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Autore: Ativana    21/03/2012    0 recensioni
Demafodonte e il Folletto Bambino
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nato in provincia di Novara in una delle piu' brutte citta' del mondo, ma crebbe in una gabbia sulla sponda occidentale di Terni 12, a duemila metri di distanza dalla casa della madre che essendo attrezzata stile turismo-alberghiere, era la donna piu' apprezzata del rione. Demafodonte aveva la coda di puma che veniva mangiucchiata di tanto in tanto da una sentinella invisibile; il Folletto Bambino con grosse orecchie e i capelli paravento, aveva percorsi da seguire e stazioni da nominare. Se gli abitanti di Novara sono intorno ai cinquemila, i familiari di Demafodonte ammontano ad alcune decine di migliaia, e in particolare in estate. La madre infatti (chiamata la Maestra per il suo incandescente modo di dirti cosa e come fare), con i suoi alberghi e capanne ad ausilio indeterminato, attraeva i visitatori di Camuspharna. E' molto importante indicare che La Maestra vendeva i tanto richiesti Gelati Jolly, proibiti dalla legge perche', secondo tanti, fabbricati con veri esseri umani. Ogni anno a settembre il Folletto Bambino raccoglieva testimonianze sulla vita e sulle opere che manifestano umanita' di pensiero, lasciando cosi' un profondo ricordo delle sue attivita' come esportatore di cacao. A poca distanza dal centro alberghiero della Maestra, sulla statale 34, in una localita' sperduta, si trova, lievemente ammalato, il popolo di Novara. La cura con la quale non si conservano i giardini e' impressionante. Inoltre e' evidenziata la totale assenza della disposizione scenografica e artistica di vasche, viali, prati, fontane e arcobaleni. Grande importanza storica rivesti' la Famiglia, che copre i sedici terzi del popolo di Novara (della quale tratteremo a pagina 418); questa, formata da Page, Mage e Figghiu, viveva su un gommone in mezzo all'oceano ed erano raggiungibili solo con traghetti e motoscafi; il resto del popolo occupava l'isola dei pisciatori alla quale diedero il nome. Lunga piu' di trecento metri e larga mezzo metro, quest'isola, a differenza di quelle che non si riescono a vedere di notte, offre ricchezze elettroniche e puo' essere considerata, proprio perche' popolata dai pisciatori, la piu' affascinante di tutte. Percorrere la piccola isola significa trovarsi immersi nel piscio di tutti i colori, profumi e aromi...ed e' a quel momento che il tempo si ferma, purtroppo! Camminando per le stradine si soffre a guardare le barche dei pisciatori, e li' si ha la precisa sensazione di trovarsi in un mondo diverso, lontano dai periodi di addestramento. Una sola strada in pendio porta la maggior quantita' di piscio la' dove i cacciatori di autografi si raggruppano. Per ora, qui si conclude il viaggio per ora...
  
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