Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: ThePirateSDaughter    18/03/2012    6 recensioni
Ringraziamo tutti insieme il genio di Michael Jackson e i versi della sua canzone, che dà il titolo a questa storia: potrete trovare delle tracce della canzone nelle battute di un personaggio *-*
Due personaggi, che si sono trovati in situazioni dolorosamente simili, si incontrano...
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una pianta.
Un verme.
Un’ameba.
Uno Scott.
Tutti questi termini erano schifosamente sinonimi.
Non ci si poteva definire diversamente, col corpo rinchiuso in una maledetta scatola di metallo, in quella clinica. Non poteva muovere le braccia, non poteva muovere le gambe; non era autosufficiente e aveva sempre bisogno di un’infermiera col senso di pietà e pena scolpite in faccia che lo aiutasse sempre a fare tutto, fosse mangiare, lavarsi o andare in bagno. E, come se non bastasse, comunicava –o cercava di farlo- qualsiasi cosa volesse esprimere attraverso due stupide lucette.
Non avrebbe mai potuto immaginare che il periodo di riabilitazione durasse così tanto. Era passato tempo dal reality. Tempo. Non giorni, non mesi ma tempo. Tanto, tanto tempo.
Non era umanamente pensabile, o possibile, o anche solo plausibile. Non poteva semplicemente essere.
Ma era la verità, acre, inaccettabile e presente. La avvertiva nella morsa del metallo sul corpo, che lo bloccava e lo rendeva un vegetale con l’aria da morto e un filo di bava che gli colava dal labbro. Penoso.
Sfogarsi non era possibile. Aveva ripetuto innumerevoli vaffanculo, sia mentalmente che attraverso quelle maledette lucine, al punto che l’infermiera aveva dovuto ciabattare in camera, disattivargli l’impianto e, per buona misura, somministrargli del sedativo. Ma niente. Rifiutava tutte le visite e qualsiasi contatto e sembrava non esserci via d’uscita.
Poi la porta della camera si aprì. E riecco quella solenne vacca dell’infermiera, che riusciva a muovere le labbra in un sorriso condiscendente, che era nelle condizioni di camminare e aprire la porta. Troia. Maledetta.
-Hai visite, Scott-
Un cazzo. Chi cazzo le dava tutta quella confidenza? Stupida stronza.
La vacca si ritirò e, nella penombra che le veneziane tirate giù creavano nella stanza, Scott intravide entrare un ragazzo alto, con i capelli abbastanza lunghi e la pelle ambrata, che mosse qualche passo incerto nella stanza. Non gli ci volle molto a riconoscerlo. Il suo nome gli rimbalzò in testa e la luce rossa sulla maledetta scatola di metallo lampeggiò.
Vide il ragazzo sorridere.
-Hola, Scott. Penso tu sappia chi io sia, quindi non mi spenderò in presentazioni e andrò subito al punto.
Si fece più vicino a Scott, che avrebbe avuto un qualsiasi comando per spingerlo, prenderlo a pugni o anche solo retrocedere.
Cicatrici e piaghe rimarginate scintillavano come fiamme sulle braccia del tizio, che gli si inginocchiò di fronte.
-So come ti senti ed è orrendo. Non ne ho mai parlato con un’anima, mai, perché certe cose sono dolorosamente private e parlarne è una profanazione che non rende onore al dolore. L’unica cosa che devi fare è non isolarti dal mondo e, soprattutto, non perdere mai la speranza.
Quante cazzate. Credeva che non lo sapesse? Come caspita si poteva conservare la speranza in quel posto e in quelle condizioni?
-Pensi di essere un’impotente merda e di non avere più possibilità di tornare alla normalità…
Qualcuno lo faccia smettere. Cazzo.
-… ma non è così, tutto va avanti. La vita va avanti. Mantieni la speranza, amico.
Questo, a suo malgrado, scosse Scott.
Nulla di quello che aveva detto Alejandro lo aveva toccato. Ma la convinzione, la fede con cui aveva pronunciato l’ultima frase, erano totali e sincere. Erano le sensazioni di chi ci era passato e di chi sapesse che cosa significasse. Per di più, sentiva sincerità, in quello che diceva; e l'Alejandro di "A tutto Reality: il Tour" era un bastardo doppiogiochista, che se ne fregava dei sentimenti altrui. Ma qui no.
Se aveva funzionato per quella specie di spagnolo, chiuso in un barattolo come lui… Perché non avrebbe dovuto essere lo stesso nel suo caso?
Un colpo alla porta lo fece sobbalzare –seppur solo internamente- e una testa fece capolino.
-Hai finito o no, Burromuerto? Non ho tutta la giornata per star dietro a quest’idiota.
-Sì, querida, arrivo- Alejandro le indirizzò un breve sorriso e, mentre lei sbuffava, stizzita, si rivolse nuovamente a Scott.
-Ricordatelo, fratello. Non dimenticare mai qual è il tuo obiettivo. La speranza c’è; lascia solo che non ti abbandoni.  Puoi essere ancora un vittorioso, quindi non lasciare che la speranza ti lasci.
Biascicò qualcosa in spagnolo e se ne andò, così com’era venuto, lasciando Scott più furioso di prima. Era stato coperto di solenni stronzate che non avrebbe mai voluto sentire.
Tuttavia, non poté fare a meno di spostare lo sguardo sulla vetrata della porta della camera, per seguire lo spagnolo che si allontanava con Heather sottobraccio. Lui aveva potuto uscirne ed era conciato praticamente come lui.
… Al diavolo.
Non appena lo spagnolo sparì dal suo campo visivo, ne entrò un’altra persona. Per l’ennesima volta.
Era sempre venuta, nella speranza di poter essere ricevuta, almeno una volta.
Doppiamente al diavolo, si ripeté Scott, mentre cominciava a far suonare ininterrottamente la lucina verde, quella che significava approvazione, perché quella stupida infermiera sentisse.
Perché Dawn sentisse.
Perché la speranza sentisse che lui, diavolo no, non la voleva abbandonare.


Bene, non ho idea di che dovrebbe essere.
L'idea della storia mi piace, ma sento che è venuta male. Alejandro mi sembra OOC, per non parlare di Scott.
Anyway, fatemi sapere. E'un po'che non scrivo, indipercui sono parecchio arrugginita.
A proposito di questo...
Mi dispiace di essere stata scorretta con alcuni di voi: ho un mucchio di recensioni e di storie in sospeso, ho un aggiornamento della mia long che continuavo a ripetere, avrei dovuto postare a dicembre; sono passati tre mesi e solo oggi ho messo l'avvertimento IN PAUSA. Non è stato un bel comportamento; è solo che ho un disastro di cose da fare e, da un po' di tempo, nonostante le vostre recensioni magnifiche e le storie splendide che alcuni autori riescono a creare, EFP non mi dà più la stessa gioia di prima.
Quindi, scusate tanto <3.
A presto :)


   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: ThePirateSDaughter