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Autore: Mikucchan    19/03/2012    0 recensioni
Questa è una fan fiction one shot incentrata sulla YeHyun ovvero la coppia Jonghyun x Yesung Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Jonghyun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riuscivo a credere che quel giorno, quel giorno che non volevo mai che avvenisse, sarebbe arrivato così velocemente. Mi sembrava come se tutto quello che avessi passato con lui, fosse di colpo svanito. La mia mentre era vuota, avevo dimenticato tutto. Ora l'unica cosa che avevo in mente era lui, sì lui, in quello stato. Su quel letto, quel letto duro, in quella stanza fredda infilzato con mille tubicini trasparenti in cui passavano strani liquidi di cui non ho mai capito il nome.
Lo guardai fuori dal vetro della sala, poggiai le mani su di esso facendole aderire bene. Era freddo, come il mio corpo. Appoggiai su di esso la fronte mordendomi le labbra con gli occhi chiusi. Perchè? cosa avevo sbagliato? era colpa mia. Perchè non lo avevo ascoltato. Avrei dovuto dargli quello strafottutissimo polmone. Non dovevo ascoltare le sue parole. Quel ragazzo era solo un idiota. Solo un idiota. "starò bene yesung" o "troveranno una cura" diceva. Che allocco che sono sono  stato. Bastava che mi sorridesse e credevo a tutto quello che mi diceva.
E adesso, guarda dove sei scemo. In un letto del cazzo con gli occhi chiusi intubato come un sistema di fogne. Diedi lievi colpetti al vetro con la fronte, avrei voluto spaccarlo e infilzarmi con uno dei frammenti. Scostai la testa e mi avvicinai alla porta della stanza, sospirai lentamente e abbassai la maniglia di plastica. Aprii la porta con una lentezza assoluta, avevo paura di entrare ma il mio corpo si muoveva da solo. Nella stanza arieggiava un odore, pesante, opprimente, non riuscivo a descriverlo, però c'era anche qualcosa di familiare, di dolce, di unico. Il suo odore. Quell'odore dolce della sua pelle che mi ricordava una torta. Ah, le sue torte, era così bravo in cucina, mi avrebbe fatto diventare obeso un giorno ne ero sicuro.
Ma adesso, non c'è più quel rischio. No che non c'è. Adesso, nessuno mi farà più quei dolci così invitanti. Strinsi il pugno e scossi la testa, guardai alla mia sinistra e presi dallo schienale una sedia, simili a quelle di scuola in cui mi sedevo da bambino. Mi avvicinai facendola strisciare per i piedi posteriori facendo un lieve ma fastidioso rumore. Mi sedetti accanto a lui in silenzio con lo sguardo basso vedendo solo la sua mano.
- Dannazione.. - esclamai con voce bassa, quasi a non volermi fare sentire da lui. -
Gli presi la mano incrociando le mie dita con le sue, le nostre mani combaciavano perfettamente, solo che non erano calde come al solito. Questa volta erano fredde, fredde come i gelati che dividevamo, solo che questa sensazione non era piacevole, per niente.
- Sei uno scemo Jong, spero che tu possa sentirmi idiota, si sei un idiota, un imbecille, uno scemo, un pazzo, un cre..tin..o un.. - Man mano che parlavo la mia voce veniva spezzata dalle lacrime, i singhiozzi cominciavano a affiorare fra le mie parole che venivano spezzate. Abbassai lo sguardo stringendo la sua mano.
- Sei l'unico imbecille che mi ha fatto perdere la testa per lui, che mi ha fatto capire cosa volesse dire amare una persona ed adesso che sono qui tu non puoi parlarmi..non puoi chiamarmi bimbo..o baciarmi..Jong..io voglio le tue labbra, ne ho bisogno. Voglio sentire quel lungo bacio con un retrogusto di caffè che mi dai al mattino quando mi porti la colazione..Jong seriamente voglio sentirti almeno un'ultima volta cantare, cantare la nostra canzone "Sea of love" Eri così bello quel giorno, potevo ammirati in tutto il tuo splendore, quando canti mostri una bellezza che nessun'altro mai mi ha mostrato, e questa bellezza la vedevo ogni giorno nei tuoi occhi quando riflettevano me. Mi dispiace per i litigi, mi dispiace per averti detto cose che ti hanno fatto piangere. Odiavo le tue lacrime, soprattutto se erano per mano mia, mi dispiace di aver rovinato momenti con anche solo una parola, tu sei sempre stato troppo sensibile, e io non l'ho mai capito a pieno. - alzai il volto rigato dalle lacrime e lo guardai, guardai quel suo splendido profilo, così armonioso, quelle sue mascelle che sempre prendevo in giro ma che amavo baciare. Ma soprattutto quelle sue labbra, carnose e rosse che amavo torturare con i miei denti e assaporare con la mia lingua. Amavi quando ci baciavamo, quei baci carichi di passione ed amore, come mai con nessun altro ho messo. -
Mi alzai un po' dalla mia sedia e mi avvicinai al tuo viso posando dolcemente le labbra sulle sue, senza colore ormai. Posai la fronte sulla sua e ripresi a piangere con gli occhi chiusi. Il mio pianto straziato era accompagnato dal "bip" dell'aggeggio che era collegato ai tuoi battiti. L'unica cosa che mi rassicurava che eri ancora vivo, e forse avevi anche sentito le mie parole, le mie dolci parole a te. Avrei dato non so che cosa per poter sentire un'ultima volta le tue, un ultimo "Yesung sei uno scemo" o "Ti amo bimbo mio" mi sarebbe bastato qualsiasi cosa.
- Avevo promesso che prima o poi avrei fatto questo..- mi inginocchiai davanti a lui e gli presi una mano.
- Jonghyun Kim vuoi sposarmi? - pronunciai quella frase rotto dai singhiozzi e in quel mento sentii la tua mano muoversi, strinse leggermente la mia. Spalancai gli occhi e ti misi l'anello, mettendo subito dopo al mio l'altro.
- A-Adesso siamo sposati, possiamo vivere una vita felice..io e te..tu e me..devi solo aprire gli occhi jong..solo quelli..dai un piccolo sforzo e non ti lascerò più - Dissi quelle parole non credendoci affatto, sapevo che non avresti aperto quegli splendidi occhi neri, sapevo che oramai era troppo tardi ma ancora dentro di me c'era una parte che sperava in un suo risveglio.
Il tempo passò erano le due del pomeriggio e io rimasi fin dalla mattina a tenergli la mano sperando nel suo risveglio che ancora non avveniva ero stanco,  senza speranze ci vedevo male, tutto offuscato, anche la mia mente era così, un cumulo di nebbia in cui mi ero perso.
In quel momento dal distrarmi dal suono dei battiti del mio ragazzo, o meglio mio marito ora, fu la porta della stanza aprirsi.
- Signor Kim, è ora, come scelto dal paziente in questione se non si fosse svegliato avremmo dovuto.. - Il medico cercò di non dire l'ultima parola, tanto l'avevo compresa ormai. Strinsi la mano del ragazzo riprendendo a piangere.
- TI PREGO JONG! SE C'E' UN MOMENTO PER SVEGLIARSI E' PROPRIO QUESTO. TU NON VUOI ABBANDONARMI NO?!- Urlai scuotendo leggermente le splendide spalle coperte da un camice bianco del ragazzo. I medici accorsero a tenermi e uno di loro, quello che parlò all'inizio si avvicinò a Jonghyun cominciando a staccare ogni tubicino attaccato al suo corpo.
Io urlavo e mi dimenavo come non avevo mai fatto prima. I dottori cercarono di calmarmi inutilmente, fino a che non sentii quel bip del tuo cuore diventare continuo e provo di intervalli. Spalancai gli occhi schiudendo le labbra e di mi inginocchiai urlando disperato.
Era davvero finita, era finita così senza che potessi vedere ancora una volta il tuo sorriso.
 
Passò un anno da quella vicenda e io puntualmente il giorno di quell'avvenimento andai al cimitero con un mazzo di gigli, i tuoi fiori preferiti.
Mi inginocchiai davanti alla tomba, posando delicatamente i fiori su di essa.
Anche se adesso non sei più con me, ti sento sempre. Sento la tua presenza sento il tuo spirito la notte che mi abbraccia e mi riscalda. Non passa Giorno Jong che io non ti ami più di me stesso.
 
Dedicata a Mia moglie Alessia, una delle persone più importanti della mia vita.
  
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