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Autore: shelovesrock    22/03/2012    0 recensioni
Syria è appena stata legittimata da Robb, e si ritrova a pensare alla sua nuova situazione. Scritta per la challange "La Casa degli Specchi". Specchio scolorante.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: I always was a wolf
 Autrice: SyriaStark
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, Slice of life
Fandom: Game of Thrones
Contesto: durante ′A Clash of Kings′
Pairing: nessuno
Specchio: specchio scolorante 
Personaggio protagonista: Syria Snow (ora Stark)
Avvertimenti: Missing Moments, What if?
Disclaimer: tranne Syria, i personaggi non sono miei ma di George R.R. Martin, David Benioff e D.B Weiss. La storia non è scritta a scopo di lucro.
NdA: lo specchio scolorante mette a nudo l’interiorità del personaggio, per questo Syria parla in prima persona in questa shot: il momento raccontato è subito dopo la legittimazione, i pensieri di una ragazza passata da bastarda a lady in poco tempo. Partecipa alla challenge "La Casa degli Specchi" indetta dalla pagina Facebook "Cirque de Mots {FF Challenge and Contest}
 


“Sono una Stark” mi ripetei, a bassa voce, guardando fuori dalla finestra di Riverrun. Ero appoggiata con i gomiti alla dura pietra di quel castello, fissando il fiume che scorreva rumoreggiando sotto di esso: Robb mi ha reso una della sua famiglia, mi ha dato il mio legittimo nome. Non sarò più Syria Snow, d’ora in poi sarò Syria Stark.
Ero entrata in quella sala come bastarda, come l’altra bastarda per la precisione… e ne ero uscita come figlia legittima di Brandon Stark.
Senza rendermene conto, sfiorai con le dita la spilla appuntata alla mia veste verde prato: un meta-lupo con le fauci spalancate. Il sigillo degli Stark, la mia famiglia.
“Famiglia”. Anche quella parola era estranea, per me. Non ne avevo mai avuta una, c’eravamo solo io e mia madre: i suoi genitori non erano stati molto felici che la loro unica figlia partorisse un bastardo, figlio di chissà chi.
Il ′chissà chi′ era Brandon Stark, l’erede di Winterfell. Come avevo sentito che lo chiamavano i soldati del Nord? Ah già, il lupo selvaggio: tutti affermavano che avesse il cosiddetto sangue di lupo nelle vene, qualcosa che (da come avevo capito) lo faceva agire d’impulso per proteggere la sua famiglia.
Esattamente come avrebbe fatto un lupo con il suo branco.
Esattamente come stava facendo mio cugino Robb, e come aveva fatto suo padre Eddard prima di lui: quando l’inverno si avvicinava, gli Stark davano tutto quello che avevano, compresa la vita, per tenere al sicuro le persone che amavano.
“Durante l’Inverno, il lupo solitario muore ma il branco sopravvive”, qualcuno mi aveva detto che era questa la mentalità degli Stark.
Ed io non sarei stata da meno. Staccai la spilla dal mio petto, e la guardai, rigirandomela fra le mani per farle catturare gli ultimi raggi del sole: gli occhi del lupo scintillarono come fiamme vive.
Sorrisi, e la strinsi nella mano: io sono un lupo, lo sono sempre stata… perfino quando non lo sapevo.
E, un giorno, presto o tardi lo decideranno gli déi, mostrerò a tutti che sono degna di far parte di questa nobile Casata.
  
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