Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Feade    17/04/2004    0 recensioni
Un'elfa. Un elfo. Un bosco, un regno, un fratello. Una barriera, una baia, un'isola. Due luci si accesero all'orizzonte....due speranze.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 8: L’inizio di un viaggio

CAPITOLO 8: L’inizio di un viaggio

 

Era notte.

Una leggera brezza lasciava presagire una tormenta.

I corridoi di Imladris erano deserti….tranne uno ne l quale la presenza di un elfo rischiarava la strada.

Telperion era immobile di fronte alla stanza di Legolas.

Sembrava una statua.

Una bellissima statua scolpita nel cristallo da uno dei migliori artisti.

 

Legolas non riusciva a dormire.

Era teso per la missione e, anche se non voleva ammetterlo neppure a sé stesso, per suo fratello.

Si rigirò più volte nel letto.

Si fermò con il volto sprofondato nel cuscino e sospirò arrendendosi.

Si alzò.

Si vestì svogliatamente lasciando aperta la casacca sul petto nudo.

Aprì la porta e, tenendo lo sguardo basso, la richiuse.

Si voltò verso il corridoio………

- Telperion! - esclamò.

L’elfo lo guardò serio.

- Telperion posso capire che tu sia preoccupato, ma tornerò. -

- Come tornerai? – chiese scettico il giovane elfo.

- Vivo Telperion, vivo! Ne sono certo. –

- Ma non convinto. – replicò.

- Telperion…… -

- No Legolas. Ti prego, parliamo di altro, abbiamo poche ore da trascorrere ancora insieme. –

L’elfo annuì.

 

Così, dimentichi di tutto quello che doveva accadere, passeggiarono come solevano fare tra gli alberi di Bosco Atro.

La luna svolgeva il suo dolce compito illuminando i loro passi e allietando i loro animi con quei pallidi cristalli che brillavano nel cielo sferzati dal vento dell’Ovest.

Lasciarono le dimore per addentrarsi nel boschetto che cresceva rigoglioso accanto al fiume.

L’atmosfera era calma e la quiete faceva da cornice alla bellezza eterea dei due fratelli.

Si sedettero ai piedi di una frondosa quercia.

Entrambi rimasero in silenzio contemplando i suoni della natura.

Spossati dalla tensione accumulata in quei pochi giorni, i due fratelli si addormentarono contro l’ampio tronco.

Intanto la luna salutava quelle due creature per lasciare spazio al sole.

La debole luce di quest’ultimo spunto per illuminare il volto di Legolas che si svegliò.

Era il giorno tanto atteso e tanto temuto.

Si alzò senza far rumore e si diresse verso la sua stanza per prepararsi.

 

Ormai il sole era completamente visibile tra le fronde della grande quercia, ma i suoi raggi erano ancora deboli.

Telperion si svegliò sbattendo più volte le palpebre.

Si guardò attorno.

……

- Legolas! -

Si alzò velocemente e corse verso i cancelli.

 

Legolas era tra i suoi compagni pronto a partire per quell’assurdo viaggio.

Salutò i tre elfi che avevano accompagnato lui e suo fratello a Imladris e Arwen, sua cara amica.

Elrond stava giungendo per dare il suo saluto alla Compagnia.

Legolas si guardò nervosamente intorno.

Telperion non si faceva ancora vedere.

Il Re elfico pronunciò le parole di commiato, mentre Arwen e Aragorn si scambiavano sguardi di cupo e intenso dolore.

Frodo si voltò per incamminarsi.

Legolas cercò di aggrapparsi con lo sguardo a quel piccolo giardino nel quale vari elfi sostavano, tranne uno: Telperion.

Aragorn lo riportò alla realtà posandogli una mano su una spalla.

- Andiamo, amico mio. -

Legolas si voltò sconsolato.

- Non è venuto. -

- Chi, signor Legolas? – chiese Sam.

- Dammi pure del “tu”. – sorrise tristemente l’elfo, - Mio fratello non cera. –

- L’elfo che durante il Consiglio se n’è andato? –

- Si, proprio lui. – disse rabbuiandosi.

 

Doveva arrivare in tempo.

Doveva fermarlo.

Corse a perdifiato per i corridoi.

Sorpasso molti elfi.

Raggiunse la scalinata.

Entrò nel piccolo giardino.

Si fermò appena in tempo per non andare contro sire Elrond.

- Buongiorno Telperion. -

- Dov’è mio fratello, sire? – chiese intuendo già la risposta.

- Il principe Legolas è partito con la Compagnia da non molto. Credo comunque che col passo che tengono abbiano già percorso molta strada. Vorrei chiederti una cosa. – chiese Elrond conscio di ciò che l’elfo gli avrebbe risposto. – Perché non sei venuto? Il volto di tuo fratello era turbato e infelice…….preoccupato. –

Telperion non rispose, fischiò per richiamare il suo cavallo e, facendo un breve inchino, montò in groppa e partì per raggiungere la Compagnia.

Mentre il giovane elfo si allontanava Elrond sorrise.

- Ne ero certo. – disse.

 

Legolas era l’ultimo del gruppo.

Camminava deciso, ma i suoi pensieri erano altrove.

Molte volte ricevette occhiate interrogative dai suoi compagni, ma non vi fece caso.

 

Telperion si bloccò ad un bivio.

Smontò da cavallo esaminando le impronte fresche sul terreno.

Rimontò a cavallo imboccando il sentiero di sinistra.

 

Gli hobbit stavano chiacchierando tranquillamente con Gimli e i due uomini con Gandalf.

Legolas si bloccò.

Gandalf se ne accorse e si fermò anch’esso imitato dal resto dei componenti della Compagnia.

Tutti si voltarono verso l’elfo.

- Cosa hai sentito? -

- Shhh……! –

Il silenzio calò.

- Zoccoli…… - sussurrò Legolas.

Silenziosamente fece cenno di nascondersi tra la boscaglia.

Un cavaliere si fermò sulla via.

 

Telperion si fermò.

Scese da cavallo e …….

 

- Telperion! -

Un’esclamazione venne dalla foresta.

L’elfo si voltò e vide uscire Legolas seguito dai suoi compagni.

Telperion corse ad abbracciare suo fratello.

- Oh Valar, Legolas!-

- Telperion, cosa fai qui? -

- Perché non mi hai svegliato? -

- Io……… -

- Ti prego, resta. – disse Telperion bloccandogli le parole.

- No, ho un impegno da portare a compimento. –

Il giovane elfo lo guardò disperatamente negli occhi mentre gli altri assistevano muti alla discussione.

Telperion lo strinse a sé.

- Ava care Legolas, ava hotuli! (Non farlo Legolas, non farlo!) -

Legolas spalancò gli occhi sorpreso.

Suo fratello aveva usato addirittura l’alto elfico, il Quenya.

Tutti, tranne Gandalf e Aragorn, non compresero quell’ultima frase.

Legolas non sapeva cosa dire.

Così Gandalf ruppe il silenzio.

- Telperion seguici per un tratto, per favore. –

L’elfo lo guardò e annuì sommessamente.

 

Camminarono fino a sera inoltrata al bivio che portava alle montagne tra Imladris e Moria.

Lì si fermarono accampandosi.

Accesero un piccolo fuoco e vi si sedettero attorno.

Legolas era silenzioso.

Una flebile voce ruppe il silenzio che regnava.

- È colpa mia? -

Gli sguardi si posarono su Telperion.

- No Telperion, no.  È una mia decisione. Tu non c’entri. Sentivo che era mio dovere e ho accettato. -

Dai volti dei due elfi non trasparivano turbamenti, ma le loro voci tradivano quella maschera di serenità.

- Giovane Telperion, - esordì Gandalf, - Sei cresciuto molto dall’ultima volta che ti vidi. Fu quando ti portai a Bosco Atro per affidarti  a re Thranduil e a suo figlio Legolas. Avresti dovuto vedere il volto di tuo fratello quando ti vide: per lui eri come un dono prezioso. Era stupito e felice di averti come fratellino, si sentiva importante…….non per la società, per quello era già principe, ma per se stesso, per te. Sto sbagliando Legolas? -

L’elfo negò sorridendo a quei ricordi.

- detto questo non credo che tua fratello abbia voluto vendicarsi di qualcosa che hai fatto. O almeno si sarebbe vendicato in un modo differente. Non ti pare? -

Telperion annuì.

 

Gli hobbit erano rimasti attenti fino all’ultima parola.

- Così voi non siete fratelli fratelli. – cominciò Pipino, - cioè……fratelli……..quei fratelli………insomma, i fratelli fratelli. -

- Pipino, cosa stai dicendo? – gli chiese Merry confuso.

- No, non siamo fratelli di sangue. – disse Telperion, - i miei genitori sono morti affidandomi a Gandalf che a sua volta mi affidò al padre di Legolas. –

- Per cui tu non vuoi che Legolas parta perché hai paura di rimanere solo anc……-

- Shhhh! – lo zittì Aragorn.

Telperion si alzò rifugiandosi nel folto della foresta su di un albero.

Legolas lo raggiunse poco dopo.

 

L’elfo si sedette ai piedi dell’albero.

- Telperion io…….-

- Lo so, devi andare. –

Silenzio.

- Prima sul sentiero, quando mi hai fermato………….mi hai parlato in alto elfico. -

- Si. –

- Mia hai sorpreso……ecco, colpito. –

- Ero……disperato, non sapevo più cosa inventarmi. –

Legolas sorrise dolcemente.

Telperion scese dall’albero e si mise di fronte a  suo fratello.

- Promettimi di tornare vivo. Promettilo! -

- Lo prometto. – disse Legolas.

Entrambi si portarono la mano destra sul proprio cuore per poi portarla sul cuore dell’altro: era il loro gesto di fedeltà come fratelli.

“Il mio cuore è col tuo, sempre” questo è il significato di quel gesto.

- Torniamo dagli altri. – disse Legolas.

Trovarono i compagni tutti addormentati.

I due si sdraiarono: Legolas si addormentò subito, mentre Telperion rimase svegliò a riflettere per addormentarsi più tardi.

 

- Ti amo. -

Si stava ancora confessando a quella bellissima fanciulla che non gli rispondeva.

- Ti amo. -

Insistette vanamente.

La dama scomparsa lasciando spazio ad un cielo prima sfuocato, poi sempre più nitido.

Si stava svegliando.

Non era ancora l’alba.

- Brea. -

Una voce rimbombò nella sua testa come un’eco lontana.

- Brea. -

Non seppe dire se fosse una voce femminile o maschile, era indefinibile.

Sentì il bisogno impellente di seguire ciò che diceva.

Non poteva essere solo una coincidenza.

Ora che ne aveva la possibilità doveva coglierla: avrebbe potuto trovare quella dama.

Cercò disperatamente delle armi, una sacca da viaggio e un mantello, dato che le sue cose erano rimaste a imladris.

- Cerchi questi? -

La voce di Gandalf lo fece voltare.

Spalancò gli occhi nel vedere il suo equipaggiamento che aveva lasciato alla dimora del re elfico.

- Me le ha date sire Elrond! Sapeva cosa avresti fatto e non chiedere di più. -

Telperion sorrise.

Si fidava dell’Istar.

L’elfo si equipaggiò velocemente.

Poi si bloccò frugando nella sacca da viaggio.

- Tieni. -

Gandalf gli porse una pergamena e una piuma per scrivere.

Telperion sorrise come ringraziamento.

Prese una foglia dalla sua sacca, la spezzò. Un liquido di un verde brillante ne uscì. L’elfo vi intinse la piuma e scrisse.

Quando ebbe terminato arrotolò la pergamena e la legò con il gambo di un fiore.

Guardò Gandalf.

- Non ti preoccupare, ha già pensato sire Elrond a mandare un messaggero a tuo padre per avvisare della vostra partenza. -

Telperion chinò il capo.

Poi si avvicinò a Legolas.

Poggiò la pergamena al suo fianco.

Si portò il pugno destro al cuore per poi posarlo su quello di suo fratello.

Gli diede un leggero bacio sulla fronte.

- Hai promesso. – gli sussurrò.

Si rialzò coprendosi il capo col cappuccio del lungo mantello.

Salutò Gandalf e montò a cavallo.

- Dove andrai, giovane Telperion? - gli chiese Gandalf.

- A Brea, Gandalf. A presto. –

Detto ciò, spronò il cavallo verso Ovest mentre il sole nasceva alle sue spalle.

 

- Gandalf, una profezia ci è stata tramandata dai Tempi Antichi. -

- Sei sicuro di ciò che affermi Elrond? –

- Non sono mai stato più sicuro, amico mio. –

 

“Il figlio della luna e la figlia del sole si incontreranno

e per la prima volta non sarà né giorno né notte,

ma solo luce.”

 

Gandalf guardò il sole nascere a Est per poi voltarsi verso Ovest.

- Prosegui figlio della luna. Donaci la luce. -

 

CONTINUA…

 

 

Ciao, Buona Pasqua a tutti ………un po’ in ritardo.

Scusate se ho impiegato un po’ di tempo ad aggiornare, ma ero in montagna e non avevo con me il mio fedele computer.

Per cui un immenso sorry a tutti!

Spero che questo capitolo possa ripagarvi di tutto il tempo che avete dovuto aspettare.

Se non siete troppo arrabbiati……..commentate!

CIAO

Feade   

  

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Feade