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Autore: Vals Fanwriter    19/03/2012    6 recensioni
‹‹Quindi è una cena romantica?›› domandò.
‹‹Sembra altro?››
‹‹La nostra prima cena romantica?››

Per la Seblaine Week | 1st day – The firsts
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Seblaine Week 2012'
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Per la Seblaine Week

1st day – The firsts

 

~

 

My most cherished treasure

 

 

 

“Al Bird alle otto. Ti aspetto.”

 

Ammetteva di essere rimasto sconvolto dall’insieme di parole che conteneva quell’sms. Il Bird non era quel che si soleva chiamare “locale alla mano”, anzi a dirla tutta era uno dei più costosi e sfarzosi di Lima. Oltretutto, a giudicare dall’orario indicato nel messaggio, quello sembrava essere un invito a cena e Sebastian non era proprio il tipo da cene a lume di candela, anzi, forse non era neanche il tipo che perdeva tempo a dare appuntamento ad un ragazzo in quella maniera. Quindi dedusse che lo avrebbe trovato davanti al locale ad aspettarlo per proporgli di fare chissà che cosa – magari un drink allo Scandals, poco distante da lì. Tuttavia, davanti al Bird non c’era nessuno.

Aspettò per quasi quindici minuti, ma di Sebastian neanche l’ombra. Non poteva credere che fosse nel locale ad attenderlo. Sbirciò oltre le tende della vetrata del ristorante e fece vagare lo sguardo per ogni tavolo.

Sbarrò le palpebre quando gli saltò all’occhio una sagoma familiare voltata di spalle. Sebastian se ne stava seduto con una gamba accavallata all’altra mentre, con le dita della sua mano destra, tamburellava impaziente sul tavolo, imbandito in maniera impeccabile. Rimase così, inebetito, a fissare il ragazzo che, evidentemente in ansia, non faceva altro che fissare il quadro del suo orologio da polso, finché si disse che non era il caso di farlo attendere oltre e si affrettò ad aprire la porta d’ingresso del ristorante, per poi entrarvi.

La responsabile del posto si avvicinò a lui e gli chiese se avesse prenotato. Blaine indicò il tavolo a cui sedeva Sebastian, un po’ a disagio, e la donna, con molto garbo, gli fece cenno di accomodarsi.

‹‹Finalmente›› sbuffò Sebastian, seduto sulla sua sedia in maniera un po’ scomposta, ‹‹Da dove arrivi? Da Narnia, per caso?››.

Blaine fece roteare gli occhi, ignorando il sarcasmo dell’altro ragazzo, e poi rispose: ‹‹Non pensavo fossi dentro il Bird››.

‹‹Anche io non pensavo che sarei stato dentro il Bird, fino a qualche settimana fa, ma sai com’è…›› fece Sebastian, gesticolando distrattamente e mostrando un sorriso ammiccante, ‹‹Il mio è un ragazzo abbastanza sentimentale››.

Blaine sorrise di rimando, arrossendo un po’.

‹‹Quindi è una cena romantica?›› domandò.

‹‹Sembra altro?››

‹‹La nostra prima cena romantica?››

Il sorriso di Sebastian si allargò, mentre si alzava dalla sua sedia e, con fare elegante, si affiancava a Blaine e lo aiutava a togliersi la giacca, per poi poggiarla con cura sulla spalliera della sedia. Successivamente l’allontanò dal tavolo e fece un cenno al suo ragazzo per invitarlo a sedersi.

‹‹Si accomodi, monsieur›› disse con tono languido, mentre Blaine prendeva posto al tavolo, ringraziandolo, e poi andava a sfiorare le sue labbra con un gesto quasi casuale, che durò poco più di cinque secondi.

‹‹Non credere che questo basti a ricompensarmi›› sussurrò Sebastian con un ghigno sul viso.

Blaine rise di cuore e poi gli bisbigliò all’orecchio: ‹‹Tutto dipende da quanto stucchevole sarà la serata››.

La smorfia dell’altro si addolcì.

‹‹Non rimarrai deluso›› continuò.

Ma Blaine non sarebbe mai stato in grado di rimanere deluso, perché lui poteva vedere un lato di Sebastian ad altri estraneo. Riusciva a scorgere nelle sue espressioni più provocanti uno strano barlume, simile all’esaltazione di un bambino che vede avverato un desiderio. E lo amava, perché era lui il suo desiderio, ma non nel modo in cui le altre persone avrebbero potuto pensare, conoscendo Sebastian all’apparenza. Blaine era il tesoro di Sebastian anzi, per dirlo ancora meglio, era la cosa più cara che aveva, e non c’era nulla al mondo che potesse fargli dire che per lui non era lo stesso.

 

Fine.

   
 
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