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Autore: Mangetsu chan    18/03/2012    2 recensioni
Dal vetro opaco, ormai, non era visibile il paesaggio dell'esterno di quelle mura. Erano presenti solamente una miriade di gocce d'acqua che, insieme, percorrevano l'area della finestra, accompagnate da un sottile tintinnio.
Il cuore di Yume perse un colpo quando, fra quella massa informe, distinse una figura scura. Un misto di paura e stupore invasero completamente la ragazza mentre la sua mano percorreva lentamente la superficie gelida della finestra.
Storia parallela alla Fic di Zawa chan.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gray Fullbuster, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Buonasera.
Premetto che questa Fic è scritta in parallelo con la storia di Zawa chan, nonché The light into the darkness. Nessun problema di plagio per il titolo, quindi.
E' inoltre ambientata nel manga di Fairy Tail: non dovrebbe contenere spoiler ma l'ho ugualmente segnalato in caso non mi renda conto di scrivere qualcosa che non è uscito in Italia.
Per quanto riguarda l'immagine, spero non vi dia problemi nel caricare la pagina. Al contrario, vi pregherei di segnalarlo, nei prossimi capitoli metterò semplicemente il link. E vi chiedo di essere clementi, questo è uno dei miei primi lavori.
Non aggiungo altro, mi sono dilungata abbastanza. Buona lettura!

 

Capitolo uno
Yume Kurai e la città di Hosenka

Chapter Soundtrack:
Mihati



 



Sottili gocce d'acqua cadevano insieme, toccando improvvisamente il terreno umido e disperdendosi.

Era una giornata fredda quella che si presentò a Magnolia, nel Regno di Fiore: le nuvole presero presto possesso del cielo, nascondendo interamente il sole. Le temperature erano piuttosto basse, ma in quel periodo sarebbe stato da meravigliarsi del contrario. All'interno della gilda di Fairy Tail, tra una bevuta e l'altra, si scherzava e si rideva ugualmente, incuranti della pioggia che da poco aveva iniziato a bagnare le strade e le case. L'unica persona silenziosa, in quel trambusto, era una ragazza dalle iridi color indaco, che sedeva in disparte, sopra ad una sedia lignea accostata ad un tavolino del medesimo materiale, accostato ad una parete.
Da tutt'altra parte dello stanzone, Gray, un mago del ghiaccio della stessa gilda, fumava distrattamente una sigaretta: i capelli bluastri erano spettinati e gli occhi scuri vagavano liberi da persona a persona. Indossava una camicia chiara a maniche corte, aperta, e un paio di jeans scuri, piuttosto lunghi ma semplici. Dietro di lui una ragazza dallo stesso colore di capelli guardava il giovane con un'espressione ebete stampata in volto: era seduta due tavolate prima di lui, ma non prestava attenzione a chi era seduto accanto a lei.
Gray, notando per caso questo dettaglio nel lento movimento dello sguardo annoiato intorno a sé, sbuffò, lasciando fuoriuscire dalle labbra una nuvola di fumo, recuperando quindi la sigaretta con le dita della mano sinistra. Non aveva voglia, anche oggi, per la centesima volta, di rifiutare i pasti di Juvia: si alzò quindi, rivolto alla bacheca degli incarichi e proseguì con passo pigro, senza guardare la sua meta.
Anche la maga prima seduta nell'angolo vide la scena: non appena fece caso allo sguardo perso della ragazza rivolto a Gray, si alzò senza produrre alcun rumore, si sentì solamente la sedia stridere quando la riaccompagnò vicino al tavolo. Guardò indifferente la bacheca dove erano appesi gli incarichi e, dopo un ripensamento interiore durato appena qualche secondo, si diresse a prendere una missione: non vi era motivo di rimanere all'interno dell'edificio della gilda e proprio non sopportava la vista della maga della pioggia.

I due ragazzi si trovarono insieme davanti alla bacheca: entrambi volevano semplicemente uno di quei foglietti di carta e non fecero caso l'uno all'altro. Ma la mano destra di Gray, involontariamente, andò a toccare quella gelida di Yume, che subito si ritrasse, guardando con sguardo torvo il mago. « Scusa », si affrettò a dire lui, non dando attenzione all'accaduto: quella ragazza strana si trovava in gilda da oramai un anno ma non dava molto nell'occhio. Non aveva mai dato fastidio a nessuno, se non al Master, e di certo non era tipa da mettersi in mostra.
« Stai più attento, la prossima volta », rispose lei, scortese. Non le piaceva quella gilda, se non per poche persone, ma inzialmente si era stabilita nella stanza di Levy, ora nell'appartamento di Lucy e nessuno la infastidiva, finchè si trovava lì. Si costrinse quindi a rimanere, ma questo non significava di certo legare con tutti.
Il mago del ghiaccio, ancora con la sigaretta stretta fra le labbra serrate, scrollò le spalle: non era dell'umore giusto, quest'oggi. Il suo sguardo andò a posarsi su uno dei foglietti a lui davanti: era una semplice richiesta d'aiuto, un vecchio aveva dei problemi con dei teppisti e spesso questi rovinavano l'atmosfera di pace che si creava all'interno delle sue terme. Sarebbe bastato dare una lezione a quei ragazzini per racimolare un gruzzoletto giusto per pagare l'affitto. Ma le dita della giovane strapparono quel pezzo di carta prima che l'altro potesse fare qualcosa.
Lui le rivolse uno sguardo accigliato: « Scusa, devi proprio andare lì? », chiese, sperando che gli restituisse la preda. Aveva già osservato gli altri incarichi, tutti troppo impegnativi o troppo lontani da fare in un paio di giorni. In effetti era proprio quello lo scopo di Gray: Natsu, Lucy ed Happy erano partiti per una missione 'speciale' poche ore prima e lui era stato costretto a rimanere. Voleva, quindi, passare un po' il tempo occupandolo, e la prima fonte di ciò erano proprio le missioni semplici, poco distanti.
« Sarebbe la più semplice », spiegò il suo punto di vista la giovane maga con un tono della voce fermo e impassibile. Il cappuccio della larga felpa le copriva i capelli corvini e il suo sguardo non era molto visibile, ma il volto era calmo e contenuto, tutt'altro che tirato.
« E' per quello che volevo andarci, in effetti. Ti va se lo portiamo a termine insieme? », chiese il giovane, semplicemente. Non voleva rubare il lavoro ad una sua compagna e allora perché non farlo insieme? Non ci avrebbe perso molto, la paga era abbastanza alta e a lui non interessavano troppo i soldi.
L'interrogativo, per quanto innocente, fece trasalire Yume: aveva sempre agito da sola, non aveva neanche mai pensato di chiedere a qualcuno di aiutarla. Ma mantenne il solito tono di voce fermo e distaccato, per rispondere semplicemente: « Va bene », lo sguardo leggermente basso, rivolto al pezzo di carta sorretto da entrambe le mani. Non stava leggendo, anche se forse voleva dare quell'impressione.
Il giovane accennò ad un sorriso, e, voltatosi, aggiunse, già in moto: « Ci vediamo qui fra un'oretta. Ricordati che andiamo alle terme », dichiarò, ironico. Effettivamente Hosenka era famosa per le sue acque termali e non sarebbe stata un'idea malvagia visitarle dopo aver sistemato il gruppetto di seccatori. Ma Yume non ci pensò nemmeno e, piegando velocemente l'incarico cartaceo, si diresse verso l'abitazione di Lucy, della quale possedeva ormai le chiavi. La ragazza non notò che il mago la salutò con la mano e, per fortuna, non vide nemmeno che questo era senza vestiti.

Le bastarono pochi minuti per arrivare a destinazione e, una volta entrata nella semplice abitazione, si guardò intorno. Non c'era nessuno, come volevasi dimostrare. La cosa non le dispiacque troppo, poteva fare un bagno caldo e preparare la valigia con calma. Non sarebbe stata via che un paio di giorni, il viaggio sarebbe stato breve in treno ma, per un bel tratto di strada, bisognava proseguire a piedi e quindi era preferibile vestirsi pesanti. Senza pensarci due volte, quindi, si diresse verso la vasca e lasciò che l'acqua calda la riempisse mentre lei si spogliava. Guardò, con la coda dell'occhio, la sua figura allo specchio: oramai era quasi una donna e le fattezze adolescenziali avevano lasciato spazio ad un fisico allenato. Era infatti piuttosto magra anche se non troppo alta: raggiungeva si e no il metro e settanta. Non volle continuare quei pensieri e quindi si immerse nell'acqua davanti a lei, fumante.
Non ci mise troppo a lavarsi e, dopo essersi asciugata e vestita in intimo, si mise davanti all'armadio dell'amica. La sua statura era poco maggiore di quella della maga degli spiriti stellari ma i loro gusti erano opposti per quanto riguarda il vestiario. Yume, quindi, prese un paio di jeans senza guardare quali realmente fossero e li buttò sul letto alle sue spalle. Estrasse poi una maglietta semplice, a mezze maniche, nera e infine una felpa celeste. Si vestì con il tutto, per poi aggiustare i capelli con la spazzola e coprirsi il collo con una sciarpa scura. Sospirò, rivolta ancora allo specchio. Odiava il suo aspetto, era troppo femminile.
Preparare la borsa fu una cosa piuttosto veloce: portò due libri di magia e un cambio, niente di più pratico. Con sé aveva anche dei soldi, non troppi, ma certamente le sarebbero tornati utili. Appena cinque minuti prima dell'ora concordata Yume si fece trovare davanti all'entrata della gilda, all'interno ovviamente: le braccia dietro alla schiena erano appoggiate alla parete, coperte dal corpo, la borsa si trovava a terra, vicino a lei. Gray non tardò e sotto lo sguardo attento di Juvia salutò semplicemente la ragazza a cui si trovava vicino: « Vogliamo andare? », aggiunse, troppo cortese. Indossava la stessa camicia e jeans di poco prima e con se portava un semplice zaino che teneva sulla spalla destra. La maga della pioggia era seminascosta dietro ad un tavolo, mentre imprecava contro la povera Yume, che, senza dire una parola, spinse la porta pesante e uscì per prima.
Pioveva ancora.

I due maghi si diressero velocemente verso la loro meta, per ora la stazione. La città dove dovevano andare non era provvista a sua volta di una fermata per i treni ma almeno si sarebbero avvicinati. Sotto l'acqua incessante attraversarono Magnolia per poi salire immediatamente su un treno che li avrebbe portati poco lontano da Hosenka.

Il viaggio fu rapido, Yume e Gray non fecero nemmeno in tempo a sedersi e sistemare le borse che era già tempo di scendere. Il ragazzo sbuffò e, posizionatasi davanti all'uscita, cercò nella tasca dei pantaloni una sigaretta. Era strano che non si fosse ancora spogliato ma forse era merito della presenza della compagna di viaggio, che lo metteva un po' a disagio: non era tipa da parlare molto, per niente anzi, e per questo il silenzio calato sui due era pesante. A mago del ghiaccio non dispiaceva troppo anche se era troppo abituato ad avere intorno persone come Natsu e Lucy, immancabili chiaccheroni e casinisti. La loro fermata arrivò presto e, uno dopo l'altro, scesero insieme ad un altro paio di passeggeri. La città distava ancora un po' e avrebbero dovuto procedere a piedi.
Non incontrarono nessuno durante il tragitto e camminarono per appena mezz'ora, circondati da prati: per fortuna Yume aveva trovato alla stazione una semplice mappa della zona per essere un po' più sicura di non sbagliare strada. Arrivarono nei pressi di una città vaporosa: Hosenka si trova nel mezzo di una pianura erbosa, spesso ventilata. E' conosciuta in ogni dove per le sue numerose terme e per la possibilità di divertirsi con facilità al suo interno, dove anche la cucina è ottima. L'atmosfera che produce il legno trattato, proveniente dai boschi vicino a Red Beach, è accogliente anche ad uno straniero e proprio per questo anche la seria Yume si addolcì un po' nel vedere quella meraviglia.

Non fu difficile per Gray arrivare all'abitazione del vecchio che aveva chiesto aiuto: era il propriertario di un grande territorio di cui, ovviamente, aveva fatto delle terme.
I due, bussando alla porta, si presentarono aspettando che l'anziano facesse lo stesso: « Il problema sono quei ragazzi lì », disse, indicando un gruppo di tepisti che ridacchiavano: probabilmente non erano nemmeno maghi. Il proprietario era piuttosto basso e ingobbito, sulla settantina, ma sembrava che non gli mancasse proprio niente. Saltò la presentazione per far presente dei suoi bisogni e, dopo un'occhiata d'intesa, i due alzarono le spalle per dirigersi verso il gruppo poco lontano. Il capo di questi rise ancora vedendo i due giovani avanzare e si mise in testa, pronto ad uno scontro. Yume non fece in tempo a pensare ad una mossa che Gray aveva già immobilizzato tutti, ghiacciando loro i piedi e inchiodandoli al terreno. Un sorriso passò sul volto del ragazzo prima che creasse un'enorme gabbia d'acqua solida che intrappolò ulteriormente i teppisti. « Allora, la vogliamo smettere di infastidire i vecchietti? », chiese ironico il giovane, in piedi davanti a loro con le braccia incrociate. Yume rimase ferma ad osservare la scena: era evidente che non serviva il suo intervento.
La faccenda si risolse subito e i due maghi di Fairy Tail, una volta presa la ricompensa e divisa equamente a metà, pensarono di fermarmi per la notte, ormai imminente, in quel luogo. Una volta affittate due stanze, distinte, entrambi si coricarono presto per poter tornare alla gilda il prima possibile. A Gray non era dispiaciuta quella gita fuori programma ma Yume era sempre più silenziosa e cupa, cosa non molto insolita.

Yume lesse, interessata, i suoi tomi, alla luce soffusa della sua stanza che sapeva di muffa. Si addormentò così, il volto appoggiato sulla pagina 319.
Il giorno seguente, quindi, arrivarono di buon'ora davanti al grande edificio di Fairy Tail ed entrarono insieme, il mago di ghiaccio per primo seguito da Yume, sotto lo sguardo attento della solita e instancabile Juvia, la quale, quasi subito, si avvicinò minacciosamente alla maga rientrata mentre questa prendeva posto al solito tavolino isolato.
  
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