«Sebastian, andiamo.» Non mi accorsi chi fu ma la stessa persona che in quel momento parlò mi tirò per la giacca. Io mi voltai con gli occhi lucidi e iniziai a camminare lontano sentendo ancora i lamenti da parte di Blaine. «Sali, muoviti.» Io salii silenziosamente sulla macchina. Mi guardai alle spalle e subito dopo la vettura partì. «Ma che cosa ho fatto?» Mi guardai le mani quasi come se fossi schifato da me stesso. «Seb, ha esagerato. Era solo una fottuta granita. Andiamo anche i suoi amichetti ne hanno avute e tante eppure non si sono messi a urlare come matti.» Io guardai il ragazzo accanto a me che mi mise una mano sulla spalla. Mi limitai a quello sguardo. Quando arrivammo alla Dalton mi rifugiai nella mia camera silenziosamente. Chiusi la porta a chiave e subito mi voltai. Avevo fatto qualcosa di cattivo, troppo, e poi nei confronti del ragazzo che avevo nel mio cuore. Mi levai la giacca e la cravatta sbottonandomi i primi tre bottoni della camicia. Le mie mani finirono nei capelli e io non riuscii più a trattenermi. Una lacrima mi percorse il viso, ok.. Si, stavo piangendo per lui. Presi di colpo il telefono e cercai nella rubrica Blaine Lo trovai e con le mani che ancora mi tremavano iniziai a digitare:

Blaine, ti prego scusami. Non era per te, non ti avrei mai fatto del male. Ti prego, credimi non era indirizzata a te quella granita. Giuro.

Vuoi fingere di essere bravo. Ma non lo sei. Sei solo uno stronzo che è venuto a rovinarmi la vita. Sparisci Sebastian!

Quel messaggio mi fece sprofondare il cuore. Mi sentivo così male, avevo fatto una cazzata ok. Ma quello che Blaine mi aveva appena detto mi fece davvero morire dentro. Alcune lacrime si posarono sullo schermo del cellulare.

Scusami.

Digitai quelle lettere a fatica per poi buttarmi sul letto stringendo il cuscino soffocando le lacrime.