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Autore: kateausten    21/03/2012    2 recensioni
Solo che la bomba era Emma, che girava infuriata nella stanza, alzando vestiti, libri, buttando tutto a casaccio, mentre i capelli biondi le sventolavano di qua e di la e le mani si aggrappavano a qualunque cosa trovassero sotto di loro, come uccelli rapaci particolarmente cattivi.
Graham/ Emma
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stava arrivando dicembre, ormai l'aria fredda era alle porte, Storybrooke stava cominciando a riempirsi di lucine nelle vetrine dei negozi e Mary Margaret stava considerando una scemenza il fatto di aver cominciato a riarredare il suo appartamento.
Due mesi fa, le era sembrata un'idea grandiosa: viveva da sola, aveva un mucchio di tempo libero, e nessun uomo che le ronzasse attorno.
La situazione ideale, insomma.
Solo, che ne giro di quell'ultimo mese le cose erano un tantino cambiate.
Era passato un mese, infatti, da quando non viveva più da sola. Nella sua vita era entrata una ragazza dai lunghi capelli biondi con la risposta secca e asciutta. Emma poteva sembrare una persona ostica e l'idea di vivere con lei poteva dare l'impressione di un errore che l'avrebbe portata alla pazzia, perchè, beh, Emma era un pochino nevrotica, invece era stata una delle scelte migliori che Mary Margaret avesse mai fatto.
Era mese, inoltre, che la sua mente era occupata da un pensiero fisso che aveva limpidi occhi azzurri.
Mary Margaret sospirò e guardò con aria assente il barattolo della cannella davanti a se. Voleva fare dei biscotti per Emma, ma non era dell'umore adatto, soprattutto con quel disordine in giro.
Innamorarsi di David Nolan non era stata esattamente una genialata, anzi.
E ascoltare le cose che lui le diceva era veramente era una catastrofe di proporzioni cosmiche.
Inanzi tutto era sposato, cosa che lo rendeva già di per se inaccessibile, e- cosa ancora più importante- era senza memoria. Non era esattamente la situazione giusta. Sarebbe stato come approfittare di un bambino.
Mary Margaret guardò gli ingredienti sul tavolo e rinunciò definitivamente ai biscotti.
Infine, era un mese che era morto Graham.
La ragazza sentì la familiare ondata di nausea che provava quando questo pensiero la colpiva. Succedeva nei momenti più impensati, come quando faceva lezione, oppure quando leggeva una rivista. Addirittura, mentre parlava con Emma.
Le sembrava ancora impossibile che Graham fosse morto, così, all'improvviso.
"Un attacco di cuore" aveva detto il medico con voce grave quando era arrivata trafelata all'ospedale dopo la telefonata delirante di Emma "Purtroppo può succedere anche a persone giovani come lo sceriffo".
Mary Margaret aveva guardato il viso di Emma, che aveva qualche graffio, temendo la sua reazione. Invece la sua coinquilina era restata ferma, docile, sulla sedia di plastica marrone su cui si era seduta, ascoltando attentamente le parole del dottore.
Non aveva fatto domande, non aveva aperto bocca e Mary Margaret ne era rimasta alquanto stupita.
Pensava che a casa si sarebbe lasciata andare, ma non l'aveva sentita piangere neanche una volta. Non avevano più parlato di Graham anche se Mary Margaret sapeva che tra i due stava nascendo qualcosa e che Emma era più presa di quanto avesse mai fatto vedere.
Essere con lui nel momento della morte doveva essere stata una cosa che l'aveva segnata a vita, ma Emma non ne parlava e Mary Margaret non osava chiedere.
La chiave che girò nella toppa la fece sussultare e, girandosi, vide Emma entrare.
"Ciao" disse la ragazza buttando le chiavi sul tavolo.
"Ehi". Mary Margaret sorrise e cominciò a mettere a posto tutti gli ingredienti che aveva tirato fuori.
"Cosa stavi facendo?" chiese Emma avvicinandosi.
"Oh... volevo fare dei biscotti" spiegò Mary Margaret con una smorfia "Ma mi è passata completamente la voglia".
Emma fece un mezzo sorriso e girò lo sguardo per la stanza.
"Metteremo mai a posto?" chiese, ma in modo retorico e Mary Margaret si limitò a scuotere la testa.
"Oggi ho cercato di farlo, ma c'è un tale casino... anche in camera tua, Emma" disse Mary Margaret "Non ti da fastidio?".
Lei scosse la testa.
"So esattamente dove sono le cose di cui ho bisogno" rispose.
Si fermò in mezzo alla stanza e Mary la osservò ansiosa.
"Oggi Regina è venuta nel mio ufficio" disse piano.
"Per quale motivo?" chiese Mary Margaret preoccupata.
"Voleva informarmi del fatto che non sarà così facile diventare sceriffo" disse "Dovrebbe essere automatico, ma evidentemente il fatto che sia io quella che succede Graham le crea qualche problema".
Mary Maragaret scosse la testa in modo solidale.
"Quindi?".
"Ci saranno delle elezioni" rispose Emma "Vedremo come andrà".
"Ma... tu vuoi diventare sceriffo?" chiese Mary Margaret con cautela.
Emma rimase silenziosa per qualche istante.
"Vorrei farlo... per lui." rispose con voce calma.
Mary Margaret annuì silenziosamente, cercando di nascondere la sorpresa per il fatto che Emma avesse inserito spontaneamente il ricordo di Graham nella conversazione. Guardò attentamente la ragazza. Sembrava... stanca.
"Ehi, perchè non ti stendi un pò prima di cena? Preparo tutto io, non preoccuparti" disse Mary Margaret in tono allegro.
"Sul serio?" chiese Emma.
"Certo. Vai in camera tua" disse decisa "A meno che non tu trovi il letto con tutto quel casino" aggiunse poi.
Emma sorrise e si avviò lentamente per le scale.
Era su da meno di cinque minuti, quando Mary Margaret cominciò a sentire dei rumori e delle imprecazioni, come se Emma stesse combattendo con qualcuno.
Con il cuore in gola Mary Margaret salì le scale velocemente.
"Emma!" esclamò "Cosa succede?".
Quando arrivò davanti camera della ragazza, rimase paralizzata sulla soglia. Se prima pensava che in quella camera ci fosse del disordine, adesso, sembrava che una bomba fosse scoppiata proprio nel centro, scaraventando vestiti e oggetti da una parte alla'altra.
Solo che la bomba era Emma, che girava infuriata nella stanza, alzando vestiti, libri, buttando tutto a casaccio, mentre i capelli biondi le sventolavano di qua e di la e le mani si aggrappavano a qualunque cosa trovassero sotto di loro, come uccelli rapaci particolarmente cattivi.
Mary Margaret capì che il disordine era Emma, era dentro di lei, da quando Graham se ne era andato.
"Emma" mormorò Mary Margaret.
"Dov'è?" gridò lei "Dov'è?".
"Dov'è cosa?" chiese Mary Margaret, agitata.
Emma non rispose, continuando a girare per la stanza mentre Mary Margaret la guardava impotente.
"Emma, per favore, dimmi cosa cerchi... posso aiutarti...".
"No!" esclamò Emma "Era qui, era qui!".
Mary Margaret tentò di fare un passo nella stanza.
"Emma..." ripetè.
Avvicinandosi notò che l'amica aveva gli occhi lucidi, sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
"Lo troveremo Emma" disse ansiosamente Mary Margaret, anche se non sapeva di cosa stava parlando "Sta tranquilla, va bene? Ti aiuterò io. Troveremo qualsiasi cosa".
"E' la borsa..." mormorò Emma.
"La borsa?" ripetè Mary Margaret "Quale borsa?".
Emma si bloccò nella sua ricerca tanto pazza quanto infruttuosa. Guardò Mary Margaret e si accasciò al suolo, come se tutte le forze l'avessero abbandonata in quel momento.
"Oh, Emma!" esclamò Mary Margaret precipitandosi verso di lei. Non capiva cosa stava succedendo, ma non importava, sapeva esattamente cosa doveva fare.
Emma piangeva, piangeva con tutte le sue forze sul maglioncino bianco di Mary Margaret, impiastricciandolo di lacrime salate e mascara che colava. I singhiozzi non le lasciavano molto respiro e Emma si ricordò confusamente di aver pianto in quel modo una decina di anni prima, un mesetto dopo aver dato il bambino in adozione.
"Shh... tranquilla, tranquilla..." Mary Margaret le accarezzava i capelli, la guancia bagnata e nel frattempo la teneva stretta, come a contenere tutto quel dolore.
"Era la borsa" cominciò a dire Emma, tentando di riprendere fiato "La borsa dell'acqua che Graham aveva usato... l'ultima volta che, che noi... quando è morto".
Graham.
Mary sospirò, tenendo sempre stretta a se Emma, capendo che quel ragazzo aveva fatto molto di più che far innamorare la ragazza. Graham aveva avuto la capacità di distruggere quel muro che Emma si era costruita nel corso della vita.
Ci volle un pò prima che Emma riprendesse il controllo di se e i singhiozzi diventassero sempre più distanziati l'uno dall'altro.
Tendendola sempre abbracciata a lei, Mary Margaret buttò uno sguardo speranzoso nella stanza e vide, in mezzo a tutto quel disordine, qualcosa di grigio sbucare da dietro la porta.
"Emma" sussurrò "E' quella?".
La ragazza aprì gli occhi e guardò il punto che Mary Margaret stava osservando.
"Si" disse con voce roca.
L'ultimo oggetto che Graham aveva toccato, prima che lui guardasse in quel modo, prima di baciarsi, prima che le dicesse "grazie", prima che lui si accasciasse sul pavimento, prima che morisse tra le sue braccia, anche se lei lo chiamava e lo chiamava fino a farsi venire la voce rauca.
Sapeva che era una sciocchezza, che era solo uno stupido oggetto al quale si aggrappava ogni notte di li a un mese, ma era l'unica cosa tangibile che le ricordava che tra loro due c'era stato veramente qualcosa, che le ricordava che una persona l'aveva scelta rispetto a un'altra, perchè Graham l'aveva scelta, oh si, l'aveva scelta andando contro Regina, contro le regole contro tutta la paura che metteva quella donna.
Perchè, nonostante i suoi timori, lui aveva un cuore. Lo aveva veramente.
"Su, avanti" disse Mary Margaret alzandosi, tendendole una mano.
Emma ci si aggrappò e si alzò anche lei.
"Tutto si aggiusterà, Emma, te lo prometto" disse Mary Margaret.
Emma annuì, ed entrambe guardarono il disordine che c'era nella stanza.
Mary Margaret fece spallucce.
"Ti va di andare a mangiare fuori?" chiese con aria leggera, strizzandole l'occhio e uscendo dalla stanza.
Emma sorrise e la seguì, chiudendo la porta e lasciando tutto il disordine alle sue spalle.

 

 

Note:

Ho rivisto la puntata in cui Graham muore... si nota?
Adoravo il suo personaggio e la sua morte mi ha lasciato veramente triste. Inoltre, lui e Emma, a mio parere, erano perfetti.
Dopo la sua morte non si sono occupati tanto del ricordo che poteva aver lasciato ad Emma e quindi, mi è venuta in mente questa scena. Troppo triste, vero?
Un bacio a tutte!!

  
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