Make of our hands one hand.
-Kurt, dobbiamo
parlare-
Kurt si arrestò di scatto, il piatto sollevato e
grondante di sapone in una mano e la spugna nell'altra, e si
girò
titubante verso suo marito, allarmato da quel tono grave.
-Che è
successo, Blaine?-
Blaine per tutta risposta chiuse la porta del
cucinino e vi si appoggiò contro, un'espressione abbattuta
sul
volto, mentre Kurt finiva di sciacquare l'ultimo piatto.
-Oggi a
scuola di Rose...-
-Aspetta, aspetta- lo interruppe Kurt,
asciugandosi le mani, -mi stai dicendo che hai di nuovo
pedinato nostra figlia a scuola?-
-Io non la pedino!- disse Blaine
sulla difensiva, -è solo che oggi sentivo che ci sarebbe
stato
qualche problema!-
-E che cosa sarebbe successo, di
grazia?-
-Questo!- sbraitò Blaine, sventolando davanti il naso
del marito un foglio di carta. Kurt batté le palpebre e
afferrò il
foglio. Ah, ecco perché Blaine era così agitato.
Sopra, tracciato
con dei pastelli, c'era l'abbozzo di un disegno che rappresentava un
uomo dai capelli neri e la testa di un altro più alto dai
capelli
marroni e due puntini azzurri per occhi. Dopo però il
disegno veniva
interrotto da una brusca linea rossa, spessa e marcata, che tranciava
il foglio con tanta forza da averlo strappato lievemente.
Kurt
aveva capito, ma Blaine sentì il bisogno di mettere in
chiaro le
cose.
- “Per la festa del papà, disegna il tuo
papà e scrivi
perché è così importante per
te”. Era questo il compito dato
dalla maestra, Kurt. E quando Rosie ha cominciato a disegnare un
altro
papà, un bambino le ha
detto che era impossibile avere due papà, che non era
normale, e ha
cancellato il suo disegno e...-
-Blaine, Blaine,- disse Kurt,
posando le mani sulle spalle dell'altro, -calmati. Fai un bel
respiro.-
Blaine lo fece, poi tornò a guardare il più alto
con i
suoi occhioni da cucciolo indifeso. Kurt non capiva perché
dovesse
essere lui quello ad aver bisogno di conforto e non Rose, che in
realtà se ne stava tutta tranquilla a giocare in salotto.
-Prima
di tutto, come hai avuto quel disegno?-
-L'ho preso dallo zainetto
di Rosie- disse Blaine, senza rimorso. Kurt ridacchiò.
-Bene. E'
stata lei a raccontarti quello che è successo?-
-No, l'ho visto
da oltre il muretto. Stavano disegnando nel cortile.-
-Blaine,
l'hai davvero spiata da dietro il muretto della scuola? Dalla strada
ti avranno preso per un maniaco!-
-Cosa? No! Passavo di là e mi
sono fermato a vedere come stava...-
-Ed esattamente cosa ci
facevi nella zona residenziale dall'altra parte della città
rispetto
a dove lavori tu?-
Blaine aprì la bocca per rispondere, ma non ne
uscì alcun suono, poiché si rese conto di non
avere una scusa
pronta. Kurt sospirò e si massaggiò le tempie con
le dita.
-Ok.
Ascoltami, Blaine, sapevamo che cose del genere sarebbero potute
succedere. L'importante è che Rose non l'abbia presa troppo
male.-
Blaine borbottò qualcosa sul fatto che a Rose niente
andava mai male, e Kurt dovette dargli ragione; per quanto piccola
fosse, la loro bellissima figlia aveva un caratterino forte che non
si lasciava scalfire quasi da nulla.
-Vedi? Niente di grave.
Quando ci sarà l'occasione parleremo coi genitori di quel
bambino
per chiedere loro di spiegargli che non deve dire cose del genere a
Rose, loro si scuseranno e la cosa finirà lì.-
Blaine non era
convinto, per niente. Kurt fece scivolare le mani dalle sue spalle
fino alla sua vita e lo attirò leggermente a se.
-Io penso che
quello che l'ha presa peggio sia proprio tu, non è vero?-
gli
sussurrò, il naso affondato nei suoi riccioli scuri.
-No, è
che... non voglio che pensi di essere diversa dagli altri bambini,
tutto qui.-
Kurt sospirò e alzò la testa, appoggiando il
mento
sulla testa del marito.
-Ne abbiamo parlato tante volte, anche con
lei. L'avevamo avvertita che qualcuno avrebbe potuto dirle cose del
genere, e infatti è rimasta indifferente. Magari non sa
perché
tutti i bambini hanno un solo padre e lei due, ma l'amore che prova
per noi è reale e questo le basta.-
Blaine alzò la testa per
guardare Kurt negli occhi.
-Come fai ad esserne sicuro?-
Kurt
sorrise. -Me l'ha detto lei stessa, proprio ieri sera.-
Blaine
prese un bel respiro, poi sorrise e posò dolcemente le
labbra su
quelle di Kurt. -Immagino che tu abbia ragione. Sono io a crearmi
troppi problemi, come sempre.-
In quel momento la porta della
cucina si aprì ed entrò una bambina sui sei anni,
dai lunghi
riccioli neri, che si stropicciava gli occhi con una manina.
-Papà?
Papi?- chiamò, con voce impastata.
Kurt le andò incontro e la
sollevò delicatamente, prendendola in braccio. -Hai sonno,
Rosie?-
-Sì- disse la bambina, avvolgendo il collo del padre con
le braccia.
-Andiamo a letto, allora. Papi, vieni con noi anche
tu?-
Blaine si scosse e mosse un passo verso di loro. Rose
allungò
le mani da oltre la schiena di Kurt per arrivare a toccare i capelli
di Blaine, che afferrò delicatamente e cominciò
ad
accarezzare.
-Papà, perché Papi è triste?-
Blaine si allungò
verso la figlia e le diede un bacio sulla guancia, per poi scivolare
e darne uno anche alla spalla di Kurt.
-Non sono triste, tesoro.
Se sono con voi non posso essere mai triste.-
Rose sorrise,
soddisfatta, mostrando tutti i dentini e tornò ad
aggrapparsi alle
spalle di Kurt, mentre questo saliva le scale per portarla nella sua
stanza. Blaine, dietro di loro, osservò la bellezza e la
perfezione
delle due persone della sua vita e constatò che era stato
uno
stupido a lasciarsi affliggere da un disegno quando poteva disporre
di così tanta felicità.
*
Il
giorno dopo, domenica mattina, Kurt e Blaine si preparavano per la
consueta visione dei cartoni Disney; vederne uno diverso ogni giorno
festivo, mangiando latte e biscotti, era una tradizione della
famiglia Anderson-Hummel. Kurt era seduto sul divano che accarezzava
i capelli di Blaine che, dopo aver inserito il dvd, era rimasto per
terra con la schiena tra le gambe del marito.
-Rose!- chiamò
Kurt, -vieni, sta iniziando!-
-Eccomi!- aveva detto la bambina,
deliziosa nel suo pigiamino con le renne -regalo di zia Rachel- e con
i boccoli neri trattenuti da due codine.
-Cos'è quello, Rosie?-
chiese Blaine, adocchiando un foglio tra le mani della figlia, che si
affrettò a nasconderlo dietro la schiena.
-E' una sorpresa!-
disse, allontanandosi.
-Dai, fammi vedere!- implorò Blaine,
facendo alzare a Kurt gli occhi al cielo. A volte non sapeva davvero
chi dei due, tra il marito e la figlia, avesse meno anni.
-No!-
ribatté Rose, mostrandogli la lingua.
-Ah, è così eh?- e
Blaine, senza abbandonare la sua posizione, allungò le
braccia e
attirò la bambina verso di sé. Rose si
dimenò, ridendo, cercando
di liberarsi, mentre il padre le faceva il solletico.
-Ok, ok, hai
vinto!- si arrese la bimba, continuando a ridere. Poi si rimise in
piedi, guardò i suoi papà uno per volta e, con
fare solenne, porse
il foglio a entrambi. Blaine lo prese e Kurt si chinò per
guardare
oltre la spalla del marito.
Sul foglio c'era un disegno simile a
quello che entrambi avevano visto il giorno prima come stile; ma
questa volta raffigurava lei avvinghiata alle gambe di Kurt e Blaine,
mentre loro si tenevano per mano. Sopra, con una scrittura
irregolare, un po' troppo grande e quasi impossibile da decifrare,
c'era scritto:
“I miei papà sono speciali perché si vogliono bene e ne vogliono a me e perché io mi sento sempre tanto felice quando sono con loro. Ma io gli* amo soprattutto perché sono unici e perché so che nessuno a* dei genitori come loro, e mi sento triste per gli altri perché non sanno cosa significa avere dei papà fantastici come i miei.”
-Buona
festa del papà!- trillò la bambina, emozionata.
Blaine
era saltato addosso a Rose e aveva cominciato a riempirla di baci,
mentre lei cercava di sottrarsi, ridendo.
-Papà, ti piace?-
Kurt
aveva affondato la testa nelle ginocchia ed era rimasto immobile.
Blaine e Rose si accoccolarono vicino a lui sul divano e la figlia
cominciò ad arrampicarglisi addosso.
-Allora, Papà? Non ti
piace?-
Kurt finalmente alzò la testa e prese Rose tra le
braccia. -Certo che mi piace, amore. E' il disegno più bello
che
abbia mai visto.-
-Allora perché piangi?-
-Non sto piangendo,
cara. Il gel di tuo padre mi fa irritazione agli occhi.-
Blaine
sbuffò.
Kurt lo guardò male. -Sono solo molto felice delle cose
che hai scritto, tesoro.-
Blaine ridacchiava. -Per fortuna ero io
quello che si preoccupava troppo di cosa poteva pensare Rose di
noi... Allora anche tu eri preoccupato!-
Kurt gli lanciò
un'occhiata fulminante da sopra la piccola spalla della figlia. -Non
dire assurdità.-
-Come no, si vede lontano un miglio che sei
talmente sollevato da...-
Blaine si interruppe a causa di un
cuscino lanciatogli da Kurt in piena faccia. Rose scoppiò a
ridere,
agguantò il cuscino e cercò di lanciarlo anche
lei, ma si sbilanciò
e cadde. Si rialzò appena in tempo per vedere Blaine
avventarsi su
Kurt per restituire il colpo, col risultato di far finire il marito
lungo disteso sul tappeto. Blaine, che aveva giurato vendetta per la
cuscinata, si mise a cavalcioni sul marito e cominciò a
fargli il
solletico e anche Rose, desiderosa di unirsi alla festa, si
buttò su
Kurt che rideva e cercava di liberarsi.
Il foglio con il disegno
che era rimasto sul pavimento, nella confusione e nei giochi, si era
un po' stropicciato, ma non importava; ciò che era davvero
importante era lì, su quel tappeto nel salotto, e aveva la
forma di
due uomini abbracciati e una bambina seduta sulle loro gambe, intenta
a guardare la tv. La tenevano stretta tra le loro braccia e le loro
mani erano incrociate sul petto della bimba, che guardò le
dita dei
suoi papà intrecciate, ci posò sopra le proprie e
decise che non
c'era niente di più bello al mondo che le loro tre mani
unite.
Note
dell'autrice.
*non si
può certo pretendere che una bambina di sei anni scriva
perfettamente, no? Ho inserito alcuni errori intenzionali.
Comunque,
eccomi qua con una piccola storiella senza pretese per festeggiare la
festa del papà. E quale modo migliore per farlo se non una
fluffosissima Daddy!Klaine?
Nonostante
preferirei affogarmi che
fargliela leggere, la dedico a mio padre, che è sempre stato
una
figura fondamentale nella mia vita e che lo è tutt'ora, e a
tutti i
padri. Siete speciali.