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Autore: Bale    18/03/2012    2 recensioni
Le riflessioni di David Rossi davanti all'ennesimo cadavere
Dedicato a chi non c'è più
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per alcuni di noi non c’è futuro.

Ogni volta che mi ritrovo a fissare il cadavere di una giovane donna o di un bambino, mi ricordo quanto sia provvisorio e precario questo mondo.

Sembra una banalità, ma quello che ci sembra certo oggi non è detto che ci sia anche domani.

La ragazza davanti a me è stata uccisa mentre si preparava per un bel bagno caldo.

L’acqua era ancora aperta quando siamo arrivati.

Ha gli occhi aperti, lo spettro del suo terrore ancora sul volto.

Aveva soltanto ventidue anni.

Mi sento soffocare, non riesco più a guardarla.

Porto lo sguardo altrove, mi avvicino alla sua scrivania.

Era una studentessa. Ci sono libri, quaderni e appunti ovunque.

L’evidenziatore giallo è rimasto aperto.

La punta si seccherà e smetterà di funzionare, ma non ha importanza.

Lei non lo userà più.

Gli appunti sono molto ordinati e precisi, le parole importanti evidenziate in due colori.

Doveva essere una brava studentessa.

Chissà qual era il suo sogno. Chissà cosa voleva diventare.

Distolgo lo sguardo anche da quei fogli.

Il respiro mi si affanna.

Vado in cucina e trovo un bicchiere mezzo vuoto.


Deve aver preso un sorso d’acqua prima di…prima di andare a prepararsi per il bagno.

Nel frigorifero c’è del latte al cioccolato, nella dispensa delle merendine.

Era golosa, molto golosa direi.

Eppure si manteneva in forma.

Nel corridoio c’è una vecchia cyclette cigolante, ma pulita.

Veniva usata così spesso da impedire alla polvere di posarsici su.

Lasciai anche la cucina ed andai sul terrazzo. Avevo bisogno di aria.

Reid mi raggiunse poco dopo.

Iniziò a farfugliare notizie sulla vittima, senza riuscire a chiamarla per nome.

Parlava così in fretta che non riuscivo proprio a stargli dietro.

-Si chiamava Miriam!-   sbottai all’improvviso.

Reid sbattè le palpebre incredulo, come se avesse ricevuto un ceffone.

-Sai, aveva origini italiane-

Mi voltai a guardarlo. Mi stava prendendo in giro?

-Adorava gli spaghetti. C’è scritto tutto sul suo diario-

Mi mise tra le mani un quadernino viola con la copertina imbottita.

Era pieno di fotografie e disegni.

Lo lessi tutto d’un fiato, poi lo rilessi ancora.


Oggi, quel diario si trova sul mio comodino e tutte le sere mi ricorda Miriam e mi aiuta a fare bene il mio lavoro, nonostante l’orrore che ogni giorno mi spinge a scappare il più lontano possibile.
   
 
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