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Autore: VirginiaRosalie    18/03/2012    5 recensioni
Una vita può cambiare a seconda di come la vorremmo noi? Voi direste di no ma io non ci credo.. perché? Perchè ne abbiamo la prova.
Lei una normale ragazza italiana, qualche parente inglese e qualche amica.
Lui un attore famoso, molto successo, molti amici e nemici.
Un amore pieno di ostacoli, paure, illusioni, pianti e tradimenti ed infine, il perdono. E' questo che accade quando lasci il tuo cuore vincere?
"L'aereo atterrò su LAX, il più grande aeroporto di Los Angeles, la città in cui mi stavo trasferendo..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taylor Lautner, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pov Virginia

Los Angeles, 1 ottobre 2012.

L'aereo atterrò su LAX, il più grande aeroporto di Los Angeles, la città in cui mi stavo trasferendo.
"Scusi, potrebbe aiutarmi?" domandai ad un buon uomo che, gentilmente, mi aiutò a portare le grandi valigie fino alla fermata del taxi che avevo chiamato mentre camminavo verso l'uscita.
Finalmente arrivai al grande hotel, il più famoso della città californiana. Scesi dall'auto ed un concierge mi aiutò a portare i miei bagagli fino alla reception dove, a mia sorpresa, mi aspettava una dolcissima cameriera pronta a farmi strada nella mia camera.
Aprendo la porta, potei ammirare tutto l'ordine in quella stanza che sembrava tanto accogliente quanto fredda poiché la finestra più grande era rimasta aperta chissà da quanto tempo. Dopo aver sistemato ogni cosa, decisi di scendere per cenare nella sala principale e, sul bancone della segreteria, vidi un volantino con scritto 'cercasi infermiera alla School Academy LA'; mi guardai intorno, presi il foglio e, dopo averlo diviso in quattro parti, lo misi in tasca e mi affrettai a sedermi al tavolo, ovviamente da sola.
Era la prima notte a Los Angeles, mi trovavo nel letto con il cellulare tra le mani e mille pensieri che volavano nella mia mente; ero agitata e morivo dalla voglia di scoprire quella grande città che mi aveva accolta con amore.
-
La sveglia suonò alle 8 precise ma, con un gesto della mano, la spensi, cambiai posizione nel letto e tornai a dormire finché, due ore dopo, fui spaventata a morte dalla suoneria del cellulare che mi ricordava di chiamare i miei genitori per far sapere loro in che condizioni avevo iniziato a vivere. Volevo fare tutto con regolarità così, prima di scendere per pranzare, mi recai in bagno per fare una bella doccia calda.
Ero decisa, volevo curare i ragazzi di quella scuola, fare l'infermiera non era un brutto lavoro, mi avrebbe aiutata ad integrarmi meglio tra la gente.
Prima di uscire dall'albergo mi ero procurata una mappa per capire dove fosse questa scuola; per fortuna non ci misi molto a trovarla e, quando entrai per richiedere il lavoro, fui accolta con estrema urgenza poiché la prima infermiera si era licenziata due settimane prima che io arrivassi.
Anche la prima giornata era passata ma, questa volta, impiegai meno tempo ad addormentarmi tra le calde e morbide lenzuola che, le cameriere, avevano cambiato la mattina dopo che io fui scesa a far colazione.
-
"Dio mio, non ne posso più, me ne vado"
Mi svegliai di soprassalto dopo aver udito quelle parole; accanto a me c'era una coppia innamorata, erano molto giovani e, da ciò che avevo sentito, non era successo niente di buono. Era il mio secondo giorno a Los Angeles e primo giorno di lavoro, ero entusiasta dell'idea e, da quanto mi era stato detto, avevo dei turni poiché, subito dopo di me, si era presentata un'altra infermiera che aveva richiesto dei cambi giornalieri.
Avevo già visitato, più o meno, la School Academy LA ma fui felice di farlo un'altra volta. Fui accompagnata da un ragazzo alto e moro e, potevo ben notare che ci stava provando con me poiché aveva capito che ero giovane, molto giovane.
"Virginia, bel nome. Ma non sei troppo giovane per lavorare? Cioè, hai 19 anni, perchè non ti godi il soggiorno a Los Angeles e magari qualche ragazzo?" disse ammiccando e portando un suo braccio attorno alla mia vita.
Scossi la testa e mi allontanai velocemente.
"Paul, credo sia meglio che io torni a lavoro e tu torna in classe, grazie per esser stato la mia miglior guida per - guardai l'orologio - un'ora esatta".
M'incamminai verso l'albergo, sospirando profondamente mentre portavo la mano dentro la borsa. Soliti messaggi di mia madre: 'buona cena, buon pranzo, buonanotte, buongiorno'. Frettolosamente ma molto impegnata su ciò che scrivevo, feci qualche passo in avanti e, distrattamente mi scontrai con un ragazzo. Quest'ultimo mi afferrò dalle braccia e, quando alzai il mio sguardo riconobbi Taylor Lautner. Il mio cuore andava a mille, i suoi occhi erano fissi sui miei, come fossero stati incantati, e le sue mani mi stavano toccando con leggerezza. Non ebbi neanche la forza di parlare, urlare o di scusarmi per quell'inconveniente, non riuscivo a credere che il desiderio scomparso che avevo di lui, si fosse riacceso così facilmente.
"Scusa."
Le sue labbra si mossero a pronunciare quella parola così dolce che mai, e dico mai, avrei creduto fosse realtà se non per i flash di macchine fotografiche professionali che potevo sentire dietro di me e le mille domande che ogni paparazzo faceva a Taylor.
"Fi-figurati."
Si allontanò da me con estrema facilità ed io, sorpresa, rimasi qualche secondo a fissare il vuoto poi entrai in albergo.


Pov Taylor

La ragazza più bella che io abbia mai visto era lì, di fronte a me che mi fissava, proprio come facevo io. Ero rimasto impressionato da come una semplice ragazza avesse potuto causarmi un battito del cuore più accelerato. Ero davvero agitato?
In Twilight, questo si sarebbe chiamato imprinting ma, visto che era la realtà, si chiamava semplicemente 'colpo di fulmine'. Dopo essermi scusato fui invaso da mille domande, mille fotocamere e mille paparazzi che, sicuramente, avrebbero fatto uscire un articolo inventato su una mia nuova possibile fiamma; non che mi dispiacesse. Avevo intenzione di conoscerla meglio, alloggiava di sicuro nel mio stesso hotel visto che stava andando dritta all'entrata.
Allentai la presa sulle sue braccia e, corsi in macchina per arrivare in tempo alle riprese del mio nuovo film "My First Love".
"Taylor sei in ritardo." disse il regista con dei copioni tra le mani. Era infuriato eppure non avevo fatto molto tardi.
Scossi la testa e, con arroganza, presi quei fogli dalle mani di Bill Condon e entrai in scena così come ero vestito senza alcun ritocco poiché erano soltanto delle prove.
Non capivo quasi niente di quello che avevano scritto, niente sembrava aver senso e probabilmente la mia testa era in qualche altro posto, forse ancora davanti all'hotel con quella ragazza tra le mie braccia.
"No, no." urlò il regista avvicinandosi a me e rubando il copione dalle mie mani poi mi diede una botta dietro la testa.
"Svegliati!"
"Basta! Sono stufo! Mi state assillando, voglio un po' di pace, diamine!" non risposi quasi più delle mie azioni poiché il lavoro stava diventando stressante, avrei voluto avere una vita normale, passarla con una ragazza che non sia Sara Hicks poiché da quando l'avevo lasciata lei aveva detto espressamente che non si sarebbe arresa. Ma io non la volevo più, era troppo gelosa e possessiva, volevo solo essere libero di fare ciò che volevo.
"Lautner, non rispondermi così. Se non ci fossi io tu non avresti questo ruolo in questo cazzo di film!"
"Non è così."
Socchiusi gli occhi e cercai di calmarmi poi, senza dire niente, me ne andai salendo di nuovo in macchina per dirigermi all'albergo, ormai era notte fonda.
-
Un suono assordante dietro la testa mi fece alzare, era la sveglia che suonò forse troppo presto. Non avevo ancora sbollito la litigata con il regista del mio nuovo film; la causa di quella mia agitazione non era solo lui ma anche i paparazzi e quella ragazza, dannatamente bella che potevo ricordare il suo volto sorpreso quando mi vide.
Mi vestii abbastanza in fretta poiché alle 12.00, il ristorante avrebbe chiuso la sala per la colazione e avrebbe aperto quella per il pranzo.
"Bill vuole che tu vada a lavoro, deve parlarti." mi disse il mio fidato manager quando mi sedetti per mangiare qualcosa.
"Ok, vai a preparare l'auto, arrivo subito." risposi bevendo un'aranciata.
Uscii dall'hotel, sembravo piuttosto calmo, ma la rabbia s'impossessò di me appena vidi una massa di paparazzi ad aspettarmi.
"Ehi amico, chi era la ragazza di ieri? Una nuova fiamma?"
"Non so chi sia." dissi abbassando la testa per poi avviarmi verso la macchina.
"E Sara Hicks? Che ci dici di lei? Perchè vi siete lasciati? La sexy ragazza di ieri si è intromessa tra voi?" Il microfono di uno di loro ero molto vicino al mio viso ma, quando sentii pronunciare il nome della mia ex ragazza, alzai un braccio e diedi un pugno al paparazzo davanti a me.
Rimase perplesso e si toccò il livido.
Entrai in macchina e, una volta arrivato al lavoro, trovai il regista con aria seria.
"Mi dispiace per ieri, Taylor."
"No, scusa tu." dissi abbassando lo sguardo e socchiudendo gli occhi per poi portare una mano sulla mia fronte.
"Sei il miglior protagonista che possa esistere su questo pianeta."
"Lo so - ridacchiai - l'ho sempre saputo." dissi con modestia e ironia.
"Allora, tieni il copione - mi diede due fogli - vai, è il tuo turno." Mi sorrise poi annuii e iniziai a leggere ciò che c'era scritto; notai che molte battute erano cambiate.

-

Il mio nome è Virginia e sono una fan accanita di Taylor Lautner. Si, questa è la mia prima fan fiction :3 Spero sia interessante e vi chiedo una cosuccia, recensite? Almeno saprò che apprezzate il mio lavoro. Grazie dolcezze.

  
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