Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Narvinye    15/03/2012    4 recensioni
Michael è il classico adolescente, ama uscire con gli amici e fare sport, ma lo studio non fa proprio per lui.
Giovanni invece è un ragazzo sempre circondato da buoni amici, curioso fino all'inverosimile, un po' impacciato nei rapporti con coloro che non conosce bene.
In un'età critica per il loro percorso di maturazione, come affronteranno i loro repentini cambiamenti e le difficoltà di comprensione?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La prima fic originale che pubblico è anche la prima fic a capitoli.

WOW. Proprio quello che si chiama esperimento XD

Beh, spero solo che non sia un completo flop.

Se tutto va bene (recensioni e visite da parte vostra e scuola da parte mia), aggiornerò ogni inizio mese. Ovviamente la frequenza potrà cambiare successivamente, in relazione appunto agli aspetti che dicevo prima, ma eventuali cambiamenti verranno comunicati tempestivamente all'inizio dei capitoli. 

 

Quasi scordavo di avvertire che questo primo capitolo non è betato, e probabilmente non lo saranno nemmeno i successivi perché le originali intendevo provare a curarle da sola.

 

Ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.

 

 

PoV- Michael

Maledetto compito di fisica, non si può cominciare la settimana in questo modo!

Mi ha rovinato il week-end, e probabilmente mi rovinerà anche la media.

Durante matematica sono ancora fumante di rabbia, e per di più inizio anche ad agitarmi perché l'ora di fisica si avvicina inesorabilmente. Quando suona la campanella ricomincio a ripassare convulsamente le dimostrazioni.

Ma che me ne frega a me di sapere che il moto di un pendolo è armonico? E poi, che vuol dire armonico? Tutta questa roba non ha senso, la odio, eppure me la devo far entrare in testa se non voglio essere rimandato anche quest'anno, e visto che non ho intenzione di toccare libro per tutta l'estate, sarà bene che riesca a strappare la sufficienza.
-Michael, vieni in bagno?- la voce di Giovanni scoppia la bolla di silenzio che mi ero riuscito a creare proprio in quel momento.

-Vacci da solo, devo studiare!- rispondo io irritato -e poi che è, hai bisogno di un accompagnatore?-

-Dai, Miky, non so se ce la faccio senza svenire per le scale!- il tono supplicante non è per niente credibile, come la scusa che ha arrangiato. Non ha problemi scolastici, per cui ha molto meno bisogno di aiuto di me, e può andare in bagno da solo.

-No Giova, e poi smettila di dire queste cose da finocchio- dico io acido. Non lo sopporto quando usa quel tono sdolcinato per parlare con altri maschi, e nemmeno quando si avvicina troppo e mi tocca con le mani tremanti. Sembra gay. E poi fa passare anche me per gay.

Mi regala uno sguardo ferito, e se ne va a testa bassa dalla classe.

Ho fatto bene a mandarlo via, quel cretino. E se poi è triste, meglio! Almeno impara a fare la checca con me. Sminuisce la mia virilità, stargli vicino.

Rimetto in funzione i neuroni per ripassare fisica, visto che ho già perso troppo tempo prezioso.

Leggo formule astruse ed esperimenti irrealizzabili con molle orizzontali anti gravitazionali, ma in mente ho solo lo sguardo azzurro di Giovanni che mi biasima per come mi sono comportato con lui. Non devo sentirmi male per aver trattato male uno che mi faceva passare per finocchio, ma i sensi di colpa arrivano e non mi danno pace.

In queste condizioni non riuscirò mai a ripassare, forse è meglio che vada giù a cercarlo e a chiedergli scusa. Ma scusa di cosa? Non devo scusarmi per aver difeso il mio onore!

Guardo l'orologio e vedo che mancano solo dieci minuti alla fine della ricreazione, per cui mi sbrigo a prendere una decisione e vado giù verso il bagno dei ragazzi.

Due dei tre cubicoli sono vuoti, per cui mi chiudo in quello centrale e aspetto di sentir uscire l'altro ragazzo per vedere se è Giovanni.

Passano un paio di minuti ma nessuno esce. Quando busso per controllare che il bagno non sia vuoto non mi risponde nessuno, ma nel momento in cui tento di aprire mi accorgo che la porta è bloccata da qualcuno che, dall'interno, ci si è appoggiato sopra.

Sto per rinunciare, quando sento provenire dal bagno un singhiozzo, seguito da un lamento a stento trattenuto.

Adesso sono sicuro che Giovanni è lì dentro, e mi sento una merda per come l'ho trattato.

-Ehi, Giova, c'è qualcosa che non va? Se te la sei presa per prima, mi dispiace, non volevo offenderti, ho sbagliato- dico dolcemente attraverso la porta. -Non lo pensavo davvero, scusami! Apri la porta, così parliamo-

Oltre la porta, il silenzio ostinato è rotto solo dal respiro pesante tipico di colui che ha appena pianto.

-Dai, spostati di lì, fammi entrare- continuo, sinceramente preoccupato per il mio amico.

-Vieni te nel bagno, però, non voglio farmi vedere piangere da tutti- mi risponde con voce flebile, prima di scostarsi dalla porta per permettermi di entrare.

Velocemente richiudo la porta dietro di me e mi ci appoggio perché nessuno possa interromperci.

-Scusami davvero per prima, non intendevo darti del gay-

Lui sospira, e una lacrima gli scende lungo la guancia -Lo vedi che non hai capito qual è il problema?- mi risponde, guardandomi negli occhi con quei due zaffiri annegati in un mare di lacrime.

Non capisco, dove vuole arrivare? Cerco una soluzione nel suo sguardo, ma tradisce solo tanta frustrazione. So come ci si sente a non essere compresi, per cui penso sia più facile per entrambi parlarsi chiaro.

-Giova, non capisco dove vuoi arrivare- gli dico, imbarazzatissimo. Un sorriso amaro si apre sul suo viso, il sorriso di colui che per l'ennesima volta non è stato compreso da quelli che reputava suoi prossimi.

-Scusa-

Non faccio in tempo a sconcertarmi per la risposta, che mi trovo premuto tra la porta del bagno e il muscoloso corpo di Giovanni, con le sue labbra appoggiate sulle mie.

Inizialmente non riesco a reagire: tutto questo è folle. Com'è che sono passato dall'essere preoccupato per il compito di fisica all'essere chiuso in un gabinetto a baciare un ragazzo?

Sento le sue mani accarezzarmi i capelli e poi le sue dita sfiorare la conchiglia del mio orecchio e la mascella, ma non mi muovo. Sono completamente paralizzato per lo shock.

Quando lo sento leccare lascivamente le mie labbra non riesco ad evitare di dischiudere un po' la bocca, ma subito mi pento e disgustato da me stesso mi divincolo dalla calda morsa e me ne vado, sbattendo la porta.

Sicuro di essere sentito, mi lavo la bocca nel lavandino mugugnando un -che schifo- molto ben udibile.

La testa mi gira, mentre ritorno in classe.

Se prima pensavo di prendere cinque, adesso immagino che dovrò essere contento di un quattro meno.

 

Odio il Lunedì.

 


Note dell'autrice

Innanzitutto grazie mille a coloro che sono arrivati fino a qui.
Sarei molto contenta di sentire il vostro parere, positivo o negativo che sia.
Ripeto che è il primo "esperimento", e che quindi potrebbe essere non riuscito: se è così, vi prego di comunicarmelo prima che sia troppo tardi XD

Un bacione,
Narvinye

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Narvinye