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Jude entrò nella doccia già calda con movimenti melliflui, districando i lunghi capelli biondo ramato con le dita affusolate. Nel momento stesso in cui l’acqua sfiorò la sua pelle, i pensieri che fino a quel momento avevano appesantito la sua mente come nubi cariche di pioggia si dissiparono.

Mise il viso sotto il getto diretto dell’acqua senza respirare.

Un uomo camminava solitario nelle deserte strade notturne, senza curarsi minimamente della creatura che lo seguiva come un’ombra. Procedeva lentamente, a suo agio; per il vampiro il buio della notte spingeva soffocante sopra la testa. Non voleva. Ma doveva.

La sua prima uccisione.

Si sistemò meglio il colletto - la gola arsa, gli occhi iniettati di sangue - ed in silenzio si portò alle spalle dell’uomo.

Uno, due affondi, il sangue sgorgava e lui non ne lasciò cadere nemmeno una goccia - avido - beandosi del sapore dolciastro che gli permeava le labbra.

Quando l’uomo fu prosciugato fino all’ultima stilla, il vampiro si alzò e, con una fugace e colpevole occhiata al cadavere, fu inghiottito dalla notte.

Aumentò la temperatura dell’acqua fino a che divenne così calda da scorticargli la pelle diafana, solo allora si permise di urlare. 

Tutte le lacrime che non poteva piangere mischiate ad acqua scendevano sul suo corpo nudo ed ebbe paura del sole che stava per sorgere, ebbe paura che ad aspettarlo nei sogni ci sarebbe stato un uomo dai capelli corvini e il viso inespressivo.

Entrò tremante nel giaciglio e in poco tempo cadde addormentato; gli diede il benvenuto una faccia tremendamente pallida ed offuscata e l’incubo ricominciò da dove era finito.