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Autore: Ilaryf90    16/03/2012    3 recensioni
Sono euforico.
Sento una strana ma piacevole sensazione all’altezza della pancia che non sono capace di descrivere e che non avevo mai provato fino a questo preciso istante.
Dopo circa trenta minuti, un’ora o due – non saprei dirlo esattamente – le nostre bocche si staccano l’una dall’altra e i nostri sguardi che prima lasciavano intravedere un velo di imbarazzo diventano sempre più consapevoli. Quello che sta accadendo tra di noi è naturale, è la cosa più spontanea e più bella del mondo.
Blaine mi accarezza delicatamente la guancia e io al suo tocco sento come un fuoco propagarsi per tutto il mio viso, mentre ricambio quel gesto di affetto afferrando la sua mano appoggiata sul tavolo e portandola al petto sperando che lui possa rendersi conto del battito accelerato del mio cuore.
Un pensiero prende forma nella mia mente: io e Blaine stiamo insieme. Insomma, proprio insieme.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just you and I

 

 

Sono euforico.

Sento una strana ma piacevole sensazione all’altezza della pancia che non sono capace di descrivere e che non avevo mai provato fino a questo preciso istante.

Dopo circa trenta minuti, un’ora o due – non saprei dirlo esattamente – le nostre bocche si staccano l’una dall’altra e i nostri sguardi che prima lasciavano intravedere un velo di imbarazzo diventano sempre più consapevoli. Quello che sta accadendo tra di noi è naturale, è la cosa più spontanea e più bella del mondo.

Blaine mi accarezza delicatamente la guancia e io al suo tocco sento come un fuoco propagarsi per tutto il mio viso, mentre ricambio quel gesto di affetto afferrando la sua mano appoggiata sul tavolo e portandola al petto sperando che lui possa rendersi conto del battito accelerato del mio cuore.

Un pensiero  prende forma nella mia mente: io e Blaine stiamo insieme. Insomma, proprio insieme.

 

Solo io e te. Tu ed io. Noi.

 

Blaine deve aver colto una certa sorpresa nei miei occhi e mi fissa per un attimo come per chiedere spiegazioni. Mi rendo conto che ormai tra di noi non c’è più quella timidezza che ho provato tante volte in sua presenza non sapendo bene quali fossero i suoi sentimenti.

Ormai è tutto chiaro, lui mi ha scelto. Ha scelto di stare con me e io non riesco ancora a farmene una ragione.

Blaine, allora, mi afferra entrambe le mani e aspetta che io cominci a parlare.

“Stavo pensando… beh… ora io e te….” inizio a dire cercando di apparire il più tranquillo possibile, anche se il tono della mia voce mi tradisce immediatamente e Blaine se ne accorge subito, così cerca di venirmi incontro.

“Stiamo insieme, sì” conclude mostrando il suo entusiasmo per quella constatazione che mi fa ricordare di avere un cuore che continua a battere insistentemente. Quelle parole pronunciate da lui mi fanno un certo effetto. Sembra tutto così reale quando un tuo pensiero viene esplicitato anche da qualcun altro che lo condivide.

Quindi anche lui stava pensando ciò che stavo pensando io, è evidente.

Ma certo, Kurt, quanto sei ingenuo! Dopo una cosa del genere è normale che anche lui pensi a quello.

L’espressione di contentezza dipinta sul volto di Blaine lascia il posto ad una più dispiaciuta non appena controlla l’orologio a pendolo accanto alla libreria.

“Kurt, vorrei tanto restare qui con te ma si è fatto tardi e io ho un appuntamento importante con un professore tra cinque minuti” mi dice con tono triste. “Però ti prometto che stasera sarò tutto tuo”.

Quel sorriso mi fa dimenticare di respirare per un momento finché non mi costringo a tornare con i piedi per terra e scuotendo la testa con un po’ troppa forza gli dico di non preoccuparsi, anche perché sento l’assoluta esigenza di fare una cosa importante, di condividere la mia felicità anche con qualcun altro.

Così Blaine si avvicina per lasciarmi un dolce bacio sulle labbra e sembra esitare per qualche istante in cui rimaniamo immobili a questa distanza, l’uno perso negli occhi dell’altro per ricordarci ancora una volta cosa sta accadendo tra di noi. Poi se ne va con un sorriso e io lo fisso con insistenza finché non sparisce dietro la porta e mi lascia solo con la mia gioia in questa stanza troppo piccola per contenerla.

Ho bisogno di uscire. Ho bisogno di andare in un posto in cui poter sfogare la mia felicità.

Afferro la mia borsa e controllo di avere ciò che mi serve, poi mi dirigo verso l’uscita della Dalton fino ad arrivare alla mia macchina. Mi siedo al posto di guida e metto in moto. Se potessi andrei a tutta velocità ma sono consapevole del fatto che nonostante la mia eccitazione devo mantenere la calma.

Dopo mesi di dubbi, angosce e pigiama-party a casa delle mie amiche che non facevano altro che consolarmi, Blaine si è dichiarato. E ci siamo baciati.

Il mio vero primo bacio: quello per cui ho aspettato tanto e che più e più volte ho immaginato. Ma neanche la più vivida delle mie fantasie si era minimamente avvicinata alla realtà. Nel momento in cui le sue labbra si sono posate sulle mie poche ore fa la mia mente si è annebbiata e ogni pensiero azzerato: la mia parte razionale mi ha totalmente abbandonato per lasciare la possibilità al mio cuore di condurre il gioco.

Forse è stata la prima volta nella mia vita in cui mi sono lasciato andare del tutto senza pensare a niente, senza futili preoccupazioni. Ed è per questo che tutto si è trasformato in pura magia. Mi sono fatto guidare dall’amore, un sentimento che non conoscevo così bene fino ad oggi.

Ora vedo tutto ciò che mi circonda dal suo punto di vista: gli alberi lungo la strada, ogni singola persona che passeggia, tutto mi appare sotto una diversa ottica.

O forse sono io ad essere improvvisamente cambiato.

Dopo qualche minuto lascio la macchina accanto ad un sentiero che percorro a piedi fino ad arrivare quasi subito ad un piccolo parco giochi con qualche altalena e una giostra dove un paio di bambini si rincorrono allegramente sotto lo sguardo attento dei genitori. Nonostante quel posto sembri normale, come qualsiasi altro parco giochi, per me ha un significato particolare.

Quando ero piccolo ogni domenica mia madre e mio padre mi portavano qui e io cominciavo a giocare, a fare amicizia con altri bambini ed ero felice. Mi bastava poco.

Vado a sedermi su una panchina vuota, quella stessa panchina sulla quale i miei genitori si sedevano e mi controllavano da lontano lasciandomi giocare e interagire con gli altri senza la loro costante e vicina presenza. Mi bastava guardarli ogni tanto per vedere che c’erano ancora e non mi avevano abbandonato: vederli lì, insieme, con le mani intrecciate mi dava la serenità necessaria per continuare a divertirmi senza preoccupazioni.

Mi siedo sulla panchina di legno e prendo dalla mia borsa una penna e un quadernino, lo stesso che qualche anno prima avevo scelto con cura per cominciare a comunicare con mia madre scrivendo tutto ciò che mi succedeva.

Ero arrivato sul punto di scoppiare e non riuscivo più a tenermi dentro tutta la mia frustrazione e la rabbia per i bulli che non la smettevano di prendersela con me. Con mio padre potevo confidarmi ma non fino in fondo, c’era qualcosa che mi bloccava, quindi avevo pensato di “parlarne” con lei. E quale miglior modo se non quello di scriverle? Sapevo che lei mi avrebbe ascoltato e solo quella consapevolezza mi permetteva di dormire più tranquillo e di abbandonare  per qualche giorno quegli incubi che mi tormentavano anche di notte.

Apro il quadernino, cerco la prima pagina bianca disponibile e comincio a scrivere tutto ciò che mi passa per la testa.

 

 

“Ciao mamma,

come vedi sono tornato presto a scriverti e c’è un motivo particolare.

Prima di tutto devo dirti una cosa che sono sicuro mi si possa leggere in faccia in questo momento: sono felice, davvero felice. Sono così felice che inizierei a saltellare in giro per Lima e abbracciare gente che non conosco ma so che non posso farlo, non sarebbe da me.

Anche se ora mi sento un’altra persona. Sono come rinato.

Finalmente Blaine si è dichiarato, capisci? Ha detto che lo emoziono, ha scelto una canzone più emozionante perché cantava con me, anzi mi ha scelto per cantare insieme a lui! È successo tutto così in fretta che sono ancora confuso e mi sembra di essere in un sogno da cui ho troppa paura di risvegliarmi.

Mi ero fatto mille problemi, creato un sacco di filmini mentali che hanno portato a questo, a noi. Finalmente esiste un noi!

Cioè, ancora non riesco a crederci! Non pensavo esistesse al mondo qualcuno capace di accettarmi per quello che sono e desideroso di avermi al suo fianco. Invece c’è e ha il nome più bello di tutto l’universo. Nella mia testa ora volteggiano solo il suo nome e il suo sorriso.

Ho trovato una valida ragione per andare avanti e lottare contro gli ignoranti che non mi accetteranno mai; finché avrò Blaine al mio fianco sarà più semplice persino combattere l’ignoranza che regna sovrana in questa città.”

 

 

Di tanto in tanto alzo lo sguardo verso quei bambini che giocano tra di loro spensierati, senza problemi e ripenso a quando anche io alla loro tenera età ero così sereno e non avrei mai pensato di avere a che fare con dei bulli che volevano solo farmi perdere la fiducia in me stesso. Quando si è solo dei bambini è tutto più semplice: non si hanno influenze di nessun tipo, la mente è pura e i pensieri così genuini.

Ora mi sento un po’ quel bambino che giocava in quel parco. Questa felicità che sto provando mi fa vedere tutto con gli occhi di un ragazzino, come se tutto fosse nuovo e ancora da scoprire. Mi accorgo delle piccole cose che fino ad un secondo fa erano insignificanti o addirittura invisibili e tutto sembra acquistare un colore. Non ci sono più solo il bianco ed il nero ma anche tutte le sfumature possibili che prima non mi era concesso vedere solo perché ero troppo preso da preoccupazioni e ansie.

Ora tutto è più leggero.

Anche questa panchina dura e fredda sembra essere morbida e confortevole.  

Uno dei due bambini presenti nel parco si china per raccogliere una piccola margherita che sembra scegliere con cura per poi correre verso la madre seduta su una panchina non molto distante e porgerle il fiore con un sorriso soddisfatto. La donna lo accetta, stupita per quel gesto così affettuoso, e si sporge in avanti per posare un dolce bacio sulla fronte del piccolo.

Sorrido appena, mentre una lacrima di malinconia mi scende silenziosamente sul viso.

 

“Ti ricordi quando correvo per tutto il parco alla ricerca delle margherite più belle che poi portavo a te e insieme facevamo le coroncine di fiori e fingevamo di essere delle principesse?

I tuoi lunghi capelli castani splendevano alla luce del sole ed io li accarezzavo dolcemente perché affondare le mie piccole mani tra i tuoi capelli era una sensazione piacevole.

Questo è uno dei pochi ricordi che conservo preziosamente con me e che tornano a trovarmi ogni volta che penso a te e a quanto mi manchi.

So che non sono solo. C’è papà, l’uomo più straordinario del mondo, colui che riesce a farsi capire anche soltanto con un cenno e che mi protegge come se fossi qualcosa di raro; c’è Carole, una donna forte e dolce allo stesso modo; poi ci sono i miei amici che riescono sempre a strapparmi un sorriso anche nei momenti di sconforto. Infine c’è Blaine ed è tutto ciò di cui avevo bisogno. Un ragazzo brillante, intelligente, forte e anche molto carino. Una delle poche persone che mi fa sentire al sicuro, al riparo dalla tempesta in cui vengo travolto ogni santo giorno.

Lui è il mio tutto adesso.

Mi ha salvato da un destino che mi si era scagliato contro e minacciava di non mollare la presa; lui mi ha liberato da quella morsa letale e mi ha accolto tra le sue calde braccia.

Posso dire con certezza di aver trovato la persona giusta, colui che ormai ha un posto nel mio cuore, riservato solamente a lui.”

 

Sento il cellulare vibrare nella tasca del cappotto. Lo prendo e leggo l’sms che ho ricevuto. Leggere Blaine sul display ora fa tutto un altro effetto; sento il cuore balzarmi in gola.

 

 

“Ti aspetto tra un’ora davanti alla porta principale della Dalton. Dovrei studiare ma la mia testa è da un’altra parte. Non faccio altro che pensare a prima. Già mi manchi.   –Blaine-

 

 

Devo mantenere la calma, non posso perdere il controllo. Rileggo il messaggio per essere sicuro che non sia solo frutto della mia mente o che sia già sparito e tiro un sospiro di sollievo.

Tutto sembra andare per il verso giusto, finalmente.

Chiudo il quadernino e lo ripongo insieme alla penna nella borsa, poi allungo un braccio verso la margherita più vicina e la adagio con cura sulla panchina.

“A presto, mamma”.

 

 

Durante il viaggio di ritorno sono costretto ad accendere la radio a tutto volume se voglio evitare di schiantarmi contro un albero o di prendere sotto qualcuno. Devo assolutamente distrarmi e non pensare che tra pochi minuti vedrò il mio ragazzo – che strano effetto fa chiamarlo così – per il nostro primo appuntamento.

L’ansia sale mentre sorpasso con facilità un camion che mi stava facendo perdere la pazienza.

Calmati, Kurt.

No, non ci riesco, è più forte di me.

Dopo un po’ arrivo al parcheggio della Dalton ed è arrivato il momento di uscire dalla macchina. Le mie mani sono sudate e avrò sicuramente qualche capello fuori posto, così Blaine deciderà di lasciarmi subito e la nostra relazione non sarà durata neanche tre ore.

Sono ridicolo, lo so.

Mi dirigo verso l’entrata e nel preciso istante in cui Blaine si accorge di me e mi saluta con un gesto della mano tutte le paure di qualche secondo prima svaniscono, come se non fossero mai esistite. Perché non c’era motivo di preoccuparsi: lui è proprio lì, di fronte a me, con i ricci liberi dal gel e mi sta invitando ad avvicinarmi.

Quando ormai sono ad un passo da lui mi viene incontro e mi stringe in un forte abbraccio; sento che anche lui ha il bisogno di toccarmi e sentire che ci sono, che non si è immaginato tutto. Io ricambio l’abbraccio e affondo le mani nei suoi capelli morbidi che profumano di uno shampoo che non so riconoscere; respiro tra i suoi capelli per assimilare quella fragranza e tentare di conservarla con me per sempre. Mi aggrappo a lui come se fosse l’unica fonte di calore umano alla quale posso affidarmi, proprio come quando la presenza di mia madre era uno dei pochi motivi per cui ero un bambino sorridente e sereno.

Era lei stessa la ragione per cui mi sentivo al sicuro; lo stesso riparo che ora ritrovo nel ragazzo che mi sta stringendo tra le sue braccia.

“Sono così felice, Kurt” mi sussurra all’orecchio, prima di tornare a fissarmi negli occhi con un velo di commozione.

I nostri sorrisi mostrano la nostra gioia che può essere finalmente manifestata. Ora non devo più nascondermi, posso essere me stesso anche con lui.

Posso dirgli che voglio stare con lui e che non lo voglio abbandonare per nessun motivo.

Non ho bisogno di altro affinché la mia vita sia completa.

Mi basta solo allungare la mano e trovare la sua pronta a stringerla.

 

Solo tu ed io. Io e te. Noi.

                                                                                                      

 

 

 

 

 

 

 

 

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Note dell’autrice

 

Ultimamente mi piace scrivere scene malinconiche o relativamente tristi e non so il perché. Proprio ieri stavo pensando di scrivere qualcosa sull’anniversario Klaine ma poi avevo questa voglia di parlare della madre di Kurt (continuo a portare avanti la mia campagna affiché se ne parli di più in Glee).

Dopo averla scritta ho capito da cosa mi è venuta l’ispirazione. Non so quanti di voi hanno visto il film “Remember me” (bellissimo, a mio parere) dove c’è un ragazzo che ha perso il fratello, che si è suicidato, e torna spesso al bar dove si sedevano insieme e scrive su un quadernino per comunicargli le sue paure o semplicemente la sua giornata. In questo modo riesce a sentirlo più vicino. Come Kurt corre a “raccontare” alla madre cosa è successo con Blaine e la sente accanto a lui.

Non voglio annoiare ulteriormente con le note, quindi spero solo che vi piaccia e magari fatemi sapere cosa ne pensate.

Se qualcuno volesse seguirmi su Twitter tanto per chiacchierare di Glee o del più e del meno io sono Ilaryf90 (che fantasia eh?). Aggiungetemi tranquillamente!

Alla prossima,

 

Ilaryf90

   
 
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