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Autore: Rudyard    16/03/2012    0 recensioni
Ray ha lasciato il suo paese nel New Jersey dodici anni fa e da allora non c'è piú ritornato. Ora sta tornando a casa per fare visita alla sua famiglia, fare il punto sulla sua vita e rincontrarsi con un amico che aveva perso ma che non è mai riuscito a dimenticare.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mikey Way, Ray Toro
Note: AU, Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il traffico sulla I-95 direzione sud,volendo usare un eufemismo, era bloccato. Ray aveva perso il conto di quanto tempo fosse passato dall'ultima volta in cui aveva usato il pedale dell'accelleratore. Tamburellava le mani sul volante con impazienza e controllava l'orologio sul cruscotto: le 4.35 del pomeriggio. Ray guardava, senza speranza, fuori dal finestrino anteriore della sua macchina, l'infinito flusso di luci di coda di fronte a lui. Anche se era dovuto partire da New York piú tardi di quello che avrebbe voluto, era riuscito a rendere il viaggio abbastanza piacevole fino ad ora. Era vicino all'uscita per Belleville e se il traffico si fosse sbloccato presto,sarebbe arrivato a casa dei suoi genitori in tempo per l'ora di cena, proprio come aveva promesso. La pioggia che cadeva a catinelle non aiutava a superare i problemi, sebbene sembrasse rispecchiare il suo stato d'animo cupo. Questo è il suo primo viaggio nel New Jersey da quando lo ha lasciato per andare al college 12 anni fa. Aveva pianificato di ritornare nel New Jersey dopo la laurea e dopo aver raggiunto una carriera piena di successi nel mondo della musica, qualcosa di cui la sua famiglia potesse essere fiera. Ma le cose non vanno sempre secondo i piani. Ray è riuscito a rimanere in stretti rapporti con la sua famiglia, nonostante la distanza. Almeno con i suoi genitori. Suo fratello maggiore, Jimmy, era un'altra storia.Quando Ray è andato via la prima volta per iniziare il college, lui e Jimmy erano riusciti ad accumulare bollette telefoniche monumentali; Ray raccontava a suo fratello maggiore dell'emozione di New Jork e della vita universtaria, mentre Jimmy lo teneva aggiornato sui pettegolezzi della famiglia, inclusi i suoi progetti di sposare la sua fidanzata da tanti anni, cosa che poi ha fatto. Ed è stato allora che le cose tra loro due hanno iniziato a sgretolarsi. E questa era una delle ragioni principali per cui Ray non era entusiasto di ritornare a casa. Sua madre iniziò ad implorarlo mesi prima di ritornare nel New Jersey per l'estate, cosí che tutta la famiglia potesse riunirsi insiemene per il suo 30esimo compleanno. Un altro brutto pensiero che Ray aveva cercato di cacciare fuori dalla sua mente. "Significherebbe molto per noi,"  aveva pianto al telefono. "E poi, caro, non sei l'unico che sta invecchiando. Chissà quanto tempo mi resta e farebbe tanto bene al mio cuore avere entrambi i miei bambini di nuovo sotto lo stesso tetto, solo un'ultima volta prima di morire." La cara vecchia mamma, quando tutto il resto non funzionava, puntava a farti sentire in colpa. Lei e il padre di Ray gli hanno fatto visita a New York diverse volte, sia per la sua laurea che per le vacanze, ma come lei gli ha ricordato piú volte, non era la stessa cosa. Ray sapeva che non poteva rimandare per sempre il suo ritorno a casa. Cosí dopo mesi di implorazioni e pianti da parte di sua madre, ha fatto quello che qualunque bravo figlio avrebbe fatto: ha ceduto. Il traffico aveva quasi iniziato a sbloccarsi. Sul cartello davanti si leggeva: Belleville 30 miglia. Ray sentiva il cuore battergli forte nel petto. Eccoci qui. Sono quasi a casa.

* * *

La pioggia si era ridotta ad un leggero piovogginare quando Ray aveva imboccato l'uscita per Belleville, permettendogli di godere della vista della sua città natale. Quando partí, Belleville era un insieme di terreni non edificabili, piccoli centri commerciali fatiscenti e di campeggi per roulotte. Ora i centri commerciali avevano nuove facciate e i campeggi per le roulotte erano nascosti dietro alberi appositamente piantati allo scopo. Nient'altro che robaccia in una bella confezione. E la gente si chiedeva perchè avesse lasciato questo posto. Mentre si avvicinava alla casa dei suoi genitori, Ray passò con l'auto vicino ad un altro posto che lo faceva rabbrividire con ricordi non piacevoli. Il suo vecchio liceo. Sebbene non fosse un completo sfigato, a scuola non era affatto popolare. La sua imponente stazza fisica gli aveva fatto guadagnare il lusso di essere risparmiato dai bulli della scuola. Era stato anche in grado di aiutare un altro ragazzo che non era stato altrettanto fortunato da quel punto di vista. Mikey Way, un ragazzino dolce, pelle e ossa ed impossibilmente imbranato, due anni piú piccolo di lui. Ray teneva d'occhio Mikey tenedolo sotto la sua ala protettrice. Durante i due anni dal loro primo incontro, Ray e Mikey diventarono molto amici, ma c'era sempre  un' inspiegabile tensione tra di loro che entrambi avvertivano, ma di cui entrambi avevano paura di parlare. L'ultimo suo giorno nel New Jersey prima di partire per il college, Ray era seduto tranquillamente ad ascoltare Mikey parlare, mentre erano sul porticato d'avanti casa di Ray, al tramonto. Ray memorizzò ogni dettaglio: dal modo in cui la luce si rifletteva nei capelli biondo miele di Mikey,ai lacci sciolti delle sue scarpe. Il modo in cui tirava su con il naso quando parlava e come i suoi occhiali continuassero a scivolargli dal naso. Ricordava come gli si illuminò il volto quando Ray gli promise che sarebbero rimasti in contatto, che sarebbero sempre rimasti amici. Fu l'immagine che Ray avrebbe portato con sè per i seguenti dodici anni. Fu l'ulitma volta che si videro. Ma non era passato neppure un sigolo giorno senza che Ray pensasse a quello che era accaduto a Mikey. Oltre a diventare uno dei suoi principali rimpianti.

Ray svoltò nella via dove vivevano i suoi genitori cercando di calmare le palpitazioni del cuore. "Non sarà poi tanto male, in fondo si tratta solo di una settimana. Non lamentarti, cowboy, puoi farcela". Appena immessosi nel vialetto di casa parcheggi, notando una macchina sconosciuta ferma accanto al camioncino del padre e alla station wagan della madre. Porca miseria. Anche Jimmy era là. Ray rimase seduto in auto cercando di darsi un contegno. Non era nemmeno completamente uscito dalla macchina  quando vede sua madre correre giú per il vialetto per dargli il benvenuto. Suo padre era in piedi davanti al portone che sorrideva come un matto.
"Il mio bambino! Il mio bambino!" piangeva la donna mentre lo stringeva in un abbraccio talmente forte da stritolarlo. "Sei qui, sei tornato!" "Hey, lo avevo promesso, giusto?" Le rispose Ray. Forse questa settimana non si rivelerà poi tanto male. Sua madre lo liberò dal forte abbraccio. "
"Oh, amore, sono cosí  felice che tu sia qui," piangeva la donna che guardava Ray con uno sguardo di ammirazione. Con gentilezza gli tirò un pugno della sua massa di ricci, sospirando con disappunto." Hai bisogno di tagliarli," gli disse guardandolo dalla testa ai piedi " e stai diventando troppo magro. Dovrò fare un discorsetto alla tua fidanzata. Non si sta prendendo buona cura del mio piccolo."
"So badare a me stesso, mamma," sospirò Ray. Sua madre gli aveva senza volere ricordato di un altro argomento di cui non era molto ansioso di parlare. Ray pensava a quale fosse il record per il numero piú alto di argomenti che si potesse evitare di avere in una sola settimana. "Gesú, Maria! E ti domandi anche come mai non torni piú spesso a casa," disse il padre di Ray, raggiungendo i due. "Il ragazzo è stato qui in tutto due minuti e già gli stai dando filo da torcere."  "Non è vero!" rispose piccata la signora Ortiz. "Non c'è nulla di sbagliato per una madre volere che il proprio figlio venga trattato come merita." "Sei sorda?" replicò l'uomo, il suo tono diventava sempre piú arrabbiato. "Ha detto che sa badare a se stesso, continua a comportarti cosí e lo farai ritornare urlando a New York!"
Ray all'improvviso si trovò a combattere l'opprimente urgenza di rimettersi in auto e guidare verso New York, o da qualsiasi altra parte. Era come se non fosse accaduto nulla negli ultimi dodici anni. Nulla era cambiato. Dopo tutto questo tempo si ritrovava di nuovo a trovare un modo per mantenere la pace tra queste due persone che lui amava. Due persone che avrebbero dovuto amarsi. Perchè dovevano comportarsi cosí adesso? Perchè dovevano fare tutte le volte la stessa cosa? Li guardava impotente scambiarsi sguardi di rabbia, fino a quando una distrazione ben accetta, sotto forma di una piccola donna dal look esotico, apparve davanti al portone.
"Voi ragazzi avete intenzione di entrare o cosa?" Urlò la 'distrazione'. "Perchè sarebbe un tale peccato lasciare quel bel sedere lí fuori per tutta la settimana!"
Ray scoppiò nella prima vera risata da quando era arrivato. Solo per vederla svanire al suono della voce severa di suo madre. "Theresa, questo non è assolutamente il modo di parlare di tuo cognato! In tutta onestà, riesci a comportarti come una donna per bene?"
"Il solo fatto che tu mi chieda una cosa del genere dimostra quanta poca attenzione tu mi presti," le rispose la piccola donna, correndo via dal portone per salutare Ray. "E' bello vederti di nuovo di persona, finalmente. Coma va, bellissimo?" Gli chiese mettendosi in punta dei piedi per poter baciare una guancia di Ray. Lui le mise una mano intorno alla vita mentre percorrevano il viale per entrare in casa. I genitori di Ray subito dietro di lui. "Anche per me è bello rivederti. Stai veramente bene." le rispose Ray"Roditi il fegato." ribattè la ragazza. Quindi, hai intenzione di rallegrarmi la giornata dicendomi che sei venuta qui da sola?" Chiese Ray a Theresa sussurrando mentre entravano nel saggiorno. "Non sei cosí fortunato, bellezza," gli replicò Theresa girandosi per guardarlo, la sua espressione era diventata piú seria. "Sai? Lui ha davvero voglia di vederti." "Sí, ci scommetto," mormorò Ray tra sè. Si guardò intorno per rendersi conto di ciò che lo circondava. Le pareti erano sempre  decorate con le fotografie incorniciate che documentavano la sua infanzia. Il tavolo sempre pieno di posta spazzatura e di quotidiani di suo padre. L'intera casa profumava della cucina di sua madre, l'unica cosa di cui non vedeva l'ora. Ray sorrise a se stesso quando notò la sottile plastica che copriva il divano. Un passo in piú  verso la casa di riposo."Sei giusto in tempo per la cena" disse sua madre, affrettandosi verso la cucina. "Starai morendo di fame e ho solo pochi giorni per farti ingrassare." Ray sospirò e scosse la testa. "C'è un sacco di tempo per quello, mamma." Inizò a seguirla lentamente in cucina con Theresa appena dietro." Mi dispiace, mi ci è voluto molto per arrivare. Il traffico era orribile." "Sí, deve esserlo stato," disse una voce profonda. " Ti ci sono voluti, quanto? Dodici anni per tornare qui?" Ray poteva davvero sentire il cuore rimbombargli nelle orecchie al suono di quella voce. Con timidezza, si avviò verso quell'uomo alto e muscoloso, con la testa rasata che stava in piedi dall'altra parte della cucina. "Ciao, Jimmy," buttò fuori Ray, cercando di suonare il piú calmo possibile. Non poteva dire che si aspettava che l'incontro con suo fratello non fosse imbarazzante. Ray si aspettava uno sguardo non di certo amichevole e dei riferimenti sarcastici. Ma quello non significava che era pronto ad affrontarli. Poi accade qualcosa che non si era aspettato, qualcosa che credeva non sarebbbe mai riaccaduta, non importa quanto lo volesse. Il fratello maggiore di Ray gli posò una mano sulla schieda e lo avvolse in un'abbraccio."Ben tornato a casa, Ray."

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Ho iniziato a tradurre una nuova storia. Questa volta si tratta di una fanfiction un po' particolare e quindi faccio delle precisazioni. Innanzitutto non si tratta di una Frerard, anzi ad essere sincera in questa storia Gerard non c'è, è come se non fosse mai esistito. I protagonisti saranno Ray e Mikey. La storia si chiama  "When we meet again"ed è stata scritta da  shadowed-halls , che mi ha dato il permesso di tradurla. Per ora il rating è arancione ma diventerà rosso tra qualche capitolo per via di qualche scena di sesso.Nella storia viene usato il secondo cognome di Ray e della sua famiglia, vale a dire Ortiz e Jimmy è il vero nome di suo fratello.Forse è un po' un azzardo, specialmente per il fandom italiano, postare una storia che non veda Frank e Gerard come protagonisti, ma si tratta di una fanfiction che mi ha coinvolto molto e che è diventata una delle mie preferite. Inoltre, Christine, l'autrice, ha fatto un ottimo lavoro. Le ho promesso che le farò avere i vostri commenti. Che dire, spero che possa cattuare anche voi come ha fatto per me. Baci Fed
  
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