“Mi ha chiesto di sposarlo un mese fa e, quando tornerò a Londra, ho intenzione di accettare.” Harvey non sapeva cosa pensare; aveva vissuto gli ultimi giorni come se fosse stato in un universo alternativo, aveva praticamente ignorato tutto quello che stava succedendo alla Pearson & Hardman occupandosi solamente del caso e di Scotty. Forse più di lei; ed anche se alla fine aveva vinto lo stesso, non ne era contento. Scotty si sarebbe sposata presto. La sua Scotty si sarebbe sposata presto, con un altro uomo. Rise, ubriaco del whisky che aveva continuato a bere a lungo dopo che lei se ne fu andata, prima all’Harvard Club e poi a casa propria. Non aveva mai pensato a Dana Scott come ad una sua proprietà, ma di sicuro aveva pensato spesso a lei. In quei giorni, poi, si era illuso che qualcosa potesse cambiare, che non era solo l’avventura di una volta, non più. Si era sbagliato, Harvey Specter aveva commesso un errore. Il secondo, puntualizzò una voce nella sua testa ed ignorò velocemente che tale voce assomigliasse a quella del suo giovane associato. Non voleva pensare a nulla, tantomeno a Michael Ross e al modo idiota in cui aveva perso uno stupido, fittizio mock trial. Si versò un altro bicchiere di whisky e lo svuotò in un solo sorso. Osservò poi le luci di New York fuori dal proprio appartamento, come tante stelle colorate, ed in mezzo ad esse la vide, fasciata in un elegante e sexy vestito bianco, il velo che le copriva appena le spalle. Prese la bottiglia e si riempì di nuovo il bicchiere. “È l’ultimo, lo giuro. Congratulazioni, Scotty”, disse alzandolo in direzione della vetrata.