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Autore: MollyDCREED    20/03/2012    1 recensioni
Beeene, questa è la mia prima fanfiction, quindi sono ovviamente nervosa/titubante riguardo il pubblicarla.
Inizialmente non sopportavo questa coppia. Non i personaggi, perché sinceramente amo Kurt, il suo coraggio, il suo modo di essere... Insomma, lui. Dicevo? Ah, sì, inizialmente non sopportavo la coppia, ma poi una mia cara -carissima- amica me l'ha fatta rivalutare e.. E l'ho dedicata a lei.
Tornando a noi, in contrapposizione al nervoso, fremevo dalla voglia di pubblicare una mia FF e ricevere critiche e -si spera- recensioni di apprezzamento.
In questa ho scelto un epilogo romantico, mettendoci anche un po' di me stessa e ciò che mi piace, facendola però iniziare in maniera..Inusuale. Ecco, l'ho basata molto e forse troppo su atteggiamenti inusuali di Kurt e Blaine. Ammetto di aver voluto scrivere qualcosa di diverso dal solito, mantenendomi comunque sulla realtà dei personaggi.
Mh, direi che come presentazione, è tutto qui. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kurt era nel corridoio dove solitamente subiva le angherie di chi non capiva. Sì, semplicemente non capivano. Non capivano cosa volesse dire 'amare'. 
Aprì il suo armadietto sbuffando. Ah, che giornata dannatamente grigia: si sentiva di cattivo umore, non aveva ancora incontrato Lui e per giunta aveva perso 
 
un bottone della sua amata camicia.
 
-Ho voglia di..un caffè.
 
Sospirò, chinando rassegnato la testa. Sapeva che non avrebbe cambiato molto la situazione, anzi, l'avrebbe forse peggiorata. Blaine ed il suo caffè. 
Si ritrovò assorto a pensare a Blaine che sorseggia il suo solito, che lo guarda con quei grandi occhi verdi. Con una mano teneva stancamente aperto 
 
l'armadietto, lo sguardo perso nel vuoto. Già, il vuoto. Se non c'era Blaine, era tutto troppo vuoto. Persino quella parola perdeva di significato.
Uscì da quella specie di stato di trans con un sossulto quando sentì una voce sussurrargli nell'orecchio 
 
-Vuoi un caffè?
 
Gli si fermò il cuore. Respiro mozzato. Conosceva quella voce. Non sapeva perché non riuscisse a girarsi, eppure voleva guardarlo negli occhi, ammirare ogni 
 
piccolo dettaglio del ragazzo che amava, come suo solito. Conosceva bene il suo volto, ed il suo corpo. Riprese a respirare regolarmente, cercando di 
 
controllare i battiti cardiaci che erano così forti che pensò che Blaine potesse sentirli e con una mano chiuse quel freddo sportello, caldo però dove la sua 
 
mano aveva sostato così a lungo. Sentiva le gote leggermente alterate, ma niente che lo mettesse troppo a disagio.
 
-Blaine Anders-
 
Disse girandosì, per poi bloccarsi di scatto senza poter finire la frase. Aveva gli occhi spalancati, ma non riusciva a vedere. Sentiva solo le labbra di 
 
Blaine sulle sue, calde, dolci, dal sapore inconfondibile. Era a pochi centimetri di distanza, quanto basta per sentire il suo profumo, quel profumo che lo 
 
inebriava fin dentro l'anima, che faceva crescere il suo desiderio, che faceva pulsare l'eccitazione nelle sue vene. Ma erano a scuola, doveva controllare i 
 
suoi istinti. 
Quel bacio durò a lungo, per poi interrompersi al momento adatto: suonò la campanella e tutti stavano uscendo dalle classi. Blaine aveva lo sguardo fisso 
 
negli occhi di Kurt che, rapito, non si rese conto immediatamente del fatto che Blaine lo aveva preso per il polso. Quella mano così calda, salda, gentile, 
 
che lo aveva sfiorato varie volte in posti dove nessuno aveva mai osato. Cazzo, quanto amava Blaine.
 
-Andiamo, Kurt. Ho bisogno di parlarti.
 
Così dicendo, delicatamente prese il polso di Kurt e si avviarono insieme lungo il corridoio. O meglio, Blaine trascinava il ragazzo di porcellana, il quale 
 
era ancora perso nei suoi pensieri mentre, inciampando di tanto in tanto, cercava di tenere il passo del ragazzo riccioluto che solo in quel momento si era 
 
fatto vedere. Ecco! Dov'era stato? Perché tutta quella fretta? Mille pensieri gli balenavano per la mente, ma si limitò a chiedere la cosa più ovvia (e se 
 
vogliamo dirlo, la più urgente) Blaine era sparito e lui si era già preso una bella granita in faccia. Beh, almeno non se l'è beccata lui. Si consolò con 
 
questo pensiero.
 
-D-Dove sei stato? Perché non..Perché non eri con me?
 
Si bloccò sul posto, tirando fuori il suo braccio dalla pelle di porcellana dalla presa di Blaine. 
Si sentiva come una mogliettina ansiosa. Come odiava fare così. Però era preoccupato, ferito, e forse anche piuttosto arrabiato. Abbassò lo sguardo al solo 
 
pensiero, non voleva essere in collera con lui. Suvvia, non ha fatto nulla di male. Lo ha lasciato solo, è vero, ma ora era lì.
 
-Mi dispiace..
 
Kurt cambiò subito sguardo. Il ragazzo riccioluto gli aveva forse letto nel pensiero?
 
-..Ma seguimi e capirai.
 
Kurt lo guardava in modo interrogativo, poi in maniera più rilassata, non sapeva (forse un po' suo malgrado) fare altro che non arrabbiarsi con il ragazzo 
 
riccioluto. Voleva dargli fiducia. Sorridendo dolcemente e con un tono d'impazienza, Blaine indicò la porta che stava davanti a loro; quando si era fermato, 
 
Kurt non si era accorto ci fosse, anzi, non si era accorto nemmeno di dove fossero arrivati. Non riconosceva il posto. Era nella scuola, vero, ma gli pareva 
 
di non esser mai stato lì.
 
-Ehm, dove siamo?
 
Blaine diede subito risposta ai quesiti del suo Kurt.
 
-Vedi, questa è un'ala della scuola fuori uso, a dire il vero, non potremmo nemmeno essere qui. Però.. No, niente, lo scoprirai valicando questa porta.
 
Che ragazzo sorprendente: era da poco nella McKinley e già sapeva più cose di lui. non che Kurt si curasse del fatto che ci fossero o no zone nascoste 
 
eccetera, ma di certo era sorpreso.
I suoi pensieri si concentrarono sulla ''fatidica'' stanza. Cosa mai poteva esserci in una qualunque stanza, della scuola per giunta, che Blaine voleva a 
 
tutti i costi fargli vedere? Lo guardò, sorrise dolcemente e fece un cenno d'approvazione. Il ragazzo riccioluto afferrò subito il significato di quel gesto 
 
e si precipitò alla porta come un bambino si precipita a scartare un regalo di Natale. Prima di aprire, raccolse un briciolo di calma, tornò indietro, di 
 
fronte a Kurt.
 
-Prima una cosa.
 
Si snodò la cravatta con un gesto da prestigiatore mentre Kurt gli schioccò un bacio sulle labbra. Nel fare ciò, mise entrambe le mani sul torace di Blaine: 
 
nonostante la camicia separasse il tocco delle sue mani dalla pelle di Anderson, riusciva a percepire il suo calore ed il suo cuore che insieme formavano 
 
un'armonia, un tepore rilassante, che gli rimandò alla memoria frammenti di attimi in cui la loro pelle era a contatto, senza barriere, senza giudizi. Tali 
 
pensieri lo scossero nell'animo e nel corpo, facendogli arrossire le gote e battere forte il cuore. 
 
''Calmo, Kurt.'' Ripetè a sè stesso.
 
Blaine finì di sciogliere il nodo della cravatta, spostò indietro la nuca a separarsi dalla presa di quel bacio semplice, ma pieno di affetto, per poi posare 
 
delicatamente la cravatta sugli occhi di Kurt. 
Il ragazzo di porcellana portò istintivamente le mani agli occhi, allarmato, ma un tenero bacio di Blaine lo rassicurò immediatamente. Restando uno di fronte 
 
all'altro, Blaine annodò la cravatta dietro la testa di Kurt, stando attendo a non rovinare i suoi splendidi capelli e senza mai distogliere lo sguardo da 
 
quel viso dai lineamenti così perfetti. Non strinse troppo il nodo, ma lo assicurò in modo che non cadesse e portò le mani sulle gote di Kurt. Erano calde e 
 
ciò gli fece intuire ciò che stava provando in quel momento. Stava ancora sorridendo, Kurt non poteva vederlo, ma lo sentiva: ricambiò con un sorriso 
 
impacciato. 
 
''Ma come, era impaziente di farmi vedere questa cavolo di stanza, e ora mi benda? Sarà.. Sarà forse una sopresa? Beh, lo è anche senza bendaggi. Lo fa forse 
 
per erotismo?'' Quel pensiero lo fece arrossire ancora di più. 
 
-Blaine Anderson, sei insopportabile.
 
L'usignolo si lasciò scappare una risatina sbeffeggiatrice mentre prese le mani di Kurt. 
 
-Andiamo.
 
Così dicendo, cominciò ad indietreggiare e Kurt lo seguì, impacciato. Le loro mani erano così perfette insieme.
Un paio di passi e Blaine si fermò, ma l'altro, essendo bendato, gli finì dritto addosso. Blaine lo accolse prontamente in un abbraccio, ma nell'urto Kurt 
 
non riuscì a trattenere un gemito, il quale fece involontariamente eccitare il ragazzo riccioluto. 
Blaine cominciò a sudare, ringraziò il fatto che Kurt fosse bendato. Con una mano girò la maniglia della porta, rivelandone il contenuto al suo ragazzo 
 
bendato, gli mise una mano sulla schiena e gli diede una leggera spintarella. Una volta dentro, Blaine seguì Kurt scilandogli accanto come un serpente, 
 
veloce e sinuoso, e gli si piazzò davanti, per poi sfilargli la benda. 
Kurt aprì gli occhi, la luce della stanza era fioca, quindi non gli diede fastidio. La prima immagine che si trovò davanti su Blaine, e quale immagine 
 
migliore? Nonostante tutto, però, non riuscì a nascondere quel torno allarmato negli occhi, così si portò le mani al viso e strofinò forte. Ora vedeva chiara 
 
la situazione: la stanza era piena di rose, sulle pareti, sul pavimento, su tutto, ovunque! Kurt non sapeva dove guardare tanto lo spettacolo era 
 
meraviglioso. Sembrava un bambino in un negozio di giocattoli. Blaine lo guardava soddisfatto: era riuscito nel suo intento di fargli una gradita sorpresa. 
 
Amava quello sguardo di Kurt, pieno di luce, di felicità. Era un po' che non lo vedeva, per questo aveva organizzato tutto, ma non glielo avrebbe mai detto, 
 
aveva paura di ferirlo. Kurt era così estasiato da quello spettacolo che non riuscì a trattenersi dal saltare in braccio a Blaine, il quale seppe subito 
 
prenderlo saldamente, nonostante il gesto fosse senza preavviso.  
Diamine, era felice. Blaine gli dava felicità. 
Kurt strinse forte il collo di Blaine, poi allentò la presa quanto bastasse a tenersi saldo a lui. Aprì gli occhi, lucidi dalla commozione, e vide tra due 
 
mazzi di rose un banco con sopra una scritta fatta anch'essa di rose.
 
''Klaine''
 
Trattenne a stento le lacrime, la gioia pervase il suo corpo dalle punte dei capelli ai piedi. Era felice, felice come non mai. 
Kurt fece delicatamente scivolare le gambe lungo il corpo di Blaine, poggiando le punte dei piedi, poi la pianta, come un ballerino che atterra da un salto 
 
perfetto. Sciolse un poco anche la stretta delle braccia, tenendole comunque poggiate sulle spalle dell'usignolo; i due si guardarono intensamente per un 
 
tempo che parve interminabile, senza proferir parola, ma stando vicini, con i loro corpi che emanavano calore ed i loro cuori che battevano allo stesso 
 
ritmo. Quel momento era perfetto nella sua semplicità.
Gli occhi di uno erano pieni dell'immagine dell'altro, come se non ci fosse nient'altro al mondo, come se nulla importasse, nemmeno le derisioni, nemmeno le 
 
granite. Nulla, assolutamente nulla. Erano solo loro due. ''Klaine''. Mai nessuna parola aveva un suono così melodioso, nessuna canzone o duetto fatto 
 
insieme. 
 
-Ti amo, Blaine. Ti amo così tanto.
 
Kurt suggellò quelle parole con un bacio, il più lungo, o forse il più corto, sicuramente il più intenso. La gioia lo aveva stordito, riusciva solo a mettere 
 
a fuoco un pensiero: lui amava Blaine come nessun'altro.
  
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