Jude sospira, preoccupato come sempre, osservando la città immobile sotto di sé, attraverso la finestra. Un anno fa non avrebbe mai creduto di vedere una metropoli completamente calma, ferma, silenziosa. In quel tipo di silenzio che fa venire i brividi, quel tipo di silenzio proprio dei felini che stanno per colpire una preda. Quel silenzio carico di tensione che ascolta con tutti i nervi tesi da mesi, ormai.
Stringe il calcio della pistola spasmodicamente, come ad esercitarsi a sparare, tenendo gli occhi gelidi puntati sulle strade grandi e deserte, piene di carcasse di automobili. Non gli piace sparare. Robert gli ha detto qualche giorno fa che fare fuori gli erranti gli dà una sensazione di sfogo, una parte di lui si sente più uomo. Jude non riesce a pensarla così. Sarà la sua indole inglese, sarà che con quei cosi non vuole averci nulla a che fare e quando scende al piano terra è solo per strette necessità.
Ormai è da cinque mesi che sono chiusi in quel grattacielo, circondati da rumori lugubri, sporadici spari che poi si trasformano in urla, ma soprattutto grugniti e lamenti disumani. Sono stati fortunati, ad essere ancora vivi. Se di fortuna si può parlare. Ormai si sono abituati a rimanere svegli la notte, a turno, per evitare che uno di loro riesca ad entrare dalla porta blindata. Ma quella è semplice sopravvivenza, un nervoso trascinarsi di giorno in giorno, senza rischiare ma anche senza sapere che cosa sta succedendo nel mondo.
Se esiste una speranza.
Se esiste una cura.
Se esiste un rifugio.
Completamente tagliati fuori dal resto dell'umanità, se ancora ne esiste una. Il pensiero che potrebbero anche essere gli unici due esseri umani rimasti al mondo - o negli Stati Uniti, perlomeno - potrebbe anche corrispondere a realtà, per quanto ne sappia lui. La radio e la televisione restituiscono solo segnali statici vuoti e privi di qualsiasi tipo di informazione. Fosse anche una parola.
Ha visto una persona venire smembrata viva dai denti marci di uno di quei cosi. Ha visto il sangue colorare la strada mentre le urla rimbombavano in tutto il quartiere ed altri si trascinavano attirati dalle grida. Immagina sempre, quando Robert è fuori a procurarsi beni di prima necessità, che venga morso. Che torni nel loro appartamento, ma solo per cibarsi di lui. Si immagina di venire fatto a pezzi dall'uomo che ama. Immagina...
I fotogrammi che hanno riempito i suoi occhi vengono improvvisamente interrotti da un tocco caldo sul collo e da braccia sicure che gli stringono il corpo. Sobbalza, in un secondo di spavento, per poi voltare il viso e trovare gli occhi scuri di Robert.
«Scusa, ti ho spaventato?» Mormora.
«Sì.»
«Mi dispiace.»
«Fa niente» Sussurra, flebile, sospirando già per il sollievo. «Tutto bene?»
Robert annuisce. «Tutto bene. Abbiamo cibo per la prossima settimana».
Jude si rilassa, rimanendo in silenzio. Sono innamorati, questo è vero. Ma quanto a lungo resisteranno? Quanto a lungo continueranno ad esistere? Nell'occhio della Fine del Mondo, Jude non sa più rispondere. Ma per la prossima settimana, probabilmente resteranno vivi. Per ora, conta solo questo.

NdA: Questa è una flashfic senza pretese, come al solito. Si tratta di una piccola The Walking Dead!AU, scritta per il solo motivo che mi serviva qualcosa per la settimana dell'horror della RDJude Week. E perché amo gli zombi, ma questa ormai non è più una novità. Stavolta mi sono evitata di trasformare Robert o Jude in uno di loro, perché srsly, basta, poverini x'DDD come setting è ambientata durante la seconda stagione di TWD, dopo che il gruppo di Rick e Shane kljklfldgdf *piange* se n'è andato dalla città. Ho pensato, "e se ci fossero stati dei sopravvissuti che hanno preferito rimanere nella città?". Ecco "XD
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