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Autore: AyrinL    22/03/2012    4 recensioni
Da una esilarante conversazione con Medea00, una OS demenziale ispirata alla "Casina" del commediografo latino Plauto. Enjoy :D
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dunque. Tutto è cominciato sulla pagina facebook della grandissima Medea00, e ne approfitto di questo spazio per dirle quanto la stimi come scrittrice. Così, passando da Seneca a Catullo, siamo finiti a… questo. Una OS liberamente ispirata alla “Casina”, opera del commediografo latino Plauto. Ovviamente ho modificato un po’ la storia, ma il finale è più o meno simile, e anche i personaggi. È uno sclero senza senso, vi avviso. Per chi volesse leggere la storia originale, ecco qui:http://web.tiscalinet.it/mattacchione/1sito/coppia/libri/casina.htm
Mi scuso con Tito Maccio Plauto, sorry grande maestro.
 



Sebastian davvero non riusciva a capire che cosa ci trovassero tutti di così fantastico in quella città: Atene gli sembrava solo un ammasso di case ben fatte e di guerrieri alla ricerca di gloria. Ma per i poveri pastori come lui c’era davvero poco da fare. Passava le sue giornate al pascolo, trascinandosi da un punto all’altro di quell’immensa acropoli dove tutti sembravano divertirsi: i ricchi bevevano vino,  facevano feste, accoglievano ogni giorno mille donne (e uomini) nei loro letti senza che nessuno li accusasse di immoralità o atti empi, insomma, si  godevano la vita.

A lui invece toccava il lavoro, e nulla sembrava distrarlo dalla solita monotonia.
Per non parlare del suo quartiere: era visto di mal occhio da tutti, per la sua tendenza a isolarsi, a starsene zitto, a non discutere di politica e del bene del paese, a non volersi arruolare nell’esercito, a non sforzarsi neanche lontanamente a trovare moglie.
A lui non interessava niente di tutto ciò. Né della politica, nè dell’universo femminile. Non sapeva spiegarsene il motivo, ma le donne non avevano mai suscito in lui qualche emozione. Eppure il giovane Sebastian era molto corteggiato: dalla sua veste si intravedevano i muscoli scolpiti del petto, era alto, aveva un paio d’occhi verdi e luminosi simili a quelli del dio Apollo, i capelli castani, lisci e folti. Ma nessuna di quelle povere contadine, o nei peggiori dei casi meretrici, aveva fatto breccia nel cuore di Sebastian, il quale le respingeva con sdegno ogni volta.
 Preferiva tormentarsi durante i pomeriggi di solitudine al pascolo, perso nei suoi pensieri e nel panorama della vasta distesa di mare che s’intravedeva dal colle dove passava le giornate.
Ma finalmente arrivò il giorno in cui tutto cambiò, e la solita monotonia fu interrotta. Sebastian era appena tornato dal pascolo e stava per rientrare nella sua umile dimora quando qualcuno attirò la sua attenzione.
Un ragazzo uscì da una delle case del quartiere di Sebastian. Voltato di spalle, Sebastian lo notò subito e si bloccò, guardandolo accigliato.  Conosceva a memoria le figure e le forme di ogni abitante di quel postaccio, e giurò di non aver mai visto un ragazzo di altezza media, forse un po’ bassino. Aspettò che il misterioso ragazzo si voltasse.
E quando lo fece, Sebastian restò folgorato. Fu come se un raggio di sole l’avesse appena colpito in pieno viso. Quel ragazzo poco distante era forse l’essere più bello che avesse mai visto. Aveva i capelli ricci, bruno, e due occhi color nocciola, dove si tuffavano tonalità d’oro e verde, luminosi e profondi. Gli occhi di Sebastian seguivano le linee di quel viso angelico, per poi scendere giù lungo il suo fisico e..oh. Un groppo gli si fermò in gola e fu costretto a deglutire più volte. I suoi bicipiti, il suo petto, il suo collo, le sue spalle un po’ abbronzate. Sembrava un fisico scolpito nel marmo, un fisico di una qualche divinità dell’Olimpo. Il suo modo di avanzare lento, la mano che si passava tra i folti ricci… era bellissimo.  Per la prima volta sentì una strana morsa allo stomaco, e il suo cuore accelerò di un battito. Si sentiva…strano. Come non si era mai sentito prima.
E non s’accorse neanche di essere rimasto lì immobile, con un’espressione a dir poco stralunata in faccia. La sua testa era già dispersa per altri mondi, completamente staccata dal resto del corpo…Encefalogramma piatto. Restò fermo per un tempo indefinito, fino a quando quel misterioso ragazzo non s’accorse della sua presenza.
In effetti, Sebastian non aveva di certo l’aria di essere un ragazzo sveglio, in quel momento. Il suo sguardo indugiava su quel sedere perfetto fin da troppi minuti.
-           Ehm, scusami… posso aiutarti?
Sebastian non dava segni di vita. Gli occhi puntati sulle provocanti  linee dei muscoli del basso ventre che fuoriusciva dal sottile strato di stoffa della veste, fino a scendere giù per…
-           Hey! Sono quassù!
Il ragazzo sventolò una mano davanti gli occhi spalancati di Sebastian, avvicinandosi un po’ a lui.  
Il riccioluto lo guardò confuso. Sebastian finalmente distolse lo sguardo e lo posò sul viso del giovane, con la bocca ancora spalancata. Fu costretto a respirare a fondo, prima che la bava avesse cominciato a scendere a fiumi dall’angolo della sua bocca.
-           Ehm.. s.scusami…chi..chi sei?
-           Ehm, tu?
Già, come si chiamava? Perché rispondeva con un’altra domanda?
-           S-Sebastian.
-           Blaine.
Il ragazzo finalmente accennò un sorriso, e Sebastian giurò che non avrebbe ceduto un secondo di più.
-           Sei nuovo  qui?
Blaine stava per rispondere, quando una voce maschile lo chiamò dall’interno dell’edificio dal quale era uscito un minuto prima. Si voltò, prima di aver rivolto un ultimo sguardo a Sebastian.
-           Blaine! Vieni qui…
-           Ehm, scusami, devo andare… ci..ci si vede…
Sebastian lo vide allontanarsi , tornando ad indugiare sulle natiche rotonde e sode di Blaine.  Uno strano impulso nacque dentro di se.  Non si era mai sentito così, ma qualsiasi cosa fosse quell’emozione che gli cresceva dentro… doveva assecondare quella voglia di prenderlo con sé. E giurò a sé stesso che ce l’avrebbe fatta.
-           Puoi dirlo forte, Blaine.
Con un sorriso malizioso sulle labbra, si voltò e tornò nella sua dimora.
Così preso dall’euforia del momento e da quel corpo celestiale, non si accorse che qualcun altro aveva assistito a tutta la scena e aveva avuto le sue stesse e identiche reazioni di fronte quella sorta di semi dio.
**
Il giorno successivo Sebastian si alzò decisamente di buon umore. Nonostante le poche ore di sonno e la notte afosa passata a rigirarsi tra le coperte a pensare a quel Blaine, uscì dalla sua dimora con un sorriso stampato in faccia. Inspirò a lungo l’aria mattutina e, prima di dirigersi al pascolo, i suoi occhi vagarono subito alla ricerca della sua fonte personale della felicità.
Bastò girare di poco il capo e lo trovò subito. Blaine era appoggiato con una spalla al muro e sorrideva e parlava con qualcuno.
Fece un passo avanti, sorridendo, per dirigersi da lui, ma quando vide l’interlocutore di Blaine, si bloccò immediatamente.
Oh no. No. Non poteva essere.
Blaine era a parlare e a sorridere con quel… con quel… coso.
Kurt Hummel era di fronte Blaine, e a Sebastian non sfuggì il modo con cui guardava Blaine e sorrideva. Erano troppo vicini.
Odiava Kurt da sempre, la sua presenza costante da quelle parti era come un’ombra pronta ad incombere anche nelle più belle delle giornate. Odiava la sua voce acuta, odiava che cantasse a qualsiasi ora come se nulla fosse, odiava il fatto che tutti gli anziani del vicinato lo ammirassero per la sua intelligenza e fosse pieno di attenzioni. Odiava come sculettava da una strada all’altra e tutti restavano incantati dalla sua leggiadria. Era una donna intrappolata nel corpo di un maschio . Sebastian aveva la voglia costante di prenderlo a pugni e rovinare quel suo visetto buono e angelico. Certo, angelico. Quel Kurt era il male fatto in persona. Lo odiava, e non avrebbe mai, mai permesso che ci provasse con Blaine. Poteva avere gli occhi più belli del mondo, ma in fatto di charme e dialettica Sebastian si sentiva nettamente superiore.
I due continuavano a parlottare e sorridere tra di loro, così il ragazzo dagli occhi verdi si incamminò verso di loro.
Kurt era ancora immerso negli occhi dorati di Blaine quando, sentendo dei passi avvicinarsi, si voltò. E il suo dolce sorriso sparì subito dal suo viso.
L’odio era decisamente reciproco. Kurt odiava con tutto se stesso quel ragazzo arrogante, sempre così serio e arrabbiato col mondo intero. Oh certo, aveva un bel fisico, ma bastava scambiare quattro parole con lui e scoprire che era la persona più insopportabile di tutta Atene. Forse di tutta la Grecia.
E quando il giorno prima al tramonto vide Blaine parlare con Sebastian, sentì la rabbia crescergli dentro, e giurò a se stesso che Blaine, il bellissimo Blaine, sarebbe stato suo. Non solo perché lo trovava davvero affascinante, e anche simpatico e dolce, ma anche perché voleva la sua vendetta persona su quel Sebastian. Voleva dimostrare di essere migliore.
Evidentemente anche quel Sebastian aveva deciso di provarci spudoratamente con Blaine.
Bastò lo sguardo truce che si scambiarono per pochi attimi: la sfida era aperta.
-           Ciao Blaine!
Blaine si voltò verso un Sebastian raggiante.
-           Uh, ciao Sebastian! Ehm.. lui è Kurt…
-           Oh si, lo conosco bene!
-           Davvero?
-           Si Blaine, io e Sebastian ci conosciamo da molto tempo… - affermò Kurt con un finto sorriso.
-           Uh, fantastico!
-           Si, ricordo come se fosse ancora ieri… ci siamo conosciuti qualche anno fa all’agorà… ero col mio padrone a fare compere, quando vidi questo bel ragazzo imboscarsi con un prode soldato eh...
-           Ahahahahah, oh, Sebastian, sempre così spiritoso…
Kurt imitò una risata isterica,dandogli una pacca fin troppo forte sulla spalla,  acuendo la voce ancora più di quanto già lo fosse e mandando occhiate di fuoco a Sebastian.
-           Uh, ehm, già, divertente…
Blaine era visibilmente imbarazzato, abbassando lo sguardo e passandosi una mano tra i ricci.  Sia che Sebastian che Kurt sospirarono di fronte quella scenetta adorabile.
-           Hey, Blaine, ti va di venire con me? – Sebastian spezzò il silenzio imbarazzante creatosi.
-           Beh, adesso non posso, ma magari un’altra volta si…
-           Oh, fantastico!
Il viso di Kurt era visibilmente in fiamme. Stava per avventarsi su Sebastian in un modo assai violento.
-           Hey, ragazzi, io adesso devo andare… è stato un piacere Kurt.
-           Anche per me…
Oh no. Quell’occhiata e quel sorriso dolce che si scambiarono non era per niente un buon segno. Per lo meno adesso Sebastian aveva una certezza: anche a Blaine piacevano i ragazzi, altrimenti non avrebbe mai guardato Kurt così a lungo. La situazione si stava mettendo male. Aspettò che Blaine fosse sparito all’orizzonte, per scatenare la sua ira funesta su Kurt.
-           Faccia da checca, Blaine è mio.
-           Oh, e cosa te lo fa pensare?
-           L’ho incontrato prima io, ergo, ho l’esclusiva.
-           A dire il vero ieri ero proprio lì  nascostoquando l’hai incontrato, ma non te ne sei accorto, intento a guardare il suo sedere.
-           Credi davvero che lui voglia stare con te?
-           Oh beh, l’hai visto come sorrideva, modestamente.
-           Hai il sedere flaccido.
-           Hai i denti da cavalla.
-           Scusami, la tua voce acuta non è percepibile al mio udito umano: prova col mio cane, magari comprenderà le scemenze che escono dalla tua insopportabile bocca.
Kurt si avvicinò a pochi centimetri dal viso di Blaine, puntandogli un dito contro.
-           Per Polluce, quant’è vero Zeus io non lascerò che tu possa anche solo minimamente toccare Blaine, non sei degno. Ergo, io me ne vado. Vado a farmi bello. Addio, sporco plebeo, torna dalle tue pecore, gli unici essere in grado di sostenere la tua presenza!
Sebastian sbuffò, girandosi e correndo veloce verso il pascolo, mentre un’idea cominciava a frullargli in testa.
**
Era sera ormai e Blaine era nella sua casa. Aveva mille pensieri in testa, prima tra tutti gli occhi di Kurt. Oh, era bellissimo. Il suo modo di gesticolare e arrossire, quella voce cristallina e l’azzurro di quelle iridi così limpido. Il suo sorriso, la sua pelle chiara.
E poi c’era Sebastian. Che trasudava mascolinità da tutti i pori e il solo vederlo avanzare con passo felino faceva perire in lui ogni briciolo di lucidità. Ma lo trovava… inappropriato, tutta quella sicurezza non gli piaceva.
Doveva scaricare tutta quella tensione. Decise di uscire e andare a fare un giro, camminando tra le vie di Atene e respirando l’aria notturna.
Blaine, però, era bello quasi quanto sbadato. Uscì, dimenticando la porta aperta.
**
Bingo! La porta era aperta. Sebastian tornò dal pascolo e decise che era segno del destino: s’intrufolò nella casa, dandosi attorno circospetto.
Non c’era nessuno.
Il suo sguardo fu attirato dal giaciglio poco lontano dall’ingresso. Era buio pesto, così decise che avrebbe fatto una sorpresa a Blaine intrufolandosi nel suo letto, così da rendere la situazione decisamente piccante al suo arrivo.
Aspettò per circa dieci minuti, quando finalmente sentì dei passi avvicinarsi. Prima lenti, incerti, poi più veloci e sicuri. Sebastian aspettò col fiato in gola che Blaine si intrufolasse sotto le coperte, e quando sentì il corpo caldo avvicinarsi, cinse con un braccio la vita del ragazzo affianco a lui. Non riusciva a vedere nulla con quel buio, eppure il solo poter toccare la sua pelle lo eccitava.
Poi si avvicinò sempre di più,  fino ad arrivare al suo orecchio e a solleticare i capelli con la punta del naso.
Sentì il ragazzo a lui cominciare a sospirare e gemere a quel contatto così intimo. Lo sentì girarsi e avvicinarsi alla sua bocca.
-           Oh, Blaine…
Sebastian stava per rispondere, quando si bloccò immediatamente.
-           Hey… cosa? Blaine?
Sentì il corpo affianco al suo muoversi all’improvviso.
-           Tu non sei Blaine?
No, non poteva essere. Quella fastidiosa voce. Era… Kurt!
-           No. Non ci posso credere.
-           Cos… Aspetta. Oh mio dio. Oh mio dio! Tu! Esci subito da questo letto!
-           Non urlare.
-           Esci immediamente da qui!
-           E perché dovrei, sentiamo.
-           È casa di Blaine.
-           Già, e nemmeno casa tua quindi.
-           Sebastian, muoviti da quel letto.
-           Altrimenti?
-           Altrimenti io…
Kurt non riuscì a finire di parlare che furono illuminati dal raggio di luce proveniente dall’esterno.
Blaine, con una torca in mano, guardava spaventato i due.
-           Oh mio Zeus. Oh, per Polluce. Voi… siete impazziti! Pensavo ci fossero due ladri! Cosa..cosa ci fate nel mio letto?
-           Oh… Blaine… Blaine ti posso spiegare…
-           Non c’è niente da spiegare Kurt, fuori, tutti e due!!
Sebastian uscì dalla stanza amareggiato. Ma Kurt non demorse, così restò ancora lì a supplicare il giovane.
-           Blaine, ti prego…
Il riccioluto si lasciò convincere, e così Kurt raccontò tutto, e la strana coincidenza e l’inevitabile scontro.
-           Io.. ecco, non so perché mi sono intrufolato qui.. è solo che.. Tu mi piace, Blaine. Come mai non mi è piaciuto nessuno. Ti prego, è stata una sciocchezza, quel Sebastian lì cerca di ostacolarmi in tutti modi, è stata una strana coincidenza lo so ma farà di tutto per ostacolarmi e… ti prego, fa finta che non è successo nulla… So che ci conosciamo solo da questa mattina ma… mi hai colpito, e volevo far colpo anch’io su di te, scusami.
Kurt attese impaziente una risposta da parte di Blaine. Il quale, non perse tempo in altre parole. Si fiondò sulla bocca del castano, cingendogli la vita con le braccia e spingendolo a sé ancora di più. Kurt affondò le sue mani tra i ricci di Blaine e approfondì sempre più quel bacio, quel contatto, spingendo pericolosamente i suoi fianchi contro quelli di Blaine. Assaporare quelle labbra era come toccare l’Olimpo.
Quando Blaine di staccò, appoggiò la fronte contro quella di Kurt, guardandolo sorridente.
-           E adesso…?
-           Oh, adesso facciamo un piccolo scherzetto a Sebastian.
La mente perversa di Kurt non andava mai in pausa, neanche in quel momento.
-           Cosa?
-           Hai detto che hai una sorella, Blaine?
-           Si, Cleostrata. Perché?
-           Oh, svegliala Blaine. Ci divertiremo.
**
Avrebbe ammazzato quel Kurt. Sebastian era furioso. Aveva voglia di andare alla sua ricerca e strangolarlo, gettarlo in mare o dalle pendici di una montagna fino a vederlo rotolare giù per le colline. Avrebbe distrutto quel suo bel faccino. Era finita per faccia da checca.
Sebastian era ancora immerso in quei pensieri nella sua casa, quando sentì bussare. S’avvicinò, aprì. Qualcuno, in silenzio, era di fronte il ciglio, e aspettava evidentemente di entrare. Non riconobbe subito chi fosse, poiché la figura davanti a sé aveva un grosso mantello e un cappuccio in testa, e l’oscurità della notte di certo non aiutava. Ma poi vide intravedere un ricciolo.
Oh.
-           S-sei Blaine?
La sagoma annuì.
A Sebastian non servì ascoltare nient’altro. Lo trascinò dentro e affondò le sue labbra contro quelle della persona incappucciata. Lo spinse sul letto, lasciò un paio di baci umidi sul cullo.
-           Oh Blaine, hai la pelle così delicata…
Sebastian scendeva, scendeva sempre di più, mentre la sua eccitazione ormai era incontrollabile. Finalmente arrivò a quel punto tanto desiderato. Alzò la veste del corpo e…
-           Oh mio dio.
Non s’aspettava di certo di trovare quella… quella cosa.
Sebastian si alzò e indietreggiò lentamente, con lo sguardo impaurito. Poi, accadde tutto in un attimo.
Scappo con un balzo dalla stanza, aprì la porta e si ritrovò subito fuori l’edificio, correndo a perdifiato per la via all’oscuro e urlando:
-           UNA PATATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
E proprio lì, Kurt e Blaine erano in preda alle risate convulse.
-           Bel lavoro, Cleostrata!
   
 
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