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Autore: botherd    20/03/2012    1 recensioni
[Naomi & Effy + Naomily]
Naomi ed Effy esistono unicamente nella penombra dell'aurora, quando il bagliore sporco della pioggia flitra appena tra le tende e gli uccellini iniziano a cantare.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Elizabeth Stonem, Emily Fitch, Naomi Campbell
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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dominoes

Titolo: Dominoes
Autrice:
botherd
Traduzione di
: Lizzie_Siddal
Versione originale:
http://archiveofourown.org/works/29898
Fandom:
Skins
Personaggi/Pairing(s):
Effy Stonem/Naomi Campbell; implied Naomi Campbell/Emily Fitch
Warnings:
oneshot, femslash, accenni di lime, linguaggio colorito, traduzione.
Note:

- È la prima storia che traduco dall'inglese, perciò mi scuso già da ora per eventuali errori/mancanza di fluidità rispetto alla versione originale, che consiglio caldamente.
-
Qui ho richiesto il permesso all'autrice, che è stata gentilissima nel darmi l'okay. Nel caso lasciaste qualche commento, provvederò affinché lei lo riceva in tempi brevi, tradotto ovviamente :)
- Ringrazio Shellyng che mi ha betata XD ♥


Dominoes



Implodono silenziosamente, Naomi ed Emily.

Niente urla, niente parole, solo sguardi mesti attraverso la voragine che si apre, mentre un senso di inevitabilità si posa attorno a loro come polvere.

Più tardi, quando Naomi è sola, distesa sul letto nella sua camera buia, non ci sono lacrime, ma solo un'infinita catena di sigarette e ricordi di Emily che scorrono a ripetizione nella mente.

Rimane stesa lì per un periodo di tempo indefinibile.


---


Naomi si ritrova da Effy. Non è sicura di come le sue gambe l'abbiano portata a casa Stonem, ma una volta che è là non riesce a pensare ad un posto migliore in cui essere.

Effy non dice nulla quando la vede in piedi sulla soglia, disperata; l'unico segno con cui tradisce di aver compreso in che stato si trovi Naomi è un leggero sollevamento sopracciglia - una domanda silenziosa che non ha davvero bisogno di una risposta.

Ma che la ottiene comunque.

Naomi sputa fuori un "Emily..." prima che la sua gola si chiuda ed Effy le sia addosso, a stringerla in uno strano abbraccio ossuto.
Sa di incertezza, come se Effy non fosse abituata ad essere una spalla su cui piangere, ma allo stesso tempo è rassicurante e più che sufficiente a tenere a bada le lacrime. (Una o due potrebbero sfuggirle. Naomi è umana.)

Effy la porta fuori; questo è il modo in cui affrontano la cosa, alla fine. Ma la serata si rivela un fallimento; càpitano nello stesso locale scelto da Emily e Katie, e finiscono per andarsene prima ancora di sballarsi come si deve.
Ma Naomi non vuole andare a casa, non vuole stare sola dopo aver visto le lacrime negli occhi di Emily, illuminate dalla luce dello strobo, così rientra con Effy, a casa di lei.

C'è una bottiglia mezza vuota di vodka nella stanza di Effy.

Naomi ne prende un sorso senza chiedere.


---


Naomi non è sicura di cosa Effy dica di così buffo; le parole le entrano in testa, colpiscono il pulsante del divertimento, e subito svaniscono, lasciandola in preda alle risate, a strozzarsi e sputarsi vodka addosso.

Quel che fa Effy dopo, la sorprende: si sporge avanti con un unico movimento fluido e un po' lecca e un po' bacia la vodka sul mento di Naomi, poi indietreggia con un sorrisetto soddisfatto sul viso.

"Quello per che cos'era?" chiede Naomi, e adesso la sua risata è imbarazzata.

"Ho bisogno di un motivo per farlo?"

"Per leccarmi la faccia? Direi proprio di sì."

Un attimo di silenzio, poi Effy dice, "Non volevo sprecare l'alcol."

"Certo, perché sei proprio rimasta senza scorta."

Ubriache, le parole diventano uno scioglilingua, e allora entrambe ridono, Naomi così forte da non riuscire a respirare.
Ed è quasi abbastanza per allentare la tensione; quasi abbastanza, prima che Effy la baci ancora.

"Sei fottuta," dice Naomi non appena si allontanano e riprende fiato.

"In ogni senso del termine."

"Sì," replica Effy.

"Ma non lo siamo tutti?"

Qualcosa dentro Naomi vorrebbe dire no, ma non è più sicura che sia vero.

La volta successiva in cui si baciano, è lei a prendere l'iniziativa.

---


La cosa migliore di scopare con Effy - Effy che è sempre stata così consapevole, onnisciente - è sorprenderla e insegnarle qualcosa di nuovo.

È una che impara in fretta.


---


Più tardi, quando il sole sta sorgendo, Effy dice, "La tua vita non deve finire insieme con lei"


---


Va avanti all'incirca una settimana.

Naomi ed Effy esistono unicamente nella penombra dell'aurora, quando il bagliore sporco della pioggia flitra appena tra le tende e gli uccellini iniziano a cantare. Sembra irreale, stare stravaccata dal verso sbagliato sul letto di Effy e scopare tranquillamente in mezzo alla foschia di alcool e fumo, ma è proprio così che deve essere - irreale. Se non lo fosse, Naomi dovrebbe affrontare la cosa.
La presenza di Emily indugia nella stanza come un fantasma, ma loro non pronunciano mai il suo nome; una cosa del genere farebbe tornare il dolore, ancorandole con violenza alla realtà, ed è meglio
non sentire.

Naomi è diventata un'esperta nel non provare nulla.

Rimane stesa lì, nei piacevoli postumi del sesso, una risata inspiegabile che le scoppia in petto. È il fottuto spinello a far sì che tutto sembri più divertente di quanto non sia, come ad esempio il modo in cui Effy la guarda, consapevole di quanto impenetrabile sia il proprio sguardo e compiacendosene.
Pensa che Effy sia come un cubo di Rubik; sorprendentemente facile da capire, se la si sa osservare nel modo giusto, ma comunque troppo difficile per la maggior parte delle persone, che lasciano perdere mentre Effy è ancora incasinata, da scomporre.
Naomi non è una sciocca; sa che è stupido anche solo provarci.

Eppure, non può impedirsi di chiederglielo.

"Perché lo fai?"
Non si aspetta una risposta chiara.

Effy sbuffa un anello di fumo e sorride.

"Mi piace scopare con gente che non è innamorata di me. È meno complicato, così."

"Lo è?"

Effy scrolla le spalle, toglie il tappo alla bottiglia quasi vuota di vodka e beve un goccio.

"Ma a te nemmeno piacciono le ragazze."

"Alcuni di noi non fanno certe distinzioni."

"Fottiti," dice Naomi. Trova sia una risposta appropriata alla maggior parte delle cose che Effy dice.

"Cosa, ancora?" Effy solleva un sopracciglio. "Sicuro."

---

Una sera vanno a ballare. O meglio, il piano è quello, ma si devastano talmente in fretta che muoversi va quasi oltre le loro capacità, e finiscono aggrappate l'una all'altra sulla pista da ballo, dondolando appena, mentre figure ubriache le urtano da ogni angolo.
Naomi si stringe saldamente ad Effy, affondando il viso contro la sua spalla così forte da vedere le stelle, i colori che esplodono dietro le palpebre - strisce di bianco, tagli di arancione e qualche sciacquo di blu.

Effy sembra sbagliata sotto il suo tocco - troppo alta, troppo magra - ma non è che sia davvero così. È solo che Effy non è Emily. È questo che Naomi ama e odia di lei: è indefinita, una serie di segni negativi, il suo intero essere caratterizzato dalla qualità di non-Emily.

Quando Effy la bacia, sa di dolce e aspro, come un frutto estivo che Naomi non sa riconoscere. I baci la sopraffanno; il calore si diffonde sul suo corpo come un incendio. Pensa che si potrebbe abituare a farsi piacere la non-Emily.

Stanno lì, abbracciate l'una all'altra, fino a quando il locale non chiude e crollano a casa di Naomi; è la più vicina, e tutte e due sono troppo al verde per un taxi.

Per una volta, non scopano.

Sono entrambe troppo fuse di testa, e troppo accaldate; anche fuori dal calore soffocante del locale, l'aria è troppo immobile, e Naomi è sicura che se toccasse Effy potrebbe prendere fuoco.
Così rimangono sul letto di Naomi - Effy sul lato che non è più di Emily - e guardano il soffitto, stordite.

A Naomi pare di sentire il mondo ruotare sotto di sé – lentamente, lì sulla superficie, ingannevole, come se in realtà non stessero tutti sfrecciando attraverso lo spazio.

Quel pensiero la fa sentire frastornata, malata. O forse è colpa della droga.
Si alzerebbe per vomitare, liberare l'organismo quasi davvero ne avesse bisogno, ma non vuole interrompere il momento muovendosi (non è nemmeno un momento che valga la pena di preservare).

Se si concentra a fondo sulla presenza di Effy al proprio fianco, può iniziare a districarla e renderla irreale, come se stesse fissando una parola per così tanto tempo da smarrirne il significato, renderla sconosciuta e strana.
Solo che non può fissarla, perché Effy fissa lei, le vede attraverso, con questa vista a raggi-x che è tipo il grande talento segreto di Effy.
Allora Naomi prova a concentrarsi sul soffitto, che da giallo sembra quasi grigio nella scarsità di luce, e invece
sente Effy.
Nemmeno si toccano, ma nel centimetro o due che le separa Naomi può sentire il suo calore, e quando per caso chiude gli occhi per un momento, vede Effy, l'immagine residua degli occhi di Effy, marchiata a fuoco sulla retina.

Apre gli occhi e si muove - il momento ormai infranto, adesso.
Effy la sta osservando, come se avesse aspettato che Naomi si alzasse, e ora che lo ha fatto ha un paio di idee.

"Non mi va,” dice Naomi, le parole che le graffiano sgradevolmente la gola.

Effy la ignora e si siede a gambe incrociate, guadagnandosi una posizione migliore per scrutarla - come a costruire un castello su una collina, non fosse che Naomi difficilmente proverà ad attaccare.

"Perché ti faceva così paura essere gay?” chiede Effy, e la domanda è così inaspettata che Naomi scoppia a ridere.

"O essere bi. Che ti piacessero le ragazze. Perché ti spaventava tanto?”

"Chi cazzo lo sa.”

Sembrano passati anni, adesso, così distanti, lontani, come se il tempo non fosse mai esistito, relegato ad una storia antica che Naomi abbia solo studiato e mai vissuto.

"Non era il fatto di essere gay, era... realizzare che non mi conoscevo bene tanto quanto pensavo. Non spaventerebbe anche te?”

Effy sorride, con quell'espressione selvaggia negli occhi.

"Io non mi conosco per niente. È ciò che rende la vita interessante.”

"E questo è anche il motivo per cui nessuno ti conosce davvero.”

Qualcosa nell'espressione di Effy si spegne e lei si allontana.

"Nessuno conosce davvero nessuno, Naomi. È stupido pensare di poter entrare nella testa degli altri.”


---


Svegliarsi e trovare Effy nel proprio letto è strano; la fa sentire come se Effy si fosse intrufolata, ma la colpa è stata principalmente di Naomi, che ce l'ha invitata. In quel quadro tutto risulta sbagliato, dalla lunga sagoma delle gambe di Effy, che si distendono troppo, in fondo, sotto le coperte, al timbro diverso del respiro.
Lei non appartiene a quel luogo.

Nel bozzolo che è la camera di Effy, sono al sicuro; là, in quello strano limbo, possono esistere senza conseguenze.
È un posto nel quale le cose non accadono veramente e possono essere dimenticate una volta che te ne vai. La camera di Naomi è diversa; è solida, appartiene al mondo reale.
Effy non dovrebbe essere lì.

Non rimane per colazione. Svicola fuori non appena sveglia, in silenzio, e Naomi crede che Effy abbia capito.

"Quella non era Emily”, osserva la madre di Naomi quando la ragazza si azzarda a scendere le scale, e sebbene il suo tono sia casuale, suona comunque come un'accusa.

"Fanculo, mamma, è solo un'amica.”

"D'accordo, stavo solo chiedendo.”

Sua madre fa un sorriso triste, come se le si spezzasse il cuore.

"Allora, che è successo con Emily?”

È più di quanto Naomi possa sopportare.
Percepisce qualcosa di caldo bruciarle negli occhi prima di rendersi conto che sono lacrime.
Lascia la cucina senza mangiare.


---


Quella notte, Naomi torna di nuovo a casa di Effy.
Non appena crolla sul suo letto ed Effy le porge una canna senza dire una parola, si sente più rilassata, ancor prima di fare un tiro.

Si passano il fumo ed ogni volta che aspira, Naomi percepisce la tensione della giornata allentarlesi in petto, fin quando non è così fatta da lasciarsi andare alla deriva, senza niente ad trattenerla.

A volte, quando Naomi è strafatta, comincia a filosofeggiare.
Senza alcun motivo, all'improvviso diventa importante spiegare roba, spiegare il mondo ad Effy, mostrarle che non è lei l'unica a sapere come vanno le cose.
Vuole raccontarle del libero arbitrio, di come esso non esista davvero, ma le parole compiono un lungo viaggio dal cervello alla bocca, e quelle che non si perdono per strada vengono ingoiate dai baci di Effy.

Naomi pensa che Effy sia nata così, nata con questo dono naturale nel far sentire bene le persone quando loro odiano se stesse (ed è proprio uno scherzo crudele, a pensarci, perché sembra che l'unica persona su cui Effy non riesca ad estendere il proprio talento sia lei stessa, non importa quanto duramente ci provi).

Naomi si concede il permesso di perdersi in Effy, nell'attimo, e poi fa del suo meglio per restituire il favore.

Forse Effy è il tipo di persona che non riesce mai ad essere soddisfatta, che non riesce mai a sentire abbastanza. O forse è che sente fin troppo.

"Quindi credi nel destino?” domanda Effy.

O Naomi s'è lasciata sfuggire più di quanto intendesse fare o Effy ha intuito ciò a cui stava pensando. Nessuna delle due ipotesi la sorprenderebbe.

"Non è questo. Solo perché non abbiamo alcuna direzione, non significa che ci sia niente a guidarci.”

Distende le mani di fronte a lei, gesticolando inutilmente nell'aria.

"È soltanto una catena inevitabile di eventi, una cosa che impatta contro un'altra. Come far cadere le tessere del domino, capisci?”

Effy inclina la testa di lato.

"Ma che succede se colpisco le tessere in una direzione diversa?”

"Ah, bè, il fatto è questo: tu sei una delle tessere. Solo che non te ne rendi conto.”

"Mi sembra una buona scusa per fregarsene.”

Naomi sente un peso sopra di sé, una tristezza che non riesce a scrollarsi di dosso.

"È una cosa che devi ignorare per fingere che qualsiasi altra cosa abbia importanza.”

Effy la studia per un istante, poi le sue labbra si piegano in un sorriso.

"Niente più canne per te.”

---


Continua per una settimana, poi, improvvisamente come è cominciato, finisce.

Scopano ai piedi del letto di Effy, e sono solo un po' brille e un pochino fatte, che per loro è come essere sobrie.

Il movimento della lingua di Effy è volutamente lento, non importa quanto forte le dita di Naomi si intreccino ai suoi capelli, e poi c'è una cosa che Effy fa, un qualche gesto impercettibile che Naomi non saprebbe descrivere, ma che le riporta alla mente Emily.
L'immagine di Emily le sboccia tra i pensieri proprio quando Naomi sta per venire, ed è l'orgasmo più strano della sua vita, così pieno di dissonanza cognitiva da farle dimenticare dove si trovi.

Effy se ne accorge. Naturalmente.

"Perché lo stiamo facendo?” chiede Naomi, e non è la prima volta. Comincia a pensare che quello che fanno non avrà mai un senso.

"Non tutto deve avere un significato, Naomi. Alcune cose semplicemente... sono.”

Naomi la guarda, guarda quell'espressione che non riesce mai a decifrare, e la risposta è così semplice che si stupisce di averci messo così tanto a capirla.

"Intendevo Emily ed io. Quello ha un significato.”

Effy non dice nulla, annuisce.

"Penso che tornerò da lei”, afferma Naomi.
"Se mi vorrà, cioè.”

Effy suona stanca quando replica, “Lo farà.”

"Come fai a-...”

"Lo farà.”

---


La camminata verso casa ha come colonna sonora il canto di prima mattina degli uccelli.

Le strade di Bristol sono grigie nella luce pallida dell'alba, ma c'è profumo d'estate, e l'odore stantio della pioggia recente si mescola con una brezza sparsa che sa di caprifoglio.

Sotto i piedi di Naomi, è bagnato; in una suola delle scarpe leggere e scollate che indossa c'è un buco, inspiegabilmente ottenuto la notte prima, e la ragazza sente il freddo dell'asfalto ad ogni passo. Dovrebbe guardare a dove cammina, per assicurarsi di non calpestare niente di affilato, invece si concentra sul cielo, ad osservare il grigio che lentamente soccombe all'azzurro.

Il sole ha ormai pulito l'orizzonte quando Naomi arriva a casa, e l'ultima cosa che vuole fare è andare a dormire.
La sua mente è troppo attiva, lo sballo del fumo si è dileguato durante il viaggio di ritorno, e lei continua a rigirarsi in testa delle domande, la maggior parte delle quali comincia con “e se...?”. Si siede sui gradini di fronte alla porta e fuma l'ultima sigaretta, guardando le spirali di fumo dissolversi nell'aria, e una volta che ha finito di fumare rimane lì seduta, aspettando che la strada lentamente si risvegli.
Sui primi accenni di rumore, Naomi si alza, e dopo una doccia e un cambio di vestiti si sente un po' più umana, un po' più la vecchia se stessa.

Si rimette in cammino, su un percorso a lei familiare. Le strade sembrano quasi irriconoscibili alla luce del sole, troppo splendente, e Naomi si chiede come abbia fatto a diventare così poco abituata alla luce del sole in così breve tempo, come abbia fatto a smarrirsi così tanto.

Più in fretta di quel che si aspettasse, Naomi svolta in Dibstall Road, e quando si trova di fronte all'ingresso, si scopre ad esitare.
Una parte di lei vuole darsela a gambe, cercare Effy ancora oppure semplicemente ripartire da zero, da sola, ma c'è un motivo se non riesce a togliersi Emily dalla testa, e non ha senso fingere che sia diversamente.

Suona il campanello.

Quando apre la porta, Emily le sorride.

  
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