Di
prime volte e macchine
“Respira,
Blaine, respira.”
Il
fatto Che Blaine s’incoraggiasse a respirare da
solo non era una cosa del tutto normale.
“Blaine,
stai soltanto guidando senza la patente, non stai per andare a fare
un’immersione.”
“Sebastian,
la tua indelicatezza è davvero fuori luogo, stavolta. Lo sai
che è la prima
volta che guido una macchina.”
Sebastian
ridacchiò, come a prenderlo in giro. Blaine era un vero
fifone quando si
trattava di automobili, strade e qualsiasi cosa non stesse fermo e
immobile
sotto il suo controllo.
E
la sua faccia spaventata – pensare che erano appena partiti e
avevano fatto sì
o no 200 metri - era
davvero da
Oscar.
“Qualcuno,
in questo rapporto, dovrà pur essere divertente.
È sinonimo d’intelligenza,
dovresti saperlo.”
Blaine
sbuffò, e Sebastian capì che stava riuscendo nel
suo intento – per quanto
contorto: lo stava distogliendo dalla paura e sembrava andare
più tranquillo,
ora.
“Quindi
tu saresti intelligente, Smythe?” disse Blaine, trattenendo
un sorriso.
“Lo
sai: tra noi io sono il cervello.”
Blaine
corrugò la fronte. “ E io?” chiese,
voltandosi leggermente verso di lui.
Sebastian
sorrise, malizioso.
“Tu
sei il culo, ovviamente.”
Blaine
si sporse per dargli un leggero pugno, senza però riuscire a
trattenere una
risata.
“Non
cambierai mai,” disse, scuotendo la testa e con un tono
involontariamente
dolce.
Si voltò di nuovo per fargli un sorriso, aspettandosi quello malizioso di Sebastian, ma lo sguardo di Sebastian non era esattamente allegro.
“Cristo, Blaine, il palo!”