Gary "Squib" Furlong aprì gli occhi e si voltò verso il suo comodino, dove su una vecchia sveglia a forma di racchetta da tennis troneggiava la scritta 04:25. Che orario idiota per svegliarsi. In televisione non trasmettevano più nulla ed era decisamente troppo presto per andare a fare qualche tiro contro il muro, quindi non potè fare altro che rimanere lì steso cercando di riprendere sonno.

Squib si voltò verso il calendario e guardò la data. Una data fin troppo familiare.

Era accaduto esattamente un anno prima. Non poteva credere che era già passato così tanto, gli sembrava ieri che Sebastian era arrivato alla Cascadia insediandosi nella sua stanza. E invece ora, voltandosi verso il letto accanto, vedeva la figura di Cameron.

Non che Cameron non gli fosse simpatico, anzi. Ma non era Sebastian, non era il primo vero amico che Squib avesse mai avuto, anche se, certo, con Sebastian avevano avuto i loro contrasti... ma Sebastian era davvero unico, e non sarebbe tornato. Se n’era andato per un semplice guasto al motore dell’aereo che avrebbe riportato lui e Meghan alla Cascadia.

Squib era andato avanti, ma quel giorno, nell’anniversario della loro morte, il dolore rimasto assopito per tutto quell’anno tornava a farsi sentire, si risvegliava totalmente.

*-* *-* *-*

Cody Mayers, sentendosi scuotere leggermente un braccio, aprì gli occhi. Suo padre era seduto sul bordo del suo letto con in mano un piccolo vassoio con la colazione.

-Buon compleanno, tesoro.- la salutò. Cody si tirò su a sedere, poggiandosi alla testiera di legno del letto –Grazie, papà.- disse con un sorriso triste.

-Ehi, non essere triste.- disse suo padre –So bene cos’è successo l’anno scorso, ma sai che non si può tornare indietro. Credevo che ormai tu avesse metabolizzato la situazione.-

-L’ho fatto.- disse Cody domandandosi quale fosse il vantaggio di avere un padre psicologo: non certo nelle situazioni difficili quando la cosa di cui hai meno voglia è venire analizzata –Sono solo un po’ triste, non ti preoccupare.-

Suo padre annuì.

-Beh, ora mi vesto, devo andare a scuola.- aggiunse alzandosi dal letto e infilandosi le ciabatte.

-E la colazione?- le ricordò il padre.

-Scusa papà... sembra buonissima, ma non ho proprio fame.- si scusò lei.

-E va bene.- sorrise il padre, leggermente deluso, alzandosi e poggiando il vassoio sul comodino –Io te la lascio qui, comunque, se cambi idea...-

Cody annuì mentre il padre lasciava la stanza. Sospirò. Se almeno Adena non avesse dovuto andare a quel battesimo di quella sua cugina di centotrentesimo grado... e invece non sarebbe tornata se non due giorni dopo o giù di lì...

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