Titolo
: Somewhere Only We Know
Fandom : Glee
RPF
Personaggi/Pairing: Naya Rivera/Dianna Agron
(Rivergron)
Warning: femslash, fluff, roba random.
Note
: Ovviamente niente di tutto ciò è reale, I fatti
sono frutto della
mia mente bacata e non fateci caso.
Somewhere only we know.
La
parte migliore di quel viaggio Naya non avrebbe saputo sceglierla. Se
la visita al Louvre, il giro panoramico sulla Tour Eiffel, lo
shopping compulsivo nei negozi più alla moda di Parigi o
semplicemente rimanere sulla veranda, con il tiepido sole del mattino
a scaldarle la pelle e gli occhi rivolti verso Dianna, addormentata
sul letto e avvolta tra le coperte, con i capelli biondi sparsi sul
cuscino e un lieve broncio sulle labbra.
Quel viaggio era stato
organizzato in meno di ventiquattro ore. Naya si era sempre
rimproverata di non aver mai visitato l’Europa, e per quanto
le
foto di Parigi le avevano sempre fatto sognare
quell’atmosfera
romantica ed elegante, propria di quella città, non era mai
riuscita
a visitarla.
E poi era arrivata Dianna, rimproverandola per non
aver mai visto “La città
dell’amore” ed elencandole mille
motivi per il quale dovevano andarci al più presto. E
l’aveva
convinta.
Si era lanciata in quel viaggio all’ultimo minuto ed
ora erano lì, in quell’albergo al centro di
Parigi, a godersi una
meritata vacanza, insieme.
La cosa la fa sorridere, in realtà.
Non avrebbe mai pensato, o creduto possibile, di ritrovarsi
così
vicino a qualcuno, soprattutto se quel qualcuno è biondo,
dagli
occhi verdi e il sorriso smagliante.
Il gemito di Dianna la
trascina fuori dai suoi pensieri, facendola sobbalzare e riportando
lo sguardo di Naya sul corpo della bionda, inarcato sul letto in una
strana tecnica di stiracchiamento che fa scoppiare la ragazza in una
risata gutturale.
“Buongiorno” sussurra divertita,
mentre con passo felpato si avvicina al letto, lasciando che la
camicia troppo larga di Dianna le si apra sul petto. La bionda
arriccia il naso, allungando le braccia verso l’altra che si
lascia
cadere tra le lenzuola, stretta nel suo abbraccio.
“Perché non
eri a letto?” mugugna Dianna, affondando il viso nel collo di
Naya
e lasciando velati baci sulla sua pelle scura. Naya sorride,
accarezzandole i capelli corti e socchiudendo gli occhi alla
sensazione delle sue labbra.
“Perché mi è squillato il
cellulare e ho dovuto rispondere. A differenza tua, IO ho il sonno
leggero” esclama, saccente, gemendo poi
per il morso
poco delicato con cui Dianna si difende. Mugugna qualcosa, ma Naya
non ci fa caso, perché i disegni della lingua di Dianna sul
suo
collo la stanno decisamente distraendo. Chiude gli occhi e si inarca,
alzando la testa e lasciandole più spazio, ma Dianna si
ferma e
sorride, strofinando il naso sulla sua guancia, per poi morderle
teneramente il lobo.
“Non te la caverai così Rivera..”
sussurra, con la voce roca e Naya non può fare altro che
gemere
frustrata. Sente la gamba di Dianna sul suo ventre, e da lì
a poco
se la ritrova a cavalcioni, sorridente e assonnata.
Ma gli occhi
di Dianna, quelli raccontano tutta un’altra storia.
A
Parigi la gente è diversa. Sorride, sempre, con
quell’aria di chi
la vita se la sta godendo a pieno e non ha assolutamente voglia di
tirarsi indietro. E’ cordiale, si ferma ad ammirare case,
palazzi,
negozi, senza fretta, godendosi la perfezione di un solo
attimo.
Da
loro è diverso.
Da loro tutto corre, sfugge, scappa. Aerei,
autobus, concerti, scene da girare.
E’ tutto un miscuglio di
orari da rispettare e paparazzi da evitare. E Dianna è stufa.
Ecco
perché ora, con un gelato tra le mani e un buffo cappello in
testa,
riesce a sorridere, mentre Naya la guarda alle spalle del ragazzo che
sta cercando di ritrarre al meglio quella esigente bionda davanti a
se.
Le brillano gli occhi e non può negare quella familiare
sensazione di totale calma che la circonda, abbracciandola come un
bozzolo di farfalla. Dianna sa esattamente che tra poche ore tutto
quello sarà finito, che dovrà prendere un aereo
per Manchester e
tuffarsi di nuovo in quella routine devastante ma allo stesso tempo
eccitante che è la sua vita, ma per ora, come una perfetta
francese,
si gode l’attimo.
“Va bene così?” il ragazzo sbuffa,
passandosi una mano sporca di inchiostro tra i capelli arruffati.
Dianna si sporge un po’, sorridendo e accennando un applauso,
attenta a non rovesciare il cono.
Naya ride, e annuisce, estraendo
il portafoglio e lasciando all’artista un sorriso
soddisfatto. Si
allontanano insieme, il foglio arrotolato sotto il braccio di Naya
che osserva accuratamente il paesaggio.
C’è tanto verde, a
Parigi. Tanti fiori, tanti alberi, tante piante e la fa sentire
rilassata, in qualche modo. Le serviva staccare un po’. Per
quanto
le piaccia la sua vita, deve ammettere che un paio di giorni di
riposo sono stati decisamente opportuini. Anche se effettivamente,
con Dianna, riposo non è la prima parola che le viene in
mente.
“Ma
tu ti fermi mai?” ridacchia, guardando l’altra
saltellare e
indicare un negozio di antiquariato alla fine della strada che stanno
percorrendo. Dianna rotea gli occhi, sbuffando fintamente infastidita
e le strattona il braccio.
“Avanti, voglio comprare qualcosa di
carino per Lea!” esclama, entusiasta della sua idea.
Escono
da quel negozio pochi minuti dopo, firmando qualche autografo e
reggendo tra le mani oggettini di varie dimensioni, senza,
ovviamente, aver trovato nulla da regalare a Lea.
Camminano
ancora, in quel silenzio confortante che piace a entrambe,
trascinandosi poi in una strada secondaria. C’è un
negozietto, tra
i tanti, che attira l’attenzione di Dianna.
C’è una bimba che
ride sulla porta d’ingresso e un tepore accomodante
all’interno.
Entra senza pensarci, seguita da Naya che non accenna ad opporsi e
comincia a guardarsi intorno.
“Mi piacciono queste sciarpe”
borbotta, indicando una pila colorata alla sua destra. Naya si
avvicina e annuisce, voltandosi a guardarla.
“Ne vuoi una?”
sussurra dolcemente, e Dianna deve trattenersi dal saltarle addosso,
limitandosi a mordersi un labbro e mormorare un
“sì” non troppo
convinto.
“Ok, sceglila” ridacchia Naya, ma Dianna scuote la
testa e incrocia le braccia.
“E invece no. Tu la sceglierai per
me e io per te” decide, posata e all’altra non
resta altro da
fare che seguire l’ordine, bisbigliando qualcosa.
“E’ una di
quelle cose da fidanzati? Regalarsi cose uguali durante i
viaggi?”
Dianna rotea gli occhi e le spinge dolcemente una
spalla, mentre la mano scivola sulla stoffa delle sciarpe.
“Ok
ma non farmi vedere quella che scegli. Ce la scambiamo dopo,
stasera!”
“Agli ordini, capo”
“Dì, ti prego,
devo andare in bagno” Naya piagnucola contro la porta in
legno
scuro della toilette. Dianna sembra essersi barricata lì
dentro da
ore, e l’altra, ormai stufa di parlare da sola, cerca un
qualsiasi
modo di tirarla fuori di lì.
“Ho finito, mi sembri Santana!”
ridacchia Dianna, i capelli ancora umidi, mentre piccole gocce
d’acqua le scivolano sul collo, finendo inesorabilmente sul
petto
della ragazza, coperto solo da un leggero asciugamano.
Naya manda
giù il groppo che le si è formato in gola e si
morde le labbra,
scuotendo la testa.
“Rivera, i miei occhi sono qui!” ghigna
Dianna, avvicinandosi all’altra e stampandole un bacio a fior
di
labbra.
“Si, si, scusa”
“Si, certo. Allora, dov’è
la mia sciarpa?” ride, e Naya non riesce a spiegarsi come
riesca a
passare in due secondi dall’essere completamente adorabile al
suo
alterego malizioso e sensuale.
“E’ proprio lì” risponde,
indicando il mobile accanto al letto sul quale è poggiata la
busta
arancione che la bimba del negozio le ha
impacchettato con
molta cura.
“No, ho già guardato, quella è la
tua” risponde
Dianna, alzando le spalle, confusa.
“No, Dì, sono abbastanza
sicura che quella è per te” borbotta Naya,
avvicinandosi alla
busta appesa alla maniglia del bagno. “Questa è
mia”
Ci
vuole un attimo per realizzare la situazione, e poi entrambe
scoppiano a ridere.
“Ci siamo regalate le stessa sciarpa”
ridacchiano, gettandosi sul letto e aprendo i loro rispettivi
regali.
“Sarà di qualche tonalità
più chiara la tua”
ridacchia Dianna poggiando il capo sul petto dell’altra, che
sospira, passandole una mano tra i capelli corti.
“Grazie Dì..”
sussurra.
Dianna alza la testa, guardandola negli occhi e per un
attimo Naya si chiede se sa quanto può essere bella in
quell’esatto
momento.
“Di cosa?”
Una scrollata di spalle è quello
che ottiene in risposta, insieme a un mugugno imprecisato.
“Quando
vuoi tesoro. La prossima volta ti porto a cavalcare i lama”
ride, e
Naya non può fare altro che fare lo stesso, avvicinando le
labbra a
quelle dell’altra.
“Non vedo l’ora”