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Autore: Dearly Beloved    23/03/2012    3 recensioni
"Non so dove mi trovo, non so da quanto tempo sono qui, credo di stare per morire, o forse sono già morta.
Allora è questo che si prova quando vita finisce.
Finita? La mia vita è finita?
Poco importa."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prayer.

  

Perché proprio adesso sento le forze abbandonarmi?
Non so dove mi trovo, non so da quanto tempo sono qui, credo di stare per morire, o forse sono già morta.
Allora è questo che si prova quando vita finisce.
Finita? La mia vita è finita?
Poco importa.
Io ho trascorso giorni felici, ho vissuto e ho regalato all’umanità le due esistenze più belle che il mondo abbia mai avuto.
E i miei due tesori? Non voglio credere che anche la loro di vita sia finita così.
Sono troppo belli, forti, giovani.
Somigliano così tanto al loro papà…
Loro hanno ancora tanto da dare.
Le loro membra forti non possono rimanere inermi, i loro cuori nobili non possono cessare di battere, i loro occhi di cielo hanno ancora tanto da guardare, non possono spegnersi.
Non mi ricordo più quand’è stata l’ultima volta che li ho visti. Saranno passate poche ore, ma quando sei morta, o stai per morire sei al di fuori del tempo e dello spazio che ti circonda.
I miei bambini. L’unico pensiero che mi occupa la mente, l’unica cosa della mia vita che vale la pena di custodire e proteggere.
Ora le vedo come esistenze eteree, così fragili, fragili ma perfette. E soprattutto, ancora acerbe.
Avrei voluto vederle maturare, anche solo un altro po’.
I ragazzi diventeranno uomini, con o senza di me.
Vorrei soltanto che i loro cuori non venissero turbati da questa mia morte, che neanche io mi aspettavo, che mi ha colta in uno dei momenti più felici della mia vita.
La figura adesso davanti a me, la riconoscerei tra mille.
Il medaglione che ti regalai, e che tenevi in mano, adesso l’hai lasciato cadere, ed anche tu sei caduto in ginocchio.
Figlio mio, non avresti dovuto vedermi. Perché sei qui, Vergil?
Continui a fissarmi senza fiatare, sembri disperato eppure non fai niente, hai capito che per me non vi è salvezza. Non guardarmi, Vergil, i tuoi meravigliosi occhi non devono vedere tutto questo sangue, vai via.
“Madre… tu… perché…?” hai la voce rotta dal pianto.
Con estrema fatica ti sorrido, perché va tutto bene.
Quel che importa è la vostra felicità. La tua e quella di tuo fratello. Quanto desidero chiederti di prenderti cura di lui, quanto desidero dirti di non abbandonarlo, ma non ne ho la forza, quindi prego qualcuno lassù perché voi restiate uniti.
Se non ci sarò più io potrete contare sempre sull’altro, figli di Sparda.
Dante, tu ami così tanto la vita che dev’essere orribile per te vedere quella di tua madre che si spegne.
Andatevene, non posso accettare che mi guardiate.
Io ho visto voi e a me basta, mi basta ricordare la vostra bellezza, la vostra bontà, la vostra generosità.
E io non voglio che voi pensando a me vi ricordiate di questo mio corpo martoriato di ferite e del mio sangue attorno ad esso, quindi andate via, dimenticate ciò che avete visto, preservate la purezza delle vostre anime e il bel ricordo dei giorni felici, in cui vostra madre è stata al vostro fianco, guidandovi silenziosamente verso quella che almeno a me è sempre parsa la via della bontà e della giustizia.
E se mi sono sbagliata vi chiedo perdono, per aver fallito come madre.
Piccoli, amatevi l’un l’altro perché non vi è al mondo legame più potente di quello che unisce due fratelli.
E tu Dante, figlio mio, con il bel viso rigato di lacrime, corri accanto a me, mi abbracci, sporcandoti del mio sangue, ma non sembra importartene.
Vergil, tu invece vai via. Sento che qualcosa in te si è spezzato.
Prego perché non sia così.
Dante mi bacia le guance e così sporca anche il suo viso candido.
Ti prego, vai da lui, non restare con me.
Lui ha bisogno di te, io tra un po’ morirò e non avrò più bisogno di niente, ma lui, lui è fragile.
E tu che sei forte, sostienilo.
Ti prego.
Vi amo, figli miei, e con l’anima che piange sono costretta a dirvi addio.
Ma non muoio in pace con me stessa, perché non potrò mai vedere se le mie preghiere verranno esaudite.

   
 
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