“Histoires vécues.”
No other way – Paolo Nutini
Le sue mosse furono tanto rapide quanto inaspettate. Mi ritrovai inchiodato a terra, le spalle contro la moquette impolverata che mandava un odore nauseante in netto contrasto con la colonia che impregnava il collo del mio coinquilino.
Mi fissò con lo sguardo di un gatto annoiato che gioca con il suo gomitolo di lana, ma una scintilla in fondo agli occhi tradiva una febbrile eccitazione.
“Sh-Sherlock… Lasciami! La..”
Le parole mi morirono in gola quando sentii la mano gelida del detective alzare un lembo del mio maglione senza alcuna delicatezza.
Mi dimenai, ma il suo braccio incredibilmente forzuto faceva pressione sui miei polsi giunti sopra il capo. L’unica soluzione sarebbe stato un calcio, ma si era seduto sulle mie cosce, impedendomi di fatto qualsiasi difesa.
Fece scorrere le sue dita affusolate dal ventre fino alla clavicola, tastando, analizzando con fare meticoloso e assai critico.
“Oh, dottor Watson, che brutta cicatrice che ha! – esclamò con la sua calda voce baritonale – le dispiace se le do un’occhiata, con la bocca?”
Nota dell’autrice:
Se ho cominciato questa 10 songs challenge devo assolutamente ringraziare la Fonny, che mi ha ispirata tantissimo con la sua “Instants cachés”. Mi sento una copiona perché anche il mio titolo è in francese, ma ho un’ottima ragione per aver scelto “Histoires vecues”: voleva essere un omaggio sia alla Fonny che al Piccolo Principe – chi ha letto il libro mi capirà.
E ora, senza ulteriori indugi, mi nascondo in un angolo per evitare assai copiose lapidazioni. (?)
Chiara.