AVVISO:
Le scritte in rosa sono di Timmy.
Le scritte arancioni sono di Vicky.
Alternative
Non sono una malata d’amore.
No, non lo sono. E non lo sono mai stata. Non sono una ragazza
romantica. No,
effettivamente non credo nemmeno di esserne capace. È solo che sono
stranamente
ninfomane.
Anomalia
che ho spesso ignorato. Troppo occupata a pensare ai soldi. Adesso che
sono
ancora vergine… mi sento una sfigata! Tutti sanno che avevo un
fidanzato con il
quale qualcosa era successo, ma la verità era che mi vergognavo troppo
di
raccontare la mia situazione. Sono sola. Completamente sola. E l’ho
scelto io.
La mia cattiveria mi ha portò a questo. E la mia fissa per i super
fustacci…
non mi risolse il problema. Alla fine tutti scoprivano il mio lato
malvagio e
mi abbandonavano. Sono ninfomane. Basta. Ne ho voglia. Basta. È per
queso che
sto comiciando ad indossare mini gonne. Qualcuno
è disponibile nella piccola città di
Dimmsdale?
Toc
Toc.
-
Avanti! – urlò il padre di Timmy.
-
Salve signor Turner, signora Turner. – salutai cordialmente come al
solito.
-
Bene Vicky, allora noi andiamo in spiagg… ehm… cioè, volevo dire a fare
spese,
quindi torneremo tardi, mi raccomando! Ciao!! – salutò frettolosamente
la madre
di Timmy col suo solito sorriso a 45 denti.
Quel
giorno non mi andava di torturare Dentone, stranamente. Di solto era
qualcosa
che mi tirava su di morale… ma non ne avevo proprio voglia.
-
AAAAH! VICKYY!! – gridò con quella vocetta stridula il bambino da sopra
le
scale. Come sempre prese a correre e a nascondersi in camera, ma quel
giorno
non lo inseguii. Mi spaparanzai comodamente sul divano facendo zappig
col telecomando.
Mi
nascosi, ma non la vidi mai arrivare.
-
Dov’è? – chiesi ai miei fantagenitori.
-
Non sta arrivando, non è strano? – disse Wanda.
-
Per le scale non è passata – intervenne Cosmo.
-
Ma che… - uscii dal mio nascondiglio, sospettoso –Nascondetevi! –
ordinai e
loro mi ubbidirono subito spostandosi nell’acquario.
Mi
affacciai dalle scale notando Vicky spaparanzata nel salotto che
guardava la
TV.
Scesi
lentamente.
-
Vicky? ... –
-
Si? – rispose normalmente – Hai qualche problema? -.
-
No no, ma… come mai oggi non mi insegui, torturi, picchi, mi sguinzagli
contro
il cane… qualcosa da te, insomma -.
-
Niente… non mi va.
-
DAVVERO? - sbarrai occhi e bocca
sconvolto da quelle parole – Ripeti esattamente “Timmy oggi non mi va
di
menarti, torturarti e fare qualunque altra azione violenta nei tuoi
confronti”!
Vai! – dissi dopo aver preso di corsa un registratore con microfono ed
amplificatori in caso di vibrazioni sonore minime.
-
Timmy oggi non mi va di menarti, torturarti e fare qualunque altra
azione
violenta nei tuoi confronti… -
-
SI! – esultai.
-
Per curiosità: perché ti serve registrare una frase del genere? –
-
Per consolarmi nei giorni in cui ricomincerai a farmi male –
-
Sono così pessima? –
-
Si – risposi senza pensarci. Lei fece una faccia davvero triste
accasciandosi
sul divano. Non sentii singhiozzi, né pianti isterici. Così, sentendo
un po’ il
senso di colpa salire, mi avvicinai a lei notando il suo viso ancora
con
quell’espressione triste.
-
Che hai? –
-
Niente… non farò mai sesso… morirò
vergine! E solo perché sono così crudele! –
-
Sesso? Vergine? È un segno zodiacale? – domandai confuso.
-
Tu sei solo un moccioso non puoi capire queste cose –
La
lasciai lì ad autocommiserarsi, tornando in camera ancora dubbioso su
quelle
parole.
-
Allora? – domandarono i miei fantagenitori tornando al loro stato
naturale.
-
Che significa “morire vergine”? –
-
Intendi il segno zodiacale? – chiese Cosmo.
-
Non lo so! L’ha detto Vicky –
-
Ah… ehm… ecco… - balbettò Wanda – Forse non è il caso che alla tua età
conosca
queste cose… cresci e poi lo scoprirai! – mi sorrise.
-
Ma io voglio saperlo adesso! –
-
Perché non possiamo dirglielo? – fece ingenuamente lui.
-
Evidentemente nemmeno tu hai capito a cosa si riferisce! – lei gli si
avvicinò
all’orecchio e rossa in viso borbottò qualcosa.
-
Ooooooooh! Intendevi quella vergine…
-
-
Allora? – chiesi spiegazioni.
-
No, non c’entra niente il segno zodiacale! – ridacchiò.
-
Smettila di ridere! – lo sgomitò la fata.
-
Allora, cosa significa?! – cominciai a perdere la pazienza.
-
Mi spiace, è top secret. Ti rovinerei un’infanzia se te lo dicessi.
-
Desidero che voi mi diciate cosa significa quella frase!! Obbedite! –
E
così senza discutere esaudirono il mio desiderio contro la loro volontà.
-
Ecco … - borbottarono – Vergine è chi … non ha mai fatto l’amore.
-
Ah! Cioè chi non ha mai baciato nessuno? –
-
Eeh … no. Vedi – continuò Cosmo cacciando le sue marionette – Quando un
fantapapà ed una fantamamma si amano tanto, succede che … - venne
interrotto.
-
Fare l’amore è una cosa più intima e personale che non riguarda solo
la bocca … chi è vergine ad una certa
età
sente il bisogno di un contatto del genere che solitamente si ha dopo
una
profonda relazione con il partner, e sono cose che un bambino della tua
età non
prova e che non dovrebbe nemmeno sapere! – intervenne Wanda nascondendo
i
pupazzi del marito.
-
Ma lei ha detto “Non farò mai sesso”. Che significa? –
-
è … è più o meno la stessa cosa –
-
E cioè? –
-
No, QUESTO NO! Non puoi costringerci a dirtelo! Sono cose vietate ai
minori! –
-
Ok, ok … non chiederò dettagli –
E
dopo questa chiacchierata, restammo lì in santa pace a giocare ai
videogames
tutto il tempo.
Passò
parecchio tempo prima che Vicky si facesse risentire con … dei
piagnistei degni
di una ragazza sconfortata. Era talmente lagnosa che
io ed i miei fantagenitori non potevamo
nemmeno più giocare ai videogames in santa pace! Anche se alzavo il
volume al
massimo! Era impossibile. E contemporaneamente quella tristezza mi
metteva una
pena nel cuore che non avevo mai sentito. Era come negare a qualcuno di
essere
amati in fondo, indipendentemente da quel che significa fare sesso o
l’amore …
o quel che è! So cosa significa essere sempre rifiutati. Ne so qualcosa
per
colpa di Trixie, che mi ignora sempre. Non è bello.
-
E se io l’aiutassi? – dissi di punto in bianco.
Loro
mi guardarono sbigottiti.
-
Dici davvero?? –
-
Si – li guardai serio.
Disperata mi rifugiai in
bagno triste e sconsolata pensando a cose che non ho mai pensato, cose
peggiori
di quel che penso solitamente. Depressa e affranta me ne sono sbattuta
della
morale pubblica (cosa che in verità faccio spesso! Quindi … tutto
questo
ragionamento non ha senso!) e della società e ho cominciato a toccarmi
sul seno
con una mano e nelle parti intime con l’altra. Sempre più velocemente
sentivo
il mio respiro farsi più intenso. Poi buio. Vuoto. Non vedevo più
niente ed ero
stordita come se mi fossi addormentata di colpo. Magari anche sbattendo
la
testa contro qualcosa di duro. E magari anche facendomi un gran male.
Pareva proprio
un sogno perché d’un tratto, al posto del nero pece, comparve
lentamente la
strada di Dimmsdale e poco dopo mi resi conto di avere qualcosa tra le
mani, e
guardandole mi resi conto che stavo tenendo per mano un ragazzo. Un
ragazzo
alto, capelli castani con ciuffi ribelli, occhi blu intensi, sorriso
smagliante, anche se i due incisivi erano abbastanza sporgenti, ma ciò
non
rovinava la visione luminosa che emanava quel sorriso allegro e
gentile. Era vestito
con una camicia bianca e con tre bottoni aperti, jeans e cintura
aderenti che
non lasciavano molto spazio all’immaginazione sul suo bel sedere tondo,
scarpe
semplici ma eleganti, una sciarpa rosa scuro attorno al collo, un
bracciale d’ergento
al polso , e con mia grande sorpresa, un cappellino rosa scuro che mi
ricordava
qualcuno … ma evidentemente era poco importante se non mi tornava in
mente. Ah!
Altre cose che notai subito furono l’orecchio tondo all’orecchio destro
e l’atteggiamento
disinvolto con una mano in tasca. Insomma, per me, un vero fustaccio!
-
Ti va di fare un giro con me? – mi domandò
sorprendendomi, ed io risvegliandomi da una specie di incanto risposi
un
balbettante:- Si! Si … certo! Andiamo! –
E
ci incamminammo senza una meta precisa come se fossimo sulle nuvole,
tutto era
leggero, etereo, ed io ero come in pace con me stessa. Ero in una tale
beatitudine solo guardando quel ragazzo comparso dal nulla, che quasi
non
badavo al resto. E così pensavo “E se poi
è un sogno?! Se è tutto falso?E se …? E se …?” ma subito dopo mi
costrinsi
a rilassarmi, pensai che era meglio godersi quel momento piuttosto che
tormentarsi
l’anima.
-
E quindi … com’è che ti chiami? –
-
Ma come? Sono il tuo fidanzato, e non ti ricordi nemmeno come mi
chiamo? – rise
ironico.
Seguii
ingenuamente la sua risata, fingendo di star scherzando, e lui
continuava con
le sue risate spontanee fortunatamente senza capire che davvero
io non sapevo come si chiamasse. Poi mi concentrai e mi
dissi “Fidanzato? Ma davvero?? Vi prego
non svegliatemi se è un sogno!”.
-
Tesoro, sono contento che sta mattina ti sei svegliata di buon umore,
ti vedo
sorridere finalmente! Era da tanto che ti stressavi ed arrabbiavi per
dei
stupidi bambini – irruppe nei miei pensieri.
-
Vorresti dire che tu … mi hai più volte vista arrabbiata? – domandai dubbiosa.
-
Ma certo. Ti sfoghi sempre con me. Che male c’è? – sorrise.
-
E … mi hai anche vista … proprio … arrabbiata arrabbiata? Cioè, nel
vero senso
della parola? Così furiosa da, chessò, i mobili fuori dalle finestre? –
tremavo
all’idea di star andando troppo oltre con la spiegazione.
-
Ovvio. Ed anche torturare i bambini. Ma sai com’è: sarà che ti amo,
sarà il mio
carattere che ti tranquillizza, ma io sono riuscito sempre a calmarti
per
qualsiasi tipo di crisi. Ma perché mi fai queste domande? Perdita
momentanea
della memoria? – rise di nuovo.
-
Si, più o meno! – ricambiai il sorriso imbarazzata.
-
Mmm … allora ti ci vuole una bella rinfrescata! Sono Thomas, il tuo
ragazzo di
un anno più grande di te, hai una sorellina dolcissima minore, un
lavoro come
babysitter e vai a scuola insieme a me appassionatamente, ed io ti amo
alla
follia! – dicendo questo mi si avvicinò con un sorrisetto sospetto e
terminò la
frase baciandomi profondamente.
Io
mi sciolsi completamente. Non potevo credere di star davvero vivendo
una cosa
del genere! Qualcuno che mi ami pur conoscendo tutto di me! Pur sapendo
del mio
caratteraccio, e riuscendomi spesso a calmare, da quel che diceva. Dove
potrei
mai trovare qualcuno del genere?! Non esiste .. è … è finto! Non può
essere!
Così
decisi di metterlo alla prova.
-
No! Ho deciso adesso che non mi piaci più! Me ne vado a casa! – girai i
tacchi
con fare offeso e cercai di andarmene, ma qualcosa mi tratteneva. La
sua mano
aveva aggrappato la mia maglietta in un modo assolutamente delicato e
cortese,
tanto da farmi venire un brivido lungo la schiena.
Mi
girai solo per rispondergli di nuovo in modo poco carino, ma lui mi
guardava
con occhi tristi e da cucciolo, così teneri che inaspettatamente il mio
cuore
si sciolse al solo vederlo! Ma com’era possibile farmi quell’effetto??
Nessuno mi
aveva mai fatto venire un senso di colpa del genere!
-
No! Thomas! No, scusami se ti ho fatto preoccupare! Stavo solo
scherzando! – mi
affrettai a scusarmi, e lui in risposta mi sorrise di nuovo allegro,
baciandomi
una seconda volta.
-
Ti amo! –
-
Anche io … - dissi senza pensare.
Sentii
il tempo scorrere lungo e lento, facendo passeggiate ed entrando in
negozi,
gelaterie, pizzerie, sale giochi, centri commerciali, cinema … facemmo
di
tutto! Ed io mi divertii come una matta! Credo di non essermi mai
divertita
tanto in vita mia. E lui era così gentile e pacato! Un angelo!
Poi
alla fine della nostra uscita, se così la si può chiamare, lui mi
riaccompagnò
a casa.
-
Allora, ti sei divertita? – domandò.
-
Moltissimo! È stato bellissimo!! Quando lo rifaremo? – chiesi
speranzosa.
Aspettai
pochi secondi ma lui non rispose distogliendo lo sguardo più volte dal
mio
triste.
-
N-non so se … - stava cominciando. “No! Non
voglio saperlo! Se è una risposta negativa, non ho voglia di sentirla!
Giammai!
Preferirei morire piuttosto che sentir dire da lui che non ci potremmo
più vedere
per qualsiasi catastrofe! No! E se anche fosse, non voglio che tutto
finisca
così! Si chiude in bellezza, con stile. So che non è da me pensare cose
simili,
ma per una volta! Probabilmente è anche un sogno!” pensai.
Gli
tappai velocemente la bocca con la mano:- Ssh, non dire niente – e
presi a
baciarlo con tutta la passione che potevo avere. Lo trascinai a casa
accarezzandolo e venendo ricambiata con ugual ardore, il mio cuore
batteva come
un martello, come mai aveva battuto, i corpi accaldati e il bisogno,
che avevo
soprattutto io, di sentire quel bellissimo corpo contro il mio, di
sentirlo
mio.
Solo
allora capii che innamorarmi per me era possibile quanto per tutte le
altre
persone, e che la gente poteva innamorarsi di me, se l’avrei permesso
con più
facilità. Solo allora capii di non essere ninfomane, bensì di aver
sempre
sentito una mancanza di affetto nei miei confronti che creavo io e solamente io! Ed ero anche la
prima a non essersene mai accorta. Non era
questione di sesso o non sesso, era questione di amore.
I
nostri respiri affannati si mischiavano nel momento in cui ci separammo
per
riprendere fiato. Lui mi sovrastava con quelle forti braccia mentre io
ero
attaccata quasi del tutto al muro dietro di me.
-
Mi dispiace … - bisbigliò in un sussurro lui.
-
Anche a me. – scese una lacrima – Addio … sappi che, anche se è stato
poco il tempo
assieme, sono riuscita a capire cos’è l’amore, e credo proprio di
amarti quanto
tu dici di amare me! Non ti scorderò mai! – scesero le altre.
-
Addio – rispose col sorriso, ma un sorriso triste, tristezza evidente
solo
dagli occhi lucidi.
Poi
tutto fu come risucchiato in un vortice di colori e nuvole ed io
risentii
quella sensazione di testa vuota e confusa, sensazione che riuscì a
riportarmi
alla realtà, stesa sul pavimento freddo del bagno e con un mal di testa
pazzesco.
Solo
dopo mi resi conto che avevo un bambino di 10 anni a fianco
inginocchiato, gli
occhi in lacrime ed un’espressione terribilmente triste.
Massaggiandomi
la testa gli domandai:- Che c’è Timmy? … è successo qualcosa? –
-
N-no … -
-
Allora perché piangi? –
-
P-perché tu sei caduta, e-e sei svenuta, e-e quindi io-io non sapevo
che fare,
non mi ricordavo nemmeno il numero di un’ambulanza o di un dottore! E
non
trovavo il numero della mamma, e-e quindi non-non sapevo che fare … -
balbettava
proprio come un bambino in piena crisi emotiva.
-
Oh, piccolo … - inspiegabilmente mi venne spontaneo abbracciarlo per
consolarlo, e lui ricambiò piacevolmente.
Vicky
tornò il giorno dopo, ma io non dormivo da quando era successo
quell’accaduto. Mi
aveva talmente sconvolto la sua reazione, la mia reazione, quello che
avevo
fatto per lei … era tutto così confuso. Eppure quel giorno ero sia
preoccupato
che sollevato all’arrivo della my personal babysitter.
Arrivò
in orario come un orologio svizzero, salutò i miei ed entrò in casa mia
con la
sua solita aria. Aria che non prometteva niente di buono in verità.
-
Ho una sorpresa per te! – ghignò. Io già tremavo!
Ma
quel ghigno si trasformò in un sorriso dolce e mi porse, tirandolo
fuori da dentro
la borsa, un lecca lecca colorato.
-
Davvero? Per me?? Dov’è il trucchetto?! – mi guardai attorno.
-
Nessun trucchetto. Giuro – sembrò sincera.
Presi
il lecca lecca, ringraziai e tornai in camera, ma prima di chiudere la
porta,
lei mi ricordò:- Fatti i compiti! Che se hai bisogno di aiuto ci sto
io! E se
fai il bravo te ne porto un altro di lecca lecca la prossima volta! –
-
Va-va bene … - ero confuso.
Chiusi
la porta alle mie spalle e cominciai a guardare un punto fisso nella
mia stanza
incantato. I miei fantagenitori mi raggiunsero e mi domandarono:- Cos’è
quella
faccia? –
-
Non posso credere di essere riuscito a cambiare così una persona tanto
crudele
in una tanto gentile … -
-
Vedi che significa fare del bene? Come ti senti ora? – chiese Wanda
fiera.
-
Io di solito dopo una cosa del genere vado a fare casino in un pub per
levar di
torno quel senso di gratitudine che mi circonda! – esclamò al posto mio
Cosmo.
-
Io sono solamente confuso … - continuai a guardare il pavimento – Non
mi
aspettavo tutto questo … -
Credo
sia stato allora che ho cominciato davvero a pensare all’amore e a
tutte le sue
sfaccettature, ma non riuscivo a capire il perché
stavo pensando tutto questo.
The end
Angolo autore: mi spiace che sia finita così un po’ sospesa,
ma a me piaceva molto
questo finale e non ho voluto cambiarlo. Spero di non avervi
traumatizzato un’infanzia
… di non aver rovinato un mondo … e di non aver creato problemi
psicologici all’autore
vero dei Fantagenitori … spero vi sia piaciuta almeno quanto è piaciuta
a me! Pace
e successo a tutti voi! ;)