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Autore: nigatsu no yuki    18/03/2012    6 recensioni
Il giorno dopo sarebbe tornato tutto come prima; lui avrebbe continuato a proteggerla, a cercare di essere un uomo migliore e ad amarla, anche se questo avrebbe continuato a distruggerlo.
One-Shot Delena ambientata alla fine della 3x15.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When you can not sleep

 



Quando non riesci a prendere sonno, la tua mente comincia a vagare. Pensi a quello che hai fatto, a quello che hai detto, ma forse in quel caso il problema era quello che non avresti dovuto né pensare né, tantomeno, dire.
Elena si rigirò nel letto; forse se avesse trovato una posizione più comoda sarebbe riuscita ad addormentarsi.
 
Certo, come se fosse questo il problema.
 
In fondo era vero, chi voleva prendere in giro doveva ancora capirlo.
Si tirò su la coperta fino a coprirsi il viso, non perché facesse freddo, ma forse perché, essendoci più buio, là sotto sarebbe riuscita a dormire.
 
Non riuscirai ad addormentarti, mettiti l’anima in pace.
 
Se pensava che fino a due ore prima era rinchiusa in quelle grotte sotterranee, cercando di scappare da Rebekah solo per salvarsi la vita, ora quei pensieri che vorticavano veloci nella sua mente, sembravano davvero inutili.
 
Non è vero, non lo sono mai stati.
 
La ragazza emerse da sotto le coperte con un grugnito di disapprovazione, mettendosi a sedere: la casa era tranquilla e silenziosa. Prese il bicchiere pieno dal suo comodino vuotandolo in un sorso; l’acqua sembrò svegliarla ancora di più tanto che rinunciò a coricarsi di nuovo.
Ma smettere di concentrarsi su come riuscire a dormire lasciò che altri pensieri prendessero il sopravvento.
Tutto era successo appena la sera prima, forse era normale che continuasse a pensarci e ripensarci.
Scosse la testa sbuffando; non continuava a pensarci perché era passato poco tempo, ma solo perché sapeva di aver fatto uno sbaglio più grande di lei; poche parole che sembravano aver sconvolto ogni cosa, compresa se stessa.
Era egoista però se in quel momento pensava ai suoi sentimenti, a come si sentisse. Non poteva farlo, non era lei quella ferita in quel momento, nessuno aveva fatto del male a lei, ma era stata Elena a fare del male.
 
Hai fatto del male a chi non lo meritava.
 
Già perché Damon non se lo meritava, proprio per nulla, proprio perché anche quella sera di nuovo le aveva salvato la vita.
E quelle parole erano state tutto il suo ringraziamento per quello che lui aveva fatto per lei in quei mesi, quando aveva seriamente rischiato di lasciarsi andare; quelle parole ingiuste, cattive, bugiarde.
 
Soprattutto bugiarde.
 
Elena si alzò e cominciò ad andare avanti e indietro con grandi falcate, pensando.
Cattiva, non riusciva a descriversi con un altro aggettivo. Forse anche un po’ patetica per la scenata di quella mattina, quando era andata alla pensione e aveva trovato Damon con Rebekah.
E le sue parole l’avevano solo fatta arrabbiare di più; ma ora lei con quale diritto poteva arrabbiarsi o tanto meno essere gelosa.
 
Una spiegazione ci sarebbe.
 
Si fermò e scosse la te, scacciando via quei pensieri; aveva paura di addentrarsi troppo dentro se stessa perché aveva paura di ciò che avrebbe scoperto.
Si fermò davanti allo specchio fissando la sua immagine.
“Forse questo è il problema”
Più ci ripensava più si sentiva male; sapeva fin troppo bene cosa provasse Damon per lei e dicendogli quelle sciocche parole aveva visto nei suoi occhi devastati troppi sentimenti confusi.
Lui le aveva detto che niente poteva ferirlo, ma ormai non ci credeva più: era passato tanto tempo, quel Damon era cambiato, era diventato un uomo migliore ed Elena sapeva che l’aveva fatto per lei.
Quelle parole erano state il suo ringraziamento. Scosse la testa: quanto era stata stupida.
 
Potresti provare a rimediare.
 
Già ma come poteva? Sapeva che doveva scusarsi, voleva farlo, ma dentro di lei qualcosa la fermava: non riusciva a capire di cosa si trattasse, ma la faceva rimanere lì in quella camera, senza riuscir a chiudere occhio e con il senso di colpa che le divorava lo stomaco.
Si sedette di nuovo sul letto iniziando a torturarsi le mani: cosa era cambiato in quei mesi?
Nulla le rispondeva la sua mente, ma come poteva negare tutti quei fatti?
Stefan se n’era andato e l’aveva fatto solo per salvare suo fratello, ed Elena non aveva smesso di amarlo per un solo secondo, lo amava ancora adesso, nonostante tutto quello che le aveva fatto cercando di distruggere Klaus.
Il ragazzo glielo aveva detto chiaro e tondo: Elena lo aveva perso nel momento stesso in cui lui aveva lasciato Mystic Falls; lei invece non voleva darsi per vinta, non lo avrebbe abbandonato; e per riportarlo indietro aveva chiesto a Damon di aiutarla.
E lui aveva accettato, dicendo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riportare indietro suo fratello, perché in fondo, gli voleva molto bene.
Elena non poteva negarlo: lei e Damon si erano avvicinati pericolosamente e lei non aveva potuto far nulla per impedirlo.
 
Tu non hai Voluto far nulla per impedirlo.
 
Scosse la testa, no, quello non era vero, non poteva essere vero.
 
Perché allora continui a pensare a quella sera?
 
Le immagini tornarono veloci e lei non fece nulla per cercare di arginarle. Ci aveva provato certo, forse con poca buona volontà, ma ora erano lì riaffiorate da quel cassettino sigillato nel suo subconscio.
Ricordava tutto di quel bacio così sbagliato, ma anche così dolce; e non poteva fare a meno di ripensarci.
Sospirò alzandosi in piedi -No- disse.
Quella voce dentro di lei la stava tradendo ed Elena non aveva nessuna intenzione di starla ad ascoltare, non poteva starla ad ascoltare.
Senza pensarci due volte si mise le prime cose che trovò nella stanza: un jeans e una maglietta, prese il giubbotto ed uscì di casa sperando che Rick non la sentisse.
Una volta salita in macchina si fermò a riflettere.
Stava andando a fare un giro nulla di più; aveva bisogno di schiarirsi le idee e di trovare un po’ di pace.
Mise in moto e cominciò a vagare per le strade deserte; si accorse che era mezzanotte quindi forse poteva trovare il Grill ancora aperto. Arrivata lì davanti però cambiò idea e si rimise in marcia.
Maledizione alle sue parole e maledizione a Damon.
Anche se fosse andata da lui a scusarsi non c’era la sicurezza che il vampiro avrebbe accettato quelle scuse, anzi poteva benissimo non farlo.
Accese la radio sperando di potersi distrarre, ma l’effetto non fu assolutamente quello sperato.
E poi se fosse arrivata al vecchio pensionato e l'avesse trovato di nuovo Rebekah, avrebbero finito per litigare come quella mattina, quindi era meglio non rischiare.
 
Che fifona!
 
-No non sono una fifona- si disse la ragazza, poi sospirò, fece tacere la radio e fermò la macchina.
Invece si lo era, aveva paura, troppa paura di quei sentimenti cresciuti dentro lei in quei mesi; sentimenti che aveva negato e nascosto, il perché era fin troppo ovvio, era quel perché a darle speranza.
Lei amava Stefan… ma Damon?
Era stato un rifugio, una protezione, l’aveva consolata e l’aveva fatta ridere e soprattutto le era stato accanto sempre. Lei doveva scusarsi, doveva farlo perché anche se non riusciva a spiegare i suoi sentimenti, Elena teneva a Damon e gli voleva bene.
Non c’era bisogno di ripartire si era già fermata davanti alla pensione; rimase a fissare la casa, tutte le luci spente alle finestre le donavano un aspetto quasi spettrale.
Rimase in macchina senza uscire, eccola di nuovo quella paura.
 
Paura della verità?
 
Non c’era nessuna verità di cui avere paura, non stava nascondendo nulla a se stessa, lei era lì per scusarsi.
 
E perché è tanto importante scusarti?
 
A questa domanda non riusciva a rispondere, non riusciva a leggere dentro di se il motivo; era troppo velato da tanti altri sentimenti.
Si voltò di nuovo verso la pensione e questa volta notò che una luce si era accesa, e non era una luce qualsiasi bensì quella della camera di Damon.
Troppe volte si dimenticava di cosa era capace un vampiro e in quel caso sicuramente sia Damon, sia Stefan se era in casa, avevano potuto sentire il motore della sua macchina spegnersi nel vialetto della loro casa.
Guardando ancora più attentamente in quel momento vide la porta d'ingresso aprirsi e una figura rimanere là davanti, fissando nella sua direzione.
Lo riconobbe subito e tutta la poca buona volontà di prima sembrò svanire di nuovo.
Tornò a fissare davanti a sé cercando di mettere ordine nella mente; era semplice il da farsi.
No non lo era, pensò sprofondando di più nel sedile della macchina, chissà perché in quel momento si maledisse per essere venuta fin lì.
Tutto quello poteva aspettare il giorno dopo, ne era sicura.
 
Smettila, datti una mossa ed esci da questa macchina.
 
Perché doveva dare ascolto a quella voce insistente?
 
Hai combinato un bel casino, ora devi rimediare, ora devi essere sincera.
 
Con una smorfia scese dall’auto e andò verso l’ingresso della pensione; si avrebbe rimediato, doveva almeno quello a Damon.
Arrivò davanti alla porta, lui non si era mosso di un centimetro; i suoi occhi di ghiaccio la fissavano dubbiosi.
Elena rimase in silenzio, forse un po’ troppo, non sapeva da dove cominciare e sotto il suo sguardo si sentiva solo peggio, perché anche se Damon cercava sempre di non mostrarsi ferito, ora lo era.
E inoltre non accennava ad aprir bocca, voleva che fosse lei a iniziare a parlare, c’era un po’ di orgoglio in tutto quello ma Elena non ci badò più di molto.
-Forse non sarei dovuta venire così- iniziò la ragazza.
-Beh in effetti, se ti può far stare meglio, io stavo dormendo- il suo tono era freddo e distaccato.
Elena distaccò lo sguardo dal suo –Sono qui per scusarmi- disse mettendo subito in chiaro tutto, non voleva girarci attorno.
Damon la guardò curioso –Non ci pensare Elena- disse –e non perdere il tuo tempo, te l’ho detto torna a odiarmi così non ci saranno più scene patetiche-
Elena scosse la testa –No è sbagliato- disse –io ho sbagliato-
-Wow pensavo che tu non sbagliassi mai-
La ragazza rialzò lo sguardo su di lui, era ingiusto tutto quello, lei aveva fatto il primo passo ora voleva che tutto tornasse come prima, voleva che Damon non soffrisse più.
 
Questo è impossibile, a meno che…
 
Bloccò quel pensiero, non voleva ascoltarlo, non voleva ammettere che aveva perfettamente ragione.
-Non rendere tutto più difficile Damon- disse Elena.
-Ovvio- rispose lui –il problema sono sempre io-
-Non ho detto questo-
-Allora cosa hai detto?-
Lei sospirò esasperata –Senti mi dispiace, quello che ho detto io non lo penso… davvero non…- iniziò ma poi le parole le morirono in gola.
-Perché dovrei crederti?-
Eccola la domanda a cui la ragazza non sapeva come rispondere.
Fissò Damon senza rispondere, cercando nei suoi occhi qualcosa che neanche lei sapeva cosa fosse.
Il problema non era la risposta, quella c’era; ben nascosta e tenuta alla larga, ma c’era.
Il problema era che lei non poteva dargli quella risposta.
 
Perché no?
 
Non poteva e basta, lo aveva detto lei stessa non era giusto.
Ma gli doveva quella verità, era anche sbagliato continuare a farlo soffrire, lo aveva visto rischiare di morire senza pensarci due volte per lei; gli doveva più quella verità delle scuse, proprio perché teneva a lui, perché gli voleva bene…
 
Perché lo ami.
 
Tornò a fissare quegli occhi ghiaccio che adesso la guardavano un po’ annoiati.
Si forse era davvero quella la verità, forse lei lo aveva sempre saputo, forse era solo davvero troppo brava a mentire a se stessa.
 
E Stefan?
 
Già Stefan, ora come ora non era più sicura di nulla, dopo quella rivelazione aveva bisogno di risolvere la questione Damon poi avrebbe pensato a Stefan, perché lo sapeva nonostante tutto lo amava ancora.
-Beh se hai intenzione di rimanere a fissare il vuoto io me ne torno a dormire- disse Damon annoiato dal troppo silenzio.
-No- lo fermò Elena.
-Bene allora dimmi perché dovrei credere alle tue scuse Elena? Sai suonano tanto come un ripiego-
-Non sono un ripiego io non avrei mai dovuto dirlo, perché non lo penso- cercò di dire lei.
Ora Damon la guardava con più attenzione, ma non rispose voleva che fosse lei a continuare.
-Mi dispiace, per favore credimi, hai tutto il diritto di essere arrabbiato con me, ma quella era una bugia- concluse così lei, non voleva aggiungere altro, non voleva spingersi oltre.
-E la verità qual è?- chiese Damon.
Elena prese coraggio –Non è un problema- sussurrò –non lo è mai stato-
Sapeva che lui avrebbe capito che alludeva alle parole del ballo della sera prima.
Damon a quel punto si avvicinò fino a trovarsi di fronte a lei e la guardava con occhi indagatori –Non riesco a crederti, mi dispiace- disse lui –tutto ciò che ho fatto l’ho fatto per te…-
-Damon per favore- lei lo interruppe cercando di sfiorargli un braccio, ma lui si scostò.
-Perché?- chiese lui –perché tutta questa voglia di scusarti, perché mi stai dicendo queste cose?-
-Perché ho sbagliato- disse lei –ho sbagliato, io tengo a te, ti voglio bene- ora suonava quella come una bugia.
Dopo quelle parole lui si fermò a riflettere, nei suoi occhi passavano troppi sentimenti perché riuscisse a leggerli.
Rialzò lo sguardo su di lei –Davvero?- sussurrò.
Stava per rispondergli di sì, ma lui con un gesto  l'anticipò: le prese il viso tra le mani avvicinandolo pericolosamente al suo; non oppose resistenza, non voleva farlo.
Rimasero fermi così; i visi a un soffio di distanza, e il suo respiro che le accarezzava la pelle.
-Perché non mi allontani?- chiese Damon a quel punto in un sussurro.
Elena capì che quella era una prova, lui non credeva alle sue parole di poco prima, ora voleva solo vedere se aveva ragione.
-Perché non voglio- rispose lei senza pensarci troppo su, perché se lo avesse fatto non avrebbe più aperto bocca.
Questa volta lo prese di sprovvista; l’ultima cosa che si aspettava era una risposta come quella, nonostante tutto Elena vide apparire sul suo volto un bellissimo sorriso, che traspariva felicità.
-Allora è vero che mi vuoi bene- rispose lui, era provocatorio, il solito Damon insomma.
E lei aveva deciso per una volta, di fare ciò che il cuore le imponeva, voleva smettere di mentire ora sarebbe stata sincera.
Annullò la distanza che c’era tra loro, era sicura che quel gesto valesse molto di più delle parole. Quel bacio fu molto diverso dall’altro, se pochi giorni prima era solo un gesto disperato, liberatorio; ora c’era solo dolcezza.
Chissà perché però Elena aveva pensato che quello potesse risolvere tutto, quello avrebbe solo complicato tutto, ma a lei non importava più ormai.
Si allontanarono piano, Damon la guardò negli occhi, non se lo aspettava ne era certa, ma non c’era solo sorpresa nella sua espressione.
Con una mano le sfiorò una guancia –Ti credo- disse.
Elena non poté non sorridere, ma lui non sembrava esprimere lo stesso entusiasmo.
-Ti credo, ma non avresti dovuto-
Lo guardò sconcertata, cosa significava quello? Ora che lei era riuscita a essere sincera Damon si tirava indietro?
-Io pensavo… pensavo che…- cominciò Elena.
-Sai di solito sono io quello che non pensa alle conseguenze- disse lui.
Elena non voleva pensare alle conseguenze aveva continuato a vivere pensando alle conseguenze, ora voleva solo essere sincera.
-Sono felice di sapere la verità lo ammetto- continuò con un mezzo sorriso –ma io sono il fratello cattivo-
Lei capì: Damon stava pensando a suo fratello; mentre lei si era dimenticata per quella sera di Stefan, del suo amore per Stefan.
-Tu lo ami ancora- disse –io sono di troppo-
-No…- cominciò Elena.
-No aspetta non darmi una ragione per cambiare idea- disse Damon –è già difficile di suo quello che sto per fare-
Che cosa voleva fare?
La mano che ancora le sfiorava la guancia, troppo velocemente perché lei se ne potesse accorgere le tolse la collana.
Elena allora capì –No- disse –non puoi farlo-
-Devo invece- disse Damon –e so che me ne pentirò per sempre-
Lei fece per allontanarsi ma Damon la bloccò, non riusciva più a muoversi e così lui avrebbe potuto farle dimenticare ogni cosa, era sicura che volesse fare quello; tutto quello che era riuscita ad accettare quella sera, non voleva perderlo.
-Damon ti prego non farlo- cercò invano di convincerlo.
-E’ la cosa giusta credimi- disse lui –Stefan presto tornerà a essere noioso come un tempo, tu tornerai a odiarmi e vivremmo tutti felici e contenti- cercava di essere ironico, ma la sua voce era quasi spezzata, il suo sguardo distrutto.
-Io non voglio questo, non voglio- Elena cercava di divincolarsi ma non ci riusciva –se davvero mi ami non lo farai-
-Davvero, evita di giocare questa carta Elena, tanto non attacca- tagliò corto Damon –lo devo fare-
Elena non voleva crederci non poteva farlo, non ora, quello era sbagliato, negare la verità.
La guardò negli occhi –Comunque ti amo davvero- concluse.
Elena provò la sua ultima possibilità, l’ultima carta che aveva per convincerlo –Anche io ti…- non finì la frase perché la sua mente improvvisamente si svuotò di ogni pensiero, l’ultima cosa che vide fu una lacrima solcare il volto di lui.
 
-Ascoltami- disse Damon –non ricorderai di essere venuta qui stasera a parlarmi, noi non abbiamo chiarito è tutto tornato come prima, domani mattina ti sveglierai sapendo che noi due abbiamo litigato e così continuerà. Ti concentrerai su Stefan, per lui c’è ancora speranza e mi odierai proprio come dovrebbero andare le cose. Ora dormi Elena-
Damon vide la ragazza chiudere gli occhi e accasciarsi, ora dormiva e sapeva che solo la mattina dopo si sarebbe risvegliata. Le rimise la collana al collo, la prese in braccio portandola fino alla macchina.
Guidò fino a casa sua e la riportò nel suo letto. Cercava di convincersi che aveva fatto la cosa giusta, ne aveva parlato con Stefan e ora il suo fratellino avrebbe di nuovo avuto campo libero, avrebbe avuto un futuro felice con la ragazza che anche lui amava.
Le sfiorò piano una guancia, sapeva che sarebbe potuto rimanere lì anche tutta la notte, lei tanto non si sarebbe svegliata, ma non ce la faceva.
Il giorno dopo sarebbe tornato tutto come prima; lui avrebbe continuato a proteggerla, a cercare di essere un uomo migliore e ad amarla, anche se questo avrebbe continuato a distruggerlo.
 

 
 
 








Angolo autrice

Salve a tutti e grazie per essere arrivati fino qui.
Allora premetto dicendo che questa è la mia prima OS Delena e credo anche l'ultima perché questi due (ok magari più Elena dato che tutti hanno capito quello che vuole tranne lei) sono troppo difficili da descrivere e non mi sembra di aver fatto un bel lavoro T_T
Ma lascio il commento a voi spero di non ricevere nessu pomodoro in testa almeno.
   
 
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