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Autore: Miranh    20/03/2012    4 recensioni
Ciao a tutti! Il Re Leone è una storia che mi ha sempre affascinato e ho deciso di scrivere una Fanfiction sulla vita dei nonni di Simba: Ahadi ed Uru, genitori di Mufasa e Scar. E' la mia prima fanfiction, per cui non sono sicura che sia venuta bene... Spero che vi piaccia e, se c'è qualcosa che non va nella storia e che può essere migliorato, non esitate a farmelo sapere: cercherò di fare buon uso dei vostri consigli. Buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Il Re Leone-

Come tutto ebbe inizio

 

Introduzione:

 

La Rupe dei Re, l'immensa roccia innalzata sulle Terre del Branco, ove si sono succedute e si succedono ancora le varie dinastie dei leoni, sulle cui spalle grava l'importante compito di mantenere l'equilibrio del Cerchio della Vita.
 

Prologo


Alle Terre del Branco erano giunti, in cerca d'acqua, una bellissima leonessa, Neera, dal manto ambrato e dagli occhi verdi con il suo cucciolo, Ahadi, il quale aveva gli occhi verdi della madre e un manto chiaro, dotato di un ciuffo nero sulla fronte.

Dopo essersi dissetati ad una pozza d'acqua, trovarono un posto all'ombra sotto un albero, dove riposarsi.

Ad un certo punto lo sguardo del cucciolo fu attratto dalla vista di una lontana ed enorme roccia innalzata su quelle terre:

<< Mamma, mamma! Guarda là >>

<< Cosa c'è Ahadi? >>

<< Guarda! Che posto è quello?? >>

<< Ah, quella? E' la Rupe dei Re >>

<< La Rupe dei Re? >>

<< Sì, là vive il re con il suo branco >>

<< Davvero?? Possiamo andarci un giorno?? >>

<< Forse...dai adesso riposati >>

<< Oh..va bene... >> disse Ahadi con un sospiro, sdraiandosi accanto alla madre, mentre continuava a guardare la Rupe con i suoi occhi di smeraldo.

 

Il giorno dopo giunsero in una valle, dove un branco di antilopi si era fermato a brucare l'erba: era il momento di cacciare. La fame e la vista delle numerose antilopi incitarono il piccolo Ahadi a scattare subito avanti, desideroso di catturarne una:

<< Fermati, Ahadi!! Aspetta! >> disse Neera, fermandolo in fretta con una zampa.

<< Ma mamma, voglio provare a prenderne una! >>

<< Comprendo il tuo desiderio, ma sei stato troppo precipitoso! Un agguato richiede molta prudenza e concentrazione: senza questi rischierai di patire la fame >>

<< E come faccio a... >>

<< La strategia prima di tutto, Ahadi...essa è molto importante ed assicura il successo nella caccia >>

<< Oh >>

<< Si deve cercare di avvicinarsi al branco con calma senza essere notati, tenendo il ventre a terra e senza fare il minimo rumore. Aspetta qui e resta nascosto. Per il momento guarda solo come si fa e quando sarai più grande faremo molta pratica >>

<< Va bene >>

Neera si allontanò. Ahadi era rimasto sdraiato su una roccia a guardare la sua leggiadra figura, che si avvicinava lentamente al branco, avanzando nascosta nell'alta erba. Infine scattò in avanti: la caccia era cominciata. Le antilopi avevano iniziato a disperdersi, la leonessa le accerchiava con agilità spingendole verso l'interno del branco, per individuare la preda più adatta. Ahadi, ammaliato da tanta prontezza, rimase a guardare quella scena con molta attenzione, desiderando di farne parte, di correre al fianco di sua madre, immaginando se stesso come un grande predatore che assapora il sangue caldo della preda appena catturata.

Proprio quando la leonessa stava in procinto di catturare un'antilope...

<< COSA CI FATE QUI??!! QUESTO E' IL MIO TERRITORIO DI CACCIA!! >>

Ahadi sobbalzò alla vista di un enorme leone dallo sguardo minaccioso che giaceva dietro di lui.

<< ALLORA??! >> ruggì il leone.

Il cucciolo spalancò la bocca senza emettere alcun suono: non sapeva cosa dire, il suo cuore batteva freneticamente dal terrore. Il primo pensiero fu quello di scappare e rifugiarsi dietro a sua madre, la quale si era fermata, dopo aver udito il ruggito del leone, facendo scappare le antilopi:

<< Come sarebbe a dire che questo è il suo territorio di caccia??! >> esclamò Neera << ognuno può cacciare liberamente dove vuole! >>

<< Mi spiace contraddirti, ma per gli stranieri vi sono regole alquanto severe... >> rispose lo sconosciuto;

<< Qualunque esse siano, non è un buon motivo per prendersela tanto! >>

<< Ah, davvero? Oltre ad essere una straniera, che invade il territorio di un altro per il cibo, hai anche la faccia tosta di porre obiezioni?! >> ringhiò il leone mentre le girava intorno, senza staccarle gli occhi di dosso.

<< Tuttavia... >> disse con un ghigno << sei così affascinante che potrei anche perdonarti >>

<< Bene! >> esclamò la leonessa << se le cose stanno così possiamo anche togliere il disturbo! Vieni, Ahadi >> .

Il piccolo la seguì tremando, ma non fecero in tempo ad allontanarsi che subito il leone balzò davanti a loro.

<< Perché tanta fretta? Il tempo non manca, per cui possiamo anche divertirci un po'... Il perdono va pagato! >>

Alla povera Neera balzò il cuore in gola.

Ahadi non sapeva che fare, gli occhi grigi di quel leone lo terrorizzavano parecchio. Tremava per ciò che quella belva avrebbe potuto fare a lui e a sua madre.

<< Spiacente, ma abbiamo fretta!! >> affermò la leonessa con tono deciso, mentre indietreggiava. Ma il leone continuò ad avanzare verso di lei:

<< Non provare a resistermi...non mi piace usare la forza in momenti come questi...ma per quel che mi riguarda la nostalgia del corpo di una leonessa è più forte del controllo stesso... >>

Neera tirò fuori gli artigli, pronta a contrattaccare:

<< Come puoi affermare certe cose con tanta leggerezza??!! >> gli ringhiò;

<< Non ti conviene fare la difficile con me >>

<< Questo cucciolo dipende da me!! Devo andare a procacciargli il cibo! >>

<< Bene! Se il problema è questo cucciolo insignificante, lo toglierò di mezzo!! >> ruggì la belva, mostrando le zanne, pronto a colpire il piccolo.

<< MAMMAAA...!! >> urlò il povero Ahadi in preda al panico;

Neera aggredì il leone in difesa del suo piccolo: << NON TOCCARE MIO FIGLIO!!! >>.

Sfuriò tra zanne e artigli una dura e violenta lotta, alternata fra i tentativi del leone di sottomettere la leonessa e la grande resistenza di quest'ultima.

<< M-mamma...no... >> Le lacrime sgorgarono fuori dagli occhi verdi di Ahadi, che assisteva impotente alla brutalità di quello scontro, dal quale sua madre, purtroppo non ne uscì vittoriosa: la vedeva lì a dimenarsi vana, mentre l'erba si bagnava del sangue delle sue ferite e la vita cominciava ad abbandonarle il corpo.

Il leone, che aveva riportato ferite meno gravi dallo scontro, la atterrò ma, viste le condizioni in cui era ridotta, rinunciò all'accoppiamento.

<< Maledetta...forse a quest'ora non saresti in quelle condizioni se non ti fossi opposta ai miei voleri...E in quanto a te >> disse rivolgendosi al cucciolo << potresti considerarti molto fortunato...o molto sfortunato... >>

Ahadi rabbrividì all'ascolto di quelle parole. Il leone continuò a parlare: << Non ho la minima intenzione di sporcarmi ancora le zampe con delle creature insignificanti come voi...ci penseranno la fame o altri pericoli a farti fuori visto che tua madre non potrà più proteggerti d'ora in avanti... >>

<< D-DEMONIO!! >> urlò il piccolo con il volto rigato dalle lacrime;

<< Cosa vorresti fare eh?! >> ruggì il leone << con quel tuo esile corpicino non resisteresti neanche un minuto! Sei solo un essere debole e inerme, ecco cosa sei! Sto già pregustando la tua morte... >>

La rabbia si unì alla tristezza di Ahadi, avrebbe voluto punire subito quella belva...Se solo avesse potuto!

Il leone se ne andò sogghignando, lasciando da solo il cucciolo accanto al corpo esanime di sua madre.

<< Mamma... >> le si avvicinò piangendo, rannicchiandosi sul suo ventre ancora caldo, sperando e pregando di sentirla parlare ancora.

<< Dì qualcosa...per favore mamma... >>

<< ...A...Ahadi... >>

<< Mamma!? Oh, mamma...!! >>

<< ..Piccolo mio.. >>

<< Non lasciarmi mamma, non lasciarmi solo! Ti prego! >> implorò, strofinando il proprio muso con il suo;

<< Ascolta... >> ansimò Neera << promettimi che continuerai ad andare avanti...che continuerai a vivere...per me >>

<< Nooo...Noooo!! Ti prego mamma! Risparmia le energie...non devi affaticarti! >>

<< Ahadi, te ne prego... >>

<< ...No... >>

<< Ri..ricordi la Rupe dei Re?...Vai...vai lì.. >>

<< Mamma..?? >>

<< Chiedi al re di farti entrare nel suo branco...ci sarà chi si prenderà cura di te... >>

<< No... mamma... >>

<< Diverrai grande e forte...troverai la tua strada...percorrila senza lasciarti guidare dall'odio... >>

<< Ma come!! Come potrei non odiare chi ti ha ridotto così??? Come?? >> singhiozzò Ahadi sconfortato, mentre le sue lacrime si univano al sangue della leonessa;

<< ...L'odio provoca solo sofferenza... Ahadi...Ti prego...non ridurti a una belva insensibile...Non voglio che tu... faccia questa fine.... Ci saranno momenti in cui potrai sentirti solo o abbandonato...ma ricorda...io sarò sempre con te...anche se non potrai vedermi...sappi che sarò con te...a vegliare sul tuo cammino...Sei il mio più grande conforto...devi vivere.. >>

<< Oh, mamma... >>

<< Vieni qui... >> e prese il suo amato cucciolo tra le zampe, scambiando con lui il proprio calore, con molta affettuosità.

Trascorsero così l'intera notte, senza mai separarsi l'uno dall'altra.

Era giunta l'alba. I primi raggi cominciavano ad estendersi su tutta la savana, scaldandola e tingendola di giallo e rosso.

Ahadi aprì a stento gli occhi infastiditi dalla luce << E' l'alba >> mormorò.

<< Mamma...Mamma?!! >> si alzò di scatto, separandosi dal suo corpo freddo << Oh, no >> la scosse più e più volte...era ormai troppo tardi: << Apri gli occhi...Per favore mamma...Guardami ancora una volta! Mamma!! >> ma non si ridestò più;

<< Mamma!!! NOOO! NO! >> .

Pianse disperatamente, con gli occhi ormai rossi e gonfi per le innumerevoli lacrime versate. I suoi pensieri furono attraversati da molti ricordi, divenuti lontani: il bellissimo e rassicurante sorriso di sua madre, i suoi occhi luminosi, i suoi insegnamenti, il suo calore...

Corse via, senza voltarsi indietro...senza sapere dove stesse andando...

Il trauma era stato troppo forte per sopportarlo da solo, ma non vi era nessuno su cui si potesse appoggiare...nessuno su cui contare né di cui fidarsi... Il modo attorno a lui divenne un ostacolo, una minaccia da affrontare da solo e le notti si riempirono di incubi difficili da scacciare.

La cosa peggiore fu il risentimento nei confronti di quel leone, quella belva egoista, che gli aveva sottratto la gioia...La tristezza svanì e lasciò il posto solo per la rabbia e per l'odio, cambiandolo sia interiormente che esteriormente: il suo sguardo innocente divenne d'acciaio e i suoi modi di fare sempre più bruschi: << Dannato assassino...Dannato mostro...! Hai ucciso mia madre! Mi hai portato via la felicità! E' tutta colpa tua! Tua! Te la farò pagare! >>

Questo pensiero divenne ben presto un'ossessione per lui.

Il desiderio di vendetta gli aveva riempito la parte del cuore, spezzata dal dolore.

E con quanto fiato aveva in corpo gridò: << Vendicherò la sua morte a qualsiasi costo!! GIURO CHE LO UCCIDERO'!!! >> .

  
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