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Autore: MiHyeon    17/03/2012    2 recensioni
"Sei bellissima." le disse, guardandola negli occhi. Francesca fece fatica a sostenere lo sguardo, l'imbarazzo aveva sempre la meglio su di lei, ma fece del suo meglio per ricambiarlo. [...] "Grazie per essere venuta."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un tonfo, seguito da un urlo e un' imprecazione soffocata provenì dalla camera ad est della casa. Un cumulo di abiti giaceva inerte di fronte il grande armadio di legno.
Si udirono dei passi veloci, poi una giovane donna si affacciò alla porta della stanza.
"Francesca?" chiamò con voce preoccupata, fissando i vestiti sparsi a terra. Vide una mano sbucare tra di essi e, dopo qualche istante, anche il volto della ragazzina fece la sua comparsa, corrucciato e rosso. "Va tutto bene?" chiese nuovamente la donna, avvicinandosi.
"No, no, no e NO." sbraitò la ragazza, alzandosi dal terreno e spolverandosi i jeans chiari. "No che non va bene, mamma. Nulla va bene!" si lagnò incrociando le braccia al petto. Fissò l'armadio ormai mezzo vuoto, e i suoi abiti a terra. Erano due ore buone che si stava preparando.
Quella stessa mattina si era alzata stranamente presto, aveva fatto velocemente colazione e si era subito rifugiata nel bagno, camuffando il tutto con un: Tanto non riesco a dormire, vado a farmi una doccia.
Era una mezza verità, in realtà. Sì, non riusciva a dormire, ma non perchè non fosse stanca o cosa, era solamente agitata per quello che sarebbe successo quello stesso pomeriggio.
Così aveva iniziato a lavarsi, accertandosi di usare i bagnoschiuma più profumati e dolci che avesse, di utilizzare quello shampoo che le rendesse i capelli morbidi e lucenti come non li aveva mai avuti.
Una volta uscita dalla doccia, si era asciugata velocemente, così da poter dedicare maggior tempo a quest'ultimi, asciugandoli e spazzolandoli con cura, lasciandoli un pò mossi sulle spalle.
Aveva scelto un trucco semplice e quasi invisibile, ma che al tempo stesso facesse risaltare i suoi occhi nocciola. Infine, dopo essersi guardata per dieci buoni minuti allo specchio, da diverse angolazioni per correggere le eventuali imperfezioni, decise di passare alla scelta dell'abbigliamento.
Quella sarebbe stata la più bella domenica della sua vita, e lei doveva essere perfetta.
Ma ora si ritrovava di fronte al suo armadio, nella sua camera, ad imprecare contro tutti i Santi del paradiso, mentre sua madre la guardava sghignazzando dalla porta.
"Che ti succede?" le chiese la donna, raccogliendo una maglia blu da terra.
"Non ho nulla da mettere, è tutto uno schifo." borbottò la figlia, grattandosi la punta del naso con aria afflitta.
"Solitamente metti la prima cosa che ti capita sotto mano.. Sei sicura che questa sia una semplice uscita tra amiche?" sorrise furba l'altra, guardando la figlia arrossire e iniziare velocemente a raccogliere i suoi vestiti, imbarazzata.
"Si si, certo. Che domande fai, mamma?" chiese Francesca, fuggendo dalla visuale della madre.
Non aveva raccontato nulla dell'appuntamento di quel giorno, nè tantomeno di ciò che era successo in quella famosa discoteca, circa un mese prima. Se avesse parlato di quella sera, probabilmente i suoi genitori le avrebbero vietato di uscire con le sue amiche, dal momento che l'avevano tranquillamente abbandonata per appartarsi con qualche ragazzo appena conosciuto, e se avesse parlato di come aveva conosciuto YoungBae, le avrebbero detto che era un poco di buono, che non si sarebbe dovuta fidare, che poteva essere un pedofilo, un maniaco. O più semplicemente potevano dirle: Non ci esci, perchè non siamo daccordo.
Anche se quello che temeva di più, in realtà, era suo padre.
"Sicura sicura?" chiese nuovamente sua madre, sorridendole. Francesca sventolò una mano avanti il viso, raccattando gli ultimi indumenti sul pavimento.
"Certo certo, ora potresti aiutarmi, per favore?" piagnucolò, guardando sua madre, congiungendo le mani. La donna sorrise e affiancò la figlia, studiando i possibili abbinamenti. La ragazza faceva spostare lo sguardo da sua madre ai vestiti, ora sul suo letto, pregando che non facesse altre domande. Non era mai stata brava nel raccontare bugie, non ci sarebbe voluto molto per scoprirla. Maledetto il suo arrossire e balbettare!
In breve tempo la donna le trovò un paio di jeans corti, quasi bianchi, ed una maglia nera con delle scritte argentate, che le arrivava a metà della coscia. Le mise tra le mani i capi e le sorrise.
"Questi potrebbero andare."
Francesca guardò gli abiti fra le sue mani e i suoi occhi si illuminarono immediatamente, nemmeno ricordava di averla, quella roba! Prese un paio di Converse nere e le avvicinò al letto, dove iniziò a gettare i vestiti che prima indossava. "Grazie, mà!" disse, mentre la donna usciva dalla stanza sorridendo.
La ragazza finì di vestirsi velocemente, poi corse avanti allo specchio, guardandosi attentamente. Sì, stava bene, si piaceva davvero. Non aveva mai fatto affidamento sulla madre prima, in fatto di moda, ma i suoi gusti non erano poi così antichi come pensava.
Lanciò un'occhiata all'orologio, notando che mancavano dieci minuti all'orario del loro appuntamento. Sapeva di dover arrivare in anticipo- solitamente le ragazze non fanno questo?-, almeno qualche minuto prima, così si diede una veloce spruzzata di profumo, afferrò al sua borsa e corse fuori.
"Io vado!" urlò all'uscio di casa, mentre si assicurava di aver tutto nella sua tracolla.
"Va bene, stai attenta!" le rispose la madre, continuando a passare la scopa nel salone. La ragazza arrossì quando, qualche istante prima di chiudersi la porta alle spalle, la sentì urlare un:  Spero tu ce lo faccia conoscere presto!
La ignorò ed uscì dalla propria abitazione, iniziando a camminare velocemente verso il centro. Si erano dati appuntamento avanti una gelateria famosa per la grande statua di un Koala all'ingresso. Molti, ignorando il vero nome, la chiamavano proprio 'Koala'. Francesca aveva avuto l'occasione di incontrarcisi parecchie volte con le sue amiche. Era il loro locale preferito, era sempre tranquillo, non c'era mai tantissima gente, e l'interno era colorato e particolare.
Arrivata, si sedette su una panchina, al centro della piazza, poco distante dalla gelateria. Si sentiva davvero agitata, non aveva mai realmente fantasticato sul suo primo appuntamento, ma di certo non immaginava che sarebbe stato con un ragazzo così bello come YoungBae. Cercò il burro cacao nella sua borsa e se ne applicò un po sulle labbra, guardandosi intorno. Si sentiva un po a disagio anche per il suo abbigliamento. Solitamente usciva con jeans e t- shirt, oppure delle tute, senza fregarsene molto. Ora era davvero una ragazza in tutto e per tutto, le faceva uno strano effetto.
Stava controllando l'orario del display sul suo cellulare, quando ad un tratto la sua visuale divenne completamente nera.
"Cos.." mormorò portando le sue mani su quelle poste sopra i suoi occhi. Il suo battito accellerò e sorrise inconsciamente, quando sentì respirare vicino il suo orecchio un 'Indovina chi sono?' piuttosto divertito. "YoungBae." ridacchiò, sentendolo sbuffare una risata e allontanare la mani. Immediatamente si alzò, voltandosi verso il ragazzo, rimanendo senza respiro: quel giorno Taeyang aveva deciso di indossare una canotta nera attillata con dei disegni verdi, che lasciava scoperte le braccia muscolose che l'ultima volta in cui si erano visti erano nascoste sotto la pelle del giubbino rosso. Dei jeans scoloriti di qualche taglia più grande e delle semplici Converse nere.
Il tutto accompagnato da dei guanti di pelle nera tagliati all'altezza delle dita, e da un cappello nero con delle scritte lilla.
"E io che pensavo di esserci riuscito!" ridacchiò il coreano, facendo scorrere a sua volta lo sguardo sul corpo della ragazza. Francesca rise, passandosi le mani sulle pieghe della maglia, in imbarazzo.
Taeyang passò oltre la panchina, arrivandole davanti, poi, sempre sorridendo, le prese una mano e le stampò un bacio sulla guancia, facendola arrossire. Per un attimo, la ragazza si chiese come mai non l'avesse baciata sulle labbra, ma la domanda passò in un attimo, e venne velocemente dimenticata quando il ragazzo parlò nuovamente.
"Sei bellissima." le disse, guardandola negli occhi. Francesca fece fatica a sostenere lo sguardo, l'imbarazzo aveva sempre la meglio su di lei, ma fece del suo meglio per ricambiarlo.
"An- anche tu." sussurrò, stringendogli la mano e guardando a terra quando sentì la sua testa produrre un rumoroso brusio capace di coprire gli altri suoni.
"Grazie per essere venuta." sorrise lui.  La sedicenne ricambiò il sorriso, con gli occhi luminosi.
 
 
 
Francesca si rese conto che quel ragazzo aveva la parlantina facile quando, dopo aver controllato con la coda dell'occhio l'orologio del parco, si rese conto che da venti minuti buoni Taeyang le stava ancora parlando della sua vita in Corea, prima che si fosse trasferito in Italia con alcuni suoi amici per imparare la lingua.
Ragionò su, e sorrise al ragazzo pensando che se era davvero intenzionato a raccontarle tutta la sua vita fino a quel giorno, ne avrebbero avuto ancora per molto.
Non le erano mai piaciute le persone chiacchierone, ma per quel ragazzo avrebbe potuto fare una piccola eccezione, ovviamente.
Stava bevendo un sorso di Coca Cola dalla lattina quando sentì una mano del coreano poggiarsi sulla sua spalla. Alzò lo sguardo e lo vide guardarla sorridendo e, dettaglio impossibile da trascurare, con le labbra serrate.  Si chiese quando avesse finito di parlare- sempre se avesse realmente finito. Ricambiò il sorriso.
YoungBae la guardò cercando qualcosa di sensato da proporre. Non voleva che la ragazza si annoiasse proprio al loro primo appuntamento, e si rendeva conto di essersi lasciato andare un po troppo. Temeva di vederla sbadigliare da un momento all'altro.
"Che fai nel tempo libero, di solito?" le chiese, prendendo un sorso della sua bevanda.
Avevano deciso, quando si erano incontrati davanti a quella strana gelateria, di prendere qualcosa al chiosco vicino ai grandi giardini della città, e di passare un po di tempo seduti sull'erba a chiacchierare.
La castana sembrò rifletterci su.
"Esco con le amiche, ascolto musica.." iniziò, guardando il cielo azzurro sopra le loro teste. La sua attenzione fu momentaneamente catturata da una soffice nuvola bianca dalla forma rotonda, con un sottile prolungamento ad un lato di essa. Le ricordò il suo gatto, e si rese conto che quel giorno non aveva nemmeno notato la sua presenza. Ridacchiò. "A volte vedo film."
"Che genere ti piace?" chiese interessato il coreano, mentre nella sua testa già si stava formando una mezza idea di come risollevare il pomeriggio.
"La maggior parte delle volte vedo Horror, ma anche le commedie non mi dispiaciono." rispose la ragazza, omettendo che qualche volta, nella noia più totale, si era ritrovata sul divano di casa sua a deprimersi di fronte ad un film strappa lacrime. Era un dettaglio che evitava sempre di aggiungere nelle conversazioni.
"Due generi completamente diversi.." mormorò Taeyang. "Romantici?" domandò poi.
Francesca arrossì lievemente, abbassando lo sguardo.
"Non ne ho mai visti." mentì, evitando gli occhi del ragazzo. "Perchè?" 
Senti Taeyang sospirare.
"Sono belli, sai." sorrise lui, puntellandosi con le mani sull'erba dietro la sua schiena. "Puoi sognare, guardandoli." Francesca strinse le labbra.
"Non sono d'accordo." rispose, ottendendo un' occhiata incuriosita da parte dell'altro, che la invitò a proseguire. "Voglio dire, secondo me non fanno altro che illudere chi li vede, o fargli capire cosa a loro non accadrà mai." disse, giocando con un filo d'erba.
Lo prese tra le mani e lo arrotolò più volte attorno alle sue dita fino a trasformarlo in una specie di molla verde e profumata.
Taeyang, invece, era rimasto ad osservarla interdetto. Solitamente le ragazze della sua età sono alla ricerca del principe azzurro, proprio come in quei generi di film. Di solito adorano quelle storie che ti farebbero venire il diabete anche solo a sentirne il titolo, a lieto fine, e sognano di viverne una tutta loro.
Francesca invece no. Lei sembrava avere una visione della vita tutta sua, e la cosa lo incuriosiva parecchio.
"Non sempre è così." le disse, vedendola scrollare le spalle e mormorare un 'Io la vedo così.'
Le sorrise nuovamente e la prese una mano fra le sue, più grandi. 
"Facciamo così." iniziò, dopo un attimo di silenziosa riflessione. "Ti porto al cinema a vedere il film più sdolcinato che abbiano, poi mi dirai cosa ne pensi. Ma non devi darmi subito la tua opinione. Fallo tra... qualche giorno. "conlcuse sicuro.
Francesca lo guardò incuriosita e preoccupata al tempo stesso. Sentiva il viso scottare e immaginò la sua pallida carnagione prendere velocemente colore. Cosa intendeva, Taeyang? Come sarebbe potuta cambiare la sua opinione su quello, da un giorno all'altro?
Pensava seriamente di rifiutare, quando vide il volto del ragazzo avvicinarsi pericolosamente al suo, con gli occhi socchiusi, e l'attimo dopo le sue labbra carnose erano poggiate all'angolo della sua bocca, delicatamente. 
Chiuse istintivamente gli occhi, serrandoli come impaurita, trattenendo il respiro senza nemmeno rendersene conto.
"Per favore," sussurrò poi il ragazzo di fronte al viso arrossato di lei, guardandola intensamente.
Francesca si ritrovò ad annuire senza neanche rendersene conto, ipnotizzata da quei dolci occhi scuri che rispecchiavano l'animo infinitamente dolce di quel ragazzo.
 
Alle sei di pomeriggio il cinema era vuoto, come aveva ben immaginato Francesca, se non per qualche famigliola felice e spensierata che decide di portare i loro bambini a vedere il solito film d'animazione, i cui personaggi vanno dagli uomini ai pennuti. Le trame sono spesso idiote, per non parlare degli avvenimenti altrettanto  assurdi, ma infondo sono appunto dedicati ad un pubblico di ragazzini che non vanno di certo guardare i dettagli.
Taeyang l'aveva fatta sedere su un divanetto di pelle all'entrata del locale, mentre lui andava a fare i biglietti. La ragazza poteva vederlo andare da una parte all'altra con quei pezzi di carta in mano, prima di tornare con un grande secchiello di pop corn, sorridendole.
La sala dove avrebbero proiettato il film era letteralmente isolata, e questo le fece venire un brutto presentimento: era andata parecchie volte al cinema a vedere film- principalmente horror- con le sue amiche, una volta c'era anche andata con suo fratello, e le sale erano sempre piene di gente; quasi sempre, a fine film, esso risultava come uno dei più belli che avesse mai visto. Ma se nella sala c'erano solo loro due, e altre sette persone? Avrà dovuto significare qualcosa, no?
Si sedettero comunque  in una delle ultime file parlando un po del più e del meno, finchè le luci non si spensero e tutti si zittirono per dedicare la loro attenzione al film.
Francesca non aveva mai visto nulla di più assurdo. Tutta la storia girava attorno alla relazione tra un uomo ed una donna, tra alti e bassi e corteggiamenti vari. Lei avrebbe trovato snervante un ragazzo che la assillava facendole trovare di tutto, dalle rose, ai bigliettini, ai cioccolatini.. o magari lo pensava solamente perchè quella era tutta finzione. Una messa in scena, appunto. E con delle scene di scarsa comicità, tra l'altro.
Non potè comunque non apprezzare e arrossire quando le loro mano si incontrarono mentre entrambi erano intenti nel prendere dei pop corn; e sorrise, quasi sciogliendosi, quando Taeyang le passò un braccio attorno le spalle, facendole poggiare la testa sulla sua spalla mentre le lasciava un leggero bacio sulla tempia.
La nuova prospettiva non le dispiaceva affatto e una parte di lei si era ritrovata a pregare che quel film durasse in eterno, giusto per poter rimanere abbracciata al coreano per sempre. Il contatto con la sua pelle aveva il potere di farle battere velocemente il cuore, ma allo stesso tempo di rilassarla, dandole una bellissima sensazione di tranquillità.
Il film era diventato anche interessante, se guardato da quel punto di vista, tanto che sentì un senso di delusione crescere in lei quando le luci della sala si riaccesero sulle dolci note della sigla finale che accompagnava i titoli di coda.
"Ti è piaciuto?" le chiese il ragazzo.
Francesca annuì stiracchiandosi un po, allungando le braccia verso l'alto.
"Niente male!" ammise ridacchiando.
Taeyang sorrise, felice della sua piccola vittoria.
"Visto che avevo ragione?" le prese la mano, accompagnandola verso l'uscita. Francesca rise nuovamente, dimentica della conversazione avvenuta al parco e di tutte le se domande.
Guardò l'ora sul display del suo telefonino e sgranò gli occhi. Mancavano dieci minuti allo scoccare del coprifuoco, e sapeva che se non lo avesse rispettato i suoi genitori non le avrebbero permesso di uscire per parecchio tempo.
Il cinema non distava molto da casa sua, ci sarebbero voluti dieci minuti in macchina, almeno mezz'ora a piedi.
"YoungBae," iniziò mormorando. Il ragazzo si voltò a guardarla.
"Dimmi." le sorrise.
"Tra dieci minuti devo essere a casa.." finì, mordendosi l'interno guancia. Il coreano annuì, spostandosi la visiera del capellino con una mano. Che stupido, non aveva pensato al fatto che la ragazza sarebbe, probabilmente, dovuta rientrare entro un certo orario, e non voleva di certo farle prendere una punizione per colpa sua.
"Certo, ti accompagno." disse, "Dobbiamo solo tornare in centro, ho lasciato lì la macchina.." continuò, estraendo un mazzo di chiavi dalla tasca dei jeans. Francesca strabuzzò gli occhi, fissandolo scettica. E quelle da dove saltavano fuori, ora?
"Aspetta, hai la macchina?" gli chiese. L'altro annuì e la ragazza scosse la testa, confusa. " E non potevamo prenderla per venire qui?"
Taeyang si passò una mano sul collo, abbassando lo sguardo e abbozzando un sorriso.
"E' che," iniziò "Volevo fare una passeggiata con te, sai.." mormorò, rialzandolo poi sul volto della ragazza.
Francesca arrossì sorridendo. Quel ragazzo era la dolcezza in persona. Più volte quella sera in discoteca si era chiesta come mai fosse capitato propio a lei; più volte mentre messaggiavano durante la giornata, si era chiesta cosa avesse fatto di tanto buono e giusto per meritarlo. Non aveva mai trovato una risposta, però, oppure quelle domande venivano spazzate via dalla sua mente a causa delle frasi dolci che lui stesso le scriveva, e non poteva far altro che sorridere, sentendo le farfalle svolazzare leggere nel suo stomaco.
Il tragitto in macchina fu piuttosto silenzioso, se così poteva essere definito. Il ragazzo aveva ben deciso di farle ascoltare qualche CD del suo gruppo preferito, naturalmente coreano. Taeyang aveva una passione per il rap e l'hip hop, Francesca fu felice di constatare, e almeno in quanto a musica andavano d'accordo.
Ogni tanto YoungBae le poggiava una mano sul ginocchio scoperto, mentre canticchiava qualche frase delle canzoni nella sua lingua, e la ragazza lo guardava affascinata, stando attenta a non lasciarsi distrarre e a dare le giuste indicazioni per casa sua.
Pensò che magari gli avrebbe potuto chiedere qualche lezione di coreano, sembrava davvero bello quanto difficile. Se avrebbe provato a studiarlo da sola, sicuro non ci avrebbe capito nulla.
Gli aveva più volte chiesto il significato delle frasi da lui rappate, ed ogni singola volta Taeyang le rispondeva spiegandole il significato, parola per parola, attentamente. La castana era sempre più incantata.
Quando arrivarono al vialetto dove si trovava casa sua, Francesca chiese gentilmente al ragazzo di fermarsi un pò prima, così da far in modo che i suoi non si accorgessero del suo rientro e non la riempissero di domande.
Taeyang sorrise, parcheggiando qualche metro prima della sua abitazione, spegnendo il motore dell'auto, lasciando però la radio a basso volume accesa.
"Spero ti sia divertita." sospirò il ragazzo, appoggiandosi al sedile. Realizzò che quel pomeriggio era passato troppo velocemente, e non voleva lasciar andare la ragazza. Avrebbe preferito stare con lei per sempre.
Francesca annuì, sorridendogli mentre si slacciava la cintura di sicurezza.
"Certo! Mi è anche piaciuto un film romantico, e non è una cosa da me!" rise imbarazzata, torturandosi le dita delle mani, tenendo lo sguardo puntato a terra. "Sono stata davvero bene." mormorò poi lentamente "Grazie."
Taeyang si morse il labbro inferiore, guardandola, prima di posare una mano dietro il suo collo e avvicinarsi. Francesca a quel tocco si voltò isintivamente; vide il volto di Taeyang avvicinarsi, l'attimo dopo le loro labbra erano premute insieme. Chiuse gli occhi sospirando, il cuore che batteva velocemente mentre sentiva le dita del coreano scorrere tra i suoi capelli castani, e le loro lingue cercarsi timide.
Quello era il suo primo vero bacio e sperava, un giorno, di non doversi pentire per averlo gettato così, con una persona che non conosceva neanche benissimo, tra l'altro.
Quando YoungBae allontanò il suo viso da quello della ragazza, non prima di averle lasciato un ultimo e dolce bacio sulle labbra, i loro volti erano leggermente arrossati.
Si sorrisero timidamente, poi Francesca si sporse nuovamente per abbracciarlo, respirando appieno il suo profumo. Avrebbe voluto ricordarlo per sempre.
"Ci vediamo presto." le sorrise lui, una volta sciolto l'abbraccio. Francesca ridacchiò.
"E' una minaccia?" gli chiese, strizzando gli occhi mentre lui le pizzicava giocosamente una guancia.
"Naturalmente!" le rispose, mentre la ragazza scendeva dall'auto, affacciandosi poi al finestrino e sventolando la mano.
Taeyang ricambiò il saluto, facendole l'occhiolino. Sorrise quando la vide arrossire ed iniziare a camminare verso casa sua, velocemente. Aspettò di vederla rientrare e chiudersi la porta alle spalle, prima di partire.
 
Francesca si chiuse la porta della camera alle spalle e scivolò fino a sedersi a terra. Sorrise portandosi una mano al petto, all'altezza del cuore, sentendolo battere velocemente.
Aveva appena passato il pomeriggio più bello della sua vita con un ragazzo fantastico, e tutto era andato per il meglio. Anche il suo primo bacio era stato bellissimo, e non aveva neanche fatto figuracce! Nonostante tutto era anche rientrata in tempo, e i suoi genitori non le avevano chiesto nulla, nè impedito di uscire nuovamente.
Era andato stranamente tutto divinamente.
Guardò i vestiti ancora accatastati sopra il suo letto e, se in un' altra occasione avrebbe iniziato ad imprecare contro di essi o contro sua madre che non si era premurata di sistemarli, ora sorrise e sospirando si alzò iniziando a piegarli e riporli con cura nell'armadio ancora aperto.
Se ci pensava bene, la sua vita non era poi così brutta come pensava. Infondo, forse, le serviva solamente qualcuno da amare per vederla come davvero era.




N.d.a.
Di nuovo qui con la seconda OS della raccolta. EFP non ha voglia di farmi scrivere in rosso, quindi mi toccherà fare queste note monotone e spente, questa volta.
Beh, che posso dire, ovviamente ci sarà una terza OS che già ho in mente. Ma prima di scriverla, vorrei dedicarmi al secondo capitolo di I'll Hold Your Hand, così da scriverne un pò a turno. Giusto per non lasciarne nessuna indietro.
Ah, mi sto ingegnando anche per trovare un titolo per la Raccolta, e con tutti questi titoli mi sto intrecciando. Questa OS l'avrà cambiato almeno due volte.
Coomunque, spero vi sia piaciuta. Che dire, io mi sono divertita a scriverla e sono soddisfatta del risultato, per una volta in tutta la mia vita.

Alla prossima!
Bye~
   
 
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