Troppo giovane.
Si guardava
le spalle, ogni passo che facesse. Aveva gli occhi lucidi, che tremavano, tanto
quanto il corpo. Faceva un passo, si fermava e volgeva lo sguardo cupo
indietro, e, non appena riceveva la prova che quel passo era stato sicuro, tirava
un sospiro di sollievo, e riprendeva …
Le fiamme
divagavano alte, illuminando quasi a giorno il cielo, tanto che le stelle e la
luna avevano deciso di volgersi verso l’altro emisfero, per non dare il loro
beneficio alla gente dannata di quel posto.
“Non posso
andare avanti così …” la voce del giovane pronunciò codeste parole in un lieve
sussurro, temendo che le ombre potessero sentirlo. Ombre particolari, ombre
dannate in eterno, che bruciavano nelle fiamme. Sentiva urla straziate,
chiedevano pietà, chiedevano la salvezza.
Avanzò di un
passo, ma qualcosa lo bloccò ancora. Un fruscio caldo soffiò fra i capelli
fiorentini. Questa volta aveva paura di voltarsi, non se la sentiva, perché era
certo che se lo avesse fatto avrebbe incontrato la morte. Era giovane e non era
pronto.
“Codardo …”
Sibilò una voce di donna, in seguito le voci furono tante altre, che
sussurrarono quell’aggettivo dalle connotazioni dispregiative.
Le gambe non
si controllarono, e iniziarono a muoversi, mosso dal terrore. “maledetti! Non
sono un codardo! Non sono ancora pronto …” Urlò a squarciagola, lacerando la
notte.
Ci fu il
buio, non vide più né fiamme, né carogne d’animali, né anime, né bambini …
nulla. Le tenebre lo tenevano stretto, avvinghiato in una morsa letale.
Provò a
divincolarsi, ma la presa si fece ancora più vigorosa … aveva solo quindici
anni, era troppo giovane per comprendere il valore della guerra. Una lacrima
solcò il viso niveo, giovane e lindo.