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Autore: Ativana    15/03/2012    0 recensioni
Fuga Dai Pochi Segni D'Ispirazione (Sesto Episodio)
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FRAMMENTI DI IDIOZIA Breve esempio: il ferro bagnato, ora non piu' metallo rossastro; il timore del monarca quando si inginocchia sull'altare di marmo; il fondo del biberon lubrificato... Quante volte negli ultimi anni non voglio essere patetico!!! Tenevo la mano lessa sulla spalla di com'e' silenzioso il corpo tuo!!! Il silenzio inferiore alla bellezza superiore!!! Tutte queste schiocchezze sono allegati presi in prestito da alcuni passi letterari di Smunito. Munito era Smunito di orologio appeso sulla parete con le lancette immobili da molto mesi...e questo e' importante! Il tempo, che fino ad allora era trascorso come un flusso indifferente dal nulla verso il dopo nulla, aveva ricominciato a riacquistare un ritmo articolato. Ecco la risposta alla domanda del perche' Smunito aveva i pensieri silenziosi. La tristezza che emana questo triste personaggio e' presente tutt'oggi in quasi tutti noi. Smunito si difendeva calandosi nelle fosse a sua disposizione attraverso l'uso di cariole fatte a mano, raggiungendo tale profondita' da arrivare al suo intimo, dove evidentemente dimorava il suo Dio mistico; nella sfera erotica a questa intimita' religiosa corrispondeva la masturbazione che egli praticava con una regolarita' morbosa. Si. Tutte le giunture erano spezzate...o interrotte, come la partecipazione alla ricerca dell'amore. Smunito si abituo' col tempo, lentamente, al fatto che aveva perso la sua continuita', che gli era caduta di mano...o meglio che la mano, come il resto degl'arti, erano sconnessi fra di loro. Non gli restava altro che l'ombra del suo sguardo, ed era solo allora che si poteva accorgere della gente intorno a se'. Il primo ad emergere da questa confusione fu il Boxer di Terni 12, nativo di Camuspharna (parlava un dialetto di periferia quasi incomprensibile), finito male per aver picchiato un poliziotto. Gli aveva dato quattro schiaffi forti perche' erano vecchi compagni delle medie e stavano litigando per via del commento del poliziotto al Boxer circa la sua eclatante quanto strana sciarpa di visone. Il Boxer si era fatto sei anni di galera e poi appena uscito ando' a cercare il poliziotto per conciarlo per le feste. Tanto lui non era legato al nulla, e mostrava verso il proprio futuro un'indifferenza insolente, noncurante e fastidiosa. Per caso un giorno Smunito si trovo' solo con il Boxer, e per tener viva la conversazione, gli chiese -”Come fa lei a tirare quei cazzotti cosi' letali!”. Il Boxer di Terni 12 lo squadro' e poi disse -”Io ho un mio sistema! Mi immagino che il bersaglio abbia la faccia del poliziotto; e mi prende una tale rabbia che faccio centro stendendoli tutti”. Smunito voleva chiedergli come se l'immaginava quella faccia, ma il Boxer prevenne la domanda e gli disse -”Non so perche' voi tutti mi facciate tanti complimenti. Se ci fosse una rissa di gruppo, e' a voi che prenderei a cazzotti!”. Smunito perse la possibilita' di rispondere, e perse anche il diritto al rinvio dall'area di rigore, cosi' non gli resto' che aspettare la chiamata autunnale. Se ne ando' lasciando una traccia spumosa o una sostanza colorante...fate voi! Introduciamo adesso il Pugnale Musikista. Naque a Venezia come presidente di una potente compagnia di detersivi, cosa che non sapeva nessuno, ed a quel tempo fu un'ottima notizia perche' il Pugnale era conosciuto benissimo ed aveva una certa simpatia per Charlo. A Charlo, infatti, piaceva moltissimo cantare le canzoni appena uscite, e cantarle non pedantemente, ma con il braccio alto sopra la testa e assumere, cantando, un aria da vero cantore partorito dalla madre dentro la cassa della batteria durante una festa da ballo. Infatti, ad ogni festa, Charlo invitava il Pugnale Musikista a tirar fuori il sax soprano e a imitare il suono della campana. In quel modo (col soprano, Charlo e il contrabbasso), parteciparono per due anni al corteo del Primo Maggio e il Pugnale, che era un bel ragazzo al quale piaceva mettere in mostra la sua capigliatura ricciuta, veniva vestito di un costume popolare preso in prestito, mentre Charlo ballava lungo il fiume, lanciando urli chiassosi. Il fatto che il Pugnale conosceva bene Charlo costituiva un vantaggio. In diverse occasioni si erano trovati spesso tutti e tre insieme: il terzo era il contrabbassista Chico. Una volta (Chico era distratto per via della morte dello scrittore tedesco Divano Carossa) il Pugnale si era inventato che sulle montagne russe vivevano alcuni mongoloidi, e aveva documentato il tutto con citazioni a colori da un presunto testo scientifico che trattava appunto di tutt'altro argomento. Charlo era stupito di non averne mai sentito parlare. Il Pugnale disse che non c'era di che stupirsi: uno struzzo aveva tenuto nascosto di proposito l'esistenza dei mongoloidi perche' i capitalisti ne facevano commercio come schiavi. -”Bisognerebbe scrivere di questi accaduti!”, gridava Chico. -”Perche' non lo si fa'...puttana troia!!! Forse di queste cosce non si scrive perche' si tratta di una faccenda alquanto delicazza e scabrosa: i mongoloidi erano infatti dotati di una potenza sessuale straordinaria che li rendeva ricercatissimi quindi esportati in gran segreto, in cambio di chicchi d'uva e talvolta di alcuni automi mezzi rotti, soprattutto a Terni 12, dove venivano presi a servizio dalle vecchie signore, le quali poi ovviamente abusavano di loro in tutt'altra maniera. Chico e Charlo chiesero al Pugnale Musikista che aspetto avesse un mongoloide, e lui rispose che sia Charlo che Chico discendevano dai mongoloidi da parte dei genitori. (Tutti gli uomini di valore puzzano di imbecillita'!) Alla sfotteria provocatoria del Pugnale Charlo rispose con una cartolina breve e banale, mentre le lettere di Chico non ricevettero risposta. Il trio era su in montagna a raccogliere qualche soldo al Club Tempesta, e il silenzio di Pugnale procurava tristezza nell'atmosfera. Nessuno capiva cosa stesse accadendo. Tornarono dalla montagna per una via che non conoscevano...dopo tre ore di carro si ritrovarono al punto di partenza. Chico telefono' a chiunque: una voce femminile, sconosciuta, gli annuncio' che Pugnale aveva lasciato il gruppo. Charlo era infelice, come puo' essere infelice un ragazzo di vent'anni che non ha ancora scopato; Chico invece, ancora abbastanza timido, che finora aveva conosciuto l'amore fisico solo poche volte, di sfuggita e male, si mise per terra e con uno stecco d'albero delimito' un arco e due raggi (cose che fanno i mongoloidi). Charlo a quella vista si sforzo' a fare l'ululato della civetta attraendo pero' verso di se' topi e gatti che attaccandolo gli ferirono le sue belle gambe e l'animo. Intanto il Pugnale arrivo' alle soglie di settembre, e con esso la ripresa delle lezioni di sax soprano, e prima ancora del lavoro al circolo dei soci. Quando arrivo' davanti alla porta del circolo, bastava che lui suonasse alcune note usando la scala araba, e la porta si apriva da sola. Una volta dentro fu assalito dai sorci; dopodiche', i soci lo fecero sedere. Il Pugnale si sedette e capi' che si trattava di qualcosa di infausto. Tutto aveva avuto origine dalla terribile tendenza del Pugnale agli scherzi idioti e dall'incapacita' di Charlo e Chico di capire uno scherzo. Charlo faceva parte a quel tipo di individui che prendono ogni cosa sul serio (per questa sua qualita' si identificava perfettamente col genio della lampada); tutt'altro...era abbastanza dotato e intelligente, ma la sua ingenua credulita' apparteneva piu' alle sue apparenze gruiformi che alle sue discutibili grazie fisiche. In effetti e' stato terribilmente comico quando Charlo entro' nello studio per la prima volta, dove si facevano le prove; lo colpi' in modo particolare, e Chico gli chiese informazioni sul totocalcio (era una sua idea fissa). “Ma che importa!”, rispose Charlo, poi continuo' -”Alla gente si deve lasciare il diritto del privato, senza impicciarsi”. Chico a quelle parole scontrose, gli si butto' addosso e fecero a botte per un po'. Il Pugnale dal canto suo stava pensando cosa si mettera' domani...probabilmente il maglione rosa indecente con stampata sopra un ricamo di vulva. Ma pensava ad altre cose...pure! Fra se e se diceva -”Avro' anche delle rughe, ma ho anche un fascino diverso, che non ha nessun sassofonista giovane, il fascino dell'esperienza!”
  
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