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Autore: bittersweet Mel    20/03/2012    3 recensioni
«Allora, che facevi prima di venire qui?»
Il rosso fece spallucce, continuando a tirare verso di sé una o due ciocche dell’altro ragazzo, facendo passare qualche ciuffo di capelli tra le sue dita; era un gesto che lo rilassava molto, in effetti.
«In realtà pensavo a te.»
«Che monotono che sei.»
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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«Salve a tutti, mi chiamo Axel e oggi sono qui per descrivervi il più pericoloso animale che si possa trovare in questi meandri non poi tanto oscuri.
Il suo nome scientifico è Roxas Lief ma comunemente viene denominato Rox dagli altri membri della sua specie e affini.
Questa strana bestiola non supera mai un certo metro di altezza, infatti risulta per lo più avere una costituzione nana e mingherlina.
Nonostante questo suo fisico da principessina però riesce a sfoderare i suoi artigli infernali e mostrare alle altre specie che sa procacciarsi il cibo e difendere il suo territorio anche da solo.
Non è insolito che il Roxas Lief si aggiri per le strade di Twilight Town tutto indaffarato su uno skateboard mentre cerca di mantenersi in equilibrio con scarsi risultati, visto che in una mano tiene un ghiacciolo al sale marino, suo alimento preferito, e nell’altra le chiavi di casa.
Alle volte capita che questo strano esemplare emetta strani versi esasperati che a primo impatto sembrano suoni di diniego, ma alla fine si riscoprono essere gemiti che si espandono nell’aria quando un altro esemplare gli si avvicina.
Solitamente il Roxas Lief non si concede facilmente, ma si spera che oggi apra le sue tenere gambe pelose ad un nobile esemplare nel pieno della sua fertilità e fac-»

 «Giuro che se non taci ti trancio la lingua.» un enorme sospiro si espanse per tutta la camera silenziosa, lasciando dietro di sé solo il movimento di un corpo sopra a delle coperte.
«Te la sei presa per la questione delle gambe pelose, ammettilo.» Esclamò dopo qualche secondo di silenzio – un record, quel giorno- il fulvo, sporgendosi sopra al materasso verso l’altro ragazzo e allungando una mano verso di lui.
Prima che il dito indice potesse raggiungere la sua guancia, Roxas, afferrò saldamente la mano dell’altro con la sua e la torse verso il basso, mantenendo un espressione fredda e impassibile.
«Ho detto di tacere.»
La voce del biondo non ammetteva repliche ma, com’era giusto che fosse, Axel non si diede per vinto e ritornò all’attacco anche con l’altra mano.
Per la seconda volta quella fu torta all’ingiù da Roxas, che non la smetteva di scuotere la testa e fissare malamente il compagno.
«Oh, andiamo, mi sto annoiando. »
«Trovati un hobby che sia diverso dal narrare le mie gesta sottoforma di documentario, chiaro?»
Axel annuì, districando le sue dita dalla presa di Roxas e ritornando a sdraiarsi comodamente sopra al letto.
Allungò una gamba sopra lo stomaco dell’altro e sospirò beato, socchiudendo gli occhi verdi e arricciando le labbra in un sorriso.
Sotto la sua gamba Roxas intanto era ritornato relativamente tranquillo e aveva deciso di riprendere a leggere il libro da dov’era rimasto poco prima che l’altro lo interrompesse per l’ennesima volta; ovvero alla prima riga, della prima pagina del primo capitolo.

 

«Tanto tempo fa in un antico castello, situato in un antico mondo con un antico nome – World that never was, per specificare- viveva una bella principessa di nome Roxas, promessa in sposa al perfido cavalier Riku che da lei voleva ben altro che gli averi.
Oddio, voleva anche quelli, ma puntava un po’ più in sotto, verso la sottana della gonna rosa che spesso indossava.
Ma all’amabile dolce fanciulla la situazione non gabava affatto, perché nel suo cuoricino c’era la figura di un’altra persona; un ardito giovane pimpante dai capelli color del fuoco e il fisicaccio da superstar.
Quindi la pulzella, armata di buona volontà e una scopa, scappò dall’antico castello per correre incontro al suo prode amato.
Dopo mille peripezie, dragoni sputafuoco e maghi cattivi la giovincella riuscì a raggiungere la casa dell'amato.
Quando lo vide in lontananza il suo cuore scoppiò dalla gioia e -»
«E così morì, in quanto se un cuore scoppia porta alla morte. Fine della storia e tornatene a fare qualunque cosa tu stessi facendo prima di venire a casa mia.»
Axel si rotolò un po’ nel letto, allungando le braccia verso l’alto e afferrando una ciocca di capelli biondi – qualcosa gli diceva che apparteneva a Roxas- per poi tirarla verso il basso.
Il più piccolo grugnì un insulto e infilò un dito nella pagina del libro in cui era arrivato, socchiudendolo e piegandosi verso Axel.
Sospirò e gli soffiò un insulto addosso, scuotendo la testa.
«Allora, che facevi prima di venire qui?»
Il rosso fece spallucce, continuando a tirare verso di sé una o due ciocche dell’altro ragazzo, facendo passare qualche ciuffo di capelli tra le sue dita; era un gesto che lo rilassava molto, in effetti.
«In realtà pensavo a te.»
«Che monotono che sei.»
Axel ridacchiò un po’, passandosi una mano tra i capelli e arricciando un po’ il naso.
«Se non altro sono sincero, no?»
«Anche io lo sono, specialmente quando ti dico di tacere!»
«Ho compreso, ho compreso» con una lieve risata si passò una mano sopra la bocca, fece finta di tirare una cerniera e di chiuderla con un lucchetto, per poi buttare via la chiave.
Roxas sospirò un po’ e si lasciò scappare ugualmente un piccolo sorriso, mentre riprendeva il libro in mano e lo riapriva nella pagina dove aveva appoggiato la mano.

 

«Il mondo era in grave pericolo – TA DA DA DAAAAAN- e solo un eroe poteva salvare la situazione – DA DA DAAAAA DAN-:  il supereroe Axel e la sua fida spalla, Roxas.
-Musichetta epica, fingi che ci sia una musichetta epica e qualche tuono in lontanaza-
La città di Gotam city era in pericolo, Superman era scomparso ora mai da diversi giorni e gli abitanti inneggiavano un nuovo eroe, qualcuno che potesse salvarli dal male che divulgava peggio delle frasi stupide dette da Sora.
E chi non arrivò, se non il prode Ax-» «Adesso basta!»
Roxas lanciò il libro a terra senza troppe premure, fregandosene altamente dell'ora tarda e del fatto che aveva speso la sua paghetta per comprarlo, e fulminò con lo sguardo l’altro ragazzo mentre le sue mani si andavano ad incrociare sopra al petto e la testa continuava a muoversi da destra a sinistra.
«A parte il fatto che a Gotam city non c’era Superman ma Batman … » Iniziò a dire con voce seccata il biondo, arricciando il naso come infastidito. «… Questa sera sei davvero irritante, più del solito. Che ti costa stare zitto?»
Axel si grattò la nuca e gettò uno sguardo veloce al libro per terra per poi tornare a puntare i suoi occhi fini verso quelli più rotondi dell’altro.
Allora sorrise, stirando le labbra verso l’alto in un sorriso felino.
«Adesso posso anche stare zitto.»
Roxas inarcò un sopracciglio, lievemente meravigliato e al tempo stesso spazientito. Scosse la testa e sospirò dal naso, cercando di non farsi salire più mal di testa di quanto già ne avesse.
«Visto che sono masochista te lo chiedo lo stesso: come mai adesso puoi stare zitto e prima no?»
Il fulvo allargò ancora di più il suo sorriso, mentre incrociava le mani dietro al testa e si lasciava andare in un sospiro quasi beato.
«Adesso le tue attenzioni non sono più rivolte a quello stupido libro ma a me, quindi non ho più bisogno di parlare. Mi sembra logico. »
Per un attimo il biondo si stupì, poi però il suo cervello gli ricordò che era pur sempre di Axel che stava parlando e quindi si limitò a scuotere la testa e a sorridere appena un po’.
«Logico.»
Si sarebbe volentieri alzato dal letto per prendere il libro e, quindi, gettarlo in testa al suo amico, ma preferì di gran lunga godersi il silenzio in cui l'altro sembrava aver tutta l'intenzione di calarsi. 
E visto che non si era mai sentito di un Axel silenzioso perché non approfittarne?
Roxas si mosse un po’ nel letto, scivolando verso il basso nonostante la gamba di Axel ancora appoggiata contro di lui; si distese affianco al rosso e socchiuse gli occhi anche lui, mentre la mano si allungava verso il comodino e con un “ tac” la luce si spense.
Il ronzio della pila rimase nell’aria della camera ancora per qualche secondo finché non si spense definitivamente e Axel e Roxas rimasero in compagnia dei loro respiri.
Il maggiore mosse la mano alla cieca, andando a tentoni, finché non tastò il corpo di Roxas, più precisamente la spalla. Fece scorrere il palmo lungo l’intero braccio con dolcezza finché non arrivò alla sua meta: la mano dell’altro.
Giocherellò un po’ con le dita più fini di Roxas, mentre il respiro si faceva più pesante a causa del sonno.
Il biondo sbadigliò lievemente e si portò la mano libera agli occhi, strofinando le palpebre che sentiva pensati.
«So che avevo detto che sarei stato zitto, ma almeno la buonanotte posso dartela?»
«Uhm uhm.» un mugugno che poteva essere anche perso come un “sì” secondo i canoni di Axel.
Quindi si sporse verso il volto semi addormentato del minore e gli scioccò un bacio a fior di labbra.
«Buona notte, domani ti racconterò qualche altra storia prima di andare a dormire.»
«Vorrà dire che domani nasconderò un coltello sotto al cuscino.»
«Dolce.»
«Nh.»

 

«C’era una volta, tanto tempo fa -»
«TACI!»

.

-Mel;

Che cosa questa cosa? Mah, chi lo sa.
Non è una vera e propria storia, lo so, però volevo scrivere qualcosa nonostante il "blocco dello scrittore". E non è che non stia scrivendo, per l'amor del cielo, sto scrivendo come una bestia, solo che non storie.
Avete presente il roleplay? Ecco, se un anno fa ruolavo normale adesso lo sto facendo fin troppo e mi toglie tempo alla scrittura.
Se non altro ruolo Roxas e mi tengo in allentamento -!?-
Anyway, sto divagando. Questa sottospecie di nonstoria è stata scritta in poco tempo ma con buona volontà. Volevo qualcosa di semplice, abbastanza simpatico e che facesse capire alla gente che no, non vi libererete facilmente della mia presenza in questo fandom e su questa coppia.
Quindi alla prossima, dove sicuramente ci sarà una trama, un inizio e una conclusione sensata.
SHALALA SHABAMBABY

   
 
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