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Autore: Hayley Black    20/03/2012    2 recensioni
Barca/Pietros (e ci mancherebbe ♥) | Flashfic, slash | Angst, romantica
Pietros è sicuro che si sentirebbe sperduto senza le sue mani grandi e forti a sorreggerlo perennemente, ad accarezzargli una guancia, ad arruffargli i capelli ricci e scuri che ondeggiano quando si alza il vento.
Pietros senza Barca non è niente: non è nessuno, è fragile come la sabbia dell’arena macchiata dal sangue e dal sudore e dalla morte.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le stelle non s’intrappolano nelle palpebre straripanti di sogni

 

 

 

E quando usciamo inciampiamo nelle stelle, perché le stelle ormai quasi non le vediamo più. 

 

A causa del cigolio della grata della cella, che si apre e si richiude continuamente, Pietros sobbalza nel groviglio di coperte ammassate sul pavimento. Stanotte non riesce a dormire, forse perché Barca non è accanto a lui. Alza la testa dalla sabbia che gli solletica la pelle e guarda davanti a sé, notando che la Bestia di Cartagine russa beato a qualche spanna da lui; sorride, accarezzando con gli occhi le cicatrici di quella carne bruciata dal sole e dalle lotte, quella carne che a prima vista è rude e aspra – ma gli altri non lo sanno, non lo sanno che sotto le spoglie del gladiatore si nasconde l’animo sensibile e affettuoso di un amante senza pari. Pietros è sicuro che si sentirebbe sperduto senza le sue mani grandi e forti a sorreggerlo perennemente, ad accarezzargli una guancia, ad arruffargli i capelli ricci e scuri che ondeggiano quando si alza il vento.
Pietros senza Barca non è niente: non è nessuno, è fragile come la sabbia dell’arena macchiata dal sangue e dal sudore e dalla morte.
«Le stelle sono meravigliose stanotte, vero?».
Barca è sveglio e lo guarda, Barca è bellissimo, Barca è ovunque ed è con lui: indica con il dito il cielo fuori dalla cella, il cielo libero dalle sbarre, il cielo dove sognano di volare come colombi.
Pietros sente le braccia forti di Barca stringerlo a sé e inspira il suo odore acre, mentre le stelle si affievoliscono nei suoi occhi ed esiste solo il cuore dell’altro a battere in modo incessante.
«Un giorno potremo guardarle senza fermarci mai, perché un giorno saremo liberi» dice la Bestia di Cartagine con un sorriso sul volto. «Sotto la sconfinata volta celeste…».
«E inciamperemo nelle stelle?» chiede Pietros, stringendogli le dita ruvide.
«Inciamperemo continuamente, finché non si spegneranno».
«O finché non ci coglierà il sonno» borbotta il ragazzo allegro, e gli occhi gli si chiudono da soli. «Promettimi che se inciamperò ci sarai tu a sorreggermi».
Barca sorride e gli bacia la nuca, affondando il naso nei suoi ricci ribelli.
«E’ una promessa, e Barca mantiene sempre le promesse».

Barca è riverso a terra, la pioggia batte furiosa su di lui e si mischia al sangue, al dolore, ai sogni spezzati che straripano dai suoi occhi. Essa si mischia alle promesse che non ha mantenuto, a quelle che avrebbe dovuto pronunciare, ai giorni e ai mesi e agli anni che avrebbe dovuto vivere assieme a lui, Pietros. Assieme ai suoi sorrisi, alle sue parole, al suo profumo che ora non sentirà più.
Ha appena il tempo di alzare lo sguardo verso il cielo freddo e imparziale della notte: qualche stella compare tra le nuvole gonfie d’acqua, lampeggia, si nasconde, chissà se Pietros inciamperà guardandola, chissà se ci sarà qualcuno a sorreggerlo.
Barca non ha mantenuto la promessa, Barca non ci sarà la prossima volta che brilleranno le stelle. Non può neanche intrappolarle dietro gli occhi, dietro le palpebre, perché improvvisamente tutto si dipinge di buio.

Pietros è solo: solo nella cella, solo nel ludus, solo sotto il cielo sconfinato che lo osserva dall’alto.
Ci sono tante stelle stanotte, ma lui non ha voglia di guardarle: sta per inciampare e non c’è nessuno a sorreggerlo.
C’è solo una corda, che si tende e schiocca nell’aria gelida e satura di pioggia.

Viaggio al centro del mio cervello 

Aaaawh, che bello tornare su questo fandom *_* Mi era mancato tantissimo scrivere su Spartacus, ma soprattutto mi era mancato troppo scrivere su Barca e Pietros Li amo troppo, non posso stare per un tot di tempo senza scrivere su di loro ù_ù Il mio official-OTP *-* Okay basta, non credo v'importi molto di queste ciancierie (?)
Passiamo a parlare di cose serie: la mia ispirazione sta tornando. Ho le idee per tante di quelle one shot, flashfic, boh, da scrivere anche un libro intero. Ma, per vostra sfortuna l'ispirazione è tornata soprattutto per la mia longfic originale, quindi mi prenderò ancora del tempo per dedicarmi a lei. 
Dunque, questa storia è stata partorita in pochissimo tempo: ovviamente è angst, insomma, io non so se riuscirò mai a scrivere una storia non angst su questi due XD fanno una fine così tragica e straziante che il mio cuoricino pensa solo alle loro morti D: e infatti si vede. Comunque, non c'è molto da spiegare (o sì?). I due amanti wonderful trascorrono una simpatica notte a guardare le stelline, Pietros delira un po' (sarà colpa del vino) e, ambarabaciccicoccò, si promettono di guardare le stelle forevah <3 Però poi Barca non mantiene la promessa perchè muore, e anche Pietros muore perchè non può stare senza di lui :') quanto sono belli non lo so. Li amo troppo *piange*
La frase è di Francesco De Gregori, da "La ragazza e la miniera" C: EEEEE boh, nient'altro, spero tanto che questa storia vi sia piaciuta perchè l'ho scritta con tanto tanto ammoreh. Un grazie giganterrimo ad AliH che mi sopporta e che mi beta tutto con un'accuratezza infallibile ù_ù ma soprattutto che mi sopporta. <3 
Ora potete prendere un geyser per uscire dal mio naso: grazie a tutti per aver fatto il "Viaggio al centro del cervello di Hayley", la direzione spera che vi sia piaciuto e che tornerete in futuro. (Sempre se ne avrete il coraggio)

   
 
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