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Autore: Sherlock Holmes    14/03/2012    6 recensioni
Watson, vestito di tutto punto, sta aspettando l’arrivo di Mary.
Holmes vuole evitare a tutti i costi che il suo socio si rechi a cena con i suoceri…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Allora, Watson, non vuole imbarcarsi in una nuova avventura con il sottoscritto?-
Il mio coinquilino, quando si fissava su un’idea, era irremovibile…
Arricciai le labbra.
- Gliel’ho già detto, Holmes, questa sera non posso venire con lei! Ho una cena con i genitori di Mary…- gli spiegai.
Il mio socio mi fissò, facendo gli occhi piccoli:- Se stanotte morirò, Watson, sappia che mi avrà sulla coscienza!- esclamò, melodrammatico.
“La vecchia carta dell’essere in pericolo di vita…”
Sospirai, e… Decisi di ignorarlo.
 
Infilai l’asola nell’ultimo bottone. Poi, mi rivolsi verso lo specchio.
Spolverai, dunque, il mio completo militare, soddisfatto del risultato finale.
Ero un figurino.
Perfetto.
Inappuntabile.
 
Sorrisi.
Sicuramente, avrei fatto un’ottima impressione sui miei futuri suoceri…
Holmes, alla mia espressione compiaciuta, sbuffò, fingendosi poi indifferente.
 
In quel mentre, la porta si aprì, e Mrs. Hudson fece entrare, nel salottino di Baker Street, la mia adorata Mary.
Era radiosa, nella sua veste blu notte.
Quel colore aveva la straordinaria capacità di far risaltare i suoi occhi, così dolci e profondi…
- Mary!- esclamai, abbracciandola, per poi scoccarle un bacio sulle labbra.
Nel riflesso dello specchio a muro, vidi Holmes alzare gli occhi al cielo e darmi le spalle.
- Allora…- esortai, rivolto alla mia amata – Che cos’hai fatto, oggi?-
Improvvisamente, Holmes si voltò e… Mi rispose.
 - Oh, Watson, è da un po’ di tempo che aspettavo questa domanda! Deve sapere che sono riuscito ad inventare un congegno che elimina il frastuono di un’arma da fuoco!-  esclamò, con le pupille luccicanti.
Mary sgranò gli occhi; al che, Holmes sorrise.
Io lo fissai, con sguardo critico:- Perché vuole sempre attirare l’attenzione su di lei, Holmes?
Si strinse nelle spalle, con fare recitativo:- Semplicemente, perché sono un uomo degno d’ attenzione… -
A quel punto, mi sbattè le ciglia, per scherno, come Mary tante volte faceva con me, tentando, in quel modo, di convincermi a seguirlo e ad abbandonare il mio impegno mondano in compagnia della mia futura moglie.
Gli parlai, in un soffio, ad un pollice dal suo naso, con un tono che non ammetteva repliche: - Non-verrò-Holmes! Se ne faccia una ragione!-
Il mio coinquilino sorrise, sornione:- Se ne pentirà, Watson… So che non può vivere senza il fremito dell’avventura…-
Inclinai la testa.
- Le dimostrerò il contrario.- lo sfidai.
 
Io e Mary scendemmo dalle scale.
Il mio sguardo si perse nel vuoto.
“E se Holmes si facesse ammazzare veramente? “
- John, stai bene?- mi chiese, preoccupata, la mia fidanzata.
La rassicurai, con un sorriso.
 
“Accadrà… Verrà ucciso, senza di me…”
Sbuffai.
 
Mary si fermò.
- Ho sentito cosa vi siete detti…-
Le presi la mano. - Non dovevi farci caso…-
La mia amata mi osservò.
- Credo che tu abbia perso la sfida, John…- mormorò, indicando la porta della stanza di Holmes.
Fissai lo sguardo a terra.
- Ha bisogno di te, stasera…- mi disse, accarezzandomi il viso.
Le sorrisi.
Risalii un gradino.
Mary mi afferrò il braccio.
- Solo per stasera, John.- sussurrò.
Mi limitai ad annuire.
 
Presi il revolver dal cassetto, spalancando, poi, la porta della camera di Holmes.
- Andiamo…- iniziai, infilando i proiettili.
Holmes mi sorrise.
- Gliel’avevo detto…-
- Oh, taccia!-
Eh, sì.
Avevo perso la scommessa.
  
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