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Autore: Val__    13/03/2012    1 recensioni
Colpa sua! Tutta colpa sua!
Era questo che Demien continuava a ripetersi.
Era realmente colpa sua, di Karin, se Demien ora raggomitolato su se stesso, steso su quel suo piccolo letto, continuava a piangere per la tristezza dell’essere stato tradito e la rabbia per l’essersi fidato di una stupida oca bionda. [...]
Il giorno prima Demien, aveva confessato alla sua amica Karin, uno dei suoi più grandi segreti. Le aveva detto di non dirlo assolutamente a nessuno, lei glielo aveva promesso, gli aveva giurato che non avrebbe fatto parola con nessuno della sua omosessualità… infatti si era visto come non l’aveva detto! Il giorno dopo a scuola, lo sapevano tutti, ed il suo incubo divenne realtà. [...]
< Demi… senti, non mi piace vederti mezzo massacrato di botte ed in qualità di fratello maggiore iperprotettivo vorrei… ti consiglierei di cambiare istituto... che ne dici? > sorrise Rori sperando che la sua proposta non venisse cestinata < ci avevo pensato… ma così non sembra che stia scappando? > [...]< Rori ha ragione, ma anche tu ce l’hai, insomma è come se avesse sputato sulla tua dignità! Che ne dici se io e te provassimo a… VENDICARCI? > propose allora Mackenzie. [...]
Vendetta… niente di più dolce!
Fa parte della serie Sweet Treats and Romance (è la storia principale e non è necessario seguire le altre storie)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweet Treats and Romance'
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Sweet Revenge

Capitolo 1:

“La più coraggiosa decisione che puoi prendere ogni giorno è quella di essere di buonumore.”



Era ormai passata una settimana da quel brutto incidente a scuola, le ferite di Demien erano oramai risanate ma lui era ancora in stato vegetativo e nonostante i buoni propositi, si era accorto che per vendicarsi di quello che Karin gli aveva fatto doveva ripagarla con la stessa medicina, ovvero in modo altrettanto stronzo, ma a pensarci bene, i segreti che lei gli aveva confessato non erano niente di ché. Progettava quindi di restare a vegetare in casa fino al momento in cui non gli fosse venuto in mente qualcosa, ma Rori si era stancato di vedere il fratello sempre chiuso in casa, più sul morto che sul vivo, quindi gli impose di uscire almeno dall’appartamento, suggerendogli di tenersi impegnato e magari trovarsi un lavoro, visto che di tornare a scuola non ne voleva sapere. Con l’aiuto di Mackenzie che sapeva essere molto convincente (l’aveva praticamente costretto a vestirsi e se l’era caricato di peso portandolo fuori casa), era riuscito a farlo assumere nello stesso bar in cui lui stesso lavorava.

Era il primo giorno di lavoro di Demien nonché la sua prima esperienza lavorativa, ma dopotutto aveva solo sedici anni ed un carattere tra i più apatici degli adolescenti, era stato infatti molto difficile per lui aprirsi anche nella precedente scuola e, visto il risultato, si era ancora più chiuso in se stesso di quanto avesse mai fatto.

Il turno del mattino era sempre un’agonia per Rori, gli spettavano solo tre giorni la settimana in cui doveva svegliarsi alle cinque e mezza del mattino per preparare l’apertura del bar, mentre il resto delle mattine, si occupava del suo secondo lavoro che includeva svegliarsi poco prima delle dieci del mattino, per quelle volte però poteva usufruire di passaggi gratis e sveglie mattutine di amici e colleghi, altresì detti “i pianeti del sistema Rori”.
Demi era invece stato costretto a lavorare al bar cinque mattine su sette e tre pomeriggi o se necessario per sostituire qualcuno faceva da "sostituto". Le mattine in cui Rori non era presente, vi era Mackenzie, anche lui lavorava lì e la mattina era più irritabile che mai, quindi bisognava trattarlo con cautela e, soprattutto badare che non si mangiasse vivi i clienti più esigenti (o rompipalle), come ad esempio quella mattina…

< Volete ordinare?> Chiese Mackenzie con aria un tantino scocciata, erano le sette meno dieci ed il bar era pieno di ragazzi della Corvenia High School, la scuola che stava a qualche metro da lì, tutti quei marmocchi che continuavano a parlare, parlare e… insomma a fare un gran casino, non aiutavano di certo l’umore di Zie che stava fissando con sguardo omicida il gruppo di ragazzi che stavano decidendo cosa prendere.
< Allora? > si trovò a dire spazientito, uno dei ragazzi del gruppo gli rivolse uno sguardo seccato, aveva un’aria di superiorità negli occhi chiari ed a giudicare dai capelli scompigliati che continuava a rigirarsi con qualche arruffamento alla bene e meglio, nemmeno lui era tanto predisposto ad essere strapazzato di prima mattina < ha fretta? > rispose infatti arrogante, Mackenzie ancora più nervoso stava per fare una strage, quando la voce timorosa di Demien lo fece ripigliare < Zie vuoi che faccia io? …Non che tu non abbia pazienza, maaa… no, non ne hai nemmeno un briciolo, di mattina specialmente! Vai via e prendi le ordinazioni dei tavoli con più chiacchiericcio, magari hanno già deciso > disse schietto andando di logica, vista la sua poca esperienza, con tanto di sorrisino ammaliante e occhi che dicevano “ebbene sì, l’ho detto… ma ora non uccidermi”, ma Mackenzie non era intenzionato ad ucciderlo… sarebbe stato troppo faticoso! Così sospirò rumorosamente e si congedò vagando verso il prossimo tavolo con movenze che potevano far invidia ad uno zombie < Potete fare con calma… > disse con un leggero sorriso Demien, il ragazzo che aveva (a suo rischio e pericolo) provocato Zie lo guardò con fare neutro, mentre uno dei suoi compagni dai capelli biondi e gli occhi castani gli sorrise sincero < grazie ragazzino, il tuo amico faceva paura e Xavier non è tanto di buon umore la mattina, quindi se in futuro dirà cattiverie anche a te per favore non prendertela con lui > quell’accenno di sorriso sul volto di Demi sparì si colpo < mi è capitato di peggio… qualche insulto non mi ucciderà > < che cosa ti è successo? > chiese curioso, il suo sorriso amichevole si fece un ghigno curioso, sporgendosi in avanti con il viso per sapere la risposta < sei qui per mangiare o per rompere le… > < Demien non essere volgare con i clienti anche se sono degli stronzetti arroganti, se ti sente il proprietario sei nei casini > lo interruppe Mackenzie sbucando da dietro di lui con vassoi e quant’altro in mano < non che ci tenga poi tanto a lavorare qui… > puntualizzò il minore < preferisci tornare a scuola Dolcezza? > lo provocò allora l’altro, Demi non rispose nemmeno, ma gli riservò comunque uno sguardo quasi offeso < siete pronti per ordinare? > riprese con tono più deciso e seccato < io ci sono! Voi? > rispose un altro di loro con i capelli biondo ossigenati, evidentemente tinti e qualche piercing sul viso, leggermente più basso degli altri che risposero lui con un cenno del capo.
< Demi che santo hai pregato per averli fatti decidere così in fretta? > infierì Mackenzie quando Demien gli passò accanto con le ordinazioni, lui rise appena guadagnandosi una tirata di guance < non ridere lavora! > lo riprese anche lui ridacchiando.

Il lavoro andò avanti così fino all’inizio delle lezioni, poi finalmente i due assonnati e nervosi zombie, poterono avere una tregua in cui solamente lavoratori tranquilli e solitari si fermavano al bar per un caffè durante la lettura del loro giornale.
Se durante quelle cinque ore si erano potuti rilassare, le due seguenti furono un putiferio, c’erano così tanti studenti a pranzo che il bar stava per essere messo sottosopra per via del casino, ma per Demien e Mackenzie non era una gran preoccupazione, da li a poco non sarebbe più stato un loro problema poiché il loro turno stava per terminare.
< Zie vi diamo il cambio scusa per il ritardo! > gridò tutto agitato Ronny che aspettava tutto impaurito insieme a Cole la sfuriata del collega per il loro ritardo < era ora cavolo! Ho fame ma non posso mangiare se voi due idioti non arrivate per il cambio! > sbottò Mackenzie < ora io mangerò, Demi mangerà, tu mi porterai del cibo così tutti saranno contenti! > riprese poi, nessuno si oppose e così fu (neanche Mackenzie fosse una specie di Dio in terra).

< Non ti ha detto proprio niente di significativo quella Meretrice? > sospirò Zie riferendosi a quella sgualdrina di Karin < nulla, tranne di quanti “amici” si era fatta in un giorno > disse mimando le virgolette < Meretrice… ho detto bene! > sorrise Mackenzie < Karin è un mostriciattolo impiastrato di trucco, più somigliante ad un barbie che ad un essere umano… e che se la fa con il mondo! E senza il trucco è un vero e proprio mostro non degna di essere definita scopabile… se trovassi delle sue foto senza trucco… ma il punto è che non so dove prendere le suddette foto! > si lamentò, al nominare di quell’essere spregevole una ragazza seduta al tavolino alle sue spalle quasi si affogò con il milkshake < p-parli di Katrin, Katrin Miller? > balbettò < povero caro, chissà cosa gli ha fatto quella troietta > aggiunse il ragazzo moro con una alta cresta che le stava accanto.
Lei, ripresasi dal principio di affogamento, sorrise scuotendo i capelli color del grano e osservando Demi da sotto le lunghe ciglia < allora è lei la Katrin di cui parli? > Demien annuì < parlavate di cosa ti ha confidato? Per quale motivo? > solitamente Demien le avrebbe risposto arrogantemente, come aveva appunto fatto quella stessa mattina trovatosi di fronte quel ragazzo ed il suo sorrisetto, ma provava una strana sensazione, sentiva che quei ragazzi potevano essergli utili, prima tra tutti perché conoscevano la sua vittima e secondo, il ragazzo aveva assunto una faccia disgustata al sol pronunciare il nome della vipera e questo non aveva fatto altro che farlo risultare ancora più simpatico ed affidabile agli occhi dei due seduti al tavolo li accanto < mi devo vendicare > tagliò corto < potete aiutarmi? Nel caso la risposta negativa a cuccia perché non vi riguarda > aggiunse poi < se possiamo aiutarti? Non sai da quanto tempo sto aspettando di sputtanare quell’ipocrita rovina vite! > sbottò lei, a quel punto Zie si alzò < Demien io vado, organizzati, informami e se dei giocatori di football cercano di sfracellarti di nuovo, chiamami, sai dove sono > disse < no, non lo so! In libreria o con le chiappe sul mio divano? > scherzò, Mackenzie rise < non so ancora, tu chiamami che rispondo! > stette al gioco lui.
Una volta che Mackenzie se ne fu andato, Demien si girò verso i due ragazzi, sorrise compiaciuto e iniziò < aaaallora, stavamo dicendo? > chiese < prima di tutto piacere Dolcezza, io sono Conny e lui è Elliot > < Demien, se sarà un piacere oppure no dipenderà tutto da voi > si presentarono < dunque, cosa avreste di così compromettente da farmela addirittura sputtanare come si deve? > cercò di informarsi il Rosso, il ragazzo sorrise imitando Demien < una foto, una foto mooolto compromettente… quante fotocopie puoi fare Dolcezza? > chiese < più di quanto tu possa sperare, che ne dite di un cartellone? > rispose Demien a cui la situazione cominciava piacere, quei due parlavano la sua lingua
< Perfetto! >
Dissero in coro i due.
< Allora diamo il via al progetto Ficchiamogliela in quel posto! >

Ora Demien Hill era a tanto così dal compiere la sua vendetta! E non c’era niente di più che potesse desiderare!






Angolino di Val_chan :

Ehilà Fanciulle e Fanciulli!
Sono ancora qui! Un grazie gigantiserrimo a tutte le personcine che mi seguono e uno Special Thanks alle mie Fanciulle che hanno recensito <3 i vostri pareri mi hanno fatto tanto, tanto piacere! :*
E un altro enorme, ginormico grazie alla mia beta Tiky <3 ...siamo dei geni malavgi noi ù.ù XD Bene! Spero che il capitolo vi sia piaciuto nel prossimo ci sara la grande vendetta di Demien!
Bene, per ora è tutto!

P.S. : scusate se il capitolo è un filito corto ma il prossimo sarà più lungo, promesso! <3

Baci Val_chan
  
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