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Autore: _Milla3    17/03/2012    6 recensioni
E se, sette anni dopo, Felì tornasse a Fairy Oak? Magari per fare da fata-tata, stavolta, proprio ai figli di Jim e Vaniglia? Cosa succederebbe?
UltimoCapitolo.
Vaniglia e Jim, orgogliosi, sedevano in prima fila, vicini a Leòn e Violetta. Accanto a loro, c'era Pervinca - Grisam, il sindaco, era dietro le quinte - , con una bambina in braccio. Sun, la sorellina di Stella, era nata qualche mese prima. E il nome era stato la cosa più semplice. «Abbiamo già la nostra stella» aveva detto semplicemente Pervinca «Quindi ora manca il sole della casa.». Tomelilla non aveva obbiettato, ed aveva iniziato, tutta contenta, a riempire la casa di girasoli.
Accanto a loro sedevano Stella e Willow.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Oak..Dopo.[Camelia's and Stella's adventures]'
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Felì
 

Non avrei mai pensato che, dopo sette anni, avrei percorso questa stessa strada, sarei tornata in questo stesso villaggio. Mentre volavo, in quella mattina di maggio, le mie ali fremevano dall'entusiasmo, e anche dalla paura. La lettera era arrivata da Pervinca Burdock, un mese prima. E diceva così.

'Gentile fatina dal nome imprununciabile, che però io conosco molto bene, ho saputo che il suo servizio sta per terminare, e avendo aspettato tanto, pur di avere lei e solo lei come fata-tata, le richiedo servizio a Fairy Oak, presso i miei nipotini. Sono due bambini, un maschietto di un anno e un altro che è ancora nella pancia della mamma, e non sappiamo cosa sia. Se lei vorrà presentarsi il compenso sarà lo stesso che riceveva quando faceva la fata-tata in casa Periwinkle. Distinti saluti. Sperando che lei accetti la mia richiesta, un forte abbraccio. Vì.'

Una lettera scritta in modo formale, così formale che non mi sembrava che a scriverla fosse stata la mia Pervinca. Ma quel 'Vì' alla fine mi fece pensare che fosse stato il suo modo di scherzare. Dio, quanto mi mancava Fairy Oak! Dopo essermene andata, avevo preso servizio presso una famiglia la cui fata era morta da poco. Sarei dovuta restare solo per sette anni, infatti la bambina a cui dovevo badare ne aveva otto. Mi commuoveva pensare che le gemelle avessero aspettato tanto - addirittura un anno, dopo la nascita del bambino di Vaniglia - pur di avere me come fata-tata. Era tutto così meraviglioso. Sorpassai la casa che per tanto tempo era stata la mia dimora, quando ero ancora al mio primo incarico, e arrivai all'indirizzo che mi era stato dato. Una casa accogliente anche da fuori, piena di rose, di viole, fresie, e ovviamente pervinche e vaniglie, i fiori preferiti di Babù. Si sarebbe visto da lontano che lì c'era lo zampino di una strega della luce, e per me, che conoscevo Vaniglia tanto bene, era ovvio fosse lei. Bussai il campanello con non poca fatica, e mi venne ad aprire un uomo, che io non conoscevo poi tanto bene, ma che riconobbi al primo sguardo. 
«Ci si rivede, Jim Burium» Lui sorrise. Aveva in braccio un bambino, di un anno circa. «Già, Felì, sembra sia destino. Beh, lui è Leòn. Ha aspettato tanto per conoscerti.» Leòn, mi spiegò poi Jim mentre parlavamo, stava per 'Dente di Leone'. Mi disse anche che Vaniglia stava riposando insieme a Camelia, la bambina che era nata giusto due giorni prima. Mi maledissi mentalmente per essere arrivata così in ritardo. Mentre io e Jim chiacchieravamo, qualcuno bussò alla porta. Lui andò ad aprire, lasciandomi a socializzare con il piccolo Leòn, che mi guardava con i suoi grandi occhi verdi dalla culla. Jim tornò dopo nemmeno due minuti, con qualcosa che mi fece dimenticare per un momento il bambino. Pervinca, la mia Vì. Più bella e più grande di quando l'avevo lasciata, con la pancia leggermente arrotondata, sicuramente da una gravidanza, al fianco di un Grisam più bello e più grande. 'La mia famiglia' pensai 'Sono tornata a casa'. Baci abbracci, qualche lacrima, in realtà. Era strano rivedermeli lì, tutti di sette anni più grandi, e sapere che sarei stata con loro per quindici - e forse più - lunghi anni. Nel mentre si svegliò Vaniglia. La vedemmo scendere le scale, con Camelia in braccio e un sorriso a trentadue denti. Riusciva a camminare a malapena, ma appena mi vide accellerò il passo, e mi sembrò non fosse mai cresciuta. «Felì, Felì!» Arrivò vicino a me veloce quanto le permettevano le sue gambe, ancora stremate dal parto recente, chiedendo a tutti perché non l'avessero svegliata. «Volevamo lasciarti dormire, amore. Sei così stanca..» Jim si avvicinò a lei con fare protettivo, tenendola per un fianco ed aiutandola a camminare. Le facilitai le cose svolazzando accanto a lei.
«Ciao Babù..» sussurrai. Tutto mi sembrava così irreale. Ancora adesso non riesco a descrivere quella scena. Ormai si era fatto tardi. «Le vedrai domani alla mamma, papà, zia Tomelilla. C'è tempo, Felì, starai con noi tanto tempo.» Mi disse Pervinca, vista la mia impazienza a voler andare a trovare la famiglia che mi aveva accolto tanti anni prima. Sembravano invertiti, i ruoli. Per una volta era lei che cercava di calmare i miei bollori. Oh, trovai Pervinca così cambiata, così come un po' tutti. Andai a dormire, nel mio barattolo - Le gemelle l'avevano conservato -, pensando a tutto quello che avrei fatto negli anni a venire.
 

Dal diario di Vaniglia

 

Caro Diario. 
Non ci crederai mai, ma Felì è arrivata. Mi è mancata così tanto! Pervinca me lo aveva sconsigliato, ma quando ho saputo che avrei dovuto aspettare solo un anno per avere lei, non ho voluto sentire ragioni. Certo, a quel punto anche lei si era convinta. Ed è stata dolcissima a non richiederla per suo figlio - o figlia, chissà. Voglio che Leòn e Camelia abbiano come fata-tata la migliore, voglio che crescano come siamo cresciute io e Pervinca, voglio che siano felici. E Felì è la cosa migliore che sarebbe potuta capitare ai miei bambini. Oggi, quando mi sono svegliata dal riposino pomeridiano che Jim mi costringe a fare tutti i giorni - beh, in effetti non mi dispiace, ma oggi c'era Felì, avrebbe anche potuto svegliarmi! - l'ho trovata che chiacchierava con Pervinca, Grisam e Jim. Nel frattempo guadava Leòn con una tale tenerezza, che anche un bambino avrebbe capito che lei era la scelta giusta, che lo era sempre stata. Anche quando sono uscita dalla camera, mi si è avvicinata, e mi ha salutata con 'Ciao, Babù'. E' tanto tempo, ormai, che nessuno mi chiama più così. E con Felì io torno un po' bambina. Beh, ora ti lascio, credo che Camelia si sia svegliata, ed anche se ora c'è Felì con lei sono sempre in apprensione, in fondo mi conosci, sai come sono fatta. A domani, Diario. Vaniglia.


Spazio dell'autrice:

Come vedete, ho cercato di rimanere il più possibile nello spirito della storia. Insomma, non ho sconvolto la trama, o almeno ci ho provato. Ho voluto aggiungere, a differenza del libro, che è narrato solo da Felì, la sezione 'Dal diario di Vaniglia', così per avere due punti di vista. I nomi per i bambini sono stati forse la parte più difficile. Per Camelia ho cercato di non cadere nel banale, con nomi tipo 'Rose', 'Margherita', 'Viola', e così via. Mi ha anche aiutato il fatto che io mi chiamo Camilla, e ho quindi optato per un nome simile al mio, che amo. Per lui invece è stato complicato, perchè un maschio con un nome di fiore non mi piace. Ho cercato 'Dente di Leone' in inglese. Dandelion. Ma mi sembrava troppo 'Impegnativo' per un bambino, quindi ho ripiegato su Leòn. Beh, che dire? Spero vi piaccia quello che ho scritto. Attendo i vostri commenti con ansia. Grazie per aver letto fin qui. Un bacio<3

  
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