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Autore: YoungRevolverOcelot    17/03/2012    0 recensioni
Usando 10th man down come "scheletro" ho cercato di scrivere un racconto sulla caduta di Anna, spero vi piaccia!
" Un forte rumore, come quello di uno strappo, invase la stanza, poi toccò a un urlo di dolore e infine alla luce.
Ce l’aveva fatta, si era separata dalla sua Grazia"
Genere: Malinconico, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anna, Castiel, Gabriel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Una fredda brezza scompigliava i capelli corvini di un ragazzo disteso nel grano, la luna gli illuminava il volto evidenziando i suoi occhi verdi ormai privi di vita.
Pochi metri più in là una donna e due uomini osservavano il giovane: la prima con uno sguardo triste e le braccia strette al petto, mentre gli altri due erano completamente indifferenti e con le mani in tasca.
- Possiamo andare Anna?- chiese uno dei due uomini; era di colore, alto e abbastanza robusto, gli occhi scuri che fissavano il grano, era vestito in modo formare: una giacca nera e una camicia bianca.
- Non ancora Uriel- riuscì a parlare con un tono calmo, anche se i suoi occhi verdi lasciavano trasparire l’infelicità che provava in quel momento.
- È morto, non si rialzerà- commentò il secondo uomo scrutando attentamente la sagoma del ragazzo;
era abbastanza alto e snello, aveva dei capelli castani tagliati corti e due splendidi occhi azzurro ghiaccio, indossava un completo simile a quello del compagno, ma al posto della giacca portava un trench giallino aperto.
- Lo so- Anna era una donna di media statura, magra e con dei lunghi e mossi capelli rossi, portava dei jeans stretti e una giacca corta anch’essa di jeans.
- E allora cosa stiamo aspettando? Ci potrebbero essere altri incarichi per noi- disse l’uomo con il trench impaziente.
- Come fai a essere così sereno? Ho appena ucciso un ragazzino, uno di noi!- indicò le ali del giovane che, piano piano, stavano diventando nere.
- Hai solo eseguito gli ordini- rispose indifferente.
- Secondo gli ordini avrei dovuto ucciderne altri otto, Castiel- stava lentamente perdendo il controllo, sperimentando quel nuovo sentimento che fino a poco tempo prima non aveva mai provato: la rabbia.
- Qui non ci sono altri corpi- Uriel avanzò verso la donna osservandola con interesse.
- Li conoscevo tutti, ma li avrei uccisi lo stesso per salvarmi- cominciò in tono vago – Avrei stipulato con questo posto un patto mortale, sarebbe stato la tomba di nove giovani angeli, ma non ci sono riuscita- ammise senza abbassare né lo sguardo né il capo.
- Hai disubbidito agli ordini? Proprio tu, il nostro superiore, hai tradito i tuoi fratelli?- chiese Castiel allibito.
- Uno dopo l’altro, cadremo tutti, tanto vale che sanguiniate con me-
Anna rimase voltata verso il campo di grano e strinse i pugni, mentre gli occhi le cominciarono a lacrimare.
- Che cosa intendi?- Uriel le si avvicinò ancora, seguito da Castiel.
In quel momento la giacca della donna, all’altezza delle scapole, cominciò a tingersi di rosso e subito dopo lei cadde in ginocchio.
- No! Non puoi volerti veramente separare dalla tua Grazia!- i due angeli le si accasciarono accanto – Uriel, tieni premuta l’attaccatura-
- Liberatemi, sono stanca di correre e combattere per la vita, questa non è la mia battaglia- mormorò poggiando una mano sul braccio di Castiel.
- Continua a tener premuto, fai finire il dolore di questa sua pazzia- ordinò ignorando la richiesta del suo superiore.
- Salvatemi da questa guerra; lo sapete: non è per me, è colpa degli arcangeli- strinse più forte il suo braccio.
- Stai firmando la tua condanna a morte, esattamente come fece Lucifero tempo fa- la voce di Uriel sembrava lontana e ovattata, forse a causa di tutto il sangue che aveva perso, infatti le mani e la giacca dell’angelo ne erano completamente imbrattate.
Anna fermò, momentaneamente, quella follia.
- Lucifero… Era così bello… Ma l’idea di unirmi a nostro fratello mi ha sfiorata solo una volta nella mia eternità- spostò velocemente lo sguardo da Uriel a Castiel, per poi tornare a fissare il vuoto – Siete due ottimi soldati, obbedite per uccidere, ma non avete ancora capito che state ammazzando per salvare il culo ai nostri cari fratelli arcangeli-
- Stiamo solo facendo il nostro dovere, esattamente come facevi tu prima di questa tua stupida ribellione- Castiel aveva lasciato trasparire la rabbia che provava nei suoi confronti.
Anna rise, le doleva ogni singola cellula del suo corpo, ma trovò comunque la forza di ridere.
- Invidio le nove vite che i demoni mi avrebbero dato se fossi passata dalla loro parte, almeno non avrei provato rimorso a uccidere. Il mio sentiero si è fatto sui corpi dilaniati. Uomo dopo uomo, soldato dopo soldato, polvere alla polvere. Chiamami una codarda, ma non riesco più a sopportarlo- l’angelo si alzò lentamente, appoggiandosi poi ai due compagni, era troppo debole per reggersi in piedi da sola.
- Forza, Castiel, dobbiamo portarla via da qui- Uriel si guardò attorno, assottigliando lo sguardo in direzione di ogni minimo rumore che captava.
- Non possiamo riportarla in Paradiso, gli arcangeli la farebbero a pezzi per aver disubbidito- l’angelo scosse la testa continuando a sorreggere quella che, fino a poco tempo prima, era stata la sua superiore.
Anna tossì e, con un tono di voce molto basso, parlò.
- Michael, Gabriel e Raphael. Loro mi aspettano di ritorno a casa, l’unica cosa che importa loro è quella di vedermi con le mani imbrattate del sangue nemico; vivono con gli occhi girati, facendo finta di niente; anche se loro sono stati i primi a vedere la rivolta, saranno comunque gli ultimi a sanguinare- sul suo volto si dipinse una smorfia di dolore.
- Sta vaneggiando, dobbiamo riportarla in Paradiso- Uriel guardò l’altro angelo, il quale questa volta annuì.
- E sia-
Con un battito d’ali si ritrovarono in quello che era “l’ufficio” di Anna; davanti a loro c’era Gabriel che, non appena sentì il famigliare fruscio delle piume, si voltò e posò il suo sguardo prima su Uriel e Castiel, poi si soffermò su Anna.
- Che cosa combini sorella mia?- le domandò continuando a fissarla, ma senza avvicinarsi e senza usare un tono di rimprovero, anzi, era alquanto divertito dalla situazione.
- Credo che ci siano dei nuovi incarichi per voi- aggiunse lanciando un’occhiata ai due angeli, i quali sparirono velocemente lasciando Anna a terra, in ginocchio, debole, ma abbastanza forte per guardare suo fratello negli occhi.
- Che cosa combini sorella mia?- ripeté questa volta avvicinandosi a lei e tendendo la mano, ma lei rimase ferma continuando a fissarlo negli occhi.
Era esausta, aveva perso troppo sangue, non pensava che separarsi dalla propria Grazia potesse essere così doloroso.
- Sono stanca di uccidere, Gabriel- ammise senza abbassare lo sguardo, l’arcangelo si sedette accanto a lei appoggiando le braccia sulle ginocchia.
- Ti capisco, ma devi continuare a farlo, è la volontà di nostro padre- quelle parole sembravano così false dette da lui.
- Come puoi capire, fratello mio? Oggi ho ucciso uno di noi, era solo un ragazzino… La sua voce è diventata così acuta mentre moriva… Mi sento come lo strumento di un sovrano, la scusa di un sacerdote, la delizia di un tiranno- un’altra smorfia di dolore si dipinse sul suo volto, doveva finire quello che aveva cominciato il più presto possibile.
- Io da sola, la grande cacciatrice bianca… Avrei marciato finché l’alba non mi avesse portato riposo, ma ora…- Anna guardò l’arcangelo che aveva accanto.
- Potresti aver firmato la tua condanna a morte con queste tue parole- Gabriel era tornato serio, a quanto pare non si stava più divertendo.
- Potrei essere la decima patriota al patibolo, ma non voglio morire- scosse la testa sorridendo al fratello – Io amo mio padre e i miei fratelli, ricordalo-
Un forte rumore, come quello di uno strappo, invase la stanza, poi toccò a un urlo di dolore e infine alla luce.
Ce l’aveva fatta, si era separata dalla sua Grazia.
 
Quella notte sulla terra videro due stelle cadenti e nove mesi dopo nacque, da una coppia che non poteva avere figli, una splendida bambina dai capelli rossi come il fuoco; senza sapere il perché i genitori la chiamarono Anna, Anna Milton.

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NdA.
La canzone è “ 10th man down” dei Nightwish.
Ho cercato di adattare la canzone al momento in cui Anna si separò dalla sua grazia ^^
Spero che vi sia piaciuta!
Ps. Ho scelto Gabriel come arcangelo perché mi sembrava più disponibile e simpatico di Michael e Raphael, infatti nel telefilm si diverte a intrappolare Dean e Sam a “tivulandia” XD
   
 
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