CAPITOLO 1: Una
ragazza per bene
-Sta
diventando una mania la tua di arrivare in ritardo...- la solita battutina sarcastica di
House.
-C’era
traffico...ma tu con la tua moto lo eviti facilmente, io invece non posso farci
nulla- rispose Cameron
-Volevo
soltanto rompere e invece mi hai rovinato il divertimento...- lui scosse la
testa e tornò a guardare la lavagna mentre la ragazza prendeva posto vicino a
Foreman.
-Maschio bianco
39 anni, presenta alcuni rigonfiamenti nella zona inguinale e uno nella zona
ascellare, febbre e crisi respiratorie-Chase riassunse la situazione alla nuova
arrivata.
-Fategli una
biopsia, e tu Cameron l’anamnesi- House diede il proprio
ordine.
-Non
dovremmo fare altri esami prima della biopsia? La biopsia è troppo
invasiva-replicò la giovane.
-Tu
occupati dell’anamnesi- dettò ciò House si diresse verso la propia sedia e
accese la televisone, quindi portò il volume al massimo per evitare di sentire
nuove repliche.
****
-Quell’
uomo è insopportabile- Chase si stava nuovamente lamentando, ma questa volta
Cameron non rispose nulla.
Chase
si voltò a guardarla ma non disse niente. Stava succedendo qualcosa di strano,
Cameron che rispondeva alle provocazioni del capo, che non replicava quando lui
stesso si lamentava....Che si fosse finalmente stufata di correre dietro a uno
zoppo insensibile e menefreghista ?
Anche
Foreman si era accorto di quel incredibile mutismo, ma al contrario del biondo
non resistette al farle una domanda.
-Non
replichi?- chiese fremendo di curiosità
-Di che
state parlando?- sviò facilmente il discorso.
-Nulla-
rispose l’australiano.
****
-Deve
dare il consenso per la biopsia- Chase era entrato nella camera del nuovo
paziente
-Ma ho
qualcosa di grave?- l’uomo chiese con voce preoccupata.
-Non lo
sappiamo, ma la biopsia ci porterà a sapere qualcosa di più
preciso-
Il
biondo gli allungò il modulo e l’uomo diede una rapida occhiata, osservò Chase
che con un piccolo sorriso lo incoraggiò, quindi diede il
consenso.
Il
dottore si riprese il modulo e poi uscì dalla stanza, in quel mentre vide House
che parlava con Stacy e neanche lui seppe il perchè ma tirò un sospiro di
solievo.
Lanciò
un ultimo sguardo nella loro direzione e poi si allontanò.
****
Cameron
osservò Chase che a sua volta stava fissando un punto indefinito del salone, si
voltò anche ella in quella direzione e vide il proprio capo parlare con la donna
che egli amava.
Non
seppe nemmeno lei che cosa provò, rassegnazione, ividia,
gelosia....indifferenza.
Ormai
ci aveva rinunciato, aveva scelto da sola la strada dell’infelicità.
Più
volte gli aveva aperto il cuore sperando di essere finalmente ricambiata...
illusa...sempre lui l’aveva respinta e schiacciata. Poteva aver messo una pietra
sopra a questa storia da tempo, ma lei aveva scelto di aspettare e più il tempo scorreva più le sue
delusioni diventavano difficilissime da superare.
Sospirò, poi
con decisione scosse la testa e si avviò nella direzione opposta a quella del
collega, verso l’ufficio e alcune cartelle da compilare, verso la solitudine
ancora una volta.
****
-Sola?-
-Già-
-E
anche di poche parole- House era arrivato ad interrompere il suo
lavoro.
-Sto
facendo il lavoro che dovresti fare tu, quindi scusa se non parlo- rispose la
dottoressa con voce un poco alterata.
L’uomo
non replicò e si sedette sulla propria sedia e cominciò a far rimbalzare la
propria pallina contro il muro.
Una...due....tre....quattro....cinque
volte con quel ritmo motono e continuo, e forse un po’...
-Smettila mi da
fastidio-
Insopportabile.
-Ok
ok...sai se non ti conoscessi direi che sei arrabbiata con
me-
-Se non
la smetti mi arrabbio sul serio- la giovane si stava davvero
alterando.
-Ricevuto-
House smise di far rimbalzare la pallina e l’appogiò sul tavolo, abbassò per un
momento lo sguardo poi lo rianzò verso la ragazza.
Rimase
a guardarla per alcuni attimi, la vedeva curva su un mucchio di documenti che
lui le aveva affibiato, vedeva la sua schiena alzarsi quando lei
sbuffava.
D’improvviso,
facendo leva sul bastone, si alzò dalla sedia e raggiunse il tavolo, su cui ella
stava lavorando, e con un rapido
gesto della mano le chiuse la cartella.
-Ehi...-
protestò lei, o meglio cercò di protestare poichè lui la bloccò
subito.
-Dobbiamo
parlare- disse con tono serio.
Cameron
si tolse gli occhiali e lo fissò in volto con un espressione seccata.
-Che
vuoi?- gli chiese senza particolare interesse.
-Perchè
hai preso quelle droghe?- lui la fissava negli occhi.
Cameron
abbassò immediatamente lo sguardo, doveva aspettarsi la solita domanda alla
House, la classica domanda psicologica, ma forse aveva bisogno di questo
quesito, aveva bisogno di sfogarsi.
-Forse
ho l’ HIV- rispose con voce flebile.
-Si,
questo lo so, ma perchè drogarsi? Forse una nuova medicina?- incalzò lui, sapeva
che più lui avrebbe insistito, più lei avrebbe parlato e lui avrebbe
saputo.
-No
certo che no...non so perchè l’ho fatto-
-Certo
che lo sai, tu sei una ragazza per bene, la gioia di ogni genitore, non puoi
averlo fatto così solo perchè ti andava, ci deve essere qualcosa d’altro- lui
continuava a osservare un suo minimo gesto, sapeva di averla messa in
difficoltà.
Cameron
si alzò dalla sedia e si portò di fronte ad House, mantenedo sempre uno sguardo
basso.
-Forse
ho l’HIV....sai che succerderà se avrò l’HIV?- fece una pausa, alzò lo sguardo
incontrando gli occhi azzurri dell’ uomo, il quale però non disse
nulla.
-Mi
daranno della puttana, mi diranno che merito di avere il virus per non aver
fatto sesso protetto con il primo che ho incontrato, non gli importerà nulla del
fatto che io l’ho preso cercando di salvare la vita a un uomo, a loro non
importerà, per loro sarò una puttana House, solo una puttana- dopo queste parole
strinse forte le labbra.
House
tacque per momento riflettendo sulle sue affermazioni, tutte
corrette.
-Ma non
mi hai spiegato perchè hai preso quelle droghe- incalzò
nuovamente.
-Ero in
ufficio da sola, voi non c’eravate, mi sono seduta sulla tua sedia e, per
distrarmi, ho acceso la televisione...-
-Aspetta un
secondo...Hai acceso la mia televisone?-domandò lui sarcastico, forse per
smorzare la tensione, forse veramente risentito.
Cameron
ignorò la sua battutina e proseguì.
- Sai
quale è stata la prima cosa che ho visto? Una pubblicità progresso che diceva di
mettersi il preservativo per non prendersi l’AIDS- si interruppe, ora veniva la
parte più difficile da raccontare.
-
Allora sono andata in laboratorio e ho rubato la droga....volevo solo
dimenticare, volevo sentirmi di nuovo bene....rimpiango tutto di quella
sera....-
-Allora
i casi sono due: o sei veramente pentita o Chase bacia malissimo- scherzò l’uomo
per metterla un po’ più a suo agio.
Cameron
sorrise.
-So di
non aver scuse... ma volevo solo dimenticare tutto per una notte, solo per un
po’...so che non si può sfuggire alla realtà, ma quel giorno non volevo più
essere me stessa- detto ciò Cameron sorpassò un House alquanto sorpreso per le
di lei parole e si diresse verso la porta, ma prima di tirarla verso di se
disse.
-Grazie
per non avermi giudicata-
E poi
uscì, lasciando l’uomo solo in quella stanza, che ancora risunava delle sue
parole piene di paura e di vergogna.
Il
medico si diresse verso il tavolo e osservò il lavoro fino ad allora svolto
dalla dottoressa e poi si sedette sulla sedia e cominciò a
scrivere.
****
Ormai
era sera, il sole era tramontato, le strade illuminate dalla luce dei
lampioni.
Chase
stava camminando verso la propria casa, lo sguardo basso osservava le proprie
gambe che avanzavano.
Il
rumore della macchine copriva quello della gente che intorno a lui chiacchierava
al cellulare, con un amico o forse con la fidanzata.
Stava
pensando a ciò che era successo quel giorno, House che era un po’ più odioso del
solito, Foreman che indagava con le sue domande e Cameron che sembrava essersi
liberatadell’ influenza che il capo aveva su di lei...già Cameron spesso la
osservava negli occhi per riuscire veramente a capire cosa provava, ma quel
giorno era stata sfuggente arrabbiata per qualcosa che nemmeno i di lei occhi
volevano rivelargli.
Chase
cercò di scacciare ogni pensiero dalla propria mente.
Alzò lo
sguardo verso la strada guardando davanti a se.
Ma una
figura che egli ben conosceva attirò la sua attenzione, è proprio vero che
quando cerchi di non pensare a una cosa la cosa stessa fa di tutto per tornarti
in mente.
-Allison!-
chiamò la ragazza che camminava un po’ avanti a lui.
La
ragazza sembrò non sentire e proseguì il suo cammino.
-Allison!
Allison!- urlò di nuovo affrettando il passo per
raggiungerla.
Nuovamente la
ragazza non si girò.
Chase
allora fece una breve ma veloce e così in poco riuscì ad afferarle un
braccio.
-Ehi
Cameron, non pensavo di doverti chiamere per cognome anche fuori dal lavoro-
fece lui con un sorriso.
-Chase?
Che ci fai qui?-
-Non ti
andrebbe di chiamarmi per nome, Allison?-
Sentire
il suo nome, pronunciato dal collega, fece uno strano effetto alla
ragazza.
-Certo
Robert- gli sorrise un poco imbarazzata.
-Ti va
di fare un giro?- chiese il ragazzo senza pensare a ciò che lui le aveva appena
chiesto.
Allison
lo guardò un attimo stupita.
-Perchè
no!- gli rispose poi con un sorriso.
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Ciao
a tutti!
Questa
è la mia prima fanfiction sul Dr House.
Allora
come vi sembra il mio primo capitolo?
Che
strano il dr House che si interessa alla mente di Cameron!!!! E a Chase che sta
succedendo???
Angolo
dell’ Editor (Anna)
So
che tu vorresti che io iltimi la mia Fanfiction su Harry Potter, però sai anche
che sono troppo lanciata su questo nuovo progetto.
Grazie
per avermi nuovamente sostenuto!!!!!
TV1KDBAPXXXX!!!!!
(ormai ti ho spiegato che vuol dire)
Recensite
numerosi!!!!!!!
Bacioni
Mercury!!!!!
PS:
non ignorate la scritta blu qua sotto!!!!!