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Autore: emychan    21/03/2012    3 recensioni
Scritta per il contest indetto da DarkRose86 su efp.
Prompt: neve!
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Camelot è sepolta dalla neve. Arthur è infreddolito. Merlin è divertito.(Merthur)
Mini spoiler sulla 4x03 e 4x06!^^
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Scritta per il contest di DarkRose86 sulla neve!!!^^

Disclaimers: I personaggi non sono miei, bla,bla,bla...

 

 

Snow

 

 

So che probabilmente è un concetto difficile da far entrare in quel tuo piccolo e lento cervello, ma io odio la neve, Merlin” come per sottolineare quanto le proprie parole fossero vere, il re di Camelot tremò nel suo lungo mantello rosso, fissando con aria corrucciata l'immensa e silenziosa coltre bianca che aveva ricoperto i giardini reali.

La neve, sebbene non frequente, non era neppure una rarità in quelle zone, ma da quando il suo servo era arrivato a Camelot, quasi sette anni prima, non ne era mai caduta così tanta.

Nell'ultima settimana le temperature erano scese di molto e, quando la neve aveva iniziato a cadere senza sosta per le strade, perfino i cavalieri avevano interrotto i loro duri allenamenti per rifugiarsi tra le mura di palazzo o in taverna per riscaldarsi con dell'idromele.

I servitori non avevano lo stesso privilegio, ma anche loro erano diventati più lenti a causa del freddo, i loro vecchi vestiti non sembravano mai abbastanza caldi, non importava quanti strati aggiungessero, e i loro passi sembravano ogni giorno più faticosi.

Arthur li guardava spostarsi di camino in camino per il palazzo, nel vano tentativo di non gelare e svolgere comunque i loro doveri. Non li invidiava affatto.

Da principe non era mai stato particolarmente amante della neve e neppure dell'inverno in generale, era troppo freddo per allenarsi, per cacciare, perfino per una bella cavalcata nella foresta. Le giornate erano troppo brevi e rintanarsi tra le mura di palazzo era assolutamente noioso. Non c'era altro da fare che restarsene sepolti sotto le coperte a bere vino, ma in quanto re, anche quel lusso, già raro da principe, non gli era più concesso.

Il concilio si riuniva continuamente per parlare di cibo, acqua, raccolti, assistenza ai villaggi. Sembrava che, nonostante il silenzio e la sonnolenza che avvolgevano Camelot, le sue giornate fossero più ricche d'impegni che d'estate. Tra le continue lamentele, le lunghe riunioni, il freddo costante che sembrava essergli penetrato nelle ossa, il re non era affatto un uomo felice.

Detto semplicemente, Arthur detestava la neve.

Andiamo! Nessuno odia la neve, è divertente!” arrivò la pronta risposta del suo servo, chinato sul terreno innevato da quasi un marchio di candela a fare chissà cosa.

Merlin ovviamente trovava quella lunga nevicata una cosa meravigliosa. Ogni mattina, mentre tutti dormivano fino a tardi e si rifiutavano di affrontare l'aria gelida delle loro stanze, il suo servitore si svegliava all'alba e, non avendo nulla di meglio da fare, andava a buttare giù dal letto il re. “Nevica ancora, guardate che spettacolo!” ripeteva puntualmente ogni mattina spalancando le tende con un grande sorriso stampato in volto.

Per il resto della giornata diventava stranamente introvabile e ogni sera rientrava a palazzo con le guance arrossate e l'aria stanca, ma gli occhi brillanti e felici. Arthur faceva finta di nulla, ma sapeva che se ne restava tutto il giorno in cortile a giocare nella neve... come il bambino che era.

Francamente, non capiva affatto cosa ci fosse di tanto divertente nel rotolarsi su un tappeto di ghiaccio come un cane per poi restarsene bagnato e infreddolito accanto al camino, ma Merlin era sempre stato strano in fondo.

Ecco fatto!” esclamò con una nota d'orgoglio il servo, tirandosi in piedi.

Le punte dei suoi soliti stivali di pelle erano completamente fradice e i vecchi guanti, che Arthur gli aveva dato nel timore di vederlo tornare senza dita, visto il suo nuovo passatempo, erano già ricoperti di neve.

Il re fissò dubbioso i due ammassi di neve che il servo aveva costruito con tanta pazienza lungo una delle aiuole di rose del giardino, erano molto piccoli, gli arrivavano poco sotto al ginocchio e se ne stavano uno accanto all'altro. Due monticelli con sassi al posto di quelli che forse, con un po' di immaginazione, potevano sembrare occhi e... era una corona quella intorno alla testa di uno dei due?

Merlin lo fissava con un largo sorriso, la punta nel naso arrossata e le labbra vagamente blu. L'idiota non aveva neppure infilato il mantello, prima di uscire, e la giacca troppo sottile che indossava era già completamente fradicia.

Cosa dovrebbero essere quegli affari?” gli chiese Arthur incrociando le braccia sul petto.

Siamo noi due!” gli disse l'altro esasperato, come fosse una cosa ovvia “Vedete? Uno ha la corona!” puntò il piccolo ramoscello che aveva attorcigliato attorno alla testa di uno dei due.

Arthur si limitò a fissarlo in silenzio, finché il povero Merlin non si imbronciò. “Non siete affatto divertente” brontolò dandogli le spalle.

Il re sospirò. “Merlin, se hai finito di comportarti come un bambino di cinque anni, forse potremmo controllare che l'acqua del pozzo non sia ghiacciata, come siamo venuti a fare. Cosa che, tra parentesi, avresti dovuto fare tu. Ieri. Come ti avevo ordinato. Ma visto che evidentemente non riesci neppure a...” qualcosa di ghiacciato gli piombò dritto in faccia togliendogli il fiato.

Arthur rimase a bocca aperta, la testa ricoperta di neve, mentre Merlin scoppiava a ridere divertito “Dovreste vedere la vostra faccia!”

Merlin” sibilò Arthur “Spero davvero che tu non abbia osato...” un altro proiettile ghiacciato lo bloccò a metà della minaccia.

Il re scosse il capo per togliersi la neve di dosso. Era gelata. “E va bene, questo è troppo” brontolò prima di gettarsi contro l'ignaro servo facendolo rovinare a terra con un gemito di sorpresa.

Volete soffocarmi a morte coi vostri chili di troppo?” gli chiese petulante l'altro provando, senza riuscirci, a toglierselo di dosso.

Il re arricciò le labbra irritato e gli afferrò i polsi, fermandoglieli sopra il capo, tra la neve “Io non sono grasso, Merlin” scandì chinandosi su di lui e rubandogli un casto bacio, non più di una manciata di secondi di contatto, sebbene volesse molto di più. Ma faceva troppo freddo e Merlin era già congelato.

Come dite voi, sire” arrivò l'irriverente risposta.

Credo tu abbia bisogno di una lezione” gli disse Arthur sorridendo. Merlin fece per chiedergli qualcosa, ma il re raccolse una manciata di neve da terra e gliela spalmò sulla faccia facendolo gridare per la sorpresa. “E' freddissima, Arthur! Smettetela!” si divincolò il povero servo.

Arthur rise. “Non è più così divertente?” gli chiese senza accennare a smetterla.

Merlin girò la testa di lato, i capelli fradici e gli occhi serrati per non far entrare la neve, le labbra increspate in un sorriso che non riusciva a trattenere. “Va bene, va bene, mi arrendo”.

Sono grasso?”

Per niente, siete in forma, più in forma che mai!”

Soddisfatto Arthur lo lasciò andare e si mise seduto sulla neve, guardandolo ripulirsi con mani tremanti dal freddo “Mi avete bagnato tutti i vestiti” si lamentò imbronciato “Sapete quanto ci vorrà per asciugarli? E non ne ho altri da mettere con questo freddo, morirò congelato e voi morirete di fame, perché non potrò portarvi la cena, e allora mi rimpiangerete”.

Non saprei” mormorò il re fingendo di rifletterci a fondo. “Scommetto che George sarebbe più che felice di portarmi la cena” sorrise guardando il broncio dell'altro farsi più pronunciato.

Il corpo di Merlin venne attraversato da un profondo tremito e Arthur si sentì in colpa per averlo spinto nella neve. Nell'ondata di affetto che seguì quel pensiero, il re lo afferrò da un braccio tirandoselo vicino. “Puoi asciugarli accanto al mio fuoco, Merlin. E, se prometti di non trascinarmi più in mezzo al gelo, forse potrei salvarti la vita e permetterti di attendere nelle mie stanze” gli sussurrò guardandolo avvampare soddisfatto.

Non lo so” mormorò Merlin in risposta. “Che dovrei fare tutto quel tempo nudo nelle vostre stanze?”

Tanto per cominciare, potresti prepararmi un bagno caldo” gli rispose posando le labbra sul suo orecchio arrossato e gelido. “E poi potresti raggiungermi nella vasca”.

La vostra generosità non conosce limiti, sire”.

Farai bene a ricordarlo” gli morse il lobo con affetto prima di lasciarlo andare.

Con un tremito, il re si rialzò spolverandosi il mantello, almeno aveva convinto Merlin a tornare fra le mura e passare il loro tempo in modo molto più... utile.

O forse no, pensò esasperato, quando, invece di seguirlo, Merlin tornò ad accucciarsi accanto al suo piccolo capolavoro.

Merlin?”

Un attimo!”

Tra un attimo saremo noi dei pupazzi di neve, che stai facendo?”

Ecco fatto!” dichiarò di nuovo il suo servo alzandosi e spolverandosi alla meno peggio. A quel punto tremava così tanto che il re temeva si ammalasse.

Un lungo bagno caldo e dritto sotto le coperte, decise fissando corrucciato le labbra ormai bluastre dell'altro e già immaginandone la pelle candida sotto le dita.

I due monticelli di neve erano ancora identici a prima, ma adesso, tra di loro, Merlin aveva piantato un altro ramoscello a forma di ipsilon.

Il re non capiva se dovesse servire a far loro da braccia o meno, ma sulla parte alta del piccolo ramo, il servo aveva creato un cuore di neve. Arthur lo fissò con entrambe le sopracciglia alzate “Sei davvero una ragazzina” mormorò voltandosi. Nonostante il freddo, la faccia gli era diventata stranamente calda.

Chiaramente si stava ammalando anche lui, ed era tutta colpa di Merlin.

Andiamo, prima di morire assiderati” brontolò iniziando il lento cammino verso palazzo.

L'acqua del pozzo l'avrebbe controllata qualcun altro. Faceva troppo freddo e poi, in quel momento, stava pensando a ben altro che a pozzi e acqua fredda.

Arthur, siete arrossito?” gli chiese Merlin seguendolo. “Era solo per dirvi che so quanto tenete a me... e che adoro, anzi amo... la vostra vasca”.

Zitto, Merlin” gli ordinò il re chinando il capo e rifiutandosi di rispondergli.

Se l'era cercata in fondo, perché non aveva cercato un servo più rispettoso?

La risata di Merlin fu la sola risposta che ricevette alla sua domanda, ma forse era l'unica risposta che importava.

 

End

   
 
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