelyn.
–Grazie mamma!– rispose infastidito Joe mentre entravano.
La casa era antica, l’entrata dava a un salotto arredato in vecchio stile, Evelyn portò le valigie di Katherine in salotto e poi andò in cucina lasciando indietro i suoi ospiti.
– Non vengo qui da moltissimo tempo, ma non è cambiato niente…Kath so che non sei entusiasta di restare qui ma …–,
–Non importa, infondo non deve essere male. –disse Katherine, rivolgendo a suo padre uno sguardo d’intesa.
–Si, approfittane per fare nuove amicizie e...–
–Ho preparato una tisana vi va ?– urlò Evelyn dalla cucina, interrompendo Joe.
–Io vado di sopra a cercarmi una camera. – disse Katherine. – Ok, io saluto la nonna e dopo vado. –
–Allora ciao, papà e buona estate. –
Joe strinse forte Katherine fra le braccia – Anche a te, piccola mia. – disse, e poi andò in cucina.
Katherine stava percorrendo il corridoio al piano di sopra, la luce che lo illuminava era fioca, entrò in una delle ultime stanze, posò atterra le valige e si buttò sul letto.

 
 *   *   *
 
Era un caldo pomeriggio di primavera,Katherine si trovava in un grande giardino, era seduta sotto una grande quercia, indossava un lungo abito di seta bianca fermato sotto al seno da un nastro rosa, sembrava uscita da un romanzo di Jane Austen, i suoi lunghi capelli rossi erano raccolti in un alto chignon, gli occhi risaltavano sul viso quasi perfetto. Si accorse che non era da sola, al suo fianco c’era Poppy la sua migliore amica.
–Mi stai ascoltando?– disse Poppy agitata. – Non c’è da scherzare Kath , non c’è da fidarsi, fa pur sempre parte del regno delle tenebre, potrebbe farti del male o peggio…Consegnarti a lui. –
Katherine pensava alle parole di Poppy cercando di dargli un senso, ma stava succedendo qualcosa di strano. Il cielo chiaro e senza nuvole era diventato nero come la pece, Katherine vedeva lei stessa correre, non indossava più quel bell’abito bianco, ma i soliti jeans e la consumata felpa, stava scappando da qualcosa, non sapeva da cosa o da chi stava scappando, sapeva solo che aveva paura. La corsa terminò, e Katherine si trovò in una grande stanza buia,  illuminata solo  dalla luce del fuoco che bruciava in un caminetto, adesso non provava paura ma dolore. Era per metà sdraiata a terra vicino al camino, le sue spalle erano appoggiate a qualcosa di freddo, morbido e spigoloso allo stesso tempo, un ragazzo la teneva fra le braccia, la sua stretta era dolce, Katherine riusciva a vedere solo il suo volto, era bellissimo, i lineamenti del suo viso erano gentili, le labbra rosse risaltavano sulla carnagione pallida, i suoi occhi erano di un profondo azzurro cielo e selvaggi capelli nero corvino ricadevano sul suo viso perfetto. Il ragazzo la guardava, nei suoi occhi si leggeva preoccupazione e dolore. Mentre guardava il ragazzo, Katherine sentì una forte fitta al petto, subito dopo si guardò il ventre… aveva un foro sulla maglia dal quale sgorgava un fiume di sangue, Katherine sentiva che le forze la stavano abbandonando, il sangue continuava ad uscire… dopo il nulla.
Katherine vedeva il suo corpo privo di vita tra le braccia del ragazzo che la stringeva e piangeva e solo allora si accorse che era morta.
  
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